Il Libro della Genesi | Book #1 – nuovo editoriale

Questa serie di lavori non vuole dimostrare in maniera forzata l'esistenza di Dio o di "un dio", ma vuole dimostrare che al contrario di quanto pensa la critica, la Bibbia non si contraddice MAI!
Questa serie di lavori non vuole dimostrare in maniera forzata l’esistenza di Dio o di “un dio”, ma vuole dimostrare che al contrario di quanto pensa la critica, la Bibbia non si contraddice MAI!

Evoluzione… progetto intelligente… Creazione… o un pò di tutti e tre? In cosa credi veramente? Conoscere le risposte a queste domande è importante sia per la tua vita che per la tua Fede!
I Cristiani vivono in un contesto intellettuale in cui la gente si pone sempre più domande – tali quesiti riguardano la propria accettazione della Bibbia come autorevole e infallibile Parola di Dio di fronte alle contraddizioni bibliche riscontrate dalla critica che vorrebbe far credere che la Scrittura sia tutt’altro che un libro sacro.
Adesso, si ha la possibilità di scoprire la facile comprensione che emerge da quelle risposte che insegnano le verità fondamentali della Fede attraverso i seguenti soggetti:

La Creazione
I Milioni di Anni
Adamo ed Eva
Gli Alberi Proibiti
Caino e sua moglie
I Giganti e i Figli degli Déi
L’Arca di Noè
Il Diluvio Universale
I Donosauri
Sodoma e Gomorra

In questio primo capitolo della nuova collana editoriale “La Bibbia è Perfetta” di Daniele Salamone sei invitato ad esplorare questi e tantisimi altri temi, con la Bibbia sempre al tuo fianco. In questo modo ti sarà più facile assimilare le risposte che stai cercando da tempo – risposte dettate dalla logica e soprattutto dalla Fede. Numerosi riferimenti e citazioni delle opere editoriali più importanti tra i maggiori Apologeti, Creazionisti e Scienziati Cristiani del mondo.

(Ordina subito Il Libro della Genesi – Come demolire le Presunte Contraddizioni del Libro delle Origini | BOOK 1)

Approfitta ADESSO delle promozioni in atto:

promo spedizioneNon mancate l’offerta sulla spedizione Gratis!

Utilizza il codice per la spedizione gratis tramite posta ordinaria oppure il 50% di sconto per la spedizione Ground sul tuo ordine.
Questa offerta non può essere usata insieme ad altre offerte;
L’offerta termina il 25 Febbraio alle 23:59
Collegati al sito Lulu.com oppure clicca qui per effettuare il tuo ordine. In fase di ordinazione usa il Codice promozionale seguente: DBS15 entro le 23:59 del 25 Febbraio 2015.

promo libro gratisAcquista 3 libri cartacei, e ricevi il 4° libro gratis!

Basta aggiungere 4 libri cartacei al carrello e uno sarà gratuito (il libro dello stesso prezzo o di costo inferiore). Questa offerta non può essere associata con altre offerte. Usa il Codice : TRGE15 – Offerta a tempo indeterminato…

promo quantitàPiù compri, più risparmi!

Risparmia il 10 % quando acquisti 15 o più libri cartacei. Questa offerta può essere associata con i nostri sconti sui grandi quantitativi risparmiando ancora di più! Usa il Codice : TKD15 – Offerta a tempo indeterminato…

2 Risposte a “Il Libro della Genesi | Book #1 – nuovo editoriale”

  1. Sto leggendo il suo libro “genesi book 1”. Lei traduce correttamente (genesi 3:6)
    נְחָ֤מד ָהֵע֙ץ ְלַהשִׂ֔כּיל in desiderabile (l’albero) per acquisire conoscenza. Ho un piccolo vocabolario di ebraico ed effettivamente il verbo לַהשִׂ֔כּיל viene tradotto in istruirsi, apprendere. Quello che non mi quadra è che Eva guarda il frutto e lo valuta come se fosse un buon libro (ovviamente esagero, ma è per rendere l’idea).
    Qualche versetto precedente l’albero è definito ֵ֗עץ ַהַ֨דַּע֙ת ֣טוֹב ָוָ֔רע, dove la traduzione “conoscenza del bene e del male” aggiunge degli articoli indicativi alle parole bene e male, dove l’ebraico non mette articoli, né utilizza un plurale per indicare un’astrazione o una categoria.
    Probabilmente, chi ha scritto queste righe cercava di esprimere un concetto cui entrambe le parole alludevano, senza esprimerlo compiutamente.
    Questo è un punto cruciale, perché a causa di quel frutto, non solo l’umanità, ma tutta la creazione ha conosciuto la morte. Ma cosa hanno in comune gli uomini e gli animali? Non parlo certo dei primati. Ma cosa abbiamo in comune noi e le api? Non certo la conoscenza in senso stretto (Adamo ha imparato a coltivare le piante senza morire per questo), ma qualcosa di più basico, che ha a che fare con la vita in sé.
    Fino a qualche tempo fa pensavo che la miglior traduzione fosse “consapevolezza di sé”, che (suppongo) qualunque essere vivente sperimenta.
    Lei giustamente mi farà osservare che Eva era viva e quindi già consapevole di sé.
    Del resto, se chi ha scritto quelle parole avesse voluto riferirsi alla consapevolezza di esistere, avrebbe utilizzato la parola הַכָּרָה.
    Un tipo di conoscenza che si acquisisce con la morte?
    Quello che Le domando è l’utilizzo del verbo לַהשִׂ֔כּיל in altri parti della bibbia, per capirci qualcosa di più e darmi lumi in proposito.
    Grazie per l’attenzione e la pazienza.

    1. Gentile Sig. Davide, grazie per il suo gradito intervento. Anzitutto le dico che fino ad ora, il suo è l’intervento più costruttivo che mi è giunto nel Blog, per cui la ringrazio per aver aperto un bel dialogo attinente allo spirito del mio lavoro; ovvero trattare l’aspetto linguistico ed etimologico della mia ricerca biblica.

      Grazie anche per il suo sostegno verso il mio lavoro.

      Giungo subito al dunque: il verbo לַהשִׂ֔כּיל è costituito dalla preposizione לַ che indica il complemento di “moto a/per luogo” (a, verso, per), quindi la parola andrebbe suddivisa per השִׂ֔כּיל (verbo) e לַ (preposizione) quindi “per-rendere saggio” è la sua traduzione letterale.
      Consideri che questo “albero della conoscenza” si trova circondato da tanti altri alberi i cui frutti sono invece accessibili. Quindi, contestualmente, o si considerano tutti questi alberi come veri e propri alberi, oppure si considerino tutti come “simboli”. La mia ricerca mi ha fatto apprendere che un passo biblico o è tutto allegorico o è tutto letterale, quindi entrambi i linguaggi non possono sussistere insieme perché altrimenti il messaggio risulta incomprensibile.
      La seconda opzione è quella che io ritengo più opportuno prendere in considerazione. Questi “alberi” sono le varie esperienze di vita che all’uomo è concesso “gustare”, ma tranne uno. Quel tipo di albero proibito conduce l’uomo verso un tipo di consapevolezza che a noi non era dato sapere, consapevolezza che era solo prerogativa di Elohìm detenere. Infatti, Elohìm dice dopo che l’uomo è diventato come uno di “noi” in termini di “conoscenza del bene e del male”. L’albero della vita (lett. albero dei viventi) non viene più menzionato, ciò significa che era uno degli alberi ai quali all’uomo era permesso avvicinarsi e mangiarne (cioè “fare esperienza”) il frutto. Solo dopo diventa anch’esso un albero proibito, sorvegliato dai keruvìm.
      Lo stesso significato di questo verbo usato in Genesi 3:6 lo si riscontra anche in Proverbi 16:23.

      La radice “SH-K-L” vuole suggerirci l’idea dell’istruire, insegnare, dare qualche idea, essere (o divenire) intelligenti. Quindi, è chiaro che Eva e suo marito hanno “appreso” qualcosa che non avrebbero dovuto. L’ordine del non “mangiare” di quel frutto è accompagnato dall’effetto che ne sarebbe succeduto, ovvero la morte. Ma, morte in quali termini? Letterali? Non credo proprio essendo un passaggio allegorico e non letterale, quindi è un chiaro riferimento alla morte interiore, spirituale. Ed è per questo che la giovane coppia non muore subito, perché il corpo morì solo secoli più tardi, mentre il loro interiore/spirito era morto nel momento in cui si sono accorti di essere “nudi”, ovvero quando hanno acquisito la consapevolezza di aver disobbedito ad un ordine.
      Ad ogni modo, cosa potevano saperne della morte se ancora non avevano potuto sperimentare questa esperienza? Naturalmente, uno degli “alberi” era preposto a questo tipo di istruzione. Quindi, loro erano già consapevoli del giusto e dello sbagliato perché sapeva che SE avessero disobbedito sarebbero morti, quindi in qualche modo Dio li ha istruiti su tutto ciò che li circondava.
      Adesso che ci penso, la invito a dare una lettura a questo mio articolo che sicuramente potrà interessarle: http://danielesalamone.altervista.org/e-disse-elohim-si-guarda-ma-non-si-tocca/

      Riguardo alla cosa che hanno in comune gli uomini e gli animali, troviamo un passo che lo dice con una certa “eleganza”:

      “Infatti, la sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l’uno, così muore l’altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l’uomo non ha superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità”. Ecclesiaste 3:19

      Quindi, la cosa che condividono gli uomini con gli animali è la vita in sé che si conclude con la morte. Entrambi, corporalmente parlando, ritornano alla polvere da cui sono stati tratti; ma ciò che li rende differenti è che solo l’uomo è creato a “immagine” di Dio, mentre gli animali no. L’uomo è il “rappresentante” del trascendente ELohìm nella dimenzione non trascendente dell’uomo (tzelem vuole significare, appunto, rappresentazione e non immagine per come noi “immaginiamo”).

      Spero di averle risposto.
      Cordialmente,
      Daniele

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.