Steve Wells e le sue assurdità bibliche | «Sera e mattina», «giorno e notte» senza il sole! #1

In questa serie di articoli, vorrei presentare al lettore un nuovo autore molto conosciuto in America, Steve Wells, un ateo convinto che ama scherzare sulla Bibbia e che ha scritto dei libri diffusissimi, il più famoso è The Skeptic’s Annotated Bible. In questo lavoro, il Wells analizza punto per punto tutta la Bibbia, elencando qualunque tipo di stranezza, assurdità, ingiustizia e quant’altro possa essere presente all’interno della Scrittura. I temi trattati dall’autore sono:

Assurdità, Ingiustizia, Crudeltà e Violenza, Intolleranza, Roba buona, Contraddizioni, Scienza e Storia, Valori della Famiglia, Interpretazioni, Misoginia, Sesso, Profezie, Linguaggio, Roba noiosa, Politica e Omosessualità.

In questa prima serie di articoli inizierò a commentare qualche sua considerazione per quando riguarda il primo punto, le (presunte) assurdità che il Wells ha riscontrato nei suoi studi biblici. Le risposte che suggerirò saranno semplici e accessibili a tutti.

Steve Wells dice:

«Dio crea la luce, separa la luce dalle tenebre, il giorno dalla notte e la sera dal mattino. Tuttavia, Egli non ha fatto i corpi celesti (il sole, la luna e le stelle) fino al quarto giorno (1:14-19). Come potrebbero esserci «la sera e la mattina» nel primo giorno se né il sole né la luna esistevano per segnare i giorni?» (fonte)

Esposizione

Una domanda del genere può scaturire solamente mediante un approccio letteralista fuori luogo della Bibbia. Per rispondere in modo semplice e chiaro occorre possedere almeno una minima base di conoscenza del linguaggio ebraico antico, nonché la buona volontà e l’onestà (intellettuale) di non voler vedere sempre e comunque l’incongruenza o l’assurdo dietro l’angolo quando non si riesce a dare una spiegazione a qualcosa. Una persona intelligente va sempre alla ricerca di risposte, chi si accontenta del dubbio e ama circondarsi di un alone di mistero non può considerarsi “ricercatore della verità” poiché limita volontariamente le proprie capacità intellettive di andare oltre. Per esperienza ho potuto constatare che in termini biblici si trova sempre una risposta.

Le designazioni «sera e mattina», «giorno e notte» o semplicemente «giorno» non vanno intese alla lettera per come asserisce Steve Wells o il lettore poco pratico della Bibbia. Il «giorno» e la «notte» designano semplicemente il nome proprio assegnato da Dio alla condizione di luce e di buio. La frase «e fu sera, poi fu mattina» non indica un periodo di 24h solari, ma semplicemente l’inizio e la fine di un periodo X di cui non ci è dato di sapere la durata effettiva.[1] Per la fine di ogni atto creativo, il redattore biblico utilizza la numerazione per il «giorno» specifico: «primo giorno», «secondo giorno», «terzo giorno», etc. In tale contesto, la parola «giorno» non va intesa come un periodo di 24h solari, questo perché, chiaramente, il «luminare maggiore» (il sole) non era ancora stato creato. Senza un sole non può esserci un giorno solare.

Il termine ebraico tradotto con «giorno» è yom, che può essere utilizzato anche in senso astratto («perché nel giorno che […]», 2:17) e non solo né esclusivamente in senso letterale («il giorno dopo la Pasqua», Numeri 33:3). Perciò una lettura più genuina dell’originale linguaggio letterario ebraico prevede che «giorno e notte» siano semplicemente i rispettivi nomi propri assegnati da Dio alla «luce» e all’«oscurità»; la «sera» e la «mattina» designano l’inizio e la fine di un periodo di cui non conosciamo la durata; l’indicazione numerale assegnata al «giorno» indica l’ordine progressivo che separa un «periodo» dall’altro e che ha caratterizzato quello specifico intervallo di tempo sconosciuto trascorso fra la «sera» e la «mattina». Una lettura più chiara è la seguente:

«Dio nominò la luce “giorno” e le tenebre “notte”. In questo primo periodo (primo giorno) Dio iniziò (sera) un’opera e la portò a compimento (mattina)» (1:5).[2]

Steve Wells fa un’affermazione equivoca: «Dio separa la luce dalle tenebre, il giorno dalla notte, la sera dal mattino». In realtà, Dio separa solamente la luce dalle tenebre e, una volta avvenuta questa separazione, Egli assegnò a queste due condizioni un rispettivo nome identificativo, giorno e notte. Dio non separa la sera dal mattino, perché da nessuna parte si evince che erano due cose unite, piuttosto segnano l’inizio e la fine di un periodo/giorno creazionistico. Il primo quesito ha ottenuto una risposta.

Note

[1] In questo caso non si può parlare di «tempo» (chronos) in quanto a scandirlo sarebbero stati gli astri del cielo creati solamente dopo. Qui non ci troviamo in una dimensione temporale, ma in una dimensione atemporale dove Dio comincia un’opera in un dato “momento” («sera») e la conclude in un secondo “momento” («mattina»). Sera e mattina sono solo dei riferimenti metaforici. Dio mise nella distesa dei cieli «il luminare maggiore e il luminare minore» per essere dei «segni» per gli anni, i giorni e le stagioni. Dei «segni del tempo» che interessano la sfera spazio-temporale a cui il Creatore non è soggetto. Se Dio ha messo dei «segni» per i giorni solo più tardi, come andrebbero calcolati i «giorni» in assenza di tali «segni»? Naturalmente non si può parlare di «giorno» solare o di un periodo di 24h in quanto le ore dipendono da altri fattori.

[2] La parafrasi è mia. Domanda: perché il redattore biblico dice «fu sera, poi fu mattina» anziché «fu mattina, poi fu sera»? Questa connotazione letteraria si riferisce al calendario ebraico. Un «giorno» ebraico non inizia allo scoccare della mezzanotte (00:00) – come avviene nel mondo occidentale – bensì al tramonto. La “mezzanotte” ebraica, o quella del mondo antico più in generale, scocca alle ore 18:00. Giusto per fare un esempio, alle ore 18:00 del venerdì inizia il sabato e alle ore 18:00 del sabato inizia la domenica (il primo giorno della settimana ebraica). In sostanza, la mezzanotte ebraica scocca 6 ore prima della mezzanotte occidentale. Il «giorno dopo» inizia alle ore 18:00 e un secondo, di sera, mentre alle ore 17:59 e 59 sec., o al tramonto in generale, si è ancora al mattino. In questo caso con la «sera» inizia un nuovo giorno e al «mattino» il medesimo termina. Poi, naturalmente, la suddivisione in mattina, pomeriggio, sera e notte hanno lo stesso valore assegnato nel mondo occidentale.

4 Risposte a “Steve Wells e le sue assurdità bibliche | «Sera e mattina», «giorno e notte» senza il sole! #1”

  1. Pace Daniele!
    Volevo chiederti dove fosse possibile, approfondire tale tematica relativa al creazionismo (Se consigli qualche libro o altro).
    Ho visto che hai prodotto, grazie a Dio, un libro intitolato “Dio è la Scienza”, e volevo chiederti se tocca questa tematica relativa al creazionismo e in generale alla scienza, dal punto di vista cristiano. Te lo chiedo perché ho avuto modo di vedere il trailer del libro (su YouTube) e non mi è stato chiaro, il trailer, su questo punto.
    Inoltre volevo chiederti se vedi più utile, invece, comprare il tuo commento sulla Genesi. Non ho mai avuto modo di sfogliarlo e non so, se per i primi capitoli (durante la creazione), vengono riportati approfondimenti anche di natura scientifica.
    Grazie e che Dio ti benedica!

    1. Pace Andrea.
      Il libro “Dio è la Scienza” è un po’ datato, molte cose le ho rettificate nel mio nuovo libro “Cosmologia Biblica“. Per quanto riguarda le questioni antropologiche, Dio è la Scienza può andare bene, ma per quanto riguarda invece la cosmologia biblica, “Dio è la Scienza” è datato perché non avevo, ai tempi, le stesse conoscenze che ho oggi. Per esempio, in Dio è la Scienza sollevo la questione che la Bibbia già diceva che “la terra è sospesa sul nulla”. Ma questa è una lettura errata, perché “il nulla” dal punto di vista biblico non ha niente a che vedere con il senso di “nulla” che ha un lettore occidentale moderno.
      I miei commentari mirano a spiegare le Scritture dal punto di vista “ebraico” e secondo il senso del linguaggio antico, e trovi sicuramente diverse nozioni scientifiche, ma non approfondite per come ti aspetteresti visto che i miei testi non sono trattati scientifici, ma commentari storici, esegetici ed ermeneutici della Scrittura.

  2. Caro Daniele prova a convincere i creazionisti americani e nostrani che yom non significa giorno di 24 ore 0 minuti e 0 secondi…

    1. Caro utente, anche io sono un “creazionista”, ovvero credo nella Bibbia quale Parola di Dio, ma mi reputo abbastanza intelligente da non interpretare ad litteram il contesto creativo della Genesi.
      Non occorre l’arca di scienza per capire che non si tratta di 7 giorni letterali. Prima non la pensavo così, ma poi, crescendo (in statura e di mentalità) ho dovuto rivalutare alcuni preconcetti sbagliati che mi erano stati insegnati.
      Tuttavia, se qualche creazionista americano o nostrano ha modo di leggere questo mio articolo, se è davvero intelligente capirà da sé; ad ogni modo, non vado ad inseguirli in quanto non è mia intenzione far guerra ai credenti. Non sarà un “punto di vista” a creare divisioni fra credenti, almeno non per mia iniziativa.

      Saluti

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