Opere e frutti: cosa sono?

.Caro amico, cara amica: se qualcuno ti chiedesse: “Mostrami le tue opere per il regno di Dio”, tu come risponderesti? Io gli metterei davanti la visuale di tutte le mie opere compiute, almeno quelle che mi ricordo, a cominciare da quelle documentabili:

  • Gli attuali 33 libri pubblicati dal 2013 a oggi, libri che hanno comportato studio e molto sacrificio, incluso l’investimento di tantissimo denaro. Insomma, quello che scrivo nei libri, negli articoli e che dico nei miei video non me lo regala nessuno.
  • Ci sono anche gli oltre 400 articoli pubblicati negli anni.
  • E gli attuali 662 video pubblicati: questi video sono unici, inediti e mai ripetuti o ricaricati più volte nel mio stesso canale.

Considera che ogni singola opera sopra indicata lavora costantemente, moltiplicando i suoi effetti ogni qual volta vengono consultato da persone sempre diverse. Queste opere, che includono la catalogazione di libri, articoli e video, svolgono un lavoro passivo che produce frutti nel corso del tempo, anche mentre dormo! Tuttavia, parleremo dei frutti fra poco. Insieme ai miei video ricaricati su altri canali, il numero di opere private si aggira attorno alle migliaia di opere compiute nel corso degli anni.

Cosa sono le opere?

Le opere si riferiscono all’azione, al lavoro o alla produzione di un individuo. In generale, le opere sono ciò che una persona realizza con le proprie mani e con il proprio intelletto. La Bibbia insegna che le opere possono essere buone o cattive e spesso sono utilizzate per descrivere l’azione dell’uomo in relazione alla sua salvezza. Attenzione, ho detto “in relazione” alla salvezza, non che le opere salvino! Per esempio, in Giacomo si afferma che «la fede senza le opere è morta» (2,26), sottolineando l’importanza dell’azione nell’espressione della fede. L’uomo ravveduto compie buone opere, a prescindere dalla quantità di queste opere, mentre l’uomo non ravveduto e senza fede non compie buone opere.

Cosa sono i frutti?

Ho parlato di “quantità” perché è così che la Scrittura si esprime, non tanto in relazione alle opere, ma in relazione ai frutti. Il “frutto” si riferisce ai risultati di ciò che si semina con le opere. È qualcosa che nasce naturalmente come conseguenza dell’opera svolta e che si manifesta nel tempo. Mentre l’opera dipende da noi, il frutto è una conseguenza naturale che non può essere gestita da noi. Per esempio, se compio un’opera malvagia e ne sono consapevole, non posso decidere né pretendere che poi tale opera faccia germogliare un frutto buono. Questo significa che noi non abbiamo il controllo del frutto (o della conseguenza) che deriva dalla nostra opera di cui, invece, deteniamo il controllo.

Nella Bibbia, il frutto è spesso usato per descrivere il risultato di una vita dedicata a Dio. Per esempio, in Galati si parla dei «frutti dello Spirito», che includono amore, gioia, pace, pazienza, benignità, bontà, fede, mitezza e temperanza (5,22-23). Frutti che possono manifestarsi in diversi ambiti nella nostra vita. Essi sono il risultato naturale della presenza dello Spirito di Dio nella vita di una persona. Se questi frutti non germogliano nella nostra vita o non sono una caratteristica del nostro stile di vita cristiano, significa molto chiaramente, senza girarci attorno per trovare scuse o giustificazioni, che lo Spirito di Dio non fa parte della nostra vita.

Portare molto frutto

Gesù, in Gv 15,5, dice che senza di Lui non possiamo fare nulla, vale a dire che non possiamo compiere alcuna opera buona se non abbiamo fede in Lui. Oltretutto, chi dimora in Lui porta «molto frutto». Il portare molto frutto è una caratteristica del vero discepolo di Gesù: «In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli». Il nostro Maestro Gesù vuole che portiamo molto frutto.

Portare molto frutto non significa necessariamente compiere molte opere, siano esse spirituali o umanitarie, per esempio. Questa grande quantità di frutto che Gesù ci comanda di portare per la glorificazione di Dio Padre, non implica che dobbiamo continuare a produrre frutto senza mai fermarci un attimo. La Scrittura si concentra sulla quantità di frutto che dobbiamo portare, non sul numero di opere che dobbiamo compiere, poiché anche se il frutto è la conseguenza o l’effetto collaterale di un’opera, non necessariamente la quantità di frutto dipende dalla quantità di opere compiute. Ci sono opere che portano buoni frutti, opere che non portano buoni frutti e opere che non portano alcun frutto.

Per esempio, l’opera di divulgazione biblica compiuta attraverso i miei libri, articoli e video ha prodotto molto frutto. Come lo so? Attraverso le migliaia di email, commenti, messaggi e telefonate che ricevo ogni anno, dove molte persone già credenti mi contattano per ringraziarmi di averli aiutati a capire meglio un passaggio biblico che prima era poco chiaro per loro, o persone che si sono avvicinate alla fede in Gesù e alla verità della Bibbia perché quel particolare capitolo, articolo o video ha dato loro una maggiore chiarezza sui falsi insegnamenti di alcuni nemici della Bibbia che scrivono libri e producono contenuti audiovisivi per screditare le Scritture, inducendo il loro pubblico spiritualmente più debole e con una fede vacillante a perdere la fede.

Molto frutto = molte opere?

Molte persone pensano che per “portare molto frutto” sia necessario compiere molte opere, come predicare tutto il giorno tutti i giorni, andare in chiesa ogni giorno senza mai prendersi una pausa, andare di casa in casa per le cellule ogni giorno, quasi annullando la propria vita e la propria famiglia. Tuttavia, le cose non devono andare necessariamente così: se, per esempio, la mia opera di insegnamento ha finora portato alla conversione in Cristo 1000 persone nel corso di 10 anni, è altrettanto vero che anche una sola predicazione efficace può produrne 5000 in un solo giorno (Atti 4,4)!

In un solo giorno, o addirittura in un paio d’ore con un sermone o un insegnamento potente ed efficace, si può portare più frutto di quanto si riesca a farlo in una decina d’anni. Quindi, se vogliamo portare molto frutto, non dobbiamo ammazzarci di lavoro, ma piuttosto prendere del tempo per preparare un’opera sana e biblica, in modo che possa portare il massimo risultato possibile nel minor tempo possibile visto che i tempi stringono e il Messia è alle porte.

Tanti followers = tanto frutto?

Attenzione, non vorrei che adesso ti illuda. Se vedi che il tuo canale YouTube (o Facebook, TikTok, Instagram, ecc.) sta crescendo di numero o che le vendite dei tuoi libri aumentano ogni giorno di più, non considerarli “frutti” per il prossimo, ma per te stesso. La crescita di questi numeri rappresenta solo la tua crescita personale: puoi chiamarla “carriera” o benedizione se lo preferisci. Questo è semplicemente il sintomo che la tua opera sta suscitando interesse in un pubblico sempre più ampio. Se il tuo canale, con 6.000 iscritti, raggiunge i 10.000 iscritti in un solo giorno, quei 4.000 iscritti in più o 4.000 lettori in più non sono necessariamente tutte persone che si sono convertite al Vangelo di Cristo grazie alla tua opera. Sono semplicemente persone che ti stimano o che ti hanno scoperto da poco e stanno imparando a conoscerti. Quindi, 1, 10, 1000 iscritti in più al tuo canale o 1, 10, 1000 lettori in più dei tuoi libri non significa che siano 1, 10, 1000 persone convertite.

Tanti fedeli in Chiesa = tanto frutto?

Lo stesso discorso credo che valga anche per le nostre assemblee: una chiesa strapiena di gente non è automaticamente sinonimo di una chiesa benedetta. Il frutto prodotto dalla tua opera non è la quantità di persone che riesci a portare in chiesa (cosa che si può fare benissimo anche attraverso l’inganno e l’Italia è campionessa in questo!), ma la quantità di persone che si sono realmente pentite dei propri peccati, che si sono davvero ravvedute e hanno chiesto perdono a Dio nel nome di Gesù. Persone che hanno realmente accettato Cristo nella loro vita come Signore e Salvatore. Il vero e buon frutto dell’opera è la quantità di vere conversioni, non la quantità in sé di persone che riesci a raggruppare dentro la tua assemblea locale. Non è la quantità smisurata di persone che fa la chiesa. Un noto spot pubblicitario dice: “Dove c’è Barilla, c’è casa!”, ebbene, “Dove ci sono due o tre persone riunite insieme nel nome di Gesù, c’è Chiesa!”.

Una mega chiesa non significa necessariamente che sia il risultato della benedizione di Dio. Le mega chiese non sono necessariamente il frutto di una buona opera. Oggi, le mega chiese sono generalmente gestite da coloro che insegnano false dottrine in grado di attrarre l’attenzione delle masse ingannate. Le opere cattive portano frutti cattivi, mentre le opere buone portano frutti buoni. Non esiste il caso in cui un’opera buona porti frutti cattivi, o in cui dei frutti cattivi derivino da opere buone. Non esiste nemmeno il caso in cui un’opera mista, buona e cattiva, porti frutti interamente buoni, ma solo frutti mezzi buoni e mezzi cattivi, quindi qualcosa che va contro la natura di Dio che detesta le mescolanze.

Opera = frutto? Frutto = opera?

Purtroppo, molte persone sostengono che “opera” e “frutto” significhino la stessa cosa, ma non è così. La differenza tra opera e frutto può essere riassunta come segue: l’opera si riferisce all’azione dell’uomo, mentre il frutto si riferisce al risultato naturale dell’opera umana unita all’opera dello Spirito di Dio. L’opera dipende dalla volontà dell’uomo, mentre il frutto è il risultato della grazia di Dio operante nella vita dell’uomo.

È importante notare che nella Bibbia non viene minimizzata affatto l’importanza dell’opera, ma si sottolinea che l’opera dev’essere guidata e motivata dalla presenza dello Spirito di Dio per produrre molti e duraturi frutti. In altre parole, non è sufficiente fare buone opere per meritare la salvezza o la benedizione di Dio. Inoltre, è altresì impossibile portare frutto, come Cristo ci ha comandato, senza compiere delle opere. Piuttosto, le buone opere sono il risultato della grazia di Dio e dell’azione dello Spirito Santo nella vita del credente nato di nuovo.

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