M. Biglino e «l’immagine e somiglianza» di Elohìm; un pò di chiarezza. #prima parte [be-tzalmenu]

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«[…] il termine tzelèm non indica il concetto astratto di “immagine” degli Elohìm ma quel quid di materiale che contiene l’immagine degli Elohìm e cioè il DNA con cui hanno fatto l’uomo a loro somiglianza» (cit. Mauro Biglino per Ufologando).

Sono queste le parole che ormai tutti conosciamo “grazie” a Mauro Biglino e alle sue conferenze che circolano anche in formato video su Youtube. La cosa curiosa e al quanto buffa (per non dire comica) è che la maggior parte degli utenti e ascoltatori che sentono pronunciare queste parole dal vivo o sul web e che appoggiano tale dichirazione in maniera ferrea ed esaltata, non hanno nemmeno una minima infarinatura di ebraico biblico: non sanno distinguere (o almeno non ancora) una dalet da una kaf sofit o una he da una chet o una taw e non sanno nemmeno qual è l’ordine di lettura tra consonanti e vocali persino della prima parola ebraica proposta da tutti i dizionari, ab: «padre». Inoltre, Mauro Biglino nei suoi libri ha scelto deliberatamente (per carità, nessuno glielo vieta!) di non usare il Testo Masoretico vocalizzato (come giusto che sia per un approccio scientifico), ma di usarlo privo di vocalizzazione. In questo caso il Testo Masoretico non è più “Testo Masoretico” ma un insieme di consinanto che lui, Biglino, può tradurre e interpretare come vuole, esattamente come facevano gli scrivi già al tempo di Esdra. Per onestà intellettuale bisogna ammettere che in questo modo un qualuqnue termine ebraico può essere interpretato arbitrariamente quando lo si vuole a un qualsiasi significato attinente a quella medesima radice di appartenenza, vale a dire che se alla radice SFR assegno una determinata vocalizzazione significa una cosa, se alla medesima radice consonantica SFR assegnerò un’altra vocalizzazione allora significherà un’altra cosa, ma che rientri sempre all’interno del significato di base che ha QUELLA radice (per capire cosa sia un radice si consiglia la lettura di questo mio articolo).

Per farvi un esempio, se la radice KVD la vocalizzo KeVoD significa «gloria, onore», se invece la vocalizzo KoVeD significa «di massa pesante». E questo è il gioco a cui piace giocare Mauro Biglino, tra un «fare finta» di qua e un «fare finta» di là, con un apparente innoquo gioco fondato sulla menzogna, finzione (fare finta… appunto), inconsciamente gli uditori vengono abituati a giocare al «facciamo finta che sia realmente così per come sta scritto», quando poi è proprio Biglino ad annullare il Testo Masoretico estirpandone le vocali. Tuttavia, però, la tattica del «fare finta» non sempre funziona, perché se l’adottassimo sempre, il fantomatico «metodo Biglino» crollerebbe e tutto il suo lavoro acquisirebbe lo stesso significato e la stessa utilità di una forchetta da brodo (per maggiori approfondimenti si legga La Bibbia non è un mito – gli speculatori ci raccontano un’altra storia).

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In questo articolo, l’oggetto delle nostre analisi sarà proprio il termine tzelém che Mauro Biglino lo identifica come il DNA degli “Antichi Astronauti”.

In ebraico, questa parola suggerisce l’idea del «rappresentare» qualcosa. Questa radice è usata sedici volte nell’Antico Testamento e si riferisce essenzialmente a una rappresentazione, a una somiglianza e in gran parte delle sue occorrenze si riferisce a statue dunque idoli. Non tanto alla “forma” ma a ciò che “rappresenta” la forma di un manufatto. Infatti, la definizione che offre il dizionari tanto amato da Biglino, il Brown-Driver-Briggs[1], nella sua seconda voce – «image, something cut out» (immagine, qualcosa di tagliato) – non è da attribuire come significato radicale universale di questo verbo (come sostiene sempre lui), ma appartiene ad un preciso e singolare contesto narrativo in cui vengono proferite delle parole contro Gerusalemme paragonata ad una prostituta. Questo specifico significato ricorre esclusivamente in Ez 16:7 dove si legge:

«Prendesti pure i tuoi bei gioielli fatti del mio oro e del mio argento, che io ti avevo dati, te ne facesti delle [tzalméy, צלמי] rappresentazioni d’uomo e ad esse ti prostituisti»

La definizione inglese «something cut out» non si riferisce ad un presunto «quid di materiale tagliato fuori che contiene l’immagine di Elohìm», cioè il “dna divino”, ma si riferisce in questo preciso contesto alla fabbricazione di statue in sembianze umane ricavate dalla fusione di oro e gioielli. Questo significato, quindi, non è da attribuire in senso universale, e il citato dizionario lo rende persino sinonimo di pesél, פסל, (questo Biglino non lo dice [!!!]) che significa genericamente, appunto, «idol, image» (idolo, immagine), oppure «idol, as likeness of man or animal» (idolo, in sembianza umana o animale). Sarebbe più corretto tradurre «something cut out» con «qualcosa ricavata da […]» o «qualcosa intagliata / ritagliata da […]» proprio come intende la prima voce [tzlm, צלם] «cut off»[2] (intagliare), cioè scolpire. Una cosa da “intagliare” e “ritagliare” richiede maggiore cura rispetto al semplice “tagliare, strappare”.

Detto questo è chiaro che la radice verbale non vuole riferirsi a «un qualcosa di materiale» in sé, ma a ciò che “rappresenta” quel soggetto. La radice del termine di per se è un verbo e non «un quid»: scolpire, intagliare, per dare una forma a «un qualcosa di materiale»: nel contesto narrativo della Genesi la polvere da cui è stato tratto l’adàm. Il contesto di Gn 1:26 e 2:7 è in piena sintonia con il significato di base di tzlm, צלם, perché Elohìm «formò l’adàm dalla polvere» (e non da un ominide).

Il verbo yātzar, יצר, usato in Gn 2:7 è contestualmente attinente allo tzalménu di Gn 1:26, perché come in Ez 16:7 in cui si scolpiscono delle statue tramite la fusione di oro e gioielli, durante la creazione dell’adàm Elohìm scolpisce [yātzar] un essere vivente servendosi della polvere del suolo, inalando nelle sue narici «quel qualcosa» che gli dona la vita, il nishmàt, cioè «l’alito dei viventi» (nell’originae ebraico è al plurale) o soffio che non è «un quid di materiale» perché ciò che proviene direttamente da Dio è «un qualcosa» di spirituale.

Viene usato cinque volte per la fabbricazione dell’uomo in quanto creato come «rappresentante di Elohìm» sulla Terra, come ambasciatore, e ciò viene spiegato dal dominio che aveva sulla Creazione in qualità di “vice reggente”. Il Salmo Sl 5:5-8 similmente propone una citazione sull’uomo verso il quale Elohìm gli ha conferito gloria e onore. Lo tzelém di Elohìm, ovviamente, non consiste nel corpo dell’uomo che si è formato dalla materia terrena, ma da ciò che egli rappresenta anche nell’aspetto interiore, intellettuale e morale elargito tramite il suo «alito dei viventi» inalato nelle sue «narici». Si ricordi che «Dio è Spirito» ed ha la facoltà di assumere delle «sembianze» (p.e. Nm 12:8).

In fine, “l’immagine” al quale si riferisce la Genesi non è un presunto DNA divino, ma una “rappresentazione”. Elohìm ha creato l’uomo come Suo “rappresentante” sulla Terra, come Suo ambasciatore.  Non c’entrano niente le “immagini” o le “sculture” in sé, ma ciò che vuole “rappresentare” una scultura o idolo. Ad esempio, una statua di Zeus non implica che la statua “sia” Zeus, ma lo “rappresenta”. Ed è proprio questo il senso che vuole trasmettere tzelém, rappresentare qualcosa anche se il suo rappresentante non è il Qualcosa. Oppure, quando fotografiamo il nostro volto o comunque la nostra persona, non vuol dire che noi siamo “quella” fotografia, ma che essa “ci rappresenta”. Noi uomini siamo la “fotografia” di Dio sulla Terra, in quanto lo rappresentiamo.

NOTE

[1] Brown, Driver, Briggs, The Brown-Driver-Briggs Hebrew and English Lexicon: With an Appendix Containing the Biblical Aramaic : Coded With the Numbering System from Strong’s Exhaustive Concordance of the Bible (Hendrickson Pub, 1996), p.854 #8179.

[2] Ibid., p.853 #8178.

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33 Risposte a “M. Biglino e «l’immagine e somiglianza» di Elohìm; un pò di chiarezza. #prima parte [be-tzalmenu]”

  1. càpito su questa pagina per caso, non sono un biblista e conosco a malapena biglino. mi pare però che la bibbia masoretica vocalizzata sia un testo molto recente (primo millennio d.c.) risultato di una stratificazione di interpretazioni e chiose durata molti secoli, migliaia di interpretazioni verosimilmente, prima di essere consolidato. la masorah, cosiddetta numerica, è dovuta addirittura al fatto che gli scribi cominciarono a contare le lettere perché erano pagati a numero di stichi (versi) tradotti, ma la bibbia era in prosa non in versi, risulta da una faccenda di soldi insomma. vecchio testamento o talmud sono prodotti di infiniti rimaneggiamenti e interpretazioni semantiche, sintattiche, lessicali e grammaticali, nonché dottrinali. dunque mi chiedo: ma di cosa stiamo parlando? 🙂

      1. risposta evasiva e deludente, peccato perché avevo cominciato a leggere qua e là il suo blog. se però non sa distinguere neppure tra le cose che dice (immagino) “anche” biglino semplicemente perché sono universalmente accertate e accettate (e che chiunque dunque ripeterebbe), e le cose che dice biglino perché sono sue illazioni o interpretazioni (alieni e via discorrendo)… peccato… a parte la sua opinabile pretesa di discettare di sfumature grammaticali, sintattiche e lessicali dell’ebraico antico quando non padroneggia neppure, evidenza che si ripresenta sistematicamente nel blog, la sua lingua madre… ma niente di nuovo sotto il sole. poco male. mi ha fatto però venire la curiosità di leggere ‘sto biglino! 🙂 cordiali saluti.

        1. Legga Biglino, glielo consiglio io stesso.
          I miei erroracci grammaticali possono essere anche inguardabili, a me importa solamente essere capito nei concetti che esprimo.
          E si ricordi che qui siamo in un blog dove non si scrivono trattati accademici. Legga anche solo l’ultimo dei miei libri per cambiare idea sulle mie disquisizioni grammaticali di italiano.
          Non è la padronanza dell’italiano che fa di un uomo un grande uomo, ma l’onestà con il quale dice le cose.

          Saluti

  2. Commento modificato perché non attinente al tema del post.
    All’utente “Futuro Rosa” saranno cestinati tutti i commenti futuri qualora non attinenti all’articolo.

  3. Credete veramente di potere affermare il Divino portando avanti una disputa di parole?
    Credete veramente di potere affidare il vostro credo ai dizionari?
    Credete veramente che un linguaggio di vocaboli imperfetti e limitati possano iniziarvi a una qualsiasi verità divina perfetta e illimitata?
    Se ci credete veramente conoscerete anche il motivo per cui gli esseri umani, dall’inizio della loro storia, sono incapaci di evolvere in un cammino realmente salvifico di pace e di progresso.
    In ogni caso, Mauro non tocca nemmeno un puntino del testo masoretico. Quindi la breve premessa di questo lungo scritto è infondata.

    Grazie.

    1. Quì si discute un aspetto grammaticale e non spirituale o trascendente. Quindi, il dizionario in sé ci può stare visto e considerato che il Brown-Driver-Briggs è il dizionario usato dal personaggio che lei difende. Se Biglino tira in ballo i dizionari, allora bisogna utilizzare i suoi stessi trumenti per constatare se dice le cose in maniera corretta oppure no; e allo stato attuale, lui applica spudoratamente lo slittamento semantico e il metodo cosiddetto dei “dizionari rotanti”.

      Sà perché Biglino non tocca nemmeno un puntino del testo masoretico? Perché la vocalizzazione da loro apportata nemmeno la considera. Per lui KAVOD, ad esempio, significa sempre la stessa cosa, anche quando la radice muta di vocale. E in qualità di insegnante di ebraico biblco, ho sempre insegnato che una radice muta di significato quando viene applicata una pronuncia (quindi una vocalizzazione e accentazione) differenti. Non tocca nemmeno un puntino? Impari l’ebraico, solo così potrà capire gli errori fatti di proposito, a partire dalla pronuncia completamente sbagliata delle parole che cita.

      1. L’essere umano non ha bisogno di apprendere alcuna lingua, di conoscere alcuna grammatica, di cercare e leggere niente che non sia se stesso e la ricerca intuiitiva della sua Vera Natura. Non ci sarà reale evoluzione spirituale per il genere umano, come di fatto non c’è ancora, fin tanto che gli umani affideranno alle parole stampate, limitate e imperfette, la conoscenza iniziatica illimitata e perfetta del Divino. Grazie per il Suo interesse.

        1. Ognuno è libreo di rimanere ignorante. Per quanto mi riguarda non è certamente nella mia indole fare questa scelta, perché avendo letto e riscoperto me stesso già da un bel pò di tempo, ho constatato che leggere qualche libro e conoscere delle lingue non è affatto controproducente.

  4. Buongiorno sono un po’ confuso… leggo nel suo scritto:

    “Per farvi un esempio, se la radice KVD la vocalizzo KeVoD significa «gloria, onore», se invece la vocalizzo KoVeD significa «di massa pesante». E questo è il gioco a cui piace giocare Mauro Biglino”

    Ho controllato nel dizionario Strong online e trovo:

    Strong’s Exhaustive Concordance:
    1)Kabod
    gloriously, glory, honorable
    Rarely kabod {kaw-bode’}; from kabad; properly, weight, but only figuratively in a good sense, splendor or copiousness — glorious(-ly), glory, honour(-able).
    see HEBREW kabad

    Clickando su questo Kabad a cui mi rimanda trovo:
    2)
    Part of Speech: Verb
    Transliteration: kabad or kabed
    Phonetic Spelling: (kaw-bad’)
    Short Definition: honored
    Word Origin
    a prim. root
    Definition
    to be heavy, weighty, or burdensome

    Allora non capisco perchè lei dice che “Pesante” é KoVeD (suppongo la B e la V siano intercambiabili) mentre lo strong dice che “Pesante” é KaBaD e lo usa come rimando di KaBoD?
    A me sembra che lo Strong dia ragione a Biglino.

    Può chiarire?

    1. Non utilizzi gli stessi dizionari usati da Biglino, in quanto a detta degli stessi ebrei sono “fittizi”. Fra i quali anche il Brown-Driver-Briggs è un completo disastro.
      Vada a consultare il Koehler & Baumgartner e poi ne riparliamo.

      Saluti =)

    1. Gentile Lorenzo, le rispondo solo per gentilezza, poiché la sua domanda non è attinente al tema trattato nell’articolo. Secondo i dizionari come il Brown-Driver-Briggs (cioè quello usato da Biglino) e il migliore tra tutti il Koehler & Baumbgartner, le parole eternò ed eternità riscontrano la loro valenza nel termine ebraico olàm.

      Cordialmente,

      Daniele

  5. biglino o non biglino è chiaro che dio, quel dio, non esiste. Fatevene una ragione. È un’invenzione dell’uomo, e come tale fa acqua dappertutto.

      1. Contento lei, deve comunque dimostrarlo scientificamente quando una cosa non esiste

        Che è il nuovo metodo scentifico Salamone? Io sapevo che l’onere della prova l’ha chi afferma l’esistenza di una cosa.

        1. In questa sede, cioè in questo articolo,o non mi sembra di aver tratato l’argomentazuoe sull’esistenza o non esistenza di Dio, quindi credo che lei sia andato fuori strada. Che le piaccia o no in questo articolo si parla di grammatica, argomento che è ben lungi dal discorso “esistenza”. Ribadisco, questa non è la sede per discutere di questo argomento. Se non intende attenersi all’argomento dell’articolo che lei commenta gradirei non ricevere commenti off-topic da parte sua ne di chiunque altro, a meno che sia la stessa persona a commentare con più account. Eventualmente mi avvarrò della facoltà di ignorare e cestinare i commenti inutili. E poi, credo sia squallido commentare servendosi di più account.
          Buona serata.

      2. E come si fa a dimostrare scientificamente che un dio non esiste? Come si dimostra scientificamente che la befana non esiste?

        Personalmente, e non per nulla sono finito in questo blog, cerco di aprire la mia mente. Diffido dal prendere una posizione assoluta senza aver prima “sentito entrambe le campane”.
        Approfondire Biglino è sicuramente più comodo, parecchi i video che circolano in youtube, noti i suoi scritti, ma per smentire le sue tesi è necessario conoscere nel dettaglio l’argomento, altrimenti anche qui io mi devo semplicemente fidare di quello che scrive lei. Pertanto la via più breve per “fidarmi” di uno studioso saggista è il suo curriculom, il suo accreditamento, quindi mi chiedo, perché è il prof Biglino che ha lavorato per la casa editrice San Paolo e non Salamone? Perché sono i testi di Biglino e non i suoi che vengono utilizzati in corsi universitari? Perché un paese profondamente cattolico come l’italia, se lei è così infallibile, onesto e sincero rispetto a Biglino, non viene identificato come paladino del testo sacro e nominato come una sorta di AntiBiglino? Senza rancore, non sono certo un fans di Biglino, non ho mai letto un suo libro, sto solo facendo riflessioni.

        1. Se Biglino ha credito è perchè certamente ci sono molti anni di esperienza che separano me da lui. Se cerco di dire la mia “campana” è per il semplice motivo che non mi fido di nessuno e preferisco constatare con la mia testa determinate cose. Lei si fida solo del credito e delle referenze di Biglino. Lui, come me, non possiede titoli di studio ne lauree attinenti a questo settore di approfondimento. Quindi, Biglino è stato semplicemente capace di sfruttare quello che sa per poter campare in un certo qual modo. Quando una persona viene licenziata da un posto di lavoro, se ha un pò di testa si inventa un qualunque modo per poter campare ed arrivare a fine mese.
          Io non sono un “antibiglino” ma sono un “antiteoriespeculative”; se poi di mezzo ci si mette Biglino, lui è uno dei tanti, come Sitchin, Von Daniken, Alford e tantissimi altri. Se mi concentro su Biglino è perché è solamente il fenomeno attuale che sta mandando allo sbraglio le cervella di molti giovani e meno giovani.
          Lei non considera una cosa molto importante: è vero che Biglino ha lavorato per 30 anni per la San Paolo, ma la cosa che lei non considera è che per 30 anni la San Paolo ha affidato la traduzione di diversi libri dell’Antico Testamento ad una persona che non è laureata e non ha i dovuti titoli per fare il “traduttore professionista”. A mio avviso, Biglino, come me, non è un trauttore accreditato e legalmente riconosciuto; è soltanto un saggista, come me. Ecco a chi crede la gente, ecco a chi ci si affida venerando un uomo che non ha i titoli necesari come un messiah detentore di verità. Molti credono in lui ciecamente alllo stesso modo di come fanno tanti ingenui credenti che credono ciecamente alla madonna, cioè un defunto e non una divinità vivente.

          1. Lei è credente. Non tutti abbiamo la capacità o il tempo di dedicarci approfonditamente alla traduzione della bibbia (non deve essere una passeggiata). Essendo lei credente crea un “conflitto di interessi”. La traduzione non dovrebbe essere curata né da un credente né da un non credente, altrimenti rischiate, o almeno vi sarà il sospetto, di essere entrambi faziosi. Non ho scritto che lei si deve autoproclamare l’Antibiglino o Sitchin di turno, intendevo solo che il paese portabandiera mondiale del cattolicesimo (l’Italia), vista la notorietà di quello che possiamo definire quasi fenomeno Biglino (copie vendute, visualizzazioni dei video), i credenti o il clero o la chiesa o quello che è, vedendo aumentare già in un periodo di profonda crisi l’essere credenti, non tentino di arginare questo dilagare ateo?

          2. Sì, sono un credente e non me ne vergogno. E se credo è per libera scelta, non per imposizione. La invito a leggere le mie FAQ in questo link per conoscermi un pò meglio.
            Essere credenti non significa esclusivamente far dipendere la propria vita da un libro antico di 3500 anni. Per molti Dio non ha scritto nessuna Bibbia, può anche starci; io aggiungerei che Dio può semplicemente servirsene.
            Io in primis non mi “autoproclamo” in nessun modo, non sono “contro” le persone ma mi oppongo alle teorie che secondo la mia esperienza di insegnamento e apprendimento reputo non corrette. Se parlo di apologetica chiaramente parlo ad un pubblico credente, se parlo di teorie è ovvio che il messaggio è rivolto principalmente a chi non è credente.
            A questo punto nemmeno Biglino dovrebbe tradurre essendo lui un non credente. Quindi o da una parte o dall’altra, nessuno dovrebbe fare o dire secondo la sua personale considerazione. Chi dovrebbe tradurre allora? Gli gnostici o chi al posto loro? Chi siamo noi per dire chi o cosa? Credo che ognunoè libero di fare come crede, poi sta alla massa decidere quale strada percorrere. Se Biglino è diventato un fenomeno attuale è grazie alle sue capacità carismatiche che io invidio e stsimo, ma nonostante egli dica ad ogni conferenza sempre le stesse cose (nel mio paese si dice “pasta e cucuzza” o “se non è zuppa è pan bagnato”) sempre le stesse persone lo acclamano come un dio. Se l’italia è un paese cattolico mi può solo dispiacere, personalmente con il cattolicesimo non ci ho mai avuto niente a che fare.
            Ho rinnegato la religione da diverso tempo… ma se continuo a credere, credo per conto mio, a modo mio e secondo ciò che apprendo dalle Scritture. Se l’ateismo aumenta è colpa della chiesa romana, perché con i suoi scandali non è in grado di aggiudicarsi la fiducia delle pers Cone. La Bibbia insegna di predicare il Vangelo ad ogni creatura, mentre la chiesa romana con i suoi insegnamenti attua un immenso programma di apostasia.
            Se la gente crede in Dio non penso arrechi danno a qualcuno.. il danno lo commette non chi crede, ma chi impone a credere in qualcosa sia dal punto di vista religioso che intellettuale.
            Gli scienziati dicono che “l’universo è in espansione” e tutti ci credono. Ma è realmente così? Perché dare ragione alla cieca se noi singoli individui non ne abbiamo una prova empirica? Eppure così si fa con Biglino, molti gli credono pur non avendo nemmeno la minima idea di cosa sia un apice ebraico. Il problema è che Biglino non si prenderà mai cura nemmeno di spiegare cosa sia un apice ebraico, ma si limiterà a trivellare il cervello di argomentazioni all’apparenza semplici, ma ricche di complicanze etimologiche che nemmeno lui sa.

      3. Daniele ti ho già invitato a riflettere una volta, visto che ti ritieni un “libero pensatore”, altrimenti mi sarei fatto gli affari miei, ma da quello che leggo sul tuo blog non mi sembri poi tanto “libero”. Che ne pensi di questa teoria: un Dio esiste, ma non è quello descritto nel vecchio testamento e non gli somiglia neanche un pò. Per darti qualche spunto su cui riflettere, prova a seguire gli ultimi lavori di Corrado Malanga (evideon) e fammi sapere cosa ne pensi.
        Ciao Daniele

        1. Per me “libero pensatore” significa oltre che libero di pensare, anche libero di credere. Puoi invitarmi certamente a riflettere, ma non a cambiare idea altrimenti non sarei più davvero “libero di pensare”. Io invece ti invito a sbrigare le tue faccende, perché hai palesemente detto “non mi faccio gli affari miei”.
          Se per te il Dio dell’antico testamento non è quello che “per te esiste”, come si interfaccia con gli uomini questo “Dio che esiste”? Cosa fa per te questo Dio? Come si chiama? Dove vive? Come fai a sentenziare dei “paragoni” tra l’anonimo “Dio che esiste” con il Dio dell’antico testamento?
          Malanga lo conosco molto bene e per me, te lo dico da LIBERO PENSATORE, il suo lavoro non mi stimola niente, per cui conoscendolo dal punto di vista intellettuale, ho smesso di seguirlo già da un pò… appunto, perché mi reputo un libero pensatore.
          Quando inizierai a farti gli “affari tuoi” allora la gente sarà più soggetta a pensare con la propria testa.
          Diciamo che in questo mio blog esprimo i miei pensieri e se mi permettete (parlo in generale anche per gli altri lettori), fatemi pensare come credo. Se devo pensarla per forza come voi, riflettere come voi, e vedere come voi… sarei solo una pecora che segue la massa…e io me ne astengo.

          Saluti =)

          1. Ma si, hai ragione Daniele… torno a farmi gli affari miei.
            Buona fortuna

            Maurizio

    1. Sig. Sergio Orlando, contento lei.. quando qualcuno dice “esiste” o “non esiste” DEVE dimostrarlo scientificamente. Se ne faccia una ragione… e poi potrà avere voce in capitolo. Quando avrà dimostrato la non esistenza di “quel dio” e avrà ricevuto il Nobel allora potrò sentirmi onorati di aver ricevuto un commento vuoto come il suo.
      Cordialmente…

    2. Sig. Sergio Orlando, contento lei.. quando qualcuno dice “esiste” o “non esiste” DEVE dimostrarlo scientificamente. Se ne faccia una ragione… e poi potrà avere voce in capitolo. Quando avrà dimostrato la non esistenza di “quel dio” e avrà ricevuto il Nobel allora potrò sentirmi onorato di aver ricevuto un commento vuoto come il suo.
      Cordialmente…

    3. Io sono colui che Io sono. Per Dio esiste solo il presente. Non è un uomo vecchio e indaffarato che dopo i dinosauri si è voluto divertire creando qualcosaltro… Per Dio mille anni sono come un giorno …… ma un giorno può essere come mille anni. Dio col suo Adesso è come il ns Ti amo adesso e per sempre, è il tutto nel momento, nell attimo, nel cogliere la bellezza e la vitalità della sua Parola.
      Es. 1: anni fa mio figlio mi dice che è andato, truccato, con altri bambini, a recitare dolcetto o scherzetto in occasione di halloween …… lui vive lontano da me e me lo racconta al telefono; io disapprovo e spiego il perchè (festa dove satana vuol farsi passare per il simpaticone della situazione, spiritismo lontano dall’essere santo, ecc e chiedo a mio figlio di chiedere perdono, pregare e avere da Dio una Parola di guida o conforto (aprire lui da solo la Bibbia).
      Il giorno dopo mi dice che ha letto di Giacobbe che travestito da suo fratello maggiore va dal padre Isacco semicieco per avere una benedizione che non gli spetta e un’investitura, un’eredità che spetta al primogenito Esaù….
      Con grande sorpresa di entrambi notiamo l’insegnamento di Dio scritto 3.500 anni fa?? e valido per noi IN QUEL MOMENTO (un giorno del 2010, Gloria a Dio, il Dio vivo) Travestirsi = inganno; farsi passare per un’altro = attirare benedizioni non meritate = maledizione, litigio, ecc.
      Es. 2 qualche mese fa, in qualità di dipendente di un’azienda, invio un messaggio tramite mail dal punto vendita della mia città allo stabilimento riguardo la stampa delle fatture che ricevono i clienti; ne segue una catena a valanga di comunicazioni dove la responsabile della logistica/consegne (??) invia al Titolare Non Sbaglio Mai Disponibile ma Non per tutti che la gira al suo fidato braccio destro che la gira (finalmente) alla resp dell amministrazione e al grafico (ok) ma prima di ciò avviene la sentenza del Titolare che mi comunica che io “invento le cose” sul posto di lavoro quindi non solo sarei falso, ma anche millantatore. Pur dimostrando che tale errore di mancata stampa dell’ultima riga dove sarebbe scritta la non poco importante nr della P. Iva non avviene solo dagli obsoleti e schifosi pc e stampanti dei ns maleodoranti clienti ma cio avviene anche nell’immacolato punto vendita Nostro da pc e stampante di Recentissimmo ed Incommensurabilissimo acquisto ……
      Niente da fare: io sono marcabollato come Polemico ed Intrattabilus essere che si discosta dal credo dell’Azienda: “Siamo Perfetti e Noi Non Sbagliamo Mai”……….. alla prossima puntata, se vi interessa la Parola di Conforto (questa sì con meritate lettere maiuscole) che il Signore, Adonai, mio padrone padre (esattamente il contrario di padre padrone), mi ha dato ……..
      Pace a tutti.

  6. Solo nelle prime righe c’e’ scritto “al quanto” e “qual’e'”. Se la conoscenza dell’ebraico e’ pari a quella dell’italiano la credibilita’ scende di parecchio.
    Un cordiale saluto.

    1. Buona sera egregio sig. Piero, a dire il vero non so se scrivo bene o male, ma ciò che mi interessa è la chiarezza nell’espressione dei concetti. Potrei essere un maestro in grammatica, ma un completo cane nel sapermi spiegare. Come Biglino non detengo alcun titolo o laurea. Se a lei piace soffermasi sul mero errore grammaticale allora dovrebbe leggere gli stessi libri di Mauro Biglino (che io possiedo tutti) e lì vedrà che anche i “vip” commettono errori, figuriamoci i comuni mortali come me. Si confronti con lui, non con me. Provi a leggere i suoi libri (e i miei se vuole), e faccia i dovuti confronti. In questa sede (che non è una testata editoriale ufficiale) l’errore grammaticale può anche starci e la ringrazio per avermelo fatto presente. Quindi non so dove vuole arrivare con il suo intervento. Per amore di onestà intellettuale non apporterò alcuna correzione al mio errore che qui confermo, e renderò pubblico il nostro colloquio.
      Io potrei anche essere un ignorante in italiano o in qualunque altra lingua, ma quanto ad educazione credo di poterle fare scuola e doposcuola. Quando si inizia a parlare con una persona sconosciuta, prima di tutto si saluta e ci si presenta, si espone il proprio pensiero e si conclude salutando (unica cosa che ha fatto).

      Cordialmente,
      Daniele Salamone

      1. Buongiorno, non capisco il suo consiglio (ordine?) di confrontarmi con Mauro Biglino. Qui siamo sul blog di “Daniele Salamone” e mi sto confrontando con lei: quando (e se) vorro’ fare delle considerazioni sul lavoro di Biglino le faro’ sul sito di Biglino. Ci tengo a precisare che la mia osservazione e’ limitata strettamente al suo modo di scrivere e non alla sua persona. Se poi pensa che io sia un maleducato semplicemente perche’ non ho salutato e non mi sono presentato su un commento ad un blog non posso che prenderne atto. Comunue provero’ a essere meno sintetico del mio intervento precedente e spero che anche in questo caso pubblichera’ questo commento. Il motivo per cui ho deciso di scriverle e’ per farle conoscere il mio pensiero sul suo modo di porsi ai lettori. E il problema non e’ scrivere “dichirazione” o “consinanti” che sono sviste senza alcuna importanza. Se la sua intenzione e’ quella di voler illustrare, esporre, definire e spiegare la Bibbia analizzando ad esempio una radice o facendo gli esempi di vocalizzazione che ha fatto sull’ebraico antico (che e’ una lingua “bella tosta” che non sempre viene tradotta allo stesso modo neanche dagli stessi membri di comunita’ ebraiche che la masticano quotidianamente) potrebbe, e secondo me dovrebbe, presentarsi nel modo piu’ corretto possibile. In altre parole come pensa di essere considerato, mi passi il termine, “affidabile” se, dai miei due esempi, palesa una scarsa conoscenza dell’italiano che e’ la sua lingua?
        Un cordiale saluto.

        1. Buona sera a lei, certamente si sta confrontando con me, ma se non intende entrare nel merito di Mauro Biglino, argomento dell’articolo che lei commenta, allora mi contatti privatamente per email. Se intende travisare l’argomentazione trattata nell’articolo la invito ad abbandonare la discussione, a meno che non intende chiacchierare sull’argomento trattato. Se l’articolo non è stato in grado di rispondere alle sue domande mi può solo dispiacere. Non per forza i miei scritti DEVONO dare una risposta a tutti o a chiunque.
          Se ha qualcosa in contrario circa la mia grammatica scorretta (non intenzionale) e intende farmelo presente può farlo benissimo in separata sede. Non intendo nemmeno “ordinarle” di leggere i miei libri, perché tanto ho già capito che non fanno al caso suo. Quindi, detto questo, glielo sconsiglio vivamente.
          Se la maggior parte dell’utenza che mi segue mi reputa “affidabile” vorrà dire che in un certo qual modo riesco a rispondere ai loro dubbi. L’uso della grammatica italiana possiamo anche metterla da parte, perché magari potrei anche consocere meglio l’ebraico rispetto all’italiano. Forse questo nemmeno lo considera. Il suo è solo un sottile intervento per buttare semplicemente un pò di fanghiglia verso il mio lavoro, appigliandosi a errori trascurabili.
          Se per lei o altri non sono affidabile, non mancano le persone verso la quale lo sono. Nella vita non si possono avere sempre e solo alleati, di questo ne sono consapevole e interventi come i suoi me ne danno una prova.
          Saluti.

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