Il cordone d’argento e i viaggi astrali

Mi giungono spesso domande bibliche molto interessanti, come sul caso del cordone d’argento dell’Ecclesiaste. Coloro che si dedicano agli studi mistici della gnosi e della cabbala non hanno difficoltà a trovare significati nella Scrittura che una mente lucida e con discernimento potrebbe non vedere. Tuttavia, anche coloro che hanno avuto un passato nell’occultismo e che poi hanno abbandonato questi “sentieri”, potrebbero continuare a portare con sé le “esperienze” di cui non hanno ancora fatto pulizia nella loro mente, influenzando il loro modo di intendere, interpretare e comprendere la Bibbia.


Il tema centrale dell’Ecclesiaste

L’Ecclesiaste è un libro straordinario che affronta il tema della vanità della vita su questa terra. Il messaggio principale dell’Ecclesiaste è che la vita senza Dio è vana e vuota. I primi due capitoli del libro ci mostrano che nessuna ricchezza, fama, possedimenti, piacere o saggezza mondana può fornirci un vantaggio duraturo. Il resto del libro ci ricorda inoltre che la vita è ingiusta e piena di eventi insensati e di fatica. Ma prima di arrivare al cordone d’argento, leggiamo cosa dice la Scrittura in Ecclesiaste 5:20 sull’uomo senza Dio (Sl 14:1; 53:1):

«Un tale uomo infatti non si ricorderà troppo dei giorni della sua vita, poiché Dio gli concede gioia nel cuore»

Cioè, l’uomo senza Dio è così impegnato a godersi la propria vita terrena (in quanto è Dio a concedergli questa gioia) che non pensa minimamente alle questioni eterne.

Il significato della morte nell’Ecclesiaste

L’ultimo capitolo, il 12, si concentra sulla morte dell’uomo: descrive come invecchia, i dolori e l’eventuale fallimento delle sue parti del corpo. I versetti 8-9 descrivono la fine dell’uomo con una “poesia anatomica” di sublime bellezza. Ecco cosa dice:

«Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza […] prima che il cordone d’argento venga sciolto, il vaso d’oro si spezzi, la brocca si rompa sulla fonte e la ruota infranta cada nel pozzo; prima che la polvere torni alla terra com’era prima, e lo spirito torni a Dio che l’ha dato»

Il cordone d’argento e la poesia anatomica

Questo versetto descrive con precisione i vari modi in cui l’antico saggio credeva che un uomo potesse morire. In sostanza, il versetto esorta a “ricordare il Creatore mentre si è giovani e in salute, perché la morte può sorprenderci in diversi modi”. Andiamo ora ad analizzare più da vicino questa straordinaria “poesia anatomica”:

  • Il «vaso d’oro» è un’allusione al cranio, e il fatto che si «spezza» allude al trauma cranico; un trauma cranico.
  • La «brocca» rappresenta i polmoni, e il fatto che si «rompano sulla fonte» allude alla malattia polmonare. La «fonte» è il respiro.
  • La «ruota» è il sistema cardio-circolatorio che appunto fa “circolare” il sangue nel corpo, e il suo «infrangersi» è un’allusione all’arresto cardiaco.
  • Ma più interessante è il «cordone d’argento». Questo è l’unico brano della Scrittura in cui viene usata questa espressione.

La parola ebraica per «sciolto», rachaq, ha l’idea di qualcosa che viene rimossa e mandata via molto lontano. La sua radice nataq esprime il senso di «scrollare via», «strappare via», «scrollarsi di dosso», «portare via», «staccare, agitare» (HALOT #6415). In un gergo più moderno: «disconnettere», come quando si stacca una spina da una presa elettrica.

Il Testo Masoretico specifica con un qere (cioè una parola che ne sostituisce un’altra) che la parola potrebbe essere rataq, che indica un «gancio» che di conseguenza viene “sganciato”.

Considerazioni bibliche sul cordone d’argento

Il versetto che menziona il cordone d’argento è difficile da interpretare. Alcuni credono che si riferisca alla rimozione del midollo spinale attraverso un intervento chirurgico, ma questa interpretazione sembra poco plausibile. Altri invece vedono in questa frase un riferimento alla partenza dello spirito umano dal corpo, ovvero il momento della morte. Come ha affermato Giacomo, «il corpo senza lo spirito è morto» (2:26).

Il cordone d’argento ha lo scopo di “legare” lo spirito al corpo, e quando esso esce, significa che il cordone si è spezzato. Alcuni cercano di trovare un riscontro biblico per i cosiddetti “viaggi astrali” dell’anima, ma questa interpretazione non è supportata dalla Bibbia. La lingua biblica va compresa con una mente ebraica, e il linguaggio biblico non parla né insegna l’esistenza di questi viaggi extra-corporali, se non la filosofia occulta della cabbala.

La Bibbia non menziona mai l’idea che lo spirito umano, una volta lasciato il corpo, abbia la capacità di ritornare nel corpo da solo come se fosse dotato di libero arbitrio. Solo Dio ha il potere di compiere queste azioni, come riportare in vita o far risorgere ossa secche.

Il versetto dell’Ecclesiaste non intende dire che se lo spirito umano abbandona il corpo, rimane legato ad esso con un cordone come quello ombelicale. Lo spirito rimarrà all’interno del corpo finché il cordone non si spezzerà/scioglierà. E quando lo spirito è fuori dal corpo, non c’è alcun cordone che possa tenerli legati. Solo un intervento diretto di Dio può permettere a uno spirito di ritornare nel corpo.

La risposta “più biblica” sul cordone d’argento

Adesso, non voglio negare le testimonianze di coloro che sostengono di aver vissuto l’esperienza in prima persona, poiché non ho avuto una esperienza personale e quindi non mi sento di discutere su una cosa di cui non ho alcuna conoscenza. Tuttavia, non esistono basi scritturali per capire questo fenomeno. Potrebbe trattarsi di semplici sogni o di esperienze oniriche, scambiate per qualcosa di reale ma che non è menzionato nella Bibbia.

La risposta più biblica che posso dare a questo dilemma è che il cordone d’argento è ciò che vincola lo spirito all’interno del corpo, finché qualcosa o qualcuno lo spezza. Finché il cordone è intatto, lo spirito non può lasciare il corpo e la persona continua a vivere. Nella Bibbia non c’è alcun riferimento a viaggi astrali o a un’anima che lascia il corpo per divertirsi.

Conclusione: la prospettiva ebraica sullo spirito e l’anima

L’Ecclesiaste ci insegna che la vita su questa terra è vana e vuota se vissuta senza Dio. Il vero significato del versetto è che la vita senza Dio è vuota e priva di significato. Non dobbiamo cercare di interpretare questo versetto in modo fuorviante, basando la nostra comprensione su idee e credenze che non sono menzionate nella Bibbia. Dobbiamo invece concentrarci sull’insegnamento centrale del libro, che ci invita a ricordare il nostro Creatore e a vivere la vita in modo da onorarLo e trovare il vero senso nella vita:

«Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso: temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l’uomo» (Ecc 12:15-16)

Per concludere, se sei interessato a capire meglio il concetto di spirito e anima nella prospettiva ebraica, ti invito a prendere in considerazione quanto ho esposto in questa mia spiegazione. Spero che possa aiutarti a capire che spesso, quando leggiamo la Bibbia, lo facciamo con una mentalità che non corrisponde a quella originaria degli scritti. È importante cercare di comprendere il linguaggio e la cultura originale per avere una maggiore comprensione e apprezzamento dei testi sacri.

6 Risposte a “Il cordone d’argento e i viaggi astrali”

  1. Non riesco a dissociare l’idea del cordone argentato con quella del cordone ombellicale che tra l’altro ha proprio un aspetto argentato.Sicuramente è un elemento ben noto fin dalla nascita dell’uomo.
    E proseguendo in questa chiave di lettura, la brocca è l’utero, la brocca sulla fonte sono le ossa craniche che si stringono per consentire il passaggio.
    E quindi mi pare una metafora del “passaggio” ma soprattutto di “distacco” attraverso un forte trauma”.
    Nascita e morte…una ruota terrena che si spezza.

    Ma non sono un’esperta e mi chiedo se una metafora del genere possa essere in linea con l’antico pensatore.

    1. Sì, la chiave di lettura è interessante; il punto della mia spiegazione è che il cordone non riguarda “la nascita”, ma una “modalità” di come un uomo può morire secondo l’antico scriba dell’Ecclesiaste. Ci si focalizza sul non trascurare le cose eterne mentre si è in vita perché la vita è solo una cosa di passaggio, una vanità, appunto.

  2. Ciao Daniele,
    Grazie dell’articolo.
    Ultimamente pensavo di una citate letta per caso su internet. Non sono sicura né del nome dell’autore ne di mia coretta traduzione:
    “Non riuscirai mai a godere il viaggio finché non torni completamente a casa”.
    Per me significhi, come se una persona non credente non avessi la casa per suo spirito (non sa delle sue origine, è orfano nello spirito) e perciò non tranquilla e non riesce a godere il viaggio della vita.
    Nel NT Gesù dice che Lui con Padre prenderà la dimora in noi, nei credenti e facitori della parola.
    Sarebbe interessante sentire il tuo pensiero sulla “Dimora dello Spirito Santo” in noi già adesso. Che possiamo trovare la casa e sentirci a casa già adesso.

    Grazie e Shalom.
    Fatima.

    1. Ciao Fatima,
      la Scrittura dice che noi siamo il tempio dello Spirito Santo e in quanto tale va mantenuto consacrato. Se riteniamo di avere davvero lo Spirito Santo e consacrato in noi, allora non saranno le nostre parole a dimostrarlo, ma i frutti che portiamo.
      La citazione che hai letto ha a che fare con argomenti spirituali? Perché si può intendere in molti modi.

      Shalom
      Daniele

      1. La citazione sulla pagina di internet ha in più i contenuti filosofici. Si, penso che ho interpretato il suo significato in modo mio pensando che noi credenti spesso non abbiamo la pace nella vita di oggi: abbiamo lo stress, le paure e inimicizie. Secondo me perché non comprendiamo in modo completo che cosa è la nostra casa spirituale e chi è il nostro padre nello Spirito.
        Ok, può essere che il mio pensiero è molto soggettivo.

        Grazie ancora,
        Shalom
        Fatima

        1. Yeshua disse: “Chi ha visto/conosciuto Me ha visto/conosciuto il Padre”. E’ molto semplice.
          Il Padre non si raggiunge con la filosofia, ma attraverso la nostra relazione intima con Yeshua.
          Shalom

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