L’importanza del “Sola Scriptura”

Con questo articolo vorrei provare a dare il mio piccolo contributo sull’importanza dei principi biblici affinché essi possano essere messi in pratica secondo le disposizioni delle stesse Scritture e di conseguenza anche quelle disposizioni dettate dal cuore e dal buon senso. Spero che lo scritto seguente non sia motivo di pregiudizio per il lettore, affinché non giunga ad etichettare il sottoscritto come “protestante” o appartenente ad un movimento religioso che riguardi il Protestantesimo. Dico questo perchè mi capita quasi ogni giorno di dover affermare di non amare le “etichette” religiose, i denominazionalismi e quindi ogni forma di religioni/tradizioni sebbene queste ultime rappresentino solo una scialba espressione che l’essere umano si è inventato per avvicinarsi, a modo proprio, al dio in cui crede. Quindi, in una posizione “super partes”, imparziale ed esterna, vorrei cercare di spiegarvi a modo mio il perchè sia importante il principio dottrinale del Sola Scriptura e le motivazioni per le quali un vero credente debba fare affidamento. Così come Karl Marx vedeva dall’esterno tutto quello che accadeva nel mondo religioso/tradizionalista descrivendolo come «oppio dei popoli», adesso cercherò di fare in altrettanto modo parlandovi del Sola Scriptura.

Sola Scriptura: un bene o un male?

Per “Sola Scriptura” s’intende “solo con le cose scritte”, il che mi fa subito ricordare ad un’altra locuzione latina: “Verba Volant, Scripta manent”, letteralmente “le parole volano, gli scritti rimangono”. Ed è proprio così, gli scritti rimangono nel tempo, scritti che sono testimoni di un qualcosa che una tradizione orale può anche non essere in grado di rievocare. Ciò che è scritto veniva anticamente redatto per non essere dimenticato e se la Scrittura dovesse essere messa da parte per introdurre dei principi che in Essa non vi stanno scritti, allora si va oltre la Parola di Dio.

Sebbene questo potesse sembrare un principio dottrinale prettamente Protestante, bisogna considerare che questo non è un principio con la quale si deve identificare un movimento religioso specifico, ma un principio biblico con la quale si deve identificare il vero credente. E qui non ci si basa semplicemente sulla “lettera che  uccide” (2Corinzi 3:6). C’è da dire, oltre tutto, che se i Protestanti mettono in pratica questo principio biblico, fanno bene, buon per loro! Infatti, i Farisei venivano duramente rimproverati da Gesù con queste parole:

«[…] annullate la Parola di Dio a causa della tradizione di voi. Ipocriti!» Matteo 15:6

In che modo è possibile annullare la Parola di Dio se la Parola di Dio dovrebbe essere intramontabile e intoccabile? Il passaggio di Matteo continua dicendo:

«Bene profetò di voi Isaia dicendo: “Il popolo questo con le labbra mi onora, ma il cuore di loro lontano sta distante da me; a vuoto rendono culto a me, insegnando (come) insegnamenti precetti di uomini”» Matteo 15:7

Quali sarebbero, quindi, questi precetti di uomini? Sebbene le leggi Mosaiche venivano osservate in maniera scrupolosa, al tempo di Cristo furono stravolti determinati insegnamenti che solo Dio può compiere. Gesù questo cercò si insegnarlo molto chiaramente, circa l’osservanza dello Shabbat da rigido a “malleabile” in casi di necessità. Ad esempio Gesù guariva di Sabato e veniva sparlato per questo, il Sabato, giorno assoluto di riposo dove non si poteva spostare nemmeno una sedia da un punto ad un altro della propria abitazione. Secondo il pensiero “bigotto” dell’epoca, se un asino sarebbe precipitato in un fiume di Sabato, il proprietario avrebbe dovuto lasciarlo annegare patendo coi porpri occhi la triste scena senza poter intervenire perchè non avrebbe dovuto arrecare a se stesso alcuno sforzo per trarre in salvo il proprio animale. Gesù disse chiaramente anche questo:

«Ipocriti, ciascuno di voi di Sabato non scioglie il bue di lui o l’asino da la mangiatoria e (li) conduce a bere?» Luca 13:15

Questo fa capire anche quanto fossero pigri i Farisei, se da un lato il proprio asino cadeva in un fiume lo lasciavano andare poichè difficile da recuperare, mentre portarlo a bere non era di enorme sforzo sebbene di Sabato non si poteva spostare nemmeno una sedia. Quindi, in che modo veniva osservato lo Shabbat anche nelle piccole cose?

Oggi vi sono certi “atteggiamenti” che si rifanno grossomodo alle stesse usanze “estremiste” di quell’epoca, arrivando, appunto, fino all’estremo. Ad esempio, i Testimoni di Geova amano rispettare la “loro” fede talmente tanto che permetterebbero ad un loro caro di morire quando quest’ultimo ha bisogno di una trasfusione di sangue. Cosa si fa quindi? Si lasciano morire sia l’asino che il proprio figlio oppure ci si lascia guidare dal buon senso e dall’istinto d’amore che Gesù ha chiaramente insegnato? La verità è che l’uomo prova un certo piacere nel recare danni, anche gravi, al proprio simile. Parente, conoscente o sconoscito che sia. In merito al sangue bisogna considerare il fatto che la Bibbia dice di astenervisi per via esclusiva per quanto riguarda l’alimentazione. In ambito trasfusionale, sebbene il sangue rappresenti la vita di un uomo, non vi è alcun danno se un bisognoso di sangue, come un talassemico o un leucemico, ricevano del sangue estraneo, che poi estraneo non è. La verità è che il sangue non semplicemente vita “per un uomo”, ma per l’umanità in generale. E se Gesù ha sparso il suo sangue un motivò ci sarà, non facendolo per una cerchia di uomini specifici, ma per tutta l’umanità! Dio non è di parte! D’altro canto siamo fatti tutti della stessa materia, proveniamo tutti dallo stesso sangue adamitico. Ciò che non bisogna contaminare non è tanto il sangue che scorre nelle nostre vene (e questo può essere contaminato anche con l’ingerimento di una caramella andata a male), ma è lo Spirito di cui bisogna prendersi cura sebbene sia Egli a prendersi cura di noi se Lo lasciamo agire. Quando mangiamo qualcosa quell’alimento può arrecare danno al nostro organismo se non adoperiamo i dovuti controlli e precauzioni; lo stesso vale per il sangue. Prima di fare una donazione, i medici competenti controllano se il sangue del donatore è idoneo per poter essere donato e di conseguenza che possa solo portare del beneficio al ricevente. Il buon senso ci induce a donare e a riceve sangue quando ve ne sia occorrenza, l’importante è non cibarsene come fonte di nutrimento, non solo perchè è la Bibbia a dirlo, ma anche perchè è a dir poco raccapricciante. Oppure mischiandolo stupidamente ad altro sangue come avviene nei riti satanici.

Gesù disse che avremmo fatto «cose maggiori di lui» in termini terreni. Quindi, se Gesù operava miracoli per guarire, oggi la medicina potrebbe essere proprio uno di quei dei tanti miracoli della scienza che per Gesù erano all’ordine del giorno, operando senza alcuno strumento sofisticato servendosi solo della Parola.

Detto questo, i principi del Sola Scriptura si basano anche dalla seguente citazione biblica:

«Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema!» Galati 1:8

Molti esegeti cattolici affermano che il prinicpio del Sola Scriptura andrebbe in contrasto proprio con la Bibbia stessa. Ad esempio considerano il passo che dice:

«Perciò dunque, fratelli, state (saldi) e ritenete le tradizioni che imparaste sia per mezzo della Parola, che per mezzo della lettera di noi» 2Tessalonicesi 2:15

Alcune versioni bibliche lasciano intendere la frase «per mezzo della Parola» in maniera errata, traducendo «come li avete ricevuti da noi a viva voce». Nel testo greco non emerge affatto il «viva voce», e il termine [logon] non vuole riferirsi ad una tradizione orale. Il termine greco si riferisce proprio alla Parola, a Cristo. Senza viaggiare di fantasia il passo sopra citato andrebbe inteso in questo modo:

«Perciò dunque, fratelli, state (saldi) e considerate le tradizioni che imparaste sia per mezzo di Gesù, la Parola di Dio, che per mezzo della nostra lettera».

Quindi è chiaro che sebbene «la Fede viene dall’udire» quegli insegnamenti scritturali è importante fare affidamento solo a ciò che Cristo insegna. Cos’ha insegnato Cristo? Questi insegnamenti, i più impellenti da apprendere, per evitare di essere dimenticati o storpiati nel tempo, sono stati messi per iscritto.

Vi è un altro passaggio che apparentemente sembra rifiutare il principio del Sola Scriptura, e lo leggiamo in Giovanni 16:12 dove Gesù dice:

«Ancora molte cose ho a voi da dire, ma non potete portar(le) ora».

Gli esegeti cattolici spiegano questo passaggio giustificando il fatto che le cose che in quel tempo non potevano essere capite, lo sarebbero state successivamente con i padri della Chiesa. Il passo continua dicendo che sarà lo Spirito di Verità a rivelare queste cose, non per propria volontà, ma per volontà di Colui che gliele riferisce, il Padre. Sempre in Giovanni (21:25) si legge che:

«Ci sono poi anche altre molte cose che fece Gesù, che se fossero scritte una per una, neppure (lo) stesso mondo penso che li conterrebbe».

E con questo passaggio i padri della Chiesa hanno dato libero sfogo alle proprie fantasie, inventandosi sacramenti, tradizioni e usanze che «annullano la Parola di Dio» ma che per loro sono ispirati dallo «Spirito di Verità». Basti pensare al battesimo dei neonati solo per citare uno dei sacramenti per niente validi agli occhi di Dio, ma invalidi anche dal punto di vista razionale. Bisogna considerare il fatto che attribuire allo Spirito Santo delle cose che non gli competono è una reale bestemmia, e il lettore saprà per certo cosa significhi bestemmiare contro lo Spirito Santo attribuendogli cose che non vengono ne da Lui ne da Dio stesso. A tal proposito si leggano Matteo 12:32 e Luca 12:10.

Quali sarebbero queste «molte altre cose che fece Gesù» ma che non sono state scritte per le motivazioni che il redattore biblico ha specificato? Come possiamo essere a conoscenza di questi principi di cui non è stato scritto nulla? Non a caso Gesù ha detto che «dopo di Lui» ci sarebbe stato «un altro Consolatore» che stia con noi per sempre. Giovanni 14:26 ci offre la risposta chiarissima alle due domande poste poc’anzi:

«Il Consolatore [Paraclitos], lo Spirito quello Santo, che invierà il Padre nel mio nome, quello a voi insegnerà tutte le cose e farà ricordare a voi tutte le cose che ho detto a voi Io».

Questo passaggio è chiarissimo. Lo Spirito Santo «che sta con noi per sempre» (Giovanni 14:16) è in grado di rivelare al singolo individuo che si lascia da Lui guidare tutto ciò che ha insegnato Gesù comprese le cose che non sono state scritte di Lui. Gli insegnamenti di Gesù si basano principalmente sul buon senso e sull’amore incondizionato e oltre questa riga non bisogna andare. Se si potessero scrivere i libri con tutte le cose che Gesù fece (o disse), il pianeta Terra non sarebbe in grado di contenere tutte queste informazioni, per cui, Dio si è riserbata la facoltà di donare all’uomo (preconoscendolo) una sorta di “database” capace di contenere tutte queste informazioni sotto forma di “rivelazioni”. Questo database si chiama Ragione e Intelletto, settore in cui può esercitare il Trascendente. Infatti, il testo greco del Nuovo Testamento non si limita a scrivere «Spirito Santo», ma specifica «lo Spirito quello Santo», vale a dire che possono anche esserci «spiriti non santi» che agiscono sempre nella mente dell’uomo indtroducendo in essa insegnamenti e precetti di cui né Gesù né e i Suoi Apostoli/Evangelisti abbiamo mai parlato e minimamente pensato. La stessa Bibbia dice che esistono persino «dottrine di demoni» (1Timoteo 4:1), per cui credo che il concetto appena esplicato sia chiarissimo.

Lo stesso san Paolo, per non intercorrere a fraintendimenti, ci teneva a puntualizzare nella sua epistola ai fratelli di Corinto (cap. 7) che quando voleva impartire un insegnamento, un consiglio, un ordine o una concessione personale scriveva «agli altri dico io, non il Signore», mentre quando intendeva specificare che quel determinato ordine o consiglio era un insegnamento di Gesù diceva: «[…] poi ordino, non io, ma il Signore».

Nella loro epoca, mai nessun padre della Chiesa si è preso la briga di ammettere onestamente che determinate cose non sono mai state insegnate da Cristo (battesimo, cresima, indulgenze, etc.), ma sebbene Paolo si avvalse della facoltà di introdurre nelle sue epistole anche dei consigli personali, non credo debbano scaturirne delle giustificazioni come questa: “se l’ha fatto Paolo che è un uomo perchè non possiamo farlo anche noi?” Ebbene, un conto è che a scrivere era Paolo, uno tra i vari redattori della Parola di Dio scritta, un conto è essere dei semplici funzionari religiosi mescolati nella matassa del tradizionalismo dogmatico.

Ora, molti credenti ritengono dannoso il Sola Scriptura per il semplice motivo che la Bibbia contenga delle contraddizioni. E già il solo fatto che un credente possa affermare che in qualche modo la Bibbia sbaglia in qualcosa non è da considerae un vero credente. Un’apparente contraddizione indicata da molti esegeti cattolici (e anche dagli scettici e atei) ai danni del mondo Protestante che si aggrappa al Sola Scriptura a conferma della presunta inaffidabilità di questo principio è che i Vangeli rendono noto che Gesù morì il Venerdì prima di Pasqua e risuscitò “all’alba del primo giorno della settimana”, che per gli ebrei era il giorno dopo il sabato, ovvero la Domenica. In totale sono quindi 2 le notti in cui Gesù stette “nel cuore della terra”, e non 3, come riferisce la Scrittura. Ma da un’attenta analisi scopriamo che effettivamente le notti sono 3. Per approfondire l’argomento in questione si legga Il Libro delle Non Contraddizioni Vol.2.

Infine, Gesù è la Parola di Dio vivente, ha lasciato al mondo un suo Vicario, un sostituto che si prenda cura degli uomini di fede e che li istruisca secondo i sani principi del buon senso legati all’amore incondizionato per il prossimo. Rinnegare il Sola Scriptura equivale a rinnegare La Scriptura (Logos) di Dio.

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