Perché Elohìm decise di distruggere anche gli animali nel Diluvio?

Fin dalla Genesi si legge che l’uomo e la donna furono fabbricati [barà] subito dopo la comparsa degli animali, e dalla lettura del Testo, tra gli animali non fu trovato nessun aiuto utile per l’uomo (cioé il maschio, Adamo) quando era ancora da solo. Andando a leggere direttamente tutto il contesto creativo dei capp. 1 e 2 del Libro della Genesi, si capisce che l’uomo fu creato a immagine di Elohìm, maschio e femmina, e con l’incarico di prendersi cura del Giardino e l’autorità di dominare sugli animali.

Col passare dei secoli l’uomo cominciò ad essere ostile e immorale nei confronti di Elohìm e nei confronti della stessa natura, infatti la Scrittura identifica questa tipologia di uomini come «nephilìm», che in ebraico significa «caduti, immorali». Dunque, i «nephilìm/immorali» iniziarono a esistere da Caino in poi, poiché come ben saprà il lettore, Caino fu il primo uomo ad essere ostile e immorale nei confronti di Yahwéh e della stessa natura, il primo uomo ad aver commesso un omicidio uccidendo il fratello Abele. Caino andò “contro natura” perché una vita si spense in maniera fozata, “artificiale”, e non naturale.

Man mano che la popolazione della Terra aumentava, «avvenne che i Figli di Elohìm videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte». Nell’epoca Adamitica non esisteva ancora l’identificazione tra uomini nel chiamarsi «figli di Dio» come intendiamo noi oggi tra credenti. Molti sostengono che i «Figli di Elohìm» di Genesi 6:2 erano i “credenti” che si erano invaghiti delle donne “non credenti” (o le ragazze “del mondo”) la cui commistione sessuale mise alla luce dei figli un pò particolari, «degli uomini forti e potenti che fin dall’antichità furono famosi» (Ge 6:4). Una cosa molto importante da prendere in considerazione è che il redattore della Genesi, Mosè o chi al suo posto, ha voluto porre un’enfasi, definendo come evento “straordinario” l’unione sessuale tra «Figli di Elohìm» e «figlie degli uomini». Ma cos’avrebbe potuto avere di così strordinario un atto normale come la procreazione tra esseri umani? Perchè il redattore ha scritto «Figli di Elohìm» anziché «figli degli uomini» come fa generalmente la Scrittura (Antico Testamento) quando si riferisce agli umani? Se i «Figli di Elohìm» fossero stati davvero degli uomini “credenti”, non ci sarebbe stato nulla di così eccezionale e straordinario tanto da essere inteso come una cosa “fuori dal comune”, anzi, il matrimonio e la moltiplicazione della prole (tra esseri umani) erano ben incoraggiate da Elohìm: «Siate fecondi e moltipliactevi; riempite la Terra […]» (Ge 1:28). Il passaggio di Genesi 6, invece, mette a punto una considerazione assai interessante che davvero in pochi accettano o fanno finta di non capire (o si rifiutano di capire, capendo a modo proprio) in quanto si fa una netta distinzione fra tre tipologie di individui. Il redattore biblico ha voluto registrare lo “scoop” di quell’evento comunicando ai suoi lettori contemporanei che esseri celesti ed esseri terrestri si erano uniti, in tutti i sensi:

  1. I «Figli di Elohìm» (Ge 6:2);
  2. Le «figlie degli uomini» (Ge 6:2);
  3. I «Nephilìm» (Ge 6:4).

Chi sono, quindi, questi tre individui?

  1. I «Figli di Elohìm» altri non erano che delle creature celesti che rendevano i propri servigi a Elohìm, incaricati a prendersi cura degli uomini, offrendogli conoscenza e civilizzazione. Poiché gli angeli [malakìm] sono creature e servi come noi uomini (Ap 19:10; 22:9), anch’essi sono soggetti alle tentazioni, ai desideri, e soggetti quindi al peccare. Un esempio lo è Satana, che in origine fu il più importante tra gli angeli che di sua spontanea volontà si ribellò contro il suo Creatore. Quindi, ogni angelo, se lo vuole, può peccare e non è immune alle tentazioni (per maggiori approfondimenti si legga Il Serpente Antico). Giobbe stesso ci insegna che «Elohìm non si fida dei suoi servi, e trova difetti nei suoi angeli» (4:18). Il Nuovo Testamento apre una piccola parentesi circa i Figli di Elohìm di Genesi 6, ovvero nel Libro canonico di Giuda, fratello di Cristo, si legge che «Egli (Dio) ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora» (Giuda 6). Giuda si riferisce proprio agli angeli di Genesi 6:2, che abbandonarono la loro dimora Celeste per unirsi in matrimonio con le donne terrestri, diventando necessariamente (e logicamente secondo delle leggi celesti a noi sconosciute) degli esseri in carne ed ossa, ma comunque detentori di poteri straordinari e longevità. Fu proprio tra l’unione dei Figli di Elohìm e le terrestri che ebbero origine gli «uomini potenti», che il testo ebraico identifica come «Gibborìm». In sostanza, una squadra di angeli si invaghì delle donne terrestri, decisero di «abbandonare la loro dimora» per esse, le sposarono e generarono i «mezzosangue», gli «eroi famosi» dell’antichità, o come dicono i nostri racconti, i semidéi. Chi lo sa se la storia andrebbe riscritta e i racconti epici siano proprio storia anziché dei semplici miti…?!
  2. «Le figlie degli uomini» erano semplicemente degli esseri umani di sesso femminile;
  3. I «nephilìm» erano quella tribù di uomini e donne immorali la cui discendenza fondava le proprie radici da Caino. I nephilìm non erano affatto i «giganti», la parola ebraica reale che ha per significato “giganti” è «anakìm». La radice verbale di nephilìm è il singolare [naphàl] il cui significato è «caduto, immorale» (per maggiori approfondimenti, si legga il mio saggio breve sul tema, scaricabile in PDF: La vera Genesi dei Giganti).

Per fare un quadro generale di tutta la situazione si può dire che nell’epoca in cui angeli e le femminucce terrestri formavano delle famiglie contro natura, l’uomo diventava sempre più ostile e ribelle. Questa ribellione si accentuò molto in quel periodo, ma continuò anche in seguito… fino ai giorni nostri, direi.

Nel v.5 di Genesi 6 si legge che la malvagità degli uomini era talmente grande sulla Terra che Elohìm si pentì di aver creato l’uomo tanto da decidere di sterminarlo una volta per tutte. Ma andando avanti con la lettura del Testo, si nota un altro particolare. Yahwéh pronunzia testuali parole:

«Io sterminerò dalla faccia della Terra l’uomo che ho creato: dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti». (Ge 6:7)

Adesso il lettore si chiederà, che colpa potevano avere gli animali per meritare la distruzione? Quali simili atti malvagi hanno commesso se la Bibbia dice chiaramente che i malvagi erano gli uomini e non gli animali? Continuando ancora con la lettura, scopriamo una presunta contraddizione, vale a dire che inizialmente Yahwéh sembra essere seriamente intenzionato a «sterminare dalla faccia della Terra l’uomo che ha creato: dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché si pentì di averli fatti», mentre poi sembra cambiare idea. Yahwéh vide con favore Noè, placò la Sua ira senza “annusare” odori soavi di carne alla griglia (sic!) e decise di risparmiarlo, lui insieme alla sua famiglia, ma non solo. Yahwéh condusse a Noè una gran varietà di animali da trarre in salvo dal Diluvio, dentro la sua famosa Arca. Si legge che Noè, come Enoch (di discendenza Shemitica), «camminò con Elohìm» oltre che ad essere un «uomo giusto e integro ai suoi tempi» (Ge 6:9). Ma perché «integro»? Probabilmente, anzi sicuramente, Noé non apparteneva nè alla categoria dei nephilìm né alla categoria dei «gibborìm». I Gibborìm erano degli ibridi mezzosangue, i nephilìm erano immorali; Noè, invecem «ai suoi tempi fu uomo giusto e integro», vale a dire che nè lui nè la sua famiglia ebbero a che fare con i «Figli di Elohìm», quindi la sua discendenza (Shem, Cham e Yaphet) preservò la purezza e l’integrità sia morale che genetica del genere umano. Quali uomini migliori come Noè e i suoi figli avrebbero potuto permettere la ripopolazione della Terra ripristinando la purezza genetica del genere umano come «in principio»? Fu proprio per questo motivo che Elohìm decise di non elargire più il suo «ruach/spirito» sugli uomini. Da quì si intensifica ancora di più il piano di redenzione per l’umanità, come se il Diluvio fosse servito da “segno battesimale” per completa immersione di tutta la Terra, come morte e resurrezione dai peccati.

04_independence_day_blurayRitornando al discorso degli animali ci sarebbe tanto di cui parlare, ma cercherò adesso di essere sintentico ma allo stesso tempo chiaro e diretto. Per capire meglio le motivazioni che spinsero Yahwéh a distruggere gli animali bisogna ricorrere ad una lettura apocrifa che personalmente riterrei più canonica dei testi canonici cattolici; mi riferisco al Libro Etiopico di Enoch, canonico per i Cristiani Ortodossi, i Coopti. [Nota personale: a mio avviso questo libro avrebbe tutte le carte in regola per essere canonico a livello universale]. In questo Libro di Enoch si legge che:

«i nephilìm (gli uomini immorali) si rivoltarono contro loro (gli uomini non immorali) e cannibalizzarono l’umanità. Essi cominciarono a peccare contro gli uccelli, le bestie, i rettili e i pesci, divorarono le loro carni e ne bevvero anche il sangue […] E da allora vi fu grande empietà, molta fornicazione, si deviarono e si corruppero in tutti i modi possibili» (Enoch Etiopico 7:3-4; 8:2; mia traduzione).

Il Libro di Enoch enfatizza molto sui nephilìm inserendoli in una categoria a parte di uomini, come spiegato in precedenza, e facendo una netta differnza tra loro e i Vigilanti (cioè i Figli di Elohìm di Genesi 6). Ma continuiamo con le nostre indagini:

«E i figli degli uomini in quei giorno presero del bestiame, gli animali dei campi e gli uccelli del cielo, imparando il miscuglio di animali tra una specie e l’altra in modo da provocare il Padre» Libro del Giusto 4:18

Si noti che il Libro di Enoch assegna la “colpa” ai nephilìm per aver peccato contro gli animali, mentre il Libro del Giusto (altro libro apocrifo) dà la colpa ai «figli degli uomini». Questa potrebbe essere una risposta evidente che i nephilìm altri non erano che semplici esseri umani, figli di uomini, solamente un pò più “selvaggi” e «immorali» di altri uomini e donne che sebbene non fossero immorali quanto i nephilìm, non erano nemmeno tanto “giusti e integri” quanto Noè e famiglia.

Secondo il Libro del Giusto, il Padre (cioè Dio) non era affatto contento degli uomini (del gruppo dei nephilìm) che corrompevano l’ambiente meraviglioso che Egli aveva creato. A quanto pare, però, non era il solo miscuglio tra animali di diversa specie a non essere accettato, ma anche il mangiare la loro carne e berne il sangue. La tradizione ebraica Midrashica dice che «[…] precedentemente al Diluvio universale 1/3 dell’umanità perse la vita in un’altra alluvione. Una delle principali cause della punizione fu il peccato di molti animali accoppiatisi tra specie differenti a cui si riferisce il versetto “e la Terra era corrotta”, infatti imitando i peccatori, anche il cane peccava unendosi con il lupo e il gallo con l’anatra; un altro grave peccato fu lo spreco del seme maschile che andava a disperdersi nel terreno» proprio come avviene tramite l’unione con una prostituta. La frase «la Terra era corrotta» non si riferisce al semplice genere umano, altrimenti avremmo trovato scritto «tutti gli uomini della Terra» come generalmente specifica la scrittura antica quando vuole riferisri solo agli uomini della Terra, in realtà il redattore intende riferirsi alla totalità della Terra, ogni sua creatura, animali e uomini.

«Osserverete le mie leggi. Non accoppierai bestie di specie differenti […]» Levitico 19:19.

In aggiunta, il Libro del Levitico al cap.18:23 fa una dichiarazione davvero sconcertante:

«Non ti accoppierai con nessuna bestia per contaminarti con essa; la donna non si prostituirà a una bestia: è una mostruosità!».

La legge Mosaica, se a volte crudele ma altre volte giusta, venne sancita «per la durezza dei cuori degli uomini» (Mt 19:8), e se determinate leggi venivano sancite è perché si intendeva ripristinare un certo tipo di ordine nel popolo di Dio. Le leggi oltre che per punire servivano anche per fissare un certo ordine sociale, morale, naturale e anche igienico. Se determinati animali non potevano essere mangiati è per il semplice motivo che tale animale sarebbe stato sicuramente un trasmettitore di malattie. Ad esempio i crostacei venivano definiti «impuri» perché le acque dove si trovavano erano torbide e putride. La carne del maiale veniva vietata perché questo animale mangia di tutto, quindi ad alto rischio per la trasmissione di malattie (aspetto che oggi si cura poco). A quei tempi si moriva anche con un semplice raffreddore, e date le scarse condizioni igieniche la legge Mosaica fu utile anche per prevenire delle pestilenze. Se il comandamento di Levitico 18:23 venne introdotto significa che uomini e donne erano soliti praticare la zoofilia erotica o bestialismo, cioè l’avere rapporti sessuali con animali, perciò quando qualcuno trasgrediva questo genere di leggi veniva allontanato dal gruppo o in casi estremi ucciso, a volte anche da Yahwéh in “persona”.

La Scrittura cita diversi statuti in cui vi sono determinate cose che non devono essere messe insieme, «sotto lo stesso giogo», poiché tali “miscugli” non fanno altro che danneggiare entrambe le parti. Tante di queste ordinanze sono per un fine pratico naturale inteso per il benessere delle persone e nazioni sulla Terra. Quindi, non bisogna spiritualizzare o demonizzare ogni cosa:

  • «Osserverai le mie leggi»: qui Dio si stabilisce come il Supremo Sovrano Re e Dio, assoluto Legislatore, pronunciando i suoi dettami senza dare ragione per essi, ma che devono essere obbediti per via assoluta;
  • «Non accoppierai bestie di specie differenti»: gli animali si accoppiano naturalmente secondo la loro specie come impresso nei loro geni; è soltanto quando gli uomini forzano gli animali ad accoppiarsi con altri tipi differenti di animali per produrre animali misti come il mulo (ibrido tra un asino e una cavalla) generalmente sterile, e la “progenie” lì si ferma. L’atto di forzare la copulazione tra specie differenti è proibito, affinché si preservi l’ordine imposto dalla natura animale così come fu creata in principio (Genesi 1:21). Non ci sia cambiamento fra di loro nemmeno che ci sia qualcosa di tolto o aggiunto a quello che fu creato. Né di separare quello che Dio ha unito né di unire quello che Dio ha separato, secondo la Sua divina saggezza. Questo è un principio sia naturale che morale che dev’esser applicato, ovviamente, anche per le relazioni umane.

Infine, se Elohìm aveva inizialmente deciso di annientare anche gli animali è perché gli uomini «peccavano contro di loro» nei motivi qui riassunti:

  • Accoppiare tra animali di specie differenti.
  • Uomini e donne che si accoppiavano con animali.

Per questo motivo fu Elohìm a condurre quelle specie di animali che Egli riteneva ancora intatte. Approfondendo ancora la questione potremmo arrivare a capire anche cosa pensa la Bibbia stessa dei Dinosauri, ma poiché non è intenzione trattere in questa sede l’argomento si rimanda il lettore al testo editoriale Il Libro della Genesi.

4 Risposte a “Perché Elohìm decise di distruggere anche gli animali nel Diluvio?”

  1. Ottimo articolo Daniele, pace nel Signore.
    Dove trovare quella citazione del Libro del Giusto? le ricerche sul web vanno tutte a vuoto!!
    ciao

  2. Ho letto con avidità il tuo articolo: è una spiegazione molto esaustiva. Anche io mi ero fatto la stessa domanda sul diluvio e su chi fossero in realtà i Nephilin e i Giganti di cui parla la Bibbia. Vi è un abisso tra ciò che scrivi tu e le menzogne di Biglino: pure io che non sono studioso trovo facile smontarle. Per sua fortuna, Biglino parla a chi NON conosce le scritture.

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