Dottrina della Trinità nel battesimo cristiano

Introduzione

Il battesimo cristiano è uno dei rituali più significativi e simbolici nella vita di un credente. Tuttavia, la sua validità spirituale non può essere trascurata né relegata al semplice formulario verbale. Ciò dipende strettamente dalla comprensione, accettazione e interiorizzazione della dottrina della Trinità e della deità di Gesù. Per questo, prima di battezzare occorre discepolare, istruire i neo credenti alla teologia fondamentale, in modo da renderli paretcipi alla fede in Cristo con maggior consapevolezza e conoscenza. Il battesimo senza un previo discepolato, cioè senza sapere perché ti stai battezzando e in cosa consiste il battesimo per immersione totale, è da sconsigliare.

La mia analisi sarà guidata dalla ricerca di un equilibrio tra le formule battesimali presenti nella Bibbia (sì, sono più di una), ma, ancor più, dalla necessità di comprendere come la fede nella Trinità e nella deità di Gesù conferisca al battesimo il suo significato più autentico. Tuttavia, questa riflessione non vuole essere un monologo. Invito i lettori a contribuire amichevolmente nei commenti con le proprie idee. La vostra voce è essenziale per arricchire questa discussione e per offrire una visione più completa del tema.


Un solo battesimo, due formule

L’approccio cristiano a questa importante pratica dev’essere guidato dalla profonda comprensione delle Scritture, in particolare dei passaggi chiave (senza privarli del loro Siz im Leben) che trattano del battesimo cristiano. Nel Nuovo Testamento (NT), troviamo due formule principali associate al battesimo:

  1. Quella trinitaria «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt. 28,19)
  2. Quella unitaria «nel nome di Gesù» (At. 2,38; 8,16; 10,48)

La presenza nella Bibbia di queste duplici formule battesimali suggerisce, per ciò che mi è dato di comprendere, la loro intrinseca intercambiabilità di impiego. In altre parole, nel caso in cui una congregazione opti per il battesimo nel solo nome di Gesù, mentre un’altra congregazione prediliga la formulazione trinitaria, entrambe le scelte non incorrono in errore perché sono bibliche. Va sottolineato, inoltre, che la formula battesimale trinitaria [1] nella Bibbia è indicata una sola volta contro la fomula battesimale unitaria ripetuta tre volte.

“Da nessuna parte, nella Bibbia, la formula trinitaria viene considerata normativamente vincolante per il battesimo”

Il dibattito sulla validità delle due formule ha suscitato accese discussioni teologiche all’interno delle comunità cristiane. Tuttavia, è essenziale notare che entrambe le formule sono presenti nella Bibbia e non dovrebbero essere escluse a priori né si escludono a vicenda. Invece, dovremmo considerare la coerenza della dottrina che le sottende.

Dottrina della Trinità e Battesimo

La dottrina della Trinità, che riconosce il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo come una divina e indivisibile unità di tre Persone (non tre divinità distinte) [2], è fondamentale per il cristianesimo. La formula trinitaria utilizzata per il battesimo dei neo-discepoli fra le nazioni in Matteo sottolinea la natura divina di ciascuna Persona della Trinità e la loro interconnessione. Mentre, il rifiuto della Trinità comporta la negazione di una parte essenziale e fondamentale della fede cristiana, il che mina l’autenticità ed efficacia della fede in Cristo.

A mio avviso, la validità del battesimo cristiano dipende dalla coerenza tra la formula utilizzata e la fede professata. Se un battesimo è amministrato da un credente trinitario a una persona che accetta la Trinità, sia la formula trinitaria che quella nel solo nome di Gesù sono valide. Tuttavia, se c’è un rifiuto della Trinità o anche della sola deità di Gesù, il battesimo nel nome di Cristo si trasforma in una cerimonia vuota e priva di significato spirituale.

Divinità di Gesù e Battesimo

La divinità di Gesù è un altro pilastro fondamentale della fede cristiana. Riconoscere che Gesù è Dio incarnato (piuttosto che un comune uomo elevato a divinità) è cruciale per comprendere la redenzione e la salvezza attraverso la Sua opera sulla croce (Gv. 1,14). Pertanto, chiunque riceva il battesimo dovrebbe riconoscere e accettare la divinità di Gesù, quindi la sua signoria sulla propria vita. Il battesimo nel nome di Gesù, se fatto da un credente che riconosce la Trinità e la divinità di Gesù (e ciò esclude dal battesimo i lattanti perché non hanno il senso per capire le cose spirituali), è altrettanto valido.

Battezzare o battezzarsi secondo il rituale cristiano e rigettare la Trinità e la deità di Gesù, equivale a svuotare il battesimo del suo significato spirituale. Senza una comprensione chiara, o almeno minima, e accettazione per fede di questi principi fondamentali, il battesimo si trasforma in una pratica rituale priva di potere trasformativo. La fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, insieme alla riconoscenza della divinità di Gesù, è ciò che a mio avviso conferisce al battesimo la sua autentica validità spirituale. Battezzarsi da adulti senza questa doppia consapevolezza, rende il battesimo invalido e quindi occorrerà ri-battezzarsi come fanno, per esempio, gli ex-testimoni di Geova quando scelgono di passare alla fede cristiana evangelica poiché riconoscono l’invadilità del loro precedente battesimo.

Conclusione

Infine, il battesimo cristiano non è solo un atto simbolico, ma una profonda esperienza di fede che richiede anche una certa comprensione e accettazione della dottrina della Trinità e della deità di Gesù. Questo rende invalido e inefficace il battesimo ministrato ai lattanti e a quei bambini un po’ più cresciuti che non hanno ancora sviluppato il senso, il valore ed il significato delle cose spirituali. Mantenere l’equilibrio tra queste verità fondamentali è essenziale per garantire che il battesimo sia spiritualmente valido ed efficace nella vita del credente.


Note

  1. Basti considerare che nei mss più antichi del NT, la formula trinitaria non c’è, pertanto si è pensato che l’attuale forma di Matteo 28 sia il risultato di una interpolazione successiva. Tuttavia, l’assenza di tale formula nei mss più antichi non mina l’esistenza del concetto trinitario nella Bibbia (si veda il video sotto per un approfondimento). Si segnala l’esaustivo articolo di Torahsource.com per un maggior approfondimento di critica testuale.
  2. Il triteismo, insieme al modalismo, è un’eresia derivante da una concezione trinitaria di base, che rende questa corrente di pensiero una «versione inadeguata di cristianesimo». È per questo motivo che non va confusa con il tradizionale (e biblico) concetto di Trinità. Il triteismo «ci invita a immaginare che la Trinità consista di tre esseri uguali, indipendenti e autonomi, ciascuno dei quali è divino» (Alister E. McGrath, Teologia cristiana, Claudiana, Torino 2010, pp.302-303) ovvero che ogni Persona della Trinità sia un dio distinto e separato dagli altri. Pertanto, non si parla più di un solo Dio in tre Persone, ma di tre dèi personali distinti. Confondere la fede trinitaria con il triteismo, che altro non è che politeismo, è l’errore in cui incorrono tutti i non-trinitari e gli unitariani.

     
     

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