Esodo: storia o finzione? | La prova dell’esodo israelita dall’Egitto

L’esodo biblico è un fatto storico o pura finzione?

Datata al 1219 a.C., la Stele di Merneptah è la prima testimonianza extrabiblica di un gruppo di persone chiamato «Israele». L’iscrizione commemora le vittorie militari del faraone Merneptah: «Ashkelon viene portato via e Ghezer viene catturato. Yeno’am è trasformato in non esistenza; Israele è sprecato, il suo seme non è». Ashkelon, Ghezer e Yeno’am sono seguiti da un geroglifico egizio che designa una città. Mentre, Israele è seguito da un geroglifico che indica un popolo. Foto: Maryl Levine

Questa è una domanda molto importante. Sebbene gli studiosi, biblisti e archeologi discutono sui vari aspetti dell’Esodo israelita dall’Egitto, molti di loro sono d’accordo che questo evento si è comunque verificato, in un modo o in un altro.

La domanda: l’esodo è veramente avvenuto? diventa quindi: Quando è avvenuto l’esodo? Anche questa è tuttavia una domanda altrettanto importante. Nonostante vi sia molto dibattito, la maggioranza degli studiosi si schiera in due gruppi: quelli che sostengono sia avvenuto nel secolo XV a.C. e quelli che datano al secolo XIII a.C. L’articolo Exodus Evidence: An Egyptologist Looks at Biblical History lotta con entrambe le domande. Nell’articolo, le prove supportano la datazione del XIII secolo del periodo ramesside, quando avrebbe governato la XIX dinastia d’Egitto. Tuttavia, nutro l’attuale convinzione che si tratti della XVIII dinastia vissuta intorno al 1450 a.C. Ma analizziamo insieme questo articolo.

Lo scritto esamina dei testi egizi, manufatti e siti archeologici dimostrando che la Bibbia racconta dei ricordi precisi avenuti nel XIII secolo a.C., come ad esempio i nomi dei tre luoghi che companiono nel resoconto biblico corrispondenti ai nomi di tre località egizie del periodo ramesside (XIII-XI sec. a.C.). La Bibbia narra che, come schaivi, gli israeliti furono costretti a costruire le città di Piton e Ramses. Dopo le dieci piaghe, gli israeliti l’asciarono l’Egitto per poi attraversare lo Yam Suf (letteralmente Mar finale, conosciuto come Mar Rosso), le cui acque furono miracolosamente aperte in due per favorire il loro passaggio verso l’Arabia. Ebbene, i nomi biblici Pitom, Ramses e Yam Suf corrispondono ai nomi di località egizie Pi-Ramesse, Pi-Atum e (Pa-)Tjuf. Questi tre nomi di luogo appaiono insieme nei testi egizi solo dal perioro ramesside in poi. Il nome Pi-Ramesse iniziò a non essere più utilizzato entro l’inizio del Terzo Periodo Intermedio d’Egitto, intorno al 1085 a.C.

Questi nomi specifici registrati nel testo biblico dimostrerebbero che la memoria degli autori biblici per queste indicazioni precedette il Terzo Periodo Intermedio d’Egitto. Questo supporterebbe un esodo avvenuto nel XIII secolo durante il periodo ramesside, poiché è solo durante questo periodo che i toponimi di cui sopra vengono usati.

La casa di un lavoratore della Tebe occidentale sembra anche sostenere non necessariamente un esodo, ma quanto meno la presenza di semiti nel XIII secolo. Nel 1930 gli archeologi dell’Università di Chicago hanno riportato alla luce il tempio funerario di Aya e Horemheb, gli ultimi due faraoni della XVIII dinastia d’Egitto, nella Tebe occidentale. Il tempio venne eretto da Aya nel XIV sec. a.C., ma Haromheb dopo averglielo usurpato lo ampliò quando divenne faraone (governando dalla fine del XIV sec. fino ai primi del XIII sec. a.C.). Horemheb scalpellò il nome di Aya ovunque si trovasse scritto, sostituendolo con il proprio. Più tardi – durante il regno di Ramses IV (XII sec. a.C.) – il tempio di Aya e Horemheb fu demolito.

Questa pianta mostra la casa di un lavoratore del XII sec. a.C. della Tebe occidentale, posta accanto al tempio di Aya e Horemheb. L’abitazione è senza dubbio una casa di quattro stanze. In Canaan, il quadrivani è considerato un tipico marcatore etnico israelita durante l’Età del Ferro. Chi sostiene della veridicità dell’Esodo, non si chiede, quindi, se l’esodo sia avvenuto, ma: «Quando è avvenuto?» La presenza di una casa in Egitto durante il XII sec. a.C. sembra sostenere, effettivamente, non necessariamente di un esodo durante il periodo ramesside, ma che gli israeliti hano vissuto in Egitto. Foto: Manfred Bietak

Durante gli scavi, gli esperti dell’Università di Chicago hanno scoperto una casa appartenuta ai lavoratori che hanno avuto il compito di demolire il tempio. La pianta della casa è la stessa di quella caratteristica abitazione a quattro stanze isralita dell’Età del Ferro. Tuttavia, a differenza dei modelli di abitazione isralieta solitamente costruiti in pietra, la casa tebana era fatta di canne e fango, probabilmente per essere provvisoria. È davvero significativo che questa casa venne costruita in Egitto al tempo stesso che Israele stava utilizzando una stessa pianta abitativa in Canaan. La somiglianza fra le due abitazioni ha indotto alcuni studiosi ad asserire che la casa di Tebe è appartenuta o a proto-israeliti o a un gruppo strettamente legato ai figli d’Israele.

Un terzo elemento di prova per l’Esodo è l’Onomasticon Amenope.

L’Onomasticon Amenope è una lista di parole classificate nel Terzo Periodo Intermedio dell’Egitto. Scritto in Ieratico (un sistema di scrittura corsiva adoperata dai faraoni d’Egitto), il papiro comprende il termine semitico brk.t, che si riferisce ai laghi di Pitom. Anche nelle fonti egiziane, il nome semitico per il laghi di Pitom è stato utilizzato al posto del nome egiziano originale. È probabile, quindi, che una popolazione di lingua semitica abbia vissuto nella regione abbastanza a lungo da soppiantarne il nome egizio originale sostituendolo con quello loro assegnato.

Un’altra prova che semrba essere convincente si trova nel testo biblico in sé. L’articolo, asserendo ad una “probabile” ipotesi che la storia di schiavitù in Egitto sia vera, spiega:

«La trama dell’esodo, di un popolo in fuga da un’umiliante schiavitù, suggerisce elementi storicamente credibili. Solitamente, solo le storie di gloria e vittoria vengono conservate nelle narrazioni da una generazione all’altra. Una storia di schiavitù rischia di portare elementi di verità»

Gli studiosi di varia estrazione si schierano su entrambe le questioni: l’esodo è storia o mito? Le scoperte archeologiche hanno dimostrato che almeno le narrazioni dell’esodo biblico sono storicamente accurate e attendibili, ma anche se l’archeologia può gettare luce sugli aspetti del passato portando in vita le parti più nascoste della storia, anch’essa ha i suoi limiti.

Fonte dell’articolo:  BiblicalArchaeology.org

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