Ruàch (spirito) è un sostantivo ebraico femminile ma tradotto al maschile. Perché?

ruach-pneuma-001_2Da qualche giorno ho ripreso a lavorare alla traduzione della Genesi, in particolare sto concentrando il mio lavoro alla stesura del commentario ed analisi del testo del primo capitolo.

In questo articolo vorrei condividere un piccolo estratto del suddetto commentario circa l’analisi del termine ruàch, sostantivo femminile che tuttavia viene tradotto al maschile.

Ruàch è quel termine che ha per affine il greco pneuma e ricorre centinaia di volte. L’idea che vuole trasmettere è «aria in movimento» e in tutta la Bibbia si riferisce sempre ad un qualcosa che riguarda la sfera dello spirituale, i sentimenti, l’intelletto, i doni e talenti artistici, la ragione, per estensione il vento, gli odori e la vita degli uomini e animali. Per non destare a equivoci, la ruàch (sostantivo femminile) mai ha a che fare con qualcosa di materiale. Per maggiori approfondimenti si consiglia di prendere visione del dizionario Koehler & Baumgartner.

Sembra esserci una spiegazione per la quale viene usata una parola femminile per designare la presenza di Elohìm che tradizionalmente viene tradotta con il maschile “spirito”. Il Salmo 33:6 dice che Elohìm creò mediante la Sua Parola e la sua Ruàch; Egli diede dunque inizio alla creazione e alla vita come una madre sebbene la Scrittura designa Dio come “Padre”. Questo indica l’identità duale del Creatore, non che fosse maschioeffemmina, cioè androgino, ma che essendo Spirito (Giovanni 4:24) e non materia non possiede un genere sessuale come per le creature viventi della Terra che procreano in maniera autonoma, ma nel senso che è sia il “Padre” della Creazione che “Madre” della natura. È interessante notare, invece, che nel greco della Septuaginta e del Nuovo Testamento, viene utilizzato il corrispondente pneuma che questa volta è di genere neutro. Il genere neutro, nel greco come per il latino, non indica un genere sessuale specifico, quindi pneuma rende più l’idea dell’asessualità di Elohìm in quanto pur essendo sia “Padre” che “Madre” non è né maschio né femmina né maschioeffemmina. La figura materna di Dio, poi, appare in tutto il suo tenero amore in un passo di Osea 11:1-4.

Proprio con il femminile vengono collegati alcuni attributi di Dio. Esodo 34:6 ci parla di «Elohìm misericordioso e pietoso» e nel testo ebraico suona rachùm vechannùn, letteralmente «pietoso e grazioso», ed entrambi derivano dalla radice rechém che significa «seno materno».

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