BRANI CONTROVERSI DELLA BIBBIA: esempio di “lettera della Legge” e “spirito della Legge”

Attraverso Esodo 21:17 sappiamo che Mosè ha sancito una clausola secondo la quale «chi maledice suo padre o sua madre dev’essere messo a morte». Il brano parla chiaramente di «condanna a morte», per cui alla LETTERA siamo indotti a comprendere che un figlio stolto doveva essere giustiziato, magari mediante una pubblica ed umiliante esecuzione.
 

Tuttavia, la Scrittura attribuisce alla parola «morte» (ed anche alla parola «maledizione») un ventaglio di concetti o sensi, non necessariamente tutti letterali, perché è ormai noto che la sola interpretazione letterale (PSHAT) della Scrittura appartiene solo agli sciocchi (TIPESH).[1]
 
Per contro, in Proverbi 20:20 è altresì scritto che: «chi maledice suo padre e sua madre, avrà la lucerna spenta nelle tenebre più fitte». Qui i Proverbi non parlano più di «morte», eppure argomentano la medesima maledizione nei confronti dei propri genitori con una “poesia” un po’ differente.
 
Un esempio biblico di cattivo comportamento nei riguardi della propria madre o padre lo incontriamo in 1Corinzi 5:1, dove è scritto che nell’assemblea di Corinto «vi è […] fornicazione [alias, prostituzione, da porneia], una tale fornicazione che non si trova neppure fra i pagani; al punto che uno [cioè un figlio] si tiene la moglie di suo padre!». Ebbene, un caso simile ancora più antico di quello esposto dall’apostolo Paolo è Ruben, che si coricò con la concubina del proprio padre Giacobbe. Ruben, che profanò il letto del proprio padre, non fu condannato letteralmente a morte – come potrebbe far pensare la legge mosaica – ma fu privato del diritto alla primogenitura (sebbene sia stato comunque inserito nella lista generazionale [toledòt] dei patriarchi). A Ruben, disonorando il padre, gli fu tolto l’onore della primogenitura perché non se la meritò più a causa di questo atto ignobile. Questo per lui fu così drammatico che si sentì morire nello spirito. Lo stesso Giacobbe, poco prima di morire, riservò per lui parole di solo ammonimento e nessuna berakàh (benedizione) in particolare.
 
Lo SPIRITO della Legge è meglio spiegato nei Proverbi sopra citati e nel commento/sentenza successiva che Paolo aggiunge nei confronti della condotta di questo giovane perverso che ha avuto rapporti sessuali con la moglie del proprio padre (probabilmente non la madre naturale). Paolo, da grande conoscitore ed osservatore della Torah, non applicò alla LETTERA il brano di Esodo 21:17, ma lo applicò secondo il principio (SPIRITO) espresso nei Proverbi: «ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana [cfr. lucerna spenta nelle tenebre più fitte], per la rovina della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù» (1Cor 5:5).
 
Entrambi i brani di Esodo (in particolare) e Proverbi vengono rievocati poi dagli evangelisti Matteo (15:4) e Marco (7:10).
 
Ebbene, il figlio che disonorava i genitori (in un modo o nell’altro), doveva essere «messo a morte», cioè doveva essere messo «al bando»; vale a dire, escluso dall’assemblea considerandolo come morto (una sorta di “ostracismo”). Il giovane empio andava abbandonato alla scelleratezza della sua perversità, abbandonato non letteralmente “a Satana”, ma a quei principi “satanici” (di opposizione) che contrastavano con la santità di condotta previsti dalla sana dottrina (cfr. 1Tim 1:10), finché la solitudine e il senso dell’abbandono non lo avrebbero indotto a schiarirsi le idee, fare degli esami di coscienza, chiedere perdono a Dio, pentirsi per poi essere riaccolto CON AMORE – e senza aver alcunché di rinfacciato – nell’assemblea dei santi.
 
Bisogna fare molta attenzione, perciò, alla differenza che sussiste fra LETTERA e SPIRITO della Legge/Istruzione/Torah.
Nota
[1] Le parole PSHAT e TIPESH sono la stessa parola con alcune lettere invertite nel loro ordine. Focalizzarsi solo su questo livello di approccio alle Scritture (ne esistono altri 3), fa diventare dei perfetti idioti sia spirituali che intellettuali.

3 Risposte a “BRANI CONTROVERSI DELLA BIBBIA: esempio di “lettera della Legge” e “spirito della Legge””

  1. Visto che si parla di brani controversi della bibbia, avrei una domanda da farti visto che tu conosci i testi originali, la domanda riguarda il brano del vangelo di Matteo 16,18-19

    18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

    I cristiani giustificano il papato dicendo il che il papa è il sucessore di Pietro mentre altre confessione cristiane lo negano, ma cosa dicono i testi originali?

    1. Salve Giuseppe, questo sarà un argomento che affronterò in un prossimo video. Per cui ci terrei che come commento si discutesse sul tema affrontato nell’articolo. Nella sede più adatta si parlerà dell’agomento che hai sollevato. Sono sicuro che comprenderai.
      Ti dico solo che il gioco di parole che ha luogo in questo brano della Scrittura è solo fortuito, perché è un gioco di parole greco (petros-petrai). Questo gioco di parole avrebbe il suo senso qualora Gesù avesse parlato a Pietro in greco, mentre in realtà deve aver detto queste parole in ebraico o aramaico. Quali parole avrebbe potuto adottare Gesù nella sua lingua che, per ovvimotivi, non era il greco?
      Se hai pazienza, dovrai attendere che ne parlerà in un video futuro, altrimenti prossimamente uscirà il mio nuovo libro dove parlo proprio di questo argomento con dovizia di particolari e dettagli. Infine, le origini del papato basate su questo brano biblico sono del tutto illegittime. Gesù ha conferito a Pietro solo l’autorità di fondare la Chiesa “madre” a Gerusalemme, quale quartier generale di tutti i cristiani circoncisi.

      1. Ok grazie attenderò il video e il libro, saluti. Scusa se ho scritto quà ma mi sembrava rispetto agli altri articoli il posto più giusto.

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