Apostasia ed Eresia: proteggi la tua fede dalle minacce

Apostasia ed Eresia sono due termini spesso usati in modo intercambiabile, ma in realtà hanno significati distinti nella Bibbia.


Apostasia

L’apostasia si riferisce alla decisione consapevole di abbandonare la fede in Dio: o per non saperne più nulla di fede e religione, o per abbracciarne un’altra in contrasto con quella precedente. Per esempio, un credente in Gesù che per una serie di motivi decide di diventare ateo è apostata, e un credente in Gesù che decide di diventare buddista o di abbracciare anche il buddismo nonostante dichiari di credere in Gesù, è un apostata confuso. L’apostasia è dunque un atto di ribellione contro il vero Dio e un rifiuto della Sua autorità. Nella Bibbia, l’apostasia è vista come un peccato grave e una minaccia per la salvezza dell’anima. Ad esempio, in 2 Tessalonicesi 3:6, Paolo scrive:

«E ora vi comandiamo, fratelli, nel nome del Signore Gesù Cristo, che vi ritiriate da ogni fratello che si comporta disordinatamente e non secondo l’insegnamento che avete ricevuto da noi»

Eresia

L’eresia, d’altra parte, si riferisce all’insegnamento di dottrine false o non ortodosse. È un’interpretazione errata o una distorsione della verità biblica. Che l’eresia venga espressa o insegnata con cognizione di causa o in “buona fede” (come mi è capitato di fare), non cambia nulla.
Il peccato è tale anche se commesso involontariamente: si veda il caso di Uzza il quale, in buona fede e per nobili intenti, toccò l’arca dell’alleanza per cercare di proteggerla e non farla cadere, tuttavia l’ira di Dio non lo risparmiò. Nella Bibbia, l’eresia è vista come una minaccia per la stabilità e la purezza dell’Assemblea di Cristo, e coloro che insegnano l’eresia sono chiamati falsi dottori o falsi apostoli (leggi articolo correlato). Ad esempio, in Galati 1:8, Paolo scrive:

«Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema»

Anatema

L’anatema è una forma di maledizione religiosa in cui il soggetto coinvolto è considerato scomunicato e votato alla distruzione da parte di Dio. Nella tradizione cristiana, l’anatema è stato utilizzato per scomunicare individui o gruppi considerati eretici o apostati.

Conclusione

In sintesi, l’apostasia è un peccato personale di abbandono della fede, senza la quale non è possibile ricevere il dono della grazia; abbandonando la fede, ci si gioca anche la grazia che ne scaturisce, perché non si può parlare di “apostasia” se la persona coinvolta non è stata davvero credente e davvero salvata (cit. Simone Di Chiara); mentre, l’eresia è un peccato dottrinale di insegnamento di false dottrine, che mette in serio pericolo l’anima impenitente dell’eretico e del gruppo di persone che lo seguono. Un esempio di questo tipo erano gli scribi e i farisei (Matteo 23:13):

«Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare»

In entrambi i casi, è importante che i cristiani siano ben istruiti nella Parola di Dio e che lottino contro l’apostasia e l’eresia attraverso la preghiera e l’obbedienza alla verità, e anche attraverso lo studio della Scrittura.

Spero che questo articolo ti abbia aiutato a capire meglio questi concetti importanti e ti abbia incoraggiato a proteggere la tua fede dalle minacce interne. Mi piacerebbe molto sapere il tuo pensiero sull’argomento, quindi ti invito a lasciare un commento e a partecipare al dialogo. Inoltre, se c’è un argomento specifico che ti piacerebbe vedermi trattare, non esitare a proporlo, sarò felice di prenderlo in considerazione per un futuro articolo. Grazie per aver letto!

2 Risposte a “Apostasia ed Eresia: proteggi la tua fede dalle minacce”

  1. Che belli questi articoli brevi ed efficaci. Arrivano dritti al punto. Come nuova rubrica faccio i miei complimenti!

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