La Bibbia è come un palazzo

La Bibbia è come un possente palazzo. Un palazzo avente una struttura e un tetto. La struttura è l’Antico Testamento (o Antica Alleanza), mentre il tetto è il Nuovo Testamento (o Nuova Alleanza).

Una struttura senza tetto è incompleta, un tetto senza struttura è inconcepibile. Eppure, da una parte c’è chi sostiene che la struttura non abbia bisogno del tetto, e dall’altra c’è chi sostiene che il tetto sia in grado di reggersi da solo “come per magia” (un po’ come la terra che è sospesa nel nulla), senza la necessità di una struttura che lo sostenga dal basso.

Una struttura senza tetto fa entrare acqua con il periocolo di allagamento, è cioè una struttura povera, “senza tetto” in tutti i sensi; un tetto senza struttura è solo utopia perché non ha “i piedi per terra”.

Ebbene, la Bibbia non è una struttura fine a sé stessa, ma è internamente dotata di meravigliosi arredi. Sia l’estetica esterna del palazzo che gli arredi interni, mostrano lo stile artistico ed il gusto architettonico del suo progettista. Il progettista è uno, cioè Dio, ma la manodopera gliel’hanno messa i redattori biblici. Tavoli e armadi in legno sapientemente scolpiti e ricamati, tendaggi dai colori accesi e bellissimi, tappeti morbidi come materassi, sedie comode da sembrare poltrone, letti da “mille e una notte”, salotti mozzafiato. Insomma, la “casa ideale”.

Poi c’è chi si impadronisce con la forza di questo bellissimo palazzo e, a proprio gusto, cambia qua e là l’arredo, semplicemente perché “ha gusti differenti”. Così è chi fa uso improprio della Scrittura.

Perciò abbi rispetto per chi ha progettato e poi costruito questo palazzo, perché non hai alcun diritto di cambiarne gli arredi a tuo piacimento solo perché “non ti piacciono”. Il palazzo non è tua “proprietà”, non sei stato tu a progettarlo né a costruirlo, perciò ogni arredo va tenuto così com’è in tutta la sua originialità e per come è stato inizialmente concepito. Se un determinato arredo non ti piace, vuol dire che non sei degno di vivere nemmeno nella cantina di questo palazzo, perché le cose di Dio o ti piacciono tutte o ti piacciono tutte. La Scrittura non è casa tua, quindi non hai alcun diritto di cambiare le cose a tuo piacimento.

Non puoi entrare in un bellissimo palazzo orientale con tutti i suoi bellissimi arredi, e cambiare l’arredamento in stile occidentale. Così fai perdere di originalità al palazzo, e fa di te un arredatore fai da sé di cattivo gusto e irrispettoso. Quando entri in questo palazzo orientale “l’occidentale” non deve esistere più. Quindi fai la tua scelta se entrare e adattarti oppure non entrarci proprio.

18 Risposte a “La Bibbia è come un palazzo”

  1. Ok, puoi cominciare con questi…

    Tralasciando per il momento la pericope dell´adultera (che é trattata da Metzger e Mack se non ricordo male), le opere citate danno un´analisi storico/filologica/laica (quindi né Harry Potter né spirito santo) di come il “palazzo della bibbia” non sia esente da contraddizioni e rimaneggiamenti.

    – Vom dem Zwecke Jesu und seiner Juenge, Hermann Reimarus, 1778
    – The quest of historical Jesus, Albert Schweizer, 1986
    – The formation of the Christian bible, Hans von Campenhausen
    – Ortodoxy and eresy in earliest Christianity, Walter Bauer
    – Jesus and Judaism, E.P. Sanders, 1996
    – Misquoting Jesus, the story behind who changed the bible and how, Bart Ehrman, 2007
    – Jesus interrupted. Revealing the hidden contradictions in the bible, Bart Ehrman
    – Lost scriptures. Books that didn´t make it into the new testament, Bart Ehrman
    – The text of new testament. Its transmission, corruption and restorations, Bruce Metzger, 1996
    – Who wrote the new testament. The making of the Christian myth, Burton Mack
    – The evolution of God, Robert Wright, 2010
    – The misunderstood law. The church and the scandal of the Jewish Jesus, Amy-Jill Levine

    Spero che sia sufficiente al momento.

    1. Grazie per l’elenco, magari la prossima volta dovresti citare autori che non sono palesemente anticristiani e poco oggettivi, quindi non lucidi per trarre conclusioni oggettive se non dettate dal loro non essere credenti. Comunque, il tuo dovere l’hai fatto, hai citato delle fonti “autorevoli” per chi tali li ritiene. =)

  2. Ok Daniele.

    Penso che le nostre posizioni sono chiare, ma purtroppo non credendo io nello spirito santo, non raggiungeremo mai lo stesso punto di arrivo nonostante I presupposti siano gli stessi. Ma va bene cosi.

    Un´ultima cosa. Non capisco quale sia la difficoltá nel leggere un saggio anche se scritto sotto forma di romanzo, specialmente quando alla fine del libro vi é una ricca sezione indicante tutti i riferimenti a studi, saggi, versi del vangelo etc… forse é un tuo limite ma non mio sicuramente. Allora, se dovessi utilizzare il tuo stesso modo di ragionare, tutti coloro che ti citano, non sono persone serie perché lo fanno in un blog?

    1. Se non crede nello Spirito Santo forse è un suo limite, non il mio.

      E’ bene non spacciare romanzi per saggi, e cioè “saggio sotto forma di romanzo”. Per noi autori sentire affermazioni di questo genere è come se uno un cuoco sentisse nella sua cucina: “Chef, posso farle assaggiare la mia bistecca di carne vegetariana?”. Si rende conto adesso cosa ha adetto? Ebbene, caro Carlo, sono un lettore e scrittore che conosce molto bene questo mondo, non è necessario camuffare le cose perché non mi occorre vedere la copertina, ma mi basta già osservarne il dorso. Quando mi avrà proposto testi eutorevoli (ricettari promossi dalla Gambero Rosso piuttosto che ricettari di pozioni magiche di Hogwarts, per intenderci), SAGGI e non “misti” di dubbia attendibilità come quei romanzi spacciati per saggi del tipo “Il Codice Da Vinci”, allora sarò più propenzo a prendere in considerazione le sue proposte editoriali.
      Ha fatto bene ad avvisarmi in tempo, forse lo ha fatto anche senza pensarci, altrimenti avrei chiesto ai miei collaboratori madrelingua di andare a ricercare qualcosa che mi avrebbe solo fatto perdere del tempo(e anche a loro, povertti).

      Chiunque ha il diritto di citarmi ovunque vuole, purché rispetti la mia persona ed il mio decoro. Il mondo del web funziona diversamente dai libri nonostante molti blog somigliano ai libri, e cioè dedicati ad argomenti specifici. Sicuramente in un blog come il mio non troverà mai una recensione o articolo dedicato ai romanzi o ai testi che non riguardano per niente il mio settore di studio e competenza.
      Tuttavia, molti, per rendere le proprie storie accattivanti e più vendibili, menzionano nei propri testi autori e studiosi. Ad esempio, Sitchin nei suoi romanzi di paleoastronautica menziona spesso i testi sumerici che dicono determinate cose su presunti antichi astronauti, quando in raltà tali testi non parlano di presunti antichi astronauti, ma di divinità astratte che i sumeri si immaginavano guardando solo le stelle e la natura. E’ molto facile trasformare con una certa sapienza carismatica una storia inventata per saggio storico. Ripeto, conosco questo settore perché l’ho studiato a fondo e anche le intenzioni con le quali si scrivono determinate cose.
      “E come fa capire certe cose?” si chiederà. Io le rispondo: “Io ERO uno speculatore di questi”.

      Se qualcuno cita i miei libri, studi e articoli per creare storie fantasiose, può farlo. Non mi arrabbio perché non sono un accademico, quindi potenzialmente quello che dico e scrivo può non importargliene a nessuno. Ma se quello che scrivo nei miei libri viene mescolato a cose senza senso, travolgendo il mio pensiero a pro di quella storia, allora ho il diritto di arrabbiarmi.

      Shalom

  3. Ciao ancora Daniele.

    Ok. Fermiamoci un attimo e ricordiamoci da dove siamo partiti, e cioé che la “bibbia e´ come un palazzo” in cui il progettista é dio. Tuttavia il fatto che stiamo dicutendo (civilmente, e te ne ringrazio) di un piccolo dettaglio come la datazione di una pericope dimostra, come anche tu riconosci, quanto il testo sia stato rimaneggiato nel tempo, ad uso e consumo di una certa gerarchia ecclesiastica interessata meramente al potere. Ovviamente, di esempi come questo ce ne sono a centinaia se non di piú.

    1. Mi piace quello che hai scritto sulla maggioranza, e lo sostengo con forza, soprattutto che bisogna basarsi sui dati a disposizione. Riconosco che potrebbe essere plausibile e sicuramente interessante la tesi che proponi secondo cui il testo venne “nascosto” per motivi “politici” salvo poi riapparire in seguito. Peró ci vedo due o tre punti deboli, se dobbiamo parlare “scientificamente” almeno. Primo, 800 anni per riapparire mi sembrano un pó troppi. Secondo, la “guida dello spirito santo”. Capisco che sei un uomo di fede e in questo caso é proprio la fede che ti permette di colmare una lacuna altrimenti irrisolvibile; se peró parliamo dal punto di vista scientifico/storico/filologico lo spirito santo come spiegazione non puó essere provato (quindi non é un “dato” a disposizione): bisogna appunto crederci per fede. Terzo, se le autoritá ecclesiastiche avessero avuto esigenze “morali”, allora come mai non hanno pensato di modificare anche l´antico testamento, dove di “roba forte” ce n´é tanta?

    2. Riconosco la tua conoscenza della letteratura rabbinica quindi non insisto. Non voglio poi aprire un altro “topic” peró noto una contraddizione quando dici che “non ci sono elementi per indicare che Gesù fosse stato sposato. Chi afferma che Gesù era sposato sono solo dei testi non canonici definiti apocrifi o gnostici”. Quindi gli elementi ci sono. Bisogna solo decidere cosa credere, ed ancora una volta…non é detto che se “la maggioranza va in una direzione, sia quella giusta”. Poi, sai benissimo che Paolo, in quanto “padre della chiesa” di rimaneggiamenti ne fece parecchi, quindi non lo prenderei ad esempio…É poi un fatto storico che certe “qualitá” di gesú vennero votate ad alzata di mano, fatto che non ha niente di teologico o rispetto della veritá storica.

    3. Il libro é disponibile anche in italiano. Non é proprio un saggio, ma ha per protagonista uno filologo che studia il testo del nuovo testamento.

    1. Salve Carlo.

      1. Per lo Spirito Santo 800 anni non sono niente, perché sempre lo stesso Spirito ne ha impiegati 1500 per rivelare e raccogliere insieme tutto il canone della Scrittura (AT e NT). Inoltre, circa 700 anni ci sono voluti affinché una profezia messianica scritturale ispirata dallo Spirito avvenisse, cioè quella famosa di Isaia. La tempistica non è un problema di Dio, in quanto da 1900 anni si predicano «gli ultimi tempi» che l’uomo moderno fraintende e non ne capisce il senso, semplicemente perché questi “ultimi tempi” sono già terminati nel I sec. d.C. Però è vero che certe profezie messianiche ed escatologiche richiedono millenni di tempo per adempiersi, per cui dal punto di vista testuale non ci vedo alcun problema se ci sono voluti 800 anni per far riemergere in superficie una porzione di testo che era stata omessa da qualche megalomane. Davvero, io non ci vedo problematiche irrisolvibili su queste tempistiche. Inoltre, per molti secoli la chiesa romana ha manomesso i 10 comandamenti, capovolgendoli e suddividendoli come voleva), ma poi finalmente qualcuno si è deciso, dopo diversi secoli, di rimetterli a posto dato che ormai le copie delle Scritture iniziarono a circolare copiosamente con l’avvento della stampa. Il caso della pericope non è un caso a sé stante. Addirittura per secoli la chiesa romana ha proposto il Salmo 23 con 10 versetti, mentre altre versioni (compresi i testi originali) lo hanno da sempre proposto con i suoi effettivi 6 versetti (a partire da Diodati). Il tentativo di manomettere le Scritture, inoltre, non è una questione di cui la Bibbia stessa non ne ha mai tenuto conto, anzi. Lo stesso profeta Geremia ammoniva i saggi del suo tempo che manomettevano le Scritture, definendo la penna degli scribi «bugiarda» (Geremia 8:8). Discorso simile fa anche l’Apocalisse, ammonendo severamente chi avrebbe aggiunto o tolto qualcosa dalle Scritture (anche se in primo luogo l’autore si riferì proprio all’epistola apocalittica). I saggi ebrei (come ad esempio i Masoreti), hanno poi maturato l’idea di non toccare più i testi mantenendoli così come la vera tradizione (e i loro padri) aveva loro tramandato, limitandosi ad aggiungere o togliere qualcosa non nel testo in sé, ma riportando delle note ai margini dei testi che loro ricopiavano spiegando cosa andava letto e come andava letto, pur mantenendo intatto il testo.

      1a. Le autorità ecclesiastiche non hanno modificato i codici antichi, ma li hanno semplicemente tradotti secondo la loro comodità (come non in pochi fanno oggiogiorno). Inoltre, per colpa delle false dottrine introdotte dai padri della chiesa (non mi riferisco agli apostoli), Israele e la Bibbia ebraica sono stati spiritualmente accantonati per via della “dottrina della sostituzione”, che prevede una chiesa che ha preso il posto di Israele nel piano di Dio. Quindi, non era interesse delle autorità religiose romane toccare dei testi (comodi o scomodi che siano) sotto tutti i punti di vista che neanche consideravano, anzi, le cosinderavano come «cose passate», «cose rivolte solo agli ebrei, non ai cristiani». Ma in realtà alle autorità religiose romane non gli è mai importato nulla di tutta l’intera Scrittura anche se l’ironia della sorte vuole che sia stata proprio l’autorità religiosa romana ad aver ufficializzato un canone che comunque già era riconosciuto come tale e quale già dai tempi apostolici.

      2. Gli elementi sono assenti nella letteratura biblica canonica. Mi riferivo ad essa. Quella apocrifa e gnostica hanno invece tutti gli elementi per essere considerati dei falsi letterari (come ad esempio il libro di Enoch), al di là della canonicità o meno. Attenzione, non ci vedo nulla di male che Gesù potesse essere sposato, ma è biblicamente infondata come certezza in quanto la discendenza messianica da Avraham avinu si è chiusa con Yeshùa ben Yosef. Poiché se Yeshùa si fosse realmente sposato, allora crollerebbe tutta la sua messianicità, e quindi era in dovere di generare prole che avrebbe di conseguenza continuato la sua discendenza fino a culminare ad un altro messiah che, dopo Yeshùa, non doveva esserci. Un Gesù sposato è biblicamente impossibile: un scrificio perfetto doveva essere incontaminato: agnello senza macchia, senza difetto. E Gesù doveva necessariamenre rientrare in questi requisiti, come ad esempio la stessa tomba dove è stato sepolto non era mai stata utilizzata.

      3. Sono contento che il libro esista anche in italiano, magari piacerà agli amanti del genere. Ma visto che non si tratta di un saggio ma di un romanzo (nei saggi non ci sono “protagonisti”), allora il discorso non mi intressa più. Avevo immaginato, comunque, che la fonte da te citata non era affidabile. Non sono un lettore di romanzi, perché chi fa ricerca, almeno parlo di me, si dedica ad altro. Attribuisco al testo che mi hai citato lo stesso valore dei testi di Dan Brown: favole e storie abilmente invetate contornate di pseudo-storia.

      Shalom

  4. Ciao ancora Daniele,

    1. Se con ALCUNI storici si riferisce a Giuseppe Segalla, mi sembra ben poco rispetto alla MAGGIORANZA che invece afferma il contrario. Ma se Luca ha fatto da revisore, perché allora non ha armonizzato tutto il testo, e perché lui stesso non fa cenno a questo episodio (mi sembra un episodio molto importante da raccontare, non crede)?

    2. Il fatto che il brano specifichi che la motivazione é quella di “mettere alla prova Gesú” non é in contraddizione con il fatto che il testo sia stato inserito a posteriori proprio per “rilanciare” la figura di Gesú come portatore di un messaggio di amore e di rottura con una certa tradizione puramente ebraica, come le dicevo all´inizio di questa conversazione. Per sua stessa ammissione lei fa delle interpretazioni (accusatori – testimoni) che peró possono pesare molto sul significato ultimo. Ognuno puó poi credere quello che vuole ma per correttezza, riconoscere che ci sono anche altre chiavi di lettura, non ci trovo assolutamente niente di male a meno che questo non ci faccia crollare il mondo addosso. Sa benissimo che secondo alcuni vangeli gesú era sposato (e questo sí che é un fatto molto credibile dato che era un rabbino ebreo), peró si é liberi di non crederci.

    3. Agostino puó dire ció che vuole, purtroppo quando si fa ricerca, ci si basa sulle evidenze, e se quei testi non ci sono, non ci sono; ne parleremo quando saranno trovati. Ribadisco peró che il brano NON compare nei manoscritti più antichi e affidabili del Vangelo secondo Giovanni (e.g papiri del III secolo, codex Vaticanus e codex Sinaiticus); se non c´e´, non c´e´ e cio´ si puó spiegare solamente con il fatto che sia stato inserito a posteriori.

    4. Purtroppo non ho il libro qui con me, comunque tutti i riferimenti specifici su questo tema, e tante altre contraddizioni sono esposti nel libro “Vaticanum” di José Ridriguez dos Santos

    1. Salve.

      1. No, il Sagalla neanche l’ho pensato, perché le mie letture vanno oltre i confini italiani. Leggo testi prevalentemente in inglese ed ebraico. Tuttavia, se la maggioranza va in una direzione non vuol dire che sia quella giusta. O no? La verità non dipende dai “numeri”, né dalle “masse”, né dal “consenso”, ma dai dati a disposizione. Perché anche se la maggioranza decidesse di volersi gettare da un burrone, non vuol dire che la loro sia una nobile decisione da cui trarre esempio. Io piuttosto preferisco seguire gli alcuni che invece scelgono di continuare a vivere.
      Inoltre, se Luca non ha fatto da revisore per tutto il resto, significa che non l’ha ritenuto opportuno farlo, in quanto i Vangeli sinottici camminano tutti sulla stessa linea d’onda, mentre il vangelo giovanneo di discosta ampiamente dai tre testi precedenti, per cui uno bravo che facesse da revisore al testo giovanneo (e non per forza per tutti gli altri) non è da escludere. Poi subentra anche l’aspetto ispirazionale. «La Scrittura è ispirata da Dio, ed è utile a insegnare», etc. etc., quindi Luca dev’essere stato ispirato ad intervenire evidentemente solo nel testo giovanneo. Determinate scelte degli autori biblici non erano arbitrarie, ma guidate dalla divina ispirazione. Inoltre Luca era uno storico minuzioso, infatti lui stesso scrive: «Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola, è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine, illustre Teofilo, perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate» (Lc 1:1-4).

      2. Le mie eventuali interpretazioni sono dettate da una oggettività analisi critica, in quanto sono un discreto conoscitore della letteratura ebraica e rabbicina, e di conseguenza del modo di esprimersi tipicamente ebraico biblico. Inoltre sono ebreo (non religioso) e conosco l’identità storico-culturale del mio popolo di origine. Ho acquisito una certa padronanza della “poetica” biblica quindi sotto questo punto di vista posso dirle che ad andare fuori strada non sono io. Conosco molto bene le chiavi di lettura ed interpretazione delle Scritture, e il mondo occidentale (quello nostro) ne applica uno solo (e lo fa anche maluccio), mentre per gli altri livelli di interpretazione occorre necessariamente la conoscenza delle lingue bibliche. Conoscenza che a me non manca anche se in perenne evoluzione (dato che non si smette mai di imparare). La questione del Gesù sposato non mi tocca, anche perché come lei ben dice, un rabbino ebreo poteva sposarsi, ma non significa che doveva sposarsi. E’ vero che Gesù era Rabbi, ma lo era perché riconosciuto come tale a livello popolare. Gesù non era riconosciuto col titolo di “Rabbi” dalle scuole farisaiche sebbene qualche rappresentante di queste scuole lo chiamasse proprio in questo modo, oltre alle scuole sadducee o essene del suo tempo. Gesù era un Rabbi itinerante non un rabbi da bet midràsh (scuola biblica, per intenderci), perché per stessa ammissione dei Giudei, essi di Gesù dicevano: «Come mai conosce così bene le Scritture senza aver fatto studi?» (Gv 7:15). Ebbene, contrariamente all’ebreo dell’epoca che frequentava le scuole rabbiniche fin da bambino, pare evidente che Gesù «non ha fatto studi» (lo dice l’evidenza biblica, non io), cioè non ha frequentato nessuna scuola rabbinica. Secondo il pensiero rabbinico, questo tipo di scuola può anche essere trascurata, perché l’insegnamento più grande comincia dalle mura domestiche. Quindi, la conoscenza di Gesù oltre che provenire dall’insegnamento di Giuseppe, principalmente derivava dal Padre celeste che lo istruiva in modo soprannaturale. Se si omettono questi dettagli biblici che fanno da contorno alla figura di Gesù, si parla solo al vento. Ciò significa che un ebreo itinerante come Gesù (o di provenienza scolastica come Paolo, ad esempio) non doveva per forza rispettare dei costumi, come quello di crearsi una famiglia se si è rabbini (non è vero!), perché lo stesso apostolo Paolo si definiva “felicemente scapolo”. E Paolo invece era uno che aveva studiato nella scuola farisaica di rabbi Gamaliel (At 22:3). Tuttavia Gesù lavorava e si manteneva con il mestiere appreso da Giuseppe (proprio come bambino ebreo faceva al suo tempo) e non ci sono elementi per indicare che Gesù fosse stato sposato. Chi afferma che Gesù era sposato sono solo dei testi non canonici definiti apocrifi o gnostici. E proprio i testi gnostici sono contrari ai vangeli canonici, perché gli gnostici erano coloro che Paolo definiva «anticristi», perché negavano l’umanità di Gesù.

      3. Agostino (e parlo da non cattolico romano) sicuramente è stata una persona più erudita di noi due messi insieme, e certamente è vissuto in un’epoca decisamente più vicina (ma allo stesso tempo distante) dai tempi biblici. I testi non ci sono alla luce del sole, è vero, ma non vuol dire che non esistono. Per cui una dichiarazione di Agostino può essere autorevole tanto quanto quella di un certo Giuseppe Flavio che citava non poche cose. Una ricerca onesta non cammina in una sola direzione, ma prende in considerazione tutte le varie ipotesi finché non si giunge ad una risposta. Siccome «la maggioranza» verte sul fatto che i manoscritti più antichi delle Scritture non riportano la pericope dell’adultera, allora tale breve racconto dev’essere necessariamente un’interpolazione. Ma è una regola da prendere in modo assoluto? Direi di no. E le spiego il motivo: alcuni studiosi (non italiani) spiegano l’omissione nei primi manoscritti come un tentativo da parte di alcuni capi religiosi cattolici per prevenire incomprensioni. Giovanni avrebbe scritto il passaggio proprio come appare nel Textus Receptus. Ma in seguito i capi religiosi della chiesa ritennero il passaggio moralmente pericoloso: il fatto che Gesù abbia perdonato un’adultera, le mogli dell’epoca antica avrebbero potuto pensare di poter commettere adulterio e farla franca perché tanto Gesù le avrebbe perdonate lo stesso. Quindi, i dirigenti della chiesa avrebbero potuto manomettere la Parola di Dio e rimosso il brano per questo motivo. Potrebbero essere stati loro i veri colpevoli, perché hanno omesso qualcosa, piuttosto che imputare l’eventuale errore a chi i nvece ha rispristinato i testi originali. Lasciare il passaggio dentro i codici della loro epoca, pensavano, avrebbe significato rendere Gesù tollerante sull’adulterio (cosa che ad alcuni capi religiosi di oggi gli avrebbe fatto assai comodo!). Gli scribi successivi invece, seguendo la guida dello Spirito Santo, reinserirono la pericope, che non avrebbe mai dovuto essere rimossa dai testi degli autori originali.

      Ebbene, se si guarda solo nella direzione cospirativa dove il passo è stato aggiunto per chissà quale motivo, in realtà si potrebbe guardare ad una direzione opposta. Ovvero che nelle copie più antiche la vicenda è stata rimossa per “comodità morali” ecclesiastiche, ma poi un povero deficiente pensò di reinserire nelle copie successive tale racconto per ripristinare l’autenticità della Bibbia. Se è intellettualmente onesto non dovrebbe escludere questa possibilità.

      4. Grazie per avermi fornito il titolo; lo farò analizzare da alcuni ricercatori madrelingua di mia conoscenza.

      p.s. se le può interessare, in questo link può leggere un mio articolo inerente proprio il tema della donna adultera: http://danielesalamone.altervista.org/la-donna-adultera-unanalisi-oggettiva/

      Shalom

  5. Ciao Daniele,
    Se non ti ho risposto é perché non mi sembra di avere letto la tua domanda da nessuna parte, anzi pensavo fossi d´accordo con me.

    Comunque, anche in questo caso, é la logica a dirci che quell´episodio é stato costruito ad arte. La maggior parte di chi studia il testo biblico dal punto di vista storico/filologico é unanime nel sostenerlo. Le prove?

    – Il brano non compare nei manoscritti più antichi e affidabili del Vangelo secondo Giovanni (e.g papiri del III secolo, codex Vaticanus e codex Sinaiticus)
    – Non presenta il caratteristico stile giovanneo e rompe i discorsi tenuti da Gesù durante la festa delle capanne.
    – E´poco preciso in alcuni dettagli storici: se la donna adultera era stata sorpresa in flagrante, pare strano che non si accenni all’uomo che era con lei nel frangente; la legge mosaica – in Lv20,10 – prescriveva infatti che fossero entrambi colpevoli e quindi da lapidare insieme
    – Comincia comparire regolarmente nei manoscritti attorno al IX secolo d.C., circa 800 anni dopo la stesura del Vangelo secondo Giovanni
    – Persino l´edizione del Novum Testamentum Graece (NA27) che quella della United Bible Societies (UBS4) segnalano la pericope tra doppie parentesi quadre, ad indicare che si tratta di un’aggiunta posteriore al testo.

    Spero di essere stato esauriente e se lo ritieni necessario posso citarti le fonti (che stanno in un libro scritto da un autore portoghese)

    Poi, ancora non mi hai risposto sul fatto dei testimoni. Dove é scritto che mentono?

    1. 1. Qual è il caratteristico stile giovanneo? Alcuni studiosi attribuiscono tale brano come un’aggiunta di Luca. Gli eventuali asterischi o parentesi nei codici andichi non significano che la storia sia inventata, ma che non se ne riusciva ad identificare, per stile, un medesimo autore. Quindi, quali sono le differenze di stile fra Luca e Giovanni? In entrambi i vangeli ci sono delle affinità che hanno fatto pensare che proprio l’autore del vangelo lucano abbia potuto “mettere le mani adosso” al vangelo giovanneo. Infatti il vangelo giovanneo presenta un greco più elegante rispetto all’apocalisse giovannea che è scadente. Come fa un medesimo autore a scrivere due testi differenti nel modo di esprimersi? Giovanni non era coltissimo, Luca sì invece essendo un medico. Ciò significa che nonostante i due scritti giovannei siano stati redatti dal medesimo giovanni (altri studi invece dicono che si tratti di due autori diversi), riguardo al vangelo giovanneo Luca ha potuto fare da revisore, interpolando lui stesso una vicenda che Giovanni non aveva narrato. Questo tuttavia non mina l’autenticità “storica” nè ispirativa degli scritti biblici. Il principio di “testo ispirato” non è necessariamente che l’autore dev’essere uno solo, perché i Salmi, ad esempi, sono composti da più autori ma fanno parte di una medesima raccolta. La Scrittura in Timoteo dà una definizione precisa di “Scrittura ispirata”. Non è insolito, inoltre, che gli autori biblici siano intervenuti in testi non scritti proprio da loro. Nell’Antico Testamento il sacerdote e scriba Esdra dev’essere stato il primo revisore della storia, inserendo degli anacronismi durante la sua ricopiatura della Toràh in particolare (essendo lui un «esperto del libro di Mosè»).

      2. Citando il brano della donna adultera, omette che il brano specifica che la motivazione dell’aver condotto una donna adultera a Gesù è stata «per metterlo alla prova, per poterlo accusare». Erano gli scribi e i farisei a sostenere che fosse adultera (infatti è specificato «perché loro dicevano»), il che significa che mentirono spudoratamente. Ma Gesù dimostrò di essere un conoscitore della legge mosaica e inoltre andò incontro anche alla misericordia, precisando che tutti sono peccatori, anche chi accusa gli altri di aver peccato. Senza amante né accusatori (cioè testimoni) a seguito la donna non poteva essere condannata, per cui in assenza degli elementi è chiaro che si tratta tutta di una messa in scena studiata ad hoc per mettere alla prova Gesù. Hanno preso una povera donna accusandola di qualcosa che non ha mai commesso, perché se è stata «colta in adulterio», perché non hanno preso anche l’amante? E’ fuggito? O semplicemente non c’era nessun amante? Dov’è l’errore storico? I presunti errori storici (cioè errori di datazione e cose di questo genere) non vanno confusi con i presunti errori legali (già che mi cita il Levitico). Forse voleva dire “errori narrativi”? Inoltre Gesù chiede alla donna «dove sono i tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?», e lei risponde di no, nel senso «no, non ci sono accusatori», cioè non c’erano nemmeno i testimoni. Come fa Gesù a chiedere «dove sono i tuoi accusatori» se gli stessi scribi e farisei la stavano accusando proprio di adulterio? Visto che prende in esame lo “stile” degli autori biblici, non dovrebbe ignorare che in questo caso va preso in esame lo stile dell’autore biblico, cercando di capire cosa si intende per «accusatori». A mio avviso significa «testimoni». Quindi senza testimoni e senza l’amante la donna non poteva essere condannata per cose che non aveva commesso. Gesù risponde «va’ e non peccare più». Non vuol dire che la donna abbia peccato di adulterio, ma essendo tutti gli uomini e donne peccatori, Gesù la esorta a non esserlo più e a ravvedersi una volta per tutte, come quando ci si converte a Cristo in cui il vecchio/a uomo/donna muore e rinasce quello/a nuovo/a. La “nuova nascita” in Cristo nello spirito (si veda il discorso che Gesù fa a Nicodemo in merito alla nuova nascita).

      3. Scribi e farisei dicono «è stata colta» non «abbiamo colto». Quindi i testimoni sono assenti! Secondo Agostino, il brano della donna adultera si leggeva in tanti altri manoscritti greci più antichi dell’epoca in cui lui ha vissuto. Quindi prima ancora che il brano venisse narrato nei codici che presentano asterischi e parentesi.

      4. Naturalmente è necessario citare le fonti, per cui attendo tali fonti in qualunque lingua ritiene opportuno.

  6. Ciao Daniele,
    grazie per ancora per la tua risposta.

    Come ti dicevo, é appurato che quell´episodio é stato inserito a posteriori, quindi creato ad hoc per dare l´idea di Gesú portatore di un messaggio di amore e di un certo distacco da una legge mosaica considerata troppo “cruda” dai gentili.

    Non capisco peró quando dici che i testimoni mentono…so che sei uno molto preciso, quindi é esplicitamente dichiarato nei vangeli o é una tua interpretazione? Perché altrimenti stai facendo un maneggiamento.

    Sono d´accordo con te che la conoscenza della legge mosaica possa indubbiamente aiutare ad interpretare e risolvere alcune “contraddizioni”…tuttavia, in alcuni casi credo che la logica da sola sia sufficiente.

    Mi spiego, ad esempio Gesú venne battezzato, ma se il battesimo é l´atto di purificazione e Gesú é Dio…di cosa deve purificarsi? Ovviamente qui é la storia che ci aiuta, perché é un dato di fatto che la natura di Gesú (umana o divina) venne decisa per alzata di mano…dopo di che, gli altri furono considerati eretici…nonostante ció la contraddizione rimane.

    1. Carlo, ti ringrazierei anche io per la tua risposta, ma mi pare di aver chiesto quali e dove stiano le prove dell’episodio inserito a posteriori.

      Anche il Battista aveva gli stessi dubbi, comunque, infatti disse a Gesù: “dovresti essere tu a battezzare me, non io te”, perché si è posto il tuo stesso quesito. Evidentemente non c’è contraddizione, altrimenti l’autore biblico neanche avrebbe specificato questa cosa. Ciò significa che Gesù ha comunque dovuto essere un esempio, per farci ricordare che comunque è stato anche uomo. Il battesimo di Giovanni, tuttavia, non è stato lo stesso battesimo successivo che si sarebbe poi fatto nel nome di Gesù. Infatti lo stesso Cornelio era informato solo del “battesimo di Giovanni”, quindi il battesimo di Giovanni è differente dal battesimo succesivo nel nome di Gesù. Gesù non è stato battezzato “nel suo stesso nome”. Questo si che sarebbe stata una contraddizione! Gesù ha dovuto mostrare un esempio che gli altri avrebbero dovuto seguire: tanto più Gesù si è battezzato (battesimo che oltretutto non salva, ma è solo una dichirazione pubblica di fede), quanto devono farlo coloro che credono in Lui.

      Nel mio intendimento non vedo contaddizione, forse è un limite tuo, non mio.

  7. Ciao Daniele,
    non sono sicuro che comprendo a pieno a chi é rivolto questo articolo. Ad ogni modo, sono d´accordo con te sul fatto che che il vecchio testamento sia stato utilizzato per giustificare il fatto che Gesú fosse il messia.

    Peró se le basi sono solide, il tetto é un po´ traballante (anche questo é possibile tecnicamente), considerando le contraddizioni interne agli stessi vangeli (nato a betlemme o a Nazaret? la famiglia si spostó in Egitto o no? Davvero 14 generazioni lo separavano da Davide? etc…)

    Inoltre, il “cambiamento di mobili” fu fatto giá molto tempo addietro…

    Mi spiego meglio. Dando per assodato che Gesú era un rabbino ortodosso che predicava la fine del mondo che non arrivó neanche dopo la sua morte, era chiaro che gli ebrei non lo avrebbero mai accettato come messia. Peró i “gentili” forse potevano essere convinti. Come? Abolendo molte di quelle abitudini della tradizione ebraica (ad esempio circoncisione, sabbath, carne di maiale…) che urtavano di piú la sensibilitá dei gentili.

    Gesú era un ebreo e tu mi potrai insegnare che non c´é nessuna traccia nei vangeli (almeno in quelli riconosciuti dalla chiesa) che lui abbia mai rinnegato tali insegnamenti, anzi li predicava.

    In altre parole il mescolamento di carte accadde giá ai tempi di Paolo.

    1. Shalom Carlo, grazie per il tuo gradito intervento.

      Il tetto di questo palazzo non è traballante per problemi propri, ma perché sono gli altri a vederlo così. Per quel che mi è dato di sapere e capire, il NT non ha contraddizioni.

      Nato a Betlemme o a Nazaret? Ebbene, Gesù è nato a Betlemme, ma ha vissuto a Nazareth. Se veniva chiamato “Gesù di Nazareth” non si vuoleva intendere che vi fosse nato.
      La famiglia si spostò in Egitto per evitare il massacro dei bambini, dato che Erode non aveva autorità oltre i confini di Israele. Il conteggio delle generazioni è inoltre esatto perché la discrepanza nasce da una lettura errata della lista delle generazioni. La lista va contta da Abramo a Davide, da Davide a Ioiachin (o Ieconia) e da Ioiachin a Giuseppe. Cioè, se fossero davvero questi i problemi da risolvere…

      Sì, il cambiamento dei mobili fu fatto da molto tempo, e dagli stessi farisei.
      Gesù non ha mai predicato la “fine del mondo” per come la intendiamo noi. Lui ha predicato l’amore; ma se ha parlato di “fine del mondo” queste sono state profezie legate alla “fine del suo mondo contemporaneo” attraverso la distruzione dle Tempio. Le profezie di Gesù si concentravano proprio su questo, che sarebbe avvenuto entro una generazione (40 anni). E’ vero, molti ebrei non lo hanno accettato, ma è altresì vero che a migliaia lo accettavano eccome, compresi molti farisei e sacerdoti.
      Gesù, inoltre, non ha abolito nulla e lo ha persino detto. Gesù è stato un perfetto osservatore della legge ebraica e il Suo compito è stato quello di recuperare le pecore perdute di Israele, cioè quegli ebrei (di Israele, appunto, non i gentili) che avevano abbandonato il culto di YHWH o si erano dati alla tradizione farisaica che annullava le Scritture. La circoncisione, le carni sacrificate agli idoli, il sangue e gli animali non dissaguati (legge noachica) sono state le uniche cose impsote ai gentili, mentre riguardo le altre leggi e costumi ebraici, ai gentili è stata data la facoltà di aderivi o meno. Cioè, ai gentili non è stato vietata la circoncisione, piuttosto gli è stata resa facoltativa. Chi voleva circoncicersi bene, chi no va bene uguale.

      Gesù non ha mai rinnegato nulla. E’ nato, vissuto, morto e risorto da ebreo.

      Il mescolamento delle carte avviene al tempo dei “padri della chiesa”, che hanno dato il via alla grande apostasia di cui parlano le profezie escatologiche.

      1. Grazie per la risposta, Daniele.

        Anche sulla predicazione dell´amore credo che qualche “rimaneggiamento” sia stato fatto.

        E´ appurato che l´episodio de “chi non ha peccato scagli la prima pietra” sia stato inserito a posteriori, proprio per risolvere questa contraddizione tra un Gesú portatore di un messaggio d´amore e il suo rispetto della legge ebraica (in altre parole, quella donna doveva essere lapidata…e lui ne sarebbe stato d´accordo)

        inoltre, mi perdonerai se non ricordo a memoria i riferimenti (sono sicuro che tu li riconoscerai in 2 secondi), ma mi ricordo due episodi che sono anche un po´in contrasto con il messaggio d´amore…in uno lui dice che é venuto per “separare le famiglie” in un altro, non voleva parlare con una donna (ci riuscí al terzo tentativo e per intercessione) solo perché non era ebrea.

        Ora, non dico che non ci sia un messaggio d´amore in gesú…peró delle contaddizioni le vedo.

        1. In relazione alla lapidazione, credo che non ci fossero i presupposti per condannare la donna. Perché qualora avesse realmente commesso adulterio (cosa mai avvenuta dato che la donna fu presa come capro espiatorio per mettere alla prova Gesù), per essere condannata era necessaria non solo la presenza dell’amante, ma soprattutto di almeno 2 o 3 testimoni. I presunti testimoniano di aver còlto in fallo la donna, ma in realtà mentono. Quindi, al di là dell’amore o dei presunti rimaneggiamenti, Gesù ha semplicemente applicato la legge: niente testimoni, niente amante… niente condanna.

          Le contraddizioni nascono quando non si ha una visione globale della legge mosaica. Altrimenti tutto è molto semplice da risolvere.

          Shalom

  8. In effetti la Bibbia può essere paragonata ad un palazzo. Un palazzo che per costruirlo ci sono voluti centinaia e centinaia di anni , costruito insomma da generazioni diverse, solo che ognuna di queste generazioni oltre ad impreziosirla con nuovi arredi( quello che è posto alla fine è senza dubbio il vero capolavoro di tutto il palazzo, vale a dire il nuovo testamento) , hanno anche messo mano su quello che già era costruito adattandolo ai nuovi tempi. Un palazzo che somiglia anche in modo davvero impressionanti ad altri molto più antichi come L’ Epopea di Gilgames. E poi diciamo la verità un palazzo costruito in uno stile davvero indecifrabile, visto che ognuno ci vede quello che vuole, c’è chi ci fonda una religione, chi un’altra ancora e chi è convinto che sia stato costruito dagli alieni.

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