Torah: strumento di salvezza nell’Antico Testamento?

No, la Torah non è stata data affinché le persone potessero guadagnarsi il loro passaggio al paradiso accumulando buone opere. Non esiste un passaggio né nell’Antico né nel Nuovo Testamento che affermi esplicitamente che buone opere sufficienti conducono alla salvezza. L’apostolo Paolo sottolinea fortemente questo punto. Anche se era l’apostolo dei Gentili, era anche ebreo e con un notevole “pedigree” da fariseo. Il suo intento era convincere le persone che la Torah non è (mai stata) la via per la salvezza. Un riferimento biblico primario per questo si trova in Gal 3:2. Paolo chiede:

«avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della Torah o mediante la predicazione della fede?»

Egli mette in discussione la comprensione dei Galati chiedendo se abbiano iniziato il loro percorso spirituale attraverso lo Spirito solo per cercare di raggiungere la perfezione attraverso l’azione umana.

Paolo rimprovera la loro follia chiedendo se le loro difficoltà passate siano state inutili. Sottolinea l’idea che la fornitura dello Spirito e i miracoli tra loro non sono conseguenza dell’aderenza alla Torah, ma dell’accoglienza della fede. Stabilisce un parallelismo con Abramo, che credette in Dio e gli fu accreditato come giustizia molto tempo prima che sorgesse qualsiasi legge. Questo tema è riflesso negli scritti di Paolo anche nella Lettera ai Romani, dove chiarisce che l’accettazione di Abramo da parte di Dio precedeva l’istituzione della legge. Pertanto, la rilevanza della Torah non è centrale.

Torah e Galati

Proseguendo in Gal 3:10, Paolo dichiara:

«tutti quelli che si basano sulle opere della Torah sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della Torah per metterle in pratica».

Lascia ben chiaro che nessuno può essere giustificato davanti a Dio attraverso la Torah, perché «il giusto vivrà per fede» (v.11b). Paolo espone ampiamente questo concetto, dedicando un considerevole discorso all’argomento. Lo scopo della Torah, quindi, non era abilitare la salvezza attraverso l’impegno umano, ma trasmettere una comprensione del carattere di Dio.

La Torah è stata progettata per portare gli Israeliti a riconoscere la loro imperfezione e l’incapacità intrinseca di salvarsi. Era una lezione che la salvezza nell’aldilà dipendeva esclusivamente dalla grazia di Dio. La decisione di Dio di stabilire una relazione con l’umanità è radicata nel Suo amore. Questo sentimento è espresso in Deut 7:7-8, dove Mosè dice a Israele che Dio li ha scelti semplicemente perché li amava.

Qual era l’obiettivo della Torah?

L’obiettivo finale della Torah non era portare alla salvezza, ma insegnare una lezione. Aveva lo scopo di indirizzare l’attenzione di Israele oltre sé stessa, verso il futuro Messia. Inoltre, la Torah serviva come mezzo per Israele per dimostrare la loro lealtà. Comprendendo il carattere di Dio, confidando nella grazia e obbedendo alla Torah, avrebbero segnalato il loro amore per Dio, la loro fiducia nel Suo patto e la loro fede nel Suo amore.

Nel contesto più ampio della prospettiva dell’Antico Testamento, la Torah svolgeva un ruolo nella dicotomia tra Israele e altre nazioni, tra Yahweh e altre divinità. Simboleggiava l’alleanza al Dio di Israele. Vivere in conformità con la Torah significava impegnarsi verso il vero Dio e i Suoi valori.

La Torah doveva aiutare Israele a diventare un «regno di sacerdoti» e una «nazione santa», come descritto in Esodo. L’intenzione di Dio fin dalla Sua chiamata ad Abramo non era solo a vantaggio di Israele, ma di benedire tutte le nazioni attraverso i suoi discendenti. In Galati, Paolo identifica esplicitamente Cristo come l’adempimento finale di questa promessa. Quindi, la Torah funzionava anche come mezzo per attirare altre nazioni al culto del vero Dio e al retto stile di vita.

Conclusione

Purtroppo, nel corso del tempo, lo scopo originale della Torah è stato distorto, diventando come un metodo per guadagnarsi il favore di Dio. Tuttavia, il messaggio di Dio è rimasto coerente: il Suo amore per l’umanità non si basa sulle prestazioni, ma è intrinsecamente legato al Suo carattere. Non ha mai abbandonato il Suo piano originale, neppure in mezzo agli errori dell’umanità. La Torah ha una sua logica intrinseca, ma non è mai stata intesa come mezzo per guadagnarsi il favore di Dio.

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