Ogni giorno, nel vasto mondo digitale, ci troviamo a navigare tra opinioni e commenti di haters e troll, ma oggi voglio sollevare un importante argomento che riguarda tutti noi: la responsabilità delle parole che condividiamo online. Quando ci esprimiamo attraverso schermi e tastiere, spesso dimentichiamo che dietro ogni commento e giudizio ci sono persone con emozioni e dignità, anche se non condividono le nostre stesse opinioni.
Cosa dice la legge italiana?
La libertà di espressione è un valore fondamentale, ma è importante ricordare che essa si accompagna a una responsabilità altrettanto cruciale. Vi parlo del confine sottile tra la libertà di opinione e la diffamazione, un confine che è tracciato chiaramente dall’articolo 595 del Codice Penale italiano, il quale recita:
«Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1032 euro.
Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a 2065 euro.
Se l’offesa è recata col mezzo della stampa [artt. 57-58 bis] o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico [art. 2699], la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a 516 euro.
Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio [art. 342], le pene sono aumentate»
Cosa dice la Bibbia?
La Bibbia, fonte di saggezza eterna, ci offre anche insegnamenti su come dovremmo comportarci verso gli altri. In questo contesto, riflettiamo su alcuni brani biblici:
«Chi dissimula l’odio ha labbra bugiarde, e chi sparge calunnie è uno stolto» (Prov 10,18)
«L’uomo che dichiara il falso contro il suo prossimo, è un martello, una spada, una freccia acuta» (Prov 25:18)
«Sterminerò chi sparla del suo prossimo in segreto; chi ha l’occhio altero e il cuore superbo non lo sopporterò» (Sal 101,5)
«Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela, affinché conferisca grazia a chi l’ascolta.» (Ef 4,29)
«Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene» (Col 3,8)
Alla luce di ciò, facciamo un esempio concreto.
Perciò vorrei rivolgere un appello speciale a coloro che professano di credere in Gesù, i quali sono chiamati a incarnare valori di amore e rispetto, che sono due dei tanti frutti dello Spirito di Dio. In conclusione, invito ciascuno di voi a scegliere le parole dei vostri commenti e interventi con saggezza, a contribuire a un dialogo costruttivo e a creare insieme un ambiente online rispettoso e consapevole. La libertà di espressione è un dono prezioso, ma la sua bellezza risplende ancor di più quando viene esercitata con responsabilità.
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