Elohìm ha realmente accorciato la vita agli uomini oppure si tratta di un semplice “conto alla rovescia”?

Diluvio universale. Primo notevole tentativo di battesimo; risciacquò i peccati (e i peccatori) del mondo.
Diluvio universale. Primo notevole tentativo di battesimo; risciacquò i peccati (e i peccatori) del mondo.

La Bibbia sembra contraddire se stessa in Genesi e nei Salmi quando si parla delle aspettative di vita dell’uomo. Leggiamo i passi che ci interessano:

«E disse Yahwéh: “Non contenderà ruàch mio in terrestre in perpetuo, che inoltre lui carne, e essere giorni suoi un centinaio e venti anni”» Gn 6:3 [1]

 «I giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni; o, per i più forti, a ottant’anni; e quel che ne fa l’orgoglio, non è che travaglio e vanità; perché passa presto, e noi ce ne voliamo via» Sl 90:10

La presunta contraddizione presente in questi due versi ha a che fare con la durata della vita sulla Terra di una persona, vale a dire i suo anni complessivi di esistenza. Il passaggio in Genesi sembra indicare che all’essere umano non viene più concesso di vivere oltre i 120 anni di età; mentre il passaggio del Salmo sembra limitare questo intervallo di tempo a 80 anni «per i più forti» e a 70 anni per la gente “meno forte”.

Nel contesto di Gn 6:3 Mosè ha parlato dell’enorme male nel mondo che incombeva durante l’epoca di Noè. Egli ha sottolineato la peccaminosità della gente in termini molto forti:

«E vide Yahwéh che la malvagità degli uomini era grande sulla Terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. Yahwéh si pentì d’aver fatto l’uomo sulla Terra, e se ne addolorò in cuor suo. E disse Yahwéh: “Io sterminerò dalla faccia della Terra l’uomo che ho creato: dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti”. Ma Noè trovò grazia agli occhi di Yahwéh» Gn 6:5-8

La gravità di peccato dell’uomo si tradurrebbe con il giudizio globale di Dio. A causa della sua depravazione scaturita dalla presenza dei Nephilìm sulla Terra, l’essere umano e gli animali furono annientati da Dio. Tuttavia, che colpa avrebbero potuto avere gli animali? Ci ritorneremo tra poco.

In questo contesto possiamo osservare che Gn 6:3 non affronta la durata del tempo di vita concessa a un essere umano, ma piuttosto indica la potenza di Dio nella sua ira. Dio stava permettendo che anche le persone più malvagie potessero avere un tempo a disposizione per ravvedersi e pentirsi dei misfatti prima che Egli potesse giudicare la Terra con il cataclisma del Diluvio Universale. La Genesi dice che «Noè fu un uomo integro […] e trovò grazia agli occhi di Yahwéh». Proprio durante il periodo in cui Noè fu “graziato”, egli fu un predicatore di giustizia, per cui nell’ultimo periodo prima del Diluvio, l’umanità corrotta ebbe modo di udire la predicazione di salvezza da parte sua, ma non sappiano né chi né quanti si presentarono all’appello della chiamata di Yahwéh. Ma sappiamo che dentro l’arca vi entrarono solo Noè e la sua famiglia e possiamo appurare che neppure uno degli uomini malvagi si convertì a quel Divino richiamo.

Nel contesto del Sl 90:10 Mosè pregò per la misericordia di Dio sugli esseri umani che vivono in un mondo maledetto pieno di peccato. Egli poté riflettere sulle caratteristiche eterne di Dio e li contrastava con l’esistenza limitata dell’uomo. L’uomo a causa del peccato e della disobbedienza ha portato su di sé il giudizio e l’ira di un Dio Santo.

«Poiché siamo consumati per la tua ira e siamo atterriti per il tuo sdegno. Tu metti le nostre colpe davanti a te e i nostri peccati nascosti alla luce del tuo volto» Sl 90:7-8

Mosè ci informa che la durata di vita media di un uomo della sua epoca si aggirava tra i 70 e gli 80 anni, anche se lo stesso Mosè superò di gran lunga questa fascia d’età. A motivo di questo intervallo di tempo lo scrittore disse «insegnaci dunque a contare bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio» (Sl 90:12), il che significa che l’uomo dovrebbe vivere i suoi giorni in saggezza e nella santità con lo scopo principale di compiacere a Dio durante gli anni di vita che gli vengono concessi. Dio offre un tempo limitato all’uomo e sta a quest’ultimo farne buon uso.

Il passaggio di Genesi mette in evidenza la pazienza che ha Dio nel concedere all’uomo del tempo [prezioso] per ravvedersi. Non tanto si parla di età anagrafica e quindi di accorciare la vita dell’uomo – perché Dio non accorcia la vita, piuttosto vorrebbe prolungarla (Es 20:12; Dt 5:16 passi ricordati anche da Matteo[2], Giovanni[3] e l’Epistola agli Efesini[4]) – ma si parla di un tempo stabilito, vale a dire che dal momento in cui Dio sancì “i 120 anni” voleva significare che da quel momento in poi l’uomo avrebbe avuto ancora altri 120 anni di tempo a disposizione per ravvedersi, prima che facesse diluviare sulla Terra. Quindi, se dovessimo considerare l’affermazione della Genesi come un reale accorciamento della vita umana in relazione all’affermazione del Salmo e degli altri passi evidenziati, allora la Bibbia si contraddirebbe ad occhi chiusi e cesserebbe subito di essere infallibile. Che motivo avrebbe Dio di accorciare la vita se allo stesso tempo vorrebbe prolungarla? Infatti, in Esodo 6 si afferma che Amran (il padre di Mosè), Keat (il nonno) e Levi (il bisnonno) sarebbero vissuti rispettivamente 137 anni, 133 anni e 137 anni, quindi un’età ben superiore agli standard dei 120 anni prefissati da Dio nella Genesi. È chiaro quindi che non si tratta di un “accorciamento della vita”, ma di un tempo messo a disposizione prima che Dio potesse avviare il Suo giudizio. Proprio nell’arco di questi ultimi 120 anni prima del giudizio (Diluvio), Noè e i suoi figli ebbero il tempo materiale necessario per costruire l’arca e tra una “pausa pranzo” e l’altra Noè si sarebbe potuto dedicare alla predicazione della salvezza.

Un altro aspetto da considerare è che dopo il Diluvio, i discendenti dei figli di Noè effettivamente ebbero una vita più breve rispetto ai loro padri, infatti si legge che la vita si accorciava sempre di più, dai 500, 400, 300 anni e così via; ma il passo di Gn 6:3 non implica ad un accorciamento della vita poiché non se ne menziona né il termine né il concetto in sé. Lo stesso Abrahamo visse 175 anni il che andrebbe contro questi stessi standard presumibilmente fissati da Dio. Si legge quindi che la vita di una persona può dipendere anche dalla propria “forza”, diremmo “sana e robusta costituzione” anche in età avanzata, infatti ancora oggi vi sono persone che superano il secolo di vita ed è stato dimostrato che questa longevità può dipendere soprattutto da una sana alimentazione con altrettanti cibi sani e dall’assenza di inquinamento sia nell’aria che negli stessi cibi. Si legge anche che noostante Mosè morì molto vecchio, il suo corpo era ancora vigoroso. Probabilmente Mosè faceva parte di coloro che effettivamente erano “più forti” e ceh vivevano più a lundo dei “meno forti”. Ma veniamo al dunque. Perchè all’uomo fu ridotta la vita? O meglio, perchè all’uomo gli si accorciarono gli anni di vita? Come è potuto accadere se non è stato Dio a farlo?

Se leggiamo con attenzione, dopo il Diluvio all’uomo viene permesso di mangiare carne, probabilmente questa nuova dieta avrebbe potuto compromettere la salute degli esseri umani, tanto da ridurre gradualmente l’età media di vita dell’essere umano. Quest’accorciamento di vita sarà dovuto dall’abuso di questa nuova dieta, per cui ancora oggi potremmo ripagarne le conseguenze. Chissà quanto durerebbe la nostra vita se Dio non avesse mai permesso una dieta a base di carne? Si sostiene che i vegani e i vegetariani vivano meglio rispetto agli onnivori (ci tengo a precisare che non sono né vegetariano né vegano, quindi parlo in maniera del tutto imparziale, sportiva, da onnivoro dalla mente aperta), quindi se l’umanità intera iniziasse ad abituarsi alle proprie origini alimentari, con il tempo l’uomo stesso potrebbe scoprire il segreto del reale “siero della lunga vita”. Una sana alimentazione prima di tutto. Adesso non voglio dire che se di punto in bianco decidessimo di non mangiare più carne la nostra vita si allungherebbe, affatto. Per fare in modo che ciò avvenga, sicuramente dovranno trascorrere almeno e ribadisco, almeno 1000 anni prima che il nostro organismo possa man mano decontaminarsi e purificarsi, in modo che i nostri discendenti futuri potranno ereditare questa “purezza” fisica e iniziare a vivere più a lungo rispetto ai loro padri (noi). È tutta una questione cromosomica e/o genetica in generale perché l’uomo potesse ripristinare le proprie condizioni di vita salutari. Oggi l’uomo è una creatura erbivora auto-naturalizzata in carnivora, e per diventare ciò che era in principio, dovrà trascorrere molto tempo e soprattutto perseverare ad una sana alimentazione. Questo è chiaro che è solo un’ipotesi che personalmente non trascurerei!

Dopo un esame attento dei versetti analizzati, possiamo asserire che questi passaggi ci offrono delle informazioni davvero importanti circa la durata di vita degli esseri umani e del giudizio che ciascun uomo dovrà affrontare quando il tempo a sua disposizione – o conto alla rovescia –sarà scaduto. A prescindere dal fatto che l’uomo possa vivere 80, 120 o 200 anni, anno più anno meno, il suo tempo sulla Terra è davvero molto breve e prezioso considerata la prospettiva eterna di Dio.

La brevità della nostra vita dovrebbe essere in grado di metterci in quelle condizioni mentali affinché ognuno di noi possa esaminare la propria condizione spirituale per poter costatare se si è davvero pronti a trascorrere l’eternità con Cristo oppure la separazione eterna da Lui all’inferno. La Bibbia non si contraddice!

__________________________

[1] Gbl 5:8: «Il mio Spirito non starà, per sempre, negli uomini dato che essi sono (di) carne. E sia, il loro tempo, di centoventi anni».
[2] Mt 19;19.
[3] Gv 5:23.
[4] Ef 6:2.

4 Risposte a “Elohìm ha realmente accorciato la vita agli uomini oppure si tratta di un semplice “conto alla rovescia”?”

  1. Ciao Daniele , in merito al tema che hai trattato nutro non pochi dubbi alla luce della lettura Biblica.
    Il primo dubbio consiste nell’esortazione di Paolo (non so’ in che punto di preciso) a mangiare qualsiasi cosa dopo aver ringraziato opportunamente Dio, carne compresa. Ma di astenersi dal mangiarla solo nel caso in cui il farlo provocherebbe un danno alla coscienza di un fratello che non ha una fede sufficiente e ne rimarebbe di conseguenza offeso o ferito. L’unica esortazione fatta da Paolo e’ di non mangiare carne sacrificata agli idoli o soffocata.
    il secondo dubbio consiste nel fatto che Gesu’ non era vegetariano e non ha mai detto nulla in merito a questo argomento.
    La terza e’ che la medicina attraverso delle ricerche serie e puntigliose non e’ riuscita a dimostrare ad oggi la salubrita’ del veganismo e del vegetarianesimo come stili di vita da adottare . Invece e’ riuscita a dimostrare che a lungo andare questi tipi di dieta possono nuocere alla salute di chi li adotta in quanto carenti di vitamina b12 essenziale all’organismo umano.
    Vegetarianesimo , veganismo e fruttarismo mi sembrano stili di vita adottati da chi e’ immerso in movimenti new age di purificazione del corpo e dello spirito.. Addirittura ho sentito parlare di chi si nutre solo del prana o energia contenuta nella luce e nell’aria.
    Forse non ho colto il fulcro di quello che realmente volevi dire ma mi e’ un po puzzato da NEW AGER.

    1. Ciao Matteo, premetto col dire che non sono un “new ager”, non sia mai. Sono onnivoro di tutto punto.
      Nel mio studio ho solo cercato di affrontare un piccolo dettaglio riguardo al pensiero biblico antico (prima di Cristo) circa l’alimentazione.
      Per il resto concordo con te.

  2. questa versione è parecchio alterata, non c’è scritto “yhw”, c’è scritto Elohim… Yahweh saltò fuori al tempo di Enoch, e non è stato certo lui a creare gli Adam…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.