Omosessualità #1 | il gene gay

Cari lettori, in vista della prossima uscita del mio nuovo libro Dio non è omofobo (attualmente è in fase di redazione la prefazione da parte dell’amico Andrea Donnini, autore del bellissimo libro Il ragazzo nella stanza coi suoi tacchi rossi), dove parlerò dell’omosessualità, vorrei condividere insieme a voi qualche piccola considerazione (suddivisa in 5 parti) sui vari capitoli che ho esposto nel nuovo editoriale.

Ho deciso di argomentare questo tema assai delicato perché in tantissime sono state quelle email e messaggi di amici, conoscenti o semplici lettori del mio blog che volevano saperne qualcosa in materia.

  • Daniele, cosa ne pensi dell’omosessualità?
  • Può avere origini genetiche?
  • Come si rapporta la Bibbia con gli omosessuali?
  • E come si rapportano gli omosessuali con la Bibbia?
  • Un cristiano può essere Gay?
  • Gesù approvava l’omosessualità?
  • etc.

Per rispondere a queste e a tantissime altre domande, tuttavia, ho sentito di affrontare un’indagine non comune, studiando tale “fenomeno” oltre che dal punto di vista biblico anche e soprattutto dal punto di vista tecnico-linguistico, scientifico e statistico-sociale. Premetto che sono un credente non proveniente dal mondo dell’omosessualità, tuttavia mi sento di amare e rispettare a prescindere queste persone, in quanto il mio cuore (e ovviamente anche la Scrittura) mi comanda di amare il prossimo, chiunque esso sia. La mia indagine è stata allora svolta semplicemente da studioso esterno, non “di parte”. L’onestà intellettuale di ognuno di noi (c’è chi ce l’ha, chi un po’ meno, chi per niente) non dovrebbe essere condizionata dagli ideali e dai preconcetti. Tuttavia, nessuno giudichinegativamente questo breve articolo, in quanto l’argomento è stato ampiamente ed esaustivamente discusso nel libro, mettendo in chiaro anche la mia posizione nei riguardi dell’omosessualità che non sto in questa sede a precisare. Solo dopo averlo letto allora si potrà giudicare.

La cosa che mi sento di ribadire è: trattare le presone come se fossero dei problemi da risolvere o degli oggetti sporchi da ripulire con olio di gomito, anziché come persone d’amare e rispettare, è sbagliato! Benedetti i puri di cuore, dicono le Scritture. Sì, e beati i misericordiosi.

Il gene gay

La questione del cosiddetto “gene gay” (il presunto gene dal quale avrebbe origine l’omosessualità) è stata molto dibattuta da tantissimi scienziati e genetisti di tutto il mondo. Molti di essi si sono chiesti se all’omosessualità andrebbe ricondotta un’origine di carattere genetico oppure se provenga da altri fattori esterni come l’ambiente frequentato o l’educazione ricevuta.

Il 14 aprile 2003, gli scienziati dell’International Human Genome Consortium annunciarono con due anni di anticipo il completamento del Progetto Genoma Umano, quel progetto il cui obiettivo era quello di conoscere la sequenza dei geni della specie umana e la loro posizione sui vari cromosomi, costruendo così una mappa del genoma. In questo modo si ha avuto l’opportunità di costatare se effettivamente il “gene gay” è una realtà oppure solo un oggetto di speculazione etica e morale.

Per fare dei “paragoni genetici” gli scienziati hanno molto discusso sul fatto che qualora dovesse esistere, per esempio, il “gene dello stupro”, tale gene non giustificherebbe comunque le azioni illecite di coloro che commettono dei crimini simili (stesso discorso vale per il “gene della pedofilia”, “gene della bisessualità”, etc.). Prendendo la questione in senso assolutistico, ciò significherebbe che se una persona dotata del “gene dello stupro” dovesse stuprare una donna, quest’ultima non sarebbe tenuta a denunciare il proprio aguzzino né l’aguzzino andrebbe considerato reo. Può sentirsi a posto con sé stesso. Cosa potrebbe farci, lui, se la sua condotta morale sarebbe scritta nel proprio DNA? Che colpa ne avrebbe? Stesso discorso è stato affrontato per il “gene gay”.

Se una persona “nasce” gay, cosa può farci? Se esiste o meno questo gene gay (il lettore potrà approfondire nel libro di prossima uscita), per il momento non ci interessa, tuttavia, ciò che distiungue un omosessuale da un eterosessuale non è necessariamente un fattore di carattere genetico (ammesso che vi sia), ma una condotta, gli atti, che li contraddistingue da altre persone.

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