Può Dio pentirsi e cambiare idea?

04_independence_day_bluray

«Poiché io, Yahwéh, non cambio; perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete ancora consumati». Malachia 3:6

«Dio non è un uomo, da poter mentire, né un figlio d’uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?». Numeri 23:19

 «Colui che è la gloria d’Israele non mentirà e non si pentirà; egli infatti non è un uomo perché debba pentirsi». 1Samuele 15:29

Da come si può evincere dalla lettura dei versi sopra citati, Dio è immutabile e sia la Sua natura che il Suo carattere non cambiano. Anche la domanda posta come titolo di questo articolo (estratto dal mio libro Il Libro delle Non Contraddizioni Vol. 1) dovrebbe far riflettere, perché Dio può tutto.

«Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre» Ebrei 13:8.

Altri passaggi come quelli che elencherò tra breve, parlano di Dio che decide di abbandonare delle intenzioni di giudizio su una nazione o un gruppo di persone, principalmente per effetto di motivazioni legate dall’intervento di un intercessore o dal pentimento sia di un singolo individuo che di un’intero gruppo di persone. Questo porrebbe quindi una contraddizione con il presunto e mutevole cambiamento di pensiero da parte di Dio?

«E Yahwéh si pentì del male che aveva detto di fare al suo popolo». Esodo 32:14

«Ora, cambiate le vostre vie e le vostre azioni, date ascolto alla voce di Yahwéh, Elohìm vostro, e Yahwéh si pentirà del male che ha pronunciato contro di voi». Geremia 26:13

 «Ezechia, re di Giuda, e tutto Giuda lo misero a morte? Ezechia non temette forse Yahwéh, e non supplicò Yahwéh al punto che Yahwéh si pentì del male che aveva pronunciato contro di loro? Ma noi stiamo per compiere un male gravissimo a nostro danno». Geremia 26:19

«Elohìm vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità, e si pentì del male che aveva minacciato di far loro; e non lo fece». Giona 3:10

Dalla Scrittura sappiamo che Dio, nella Sua santità e giustizia, dovrebbe punire il peccato e che la Sua punizione decretata per il peccato è la morte (Genesi 2:15-17; Romani 6:23). Ma sappiamo anche che Dio è pieno di grazia e misericordia, perché perdona gli uomini che si pentono di essersi comportati in maniera, come dire, poco ortodossa nei Suoi confronti e nei confronti del prossimo (Esodo 34:6-7). L’equilibrio tra questi due aspetti della natura di Dio può essere meglio riassunto nel passaggio di Geremia 18:7-8:

«A un dato momento io parlo riguardo a una nazione, riguardo a un regno, di sradicare, di abbattere, di distruggere; ma, se quella nazione contro la quale ho parlato si converte dalla sua malvagità, io mi pento del male che avevo pensato di farle».

I seguenti brani sono stati utilizzati anche per accusare Dio sul fatto che la Sua “presunta” preconoscenza dovrebbe impedirgli di fare, dire e pensare cose di cui potrebbe pentirsi dopo. E ribadisco per l’ennesima volta che “Dio può tutto” e i Suoi pensieri sono un eterno mistero:

«Yahwéh si pentì d’aver fatto l’uomo sulla Terra, e se ne addolorò in cuor suo». Genesi 6:6

«“Io mi pento di avere stabilito Saul re, perché si è allontanato da me e non ha eseguito i miei ordini”. Samuele ne fu irritato e gridò a Yahwéh tutta la notte». 1Samuele 15:11

Da nessuna parte nella Bibbia si dice che Dio non sia emotivo, né che tantomeno non possa esserlo. Ricordiamo che è l’uomo ad essere stato fatto per mezzo dell’immagine di Dio e di conseguenza l’uomo ne ha ereditato le caratteristiche, tra cui anche i sentimenti e gli stati d’animo. Se Dio non avesse sentimenti non “amerebbe”. Il problema è che l’amore di Dio non è paragonabile nemmeno lontanamente all’amore che intendono gli uomini. In realtà, le emozioni sono spesso attribuite a Dio nel linguaggio antropomorfico o antropopatico[1].

Passaggi come i due precedenti mostrano semplicemente le relazioni emotive che Dio mostra verso coloro che Egli ha creato a Sua immagine e che peccano. Queste non sono espressioni del tipo “chi me lo ha fatto fare? Non potevo pensare di creare qualcos’altro al posto dell’uomo?”. Tutto il contrario! La sofferenza di Dio proviene dalla disobbedienza e dalla malvagità, risposta che l’uomo dovrebbe aspettarsi quando commette peccato. Ancora una volta ciò non indica un cambiamento della Sua natura e del Suo carattere; in realtà è proprio la Sua sacra natura che esige questa risposta di dolore. Da creatura qual è l’uomo, quest’ultimo dovrebbe rendersi conto che tali conseguenze di pensiero mutevole di Dio sono associate dalle nostre decisioni morali. La Scrittura è abbastanza chiara su tale questione (Galati 6:7). Eppure, l’abbandono di certi pensieri premeditati contro qualcuno o qualcosa è in molti casi quella voce della compassione e misericordia di un Dio che estende la propria pazienza verso le creature peccaminose che hanno bisogno della grazia e che in fin dei conti non sono altro che «vermiciattoli» (Giobbe 25:6) fatti di «carne» (Genesi 6:3).

Il carattere di Dio è immutabile. Tuttavia egli può cambiare così come Egli possa scegliere di rispondere alle azioni di un singolo individuo o di nazioni intere. Dio può!

[1] Antropopatìa: attribuzione di sentimenti umani a Dio. Notando che Dio è Spirito e non ha sentimenti paragonabili, per magnificenza, a quelli degli esseri umani, questo è un modo da parte dei critici per affondare di più la questione che è Dio ad essere a immagine e somiglianza degli uomini e non il contrario. Il termine Antropopatìa è di origine greca, formata da due termini [anthropos] uomo, e [pathos] affetto, passione. I principali sentimenti attribuiti a Dio come sentimenti antropopatici sono: il pentimento (Genesi 6:6), la gioia (Deuteronomio 28:63) e tanti altri ancora legati ai sentimenti scaturiti dallo Spirito (che può contristarsi, Il Mezzosangue).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.