Apocalisse, come capirla

Come tutti i libri della Bibbia, l’Apocalisse è stata scritta in un determinato momento e luogo della storia, per persone specifiche che stavano vivendo situazioni specifiche. L’Apocalisse, quindi, si rivolge in primo luogo ai credenti del I secolo d.C., pertanto dovremmo leggerla e intenderla nello stesso modo in cui la leggevano e intendevano loro. E per farlo suggerisco sette punti, i quali possono senz’altro aiutarci a non allontanarci troppo dal senso originale del testo. Restate con me perché ci rivedremo fra pochissimo!


L’apocalisse è uno dei libri biblici che mi ha sempre affascinato, ma allo stesso tempo lasciato con non poche perplessità. Nel corso degli anni ho sviluppato una certa esperienza per quanto concerne l’analisi del testo in sé della Bibbia, per cui voglio condividere con voi sette suggerimenti che ritengo utili per comprendere l’Apocalisse, o meglio, per avere il corretto approccio per iniziare a studiare questo libro (e qualunque altro testo biblico).

1. Leggi l’Apocalisse con umiltà

Evitiamo approcci estremisti come “l’Apocalisse è accessibile a tutti” per virtù dello Spirito Santo. Nonostante la cristianità rivendichi il “possesso” dello Spirito Santo, rivelazioni diverse e contrastanti non possono provenire dal medesimo Spirito. La resistenza all’incertezza può portarci a interpretazioni errate dell’Apocalisse o a creare dottrine inesistenti dalla Bibbia. Non affezioniamoci troppo alle credenze consolidate, poiché è essenziale mettersi in discussione con coraggio e umiltà. Chi rifiuta di cambiare idee e pensa che gli altri non capiscano mai nulla è come un bambino che si rifiuta di crescere.

2. Prova a scoprire il messaggio per i lettori originali

Scoprire il messaggio rivolto ai destinatari originali, oltre che essere un lavoro eccitante ed illuminante, è la massima priorità che ogni studioso deve avere con qualsiasi libro della Bibbia, a maggior ragione con un testo come l’Apocalisse. Risalire al messaggio antico ci aiuta a ritrovare anche il messaggio attuale. L’errore che si commette di solito è quello di pretendere che noi moderni ne sappiamo più degli antichi, con la giustificazione che “la conoscenza aumenterà”. Eppure molti credenti si dimostrano molto più confusi e ignoranti dei credenti antichi. Ritornare alla comprensione delle radici e della sua linfa, ci aiuterà a comprendere la struttura e il funzionamento del resto della pianta.

3. Non tracciare una rigida mappa cronologica dell’Apocalisse

Apocalisse è un testo profetico, ma anche apocalittico. Profetico per quanto riguarda l’escatologia, ovvero le cose concernenti i tempi finali, apocalittico per quanto riguarda il genere del linguaggio utilizzato dal redattore biblico. Profezia e Apocalittica sono parole che non significano sempre la stessa cosa, pertanto possono lavorare assieme. Questi sono due generi letterari distinti che non vanno confusi né resi sinonimi l’uno dell’altro.

L’apocalittica si concentra sull’utilizzo dei simboli e dei messaggi nascosti che talvolta un messaggero celeste li interpreta per il veggente che ne fa richiesta, la profezia, invece, si preoccupa della collocazione di questi simboli nella storia. Inoltre, lo scopo primario della profezia non è la predizione di eventi futuri, ma di esortare hic et nunc i destinatari dell’oracolo divino a resistere alle tribolazioni, a non voltare le spalle a Dio e a non dimenticare di osservare i Suoi comandamenti.

Giovanni, in qualità di “profeta apocalittico”, poiché parla profeticamente con simboli, si preoccupa di esortare i credenti della provincia romana d’Asia a ravvedersi dalle loro malefatte, a ritornare sui propri passi spirituali, a rigettare ogni falsa dottrina e falso insegnante e a resistere contro la sofferenza in atto. Queste esortazioni o ammonimenti sono poi seguiti da un avviso che a volte ha il sapore di vera e propria minaccia: se ti ravvedi berrai direttamente dal fiume dell’acqua della vita; se non ti ravvedi farai un tuffo nel caldissimo fiume di fuoco e zolfo.

Cercare di strutturare una rigida mappa cronologia degli eventi ci farebbe perdere solo tempo, in quanto perderemo di vista il messaggio principale: perseverarsi puri, farsi trovare pronti e attendere che lo Sposo ritorni, a prescindere che ciò avvenga prima, durante o dopo la tribolazione.

4. Prendi sul serio l’Apocalisse, ma non prenderla sempre alla lettera

Spesso l’eccessiva interpretazione viene mal giudicata (e in effetti, l’eccesso non è mai un bene) perché non in pochi sostengono che l’Apocalisse vada sempre letta in modo letterale. Dipende però in che senso. Gli antichi pensatori ebrei (o chakhamim) hanno formulato una massima in giochi di parole secondo cui chi interpreta la Bibbia esclusivamente alla psht (lettera) è tpsh (tonto), e chi la interpreta sempre in rz (allegoria) è un zr (bizarro). In sostanza, disponendo le lettere in modo diverso si ottengono i relativi concetti.

Se l’Apocalisse è tutta letterale, vuol dire che un giorno vedremo davvero un titano con sette teste e dieci corna, vedremo davvero un drago rosso volante per i cieli di Gerusalemme e, soprattutto, vedremo davvero una stella acida cadere sulla Terra che stranamente, anziché causare l’estinzione di tutta la vita sul nostro pianeta ne danneggerà solo una parte. Assisteremo anche alla scena degli animali terrestri, celesti e acquatici, dare gloria a Dio con voce umana! Insomma, quello che è chiaramente simbolico viene fatto diventare tangibile e concreto. Prendere sul serio l’Apocalisse non significa che quello che è scritto dev’essere così per come lo leggiamo alla lettera. Il linguaggio delle immagini, con i suoi simboli e le sue figure, è in grado di trasmettere la verità letterale e descrivere eventi letterali.

5. Presta molta attenzione quando Giovanni descrive un’immagine

Spesso diamo per scontato che quello che leggiamo corrisponda a un preconcetto già radicato nella nostra mente. Quando, ad esempio, leggiamo in Ap 1:17 che il veggente vede «uno come un figlio d’uomo», egli sta interpretando quello che vede. Il «come» non implica che Giovanni vede «il figlio dell’uomo», ma semplicemente una figura che le somiglia. Infatti, per Giovanni, questo «simile» a un figlio d’uomo più avanti sarà una figura angelica che lo rappresenta e non propriamente «il figlio dell’uomo». Quindi, facciamo attenzione alle molteplici similitudini che non implicano alla corrispondenza esatta e letterale di quello che il veggente vede.

6. Guarda il contesto storico e l’Antico Testamento

Giovanni si serve di un linguaggio che abbraccia tre diversi livelli:

  1. Livello di testo: le parole scritte
  2. Livello di visione: le immagini che le parole dipingono
  3. Livello di riferimento: a cosa si riferisce la visione nella vita reale

Una delle parti più difficili è sapere a cosa si riferiscono le immagini e i simboli. Anche quando capiamo cosa sta succedendo a livello di testo visione, potremmo anche non sapere cosa sta succedendo a livello di riferimento.

Il contesto storico in cui si ambienta l’Apocalisse è il I secolo d.C.: quando, dove, perché e per chi è stata scritta. Giovanni afferma di essere compartecipe nella tribolazione con i destinatari delle sue sette lettere, ed esistono prove storiche che la chiesa primitiva era già perseguitata e tribolata: Efeso soffriva non poche difficoltà (2,2-3) e Dio fu consapevole della sofferenza di Smirne (2,9-10). Inoltre, una tribolazione era già in atto, in quanto Efeso aveva abbandonato il suo primo amore (2,4), Pergamo e Tiatira di lasciavano trasportare dai venti delle false dottrine, Sardi aveva la reputazione di essere iper-zelante, ma in realtà era spiritualmente morta (3,1); e alcuni credenti di Laodicea non erano né caldi né freddi, come dire né carne né pesce, talmente tiepidi da provocare il vomito persino a Dio.

Quanto all’Antico Testamento, il profeta Daniele è dominante e una profonda conoscenza della Torah è d’obbligo. Giovanni non prende in prestito le parole di Daniele solo per raccontare una storia diversa con gli stessi linguaggi, ma per applicarle proprio alle sue visioni attribuendone persino gli stessi significati. Inolte, Mentre a Daniele viene detto di sigillare (cioè non rivelare il senso) le sue visioni, a Giovanni viene detto di rimuoverne il sigillo perché il tempo (cioè a partire dalla sua epoca) era già compiuto affinché la rivelazione fosse resa manifesta «ai Suoi servi» (1:1).

Se vogliamo veramente comprendere l’Apocalisse è necessario conoscere tutto l’Antico Testamento. Il che significa che se vogliamo sapere con maggior precisione come tutto avrà fine, dobbiamo conoscere a menadito come tutto ha avuto inizio.

7. Concèntrati sull’idea principale senza perderti nei dettagli

Non focalizzarti con la tua lente d’ingrandimento sulla corteccia di un albero, quando intorno a te c’è un’intera foresta! Piuttosto, ammira la bellezza dell’intera foresta e solo dopo guarda com’è fatto l’albero in tutti i suoi meravigliosi dettagli.

Vi è la consuetudine di iniziare uno studio biblico concentrandosi sui dettagli per poi lavorare sul resto del testo. Ma con l’Apocalisse, tuttavia, dovrebbe funzionare al contrario: iniziare a comprendere il quadro generale per avere chiarezza poi sui dettagli.

Il punto non è capire quanti angeli riescano a stare sulla punta di un ago, ma qual è il motivo, il fine o lo scopo per cui questi angeli stanno sulla punta dell’ago, a prescindere da loro numero. Solo così potrai capire perché sono proprio 7 gli angeli che suonano le 7 trombe; solo così potrai capire perché le creature celesti sono 4, come 4 sono “gli angoli della terra” e i cavalieri dell’Apocalisse, e 4 sono gli angeli legati presso l’Eufrate. Se prima ricerchi i loro scopi, solo allora capirai il perché del loro numero e della loro posizione nello spazio.


Ebbene, fare tesoro di questi principi ti aiuterà senz’altro a non commettere molti errori. Sicuramente ne commetterai, come ne commetto anche io, ma sicuramente molto meno di quanti ne commetteremmo senza farne uso!

Il testo di questo articolo è tratto dal libro Apocalisse: Rivelazione di Yeshua (Commento e Traduzione dell’autore) di Daniele Salamone ed è stato usato anche come testo di riferimento del video sottostante.

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