Yeshùa, il signore dello Shabbat

Cosa voleva dire Yeshùa con l’affermazione che «il Figlio dell’uomo è il signore dello Shabbat»? Cosa può significare questo per i cristiani non osservanti le pratiche religiose ebraiche?

I capi religiosi arrabbiati

Yeshùa fece molte cose che destarono la rabbia dei capi religiosi del suo tempo. Eppure anche lui era molto arrabbiato con loro: questa si chiamava “giusta indignazione”, poiché i capi religiosi (Scribi e Farisei) avevano reso lo Shabbat un peso così opprimente che inevitabilmente la maggior parte degli ebrei temevano l’avvicinarsi di questo fatale giorno. Lo Shabbat era diventato un giorno di stress piuttosto che un vero e proprio giorno di relax e santificazione. Questo è molto tragico perché Yeshùa ha detto che «lo Shabbat è stato creato per l’uomo e non l’uomo per la Shabbat. Quindi il Figlio dell’uomo è signore anche dello Shabbat» (Mc 2:27-28). Ciò che Yeshùa intendeva dire è che lo Shabbat è fatto per l’uomo e che è destinato al nostro bene. Dio sa che siamo polvere e capisce quanto siamo fragili (Sl 103:14) e conoscendoci, da quando ci ha creati, sa che dobbiamo riposare almeno un giorno la settimana. Dio non ha mai pensato né voluto che lo Shabbat diventasse un peso, ma è quello che invece avevano fatto i capi religiosi ai tempi di Yeshùa. Hanno fatto sembrare questo giorno come un cammello appesantito da ogni fardello immaginabile. In effetti, avevano aggiunto centinaia di altre tradizioni umane (le cosiddette takanòt) – che consideravano uguali o, in alcuni casi, maggiori della Torah – che non erano nel comando originale della legge mosaica. Questo era esattamente il contrario di ciò che Dio aveva inteso per lo Shabbat.

Yeshùa ha creato lo Shabbat

Quando qualcuno crea qualcosa, non è forse il proprietario legittimo di questo qualcosa? Quando Yeshùa disse che il Figlio dell’uomo è il signore dello Shabbat, la parola signore indica i diritti e la proprietà sovrani, quindi chi può dire a Yeshùa cosa può o non può fare di Shabbat? Sarebbe come se uno straniero venisse nel nostro paese mettendo in discussione il nostro sistema di leggi locali, dicendoci, secondo lui, quale dovrebbe essere il modo giusto di comportarsi. I capi religiosi verebbero in casa tua e ti condannerebbero subito per non avere una casa conforme allo standard delle loro leggi locali in materia di zone ed è esattamente ciò che hanno raccomandato di essere legale nella tua città di appartenenza; a loro interessa solo ciò che pensano dovesse essere, indipendentemente da ciò che la legge possa dire effettivamente. Ecco perché Yeshùa rimproverava spesso Scribi e Farisei, perché rendevano lo Shabbat qualcosa che nessuno avrebbe potuto osservare diligentemente, almeno secondo i propri standard (errati) di giustizia.

Fare del bene di Shabbat

Un giorno Yeshùa guarì un uomo con una mano avvizzita, allora i presenti gli chiesero: «È lecito fare guarigioni in giorno di Shabbat?» (Mt 12:10). Chiedevano questo per trovare lo spunto per accusarlo. Si noti che il loro interesse non è l’atto del prendersi cura del bisognoso, ma volevano solo trovare un pretesto per incastrarlo. Yeshù disse: «”È permesso, in un giorno di Shabbat, fare del bene o fare del male? Salvare una persona o ucciderla?” Ma quelli tacevano» (Mc 3:4). Poi aggiunse: «”Chi è colui tra di voi che, avendo una pecora, se questa cade in giorno di Shabbat in una fossa, non la prenda e la tiri fuori? Certo un uomo vale molto più di una pecora! È dunque lecito far del bene in giorno di Shabbat”. Allora disse a quell’uomo: “Stendi la tua mano”. Ed egli la stese, e la mano divenne sana come l’altra» (Mt 12:11-13).

Subito pensiamo che gli accusatori di Yeshùa avessero festeggiato per tale guarigione, ma invece no. Cospirarono contro di lui per ucciderlo (Mt 12:14). Come si può essere così duri? Volevano ucciderlo perché guariva di Shabbat anche se la legge dello Shabbat concedeva indennità per atti misericordiosi verso gli animali… ma non per gli umani? Non c’è da stupirsi: «Allora Yeshùa, guardatili tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza del loro cuore, disse all’uomo: “Stendi la mano!” Egli la stese, e la sua mano tornò sana» (Mc 3:5).

Atti di misericordia di Shabbat

Un giorno «Yeshùa attraversò di Shabbat dei campi di grano; e i suoi talmidim ebbero fame e si misero a strappare delle spighe e a mangiare» (Mt 12:1), ma quale fu la reazione dei Farisei? «Guarda! I tuoi talmidim fanno quello che non è lecito fare di Shabbat» (v.2).

Dio colloca sempre la misericordia al di sopra del sacrificio, e l’obbedienza al di sopra del grasso dei montoni, e in questo caso il presunto sacrificio che i Farisei si sono impegnati ad osservare lo Shabbat, motivo per cui Yeshùa ha detto: «Se sapeste che cosa significa: “Voglio misericordia e non sacrificio“, non avreste condannato gli innocenti; perché il Figlio dell’uomo è signore dello Shabbat» (vv.7-8). La Torah prevedeva atti di misericordia verso gli animali durante lo Shabbat e certamente per le persone, quindi Yeshùa li ammonì dicendo loro che annullavano «la parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata. Di cose simili ne fate molte» (Mc 7:13). E altrove disse: «Chi di voi, se gli cade nel pozzo un figlio o un bue, non lo tira subito fuori in giorno di Shabbat?» (Lc 14:5).

Non c’è da stupirsi se Yeshùa fosse spesso arrabbiato per la loro freddezza di cuore. A loro non importava nulla degli atti di chesed; volevano solo che gli altri mantenessero le proprie tradizioni auto-giuste, che come ho scritto prima, le rendevano uguali o superiori alla legge data sullo Shabbat.

Conclusione

Yeshùa è il signore dello Shabbat. Non possiamo giudicare gli altri per quello che fanno la domenica o negli altri giorni della settimana. Infatti, la Scrittura dice che «ognuno stima un giorno più dell’altro» e nessuno è tenuto a giudicare «quanto ai noviluni e ai sabati». Quando Dio parlva della legge dello Shabbat, la qualificava sempre con «Per te, oh Ysra’él». Inoltre, Yeshùa è il signore dello Shabbat e di tutti i giorni per quel motivo che lo Shabbat è stato fatto per noi e non noi per lo Shabbat.

Bisogna porre anche attenzione all’affermazione biblica «signore dello Shabbat», che è differente da signore del settimo giorno. Questa distinzione è molto importante comprenderla perché ci aiuta a capire il reale senso di questa signoria. Se Yeshùa fosse stato il signore del «settimo giorno» (espressione che nella Bibbia non c’è), sarebbe stato un osservatore della «lettera della Legge»; ma essendo il signore «dello Shabbat» (espressione che invece nella Bibbia c’è eccome), allora dimostra di essere stato un osservatore dello «spirito della Legge». Cosa voglio dire? Voglio dire che un cristiano o chiunque si senta di voler osservare il vero spirito dello Shabbat, non dovrebbe badare al “settimo giorno” in sé quanto a ultimo giorno della settimana, ma allo Shabbat per definizione.

Traducendo corettamente la parola ebraica Shabbat otteniamo la parola «riposo» o, più precisamente, «cessare» di lavorare. La tradizionale lettura sabato non è una vera traduzione, ma un adattamento linguistico da una lingua ad un altra. Lo stesso discorso vale per la parola greca ἐκκλησία ekklesìa: ekklesìa non significa “chiesa” ma «assemblea». La parola italiana chiesa è solo un adattamento linguistico dal greco all’italiano. E ancora, le parole מֲלְאָךְ mal’ak (ebraico) o ἄγγελος agghelos (greco) non significano “angelo” bensì «messaggero», parole che nella stragrande maggioranza dei casi, nella Bibbia, è riferita ad esseri umani. Quindi, restituendo alle parole bibliche originali il loro reale significato, il messaggio divino è più chiaro. Yeshùa non è il signore dello Shabbat-Sabato (settimo giorno), ma è il signore dello Shabbat-Riposo. E noi siamo chiamati a vivere nello Shabbat-Riposo di Yeshùa ogni giorno, non un solo giorno la settimana. Osservare lo Shabbat/Riposo è una cosa, osservare lo Shabbat/settimo giorno è un’altra cosa. Il primo denota l’osservanza dello spirito della Legge, cioè la giusta morivazione per la quale è stata istutuita la legge dello Shabbat; il secondo denota l’osservanza farisaica della lettera della Legge, un giorno che anziché rilassare stressa ancora di più! Sappiamo anche che «la lettera uccide, ma lo spirito vivifica».

Quindi, a te la scelta di come osservare lo Shabbat.

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