Yahwéh Elohìm ha realmente « maledetto » il “serpente” (Nachash)?

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Penso che un pò tutti abbiamo letto e riletto decine e decine di volte il fascino e il mistero contenuto tra le righe dei primi capitoli della Genesi: dalla misteriosa e inconcepibile Creazione dell’universo alla Creazione dell’uomo. Sappiamo anche della diatriba tra il “serpente” che riuscì a sedurre Eva che a sua volta coinvolse il buon Adam, suo marito.

Ultimamente, dati gli impegni dovuti alla stesura del mio ultimo lavoro che ho finamente pubblicato (vedi qui), ho ripreso a tradurre la Genesi da dove avevo interrotto qualche mese fa, e il Testo ebraico non smette mai di stupirmi. Tutti ricordano che Elohìm inflisse una maledizione al “serpente”, ovvero che a causa di quello che aveva fatto alla giovane coppia avrebbe trascorso tutta la sua esistenza a strisciare sul suo ventre e a mangiare la polvere del suolo. Questa, ovviamente, non è da considerare ad litteram, ma indica l’umiliazione subita da questo essere come conseguenza del suo misfatto.  Inoltre, il redattore biblico suggerisce che il “serpente” viene maledetto fra tutte le bestie e fra gli esseri viventi dei campi. A questa prima lettura il lettore comprende che per «bestie» ed «esseri viventi dei campi» si vuole far riferimento, in sostanza, agli animali: il bestiame e tutti gli animali terrestri in generale, «dei campi» appunto. Per il momento guardiamo più da vicino cosa ci suggeriscono le comuni traduzioni italiane di Gn 3:14:

«Allora Dio il SIGNORE disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, sarai il maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le bestie selvatiche! Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita» (Nuova Riveduta)

«Allora l’Eterno Iddio disse al serpente: ‘Perché hai fatto questo, sii maledetto fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali dei campi! Tu camminerai sul tuo ventre, e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita» (Riveduta)

«Allora il Signore Iddio disse al serpente: Perciocchè tu hai fatto questo, sii maledetto sopra ogni altro animale, e sopra ogni altra bestia della campagna; tu camminerai in sul tuo ventre, e mangerai la polvere tutti i giorni della tua vita» (Diodati)

«Allora l’Eterno DIO disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, sii maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le fiere dei campi! Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita» (Nuova Diodati)

«Allora il Signore Dio disse al serpente:«Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita» (CEI)

Ad una prima lettura si può notare come la Nuova Riveduta, Riveduta e Nuova Diodati siano in sintonia fra loro. Ovvero, con la preposizione semplice «fra» si vuole far intendere che «fra» tutto il bestiame e «fra» tutti gli animali dei campi, il “serpente” è l’unica creatura a ricevere la maledizione. Anche se la Diodati viene formulata un pò di versamente, «facciamo finta che» si vuole intedere, nella sostanza, la stessa cosa. Quindi possiamo dire che le prime quattro versioni vanno d’accordo «fra» loro ad esclusione della CEI che addirittura azzarda a dire che il “serpente” viene maledetto «più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche». Questo mi fa capire, almeno secondo il mio personale intendimento che può essere sbagliatissimo, che «fra» tutti gli animali che Elohìm ha maledetto, il “serpente” è quello «più» maledetto. Leggendo i versetti precedenti e quelli successivi, cioé analizzando il contesto, non si evince da nessuna parte che «il bestiame e le bestie selvatiche» abbiano commesso chissà quale colpa per meritarsi la maledizione da Elohìm, per cui, fra le cinque versioni menzionate sopra, i traduttori della CEI sembrano aver intepretato un pò in modo eccessivo il Testo ebraico perché le altre quattro traduzioni, per il principio de «la maggioranza vince», oltre che essere concordi «fra» loro si distaccano completamente dall’idea trasmessa dalla CEI.
Quindi, escludendo la CEI, consideriamo adesso le quattro versioni rimanenti.
Quello che nel Testo ebraico viene scritto chayàt, i dizionari di ebraico biblico assegnano il significato di base di «living thing», letteralmente «cosa vivente». Per estensione vengono attribuiti i significati di «wild animals, beasts of prey» (animali selvatici, animali rapaci) e «all kinds of animals» (tutti i tipi di animali). «Living thing» viene tradotto dalla Nuova Riveduta con «bestie selvatiche»; dalla Riveduta con «animali dei campi»; dalla Diodati «bestia della campagna» e dalla Nuova Diodati con «fiere dei campi». Diciamo che vogliono intendere tutte e quattro le versioni la stessa cosa che intende, per estensione, l’autorevole Koehler & Baumgartner, «wild animals, beasts of prey».
In sostanza, l’animale che avrebbe sedotto Eva è stato l’unico ad essere maledetto «fra» tutti gli altri animali. Tuttavia, la traduzione parola-per-parola di Genesi 3 a cui sto lavorando mi ha rivelato che mettendo in corretto ordine la disposizione delle parole ebraiche secondo l’idea che intende suggerire la stessa grammatica, non è Elohìm a maledire il “serpente” (nachash), in realtà sono «il bestiame del campo» e gli «esseri viventi» a farlo. Anche se a primo impatto le quattro versioni bibliche di cui sopra sembrano essere in sintonia con il contesto generale della narrazione, in realtà non è ciò che il Testo ebraico vuole suggerire realmente. Anzitutto, per «esseri viventi» si intende tutto ciò che ha alito di vita, che ha un’anima, quindi animali e uomini, e se si vuole anche le creature celesti. Inoltre, apprendendo con ulteriori approfondimenti che il “serpente” non è in realtà un rettile serpentino, ma una creatura “angelica”, si scopre che anzitutto le creature striscianti erano già state create al capitolo 1 di Genesi, a meno che dovremmo pensare che oltre al serpente, in principio esisteva una creatura originariamente provvista di arti e che Elohìm glieli tolse per farlo strisciare come un serpente. Ho approfondito il tema qui per cui non ci ritorno in questa sede.
I traduttori ufficiali generalmente ci suggeriscono in questo modo: «Poiché hai fatto questo, sii maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le fiere dei campi!» (Nuova Riveduta). Non è così! I traduttori ufficiali sembrano essere tutti condizionati da una credenza tradizionale che a loro volta gli fa tradurre come il Testo ebraico non dice. Ma vediamo più da vicino cosa ci suggerisce il Testo Masoretico:

 וַיֹּאמֶר֩ יְהֹוָ֙ה אֱלֹהִ֥ים׀ אֶֽל־הַנָּחָשׁ֘ כִּ֣י עָשִׂ֣יתָ זֹּאת֒ אָר֤וּר אַתָּה֙ מִכָּל־הַבְּהֵמָ֔ה וּמִכֹּ֖ל חַיַּ֣ת הַשָּׂדֶ֑ה

Va-yòmer Yehoāh Elohim el-ha-nnāchāsh ki āsitā zot ārur attāh mi-kol-ha-behemāh umi-kol chayàt ha-ssādeh
Il Testo ebraico non usa la preposizione  בֵּ֥ין «bein» che si traduce con «tra/fra», ma usa la preposizione «min», cioé «da» che nel Testo ebraico e nella traslitterazione di cui sopra ho evidenziato in arancione. La traslittearzione «mi» è la forma abbreviata di «min»: מִן
Behemāh indica il «bestiame» e chayàt indica gli «esseri viventi» in generale. La parola ha-ssādeh, scritta per ultimo, indica letteralmente «il-campo» ma si collega a chayàt e non a ha-ssādeh. Ecco come va tradotto:
«Siccome hai fatto questo, sei maledetto da tutto il bestiame del campo e da ogni essere vivente […]» Gn 3:14
Il Testo ci suggerisce con molta chiarezza che il “serpente” non viene maledetto da Elohìm, ma proprio dal bestiame del campo e da ogni essere vivente come se il creato vivente si fosse mosso a protestare contro il Nachash. Ciò a cui Elohìm invece si interessa in prima persona è: «[Io] pongo inimicizia fra te e fra la donna, fra il tuo seme e il Seme di lei» (v.15). Stavolta sì che viene usata la preposizione «bein» o «vein» a seconda le la consnante bet ha il puntino al suo interno [b] oppure no [v]:

וְאֵיבָ֣ה׀ אָשִׁ֗ית בֵּֽינְךָ֙ וּבֵ֣ין הָֽאִשָּׁ֔ה וּבֵ֥ין זַרְעֲךָ֖ וּבֵ֣ין זַרְעָ֑הּ

Ve-evāh āshìt beinekā u-véin hā-ishāh u-véin zareka u-vén zarāh

Ecco come emergono in superficie le rivelazioni del Testo ebraico

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