I tre giorni e tre notti della morte di Gesù

Se Gesù è stato sepolto per tre giorni e tre notti, come possiamo collocarli questi tre giorni e tre notti tra il Venerdì e la Domenica? Può essere che l’arresto e la crocifissione di Gesù siano avvenute in un periodo in cui non potevano essere effettuati né processi né condanne?

sepolcro gesùCi sono diverse soluzioni a questo problema. Alcuni hanno suggerito che potrebbe essersi verificato uno Shabbat speciale, in modo che Gesù fosse stato effettivamente crocifisso di Giovedì. Personalmente, una soluzione che mi sembra essere più convincente è che Gesù sia stato crocifisso di Venerdì e che il metodo del conteggio dei giorni ebraici dell’epoca non era lo stesso di quello odierno. In Est 4:16 troviamo la donna esortare Mardocheo nel convincere gli ebrei a digiunare:

«Và, raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa, e digiunate per me, state senza mangiare e senza bere per tre giorni, notte e giorno. Anch’io con le mie ancelle digiunerò allo stesso modo; e dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la Legge; e se io debbo perire, che io perisca!»

Questo era un chiaro tentativo per vedere il re, nonostante fosse molto rischioso per lei. Eppure, solo due versetti dopo (5:1), si legge:

«Il terzo giorno Ester si mise la veste reale e si presentò nel cortile interno della casa del re, di fronte all’appartamento del re. Il re era seduto sul trono reale nella reggia, di fronte all’entrata»

Se i tre giorni e tre notti sono stati contati nello stesso modo in cui noi li contiamo oggi, Ester avrebbe potuto non vedere il re fino al quarto giorno. Tale situazione è del tutto analoga alla situazione della crocifissione e risurrezione di Gesù.

«Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti» (Mt 12:40)

«Dopo lo Shabbat, verso l’alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria andarono a vedere il sepolcro» (Mt 28:1)

 «[…] tutte impaurite, chinarono il viso a terra; ma quelli dissero loro: “Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordate come Egli vi parlò quand’era ancora in Galilea, dicendo che il Figlio dell’uomo doveva essere dato nelle mani di uomini peccatori ed essere crocifisso, e il terzo giorno risuscitare”» (Lc 24:5-7)

Se i tre giorni e tre notti sono stati contati nel modo in cui li contiamo noi oggi, Gesù sarebbe dovuto resuscitare il quarto giorno. Ma confrontando questi passaggi possiamo vedere che nella mente delle persone dell’epoca biblica «il terzo giorno» è equivalente a «dopo tre giorni»; infatti, il modo in cui si conteggiavano i giorni era che una parte della giornata – mezza giornata – veniva considerata come un giorno. Da premettere, che a differenza del nostro calendario occidentale dove il nuovo giorno inizia allo scoccare della mezzanotte (00:00), nella cultura ebraica il nuovo giorno si calcola dalle ore 18:00. Quindi la mezzanotte ebraica scocca dalle ore 18:00.[1]

L’antropologo Alessandro De Angelis nel suo libro Gesù il Che Guevara dell’anno zero,[2] (leggi qui la mia recensione al testo) mette in evidenza un presunto errore da lui riscontrato, di cui egli è convinto che si tratti proprio di un errore, in cui l’arresto di Gesù avviene di notte e durante la festività Pasquale, cose che secondo gli insegnamenti della Torah non dovevano avvenire. Leggendo quello che dice l’antropologo costatiamo l’errore che c’è nelle sue parole e non in quelle della Scrittura, poiché fa due affermazioni che lo smentiscono in maniera automatica:

Frontespizio del libro, confutato e smantellato. Le esposizioni di queste confurazioni si trovano nel libro IL MEZZOSANGUE - Vita, Morte e Miracoli di un RIcoluzionario.

«Per le regole della Torah non si potevano svolgere processi durante le festività pasquali e soprattutto di notte. Secondo il Vangelo di Giovanni, Gesù viene portato nella casa del Sommo Sacerdote Anna (che aveva terminato il suo mandato nel 18 d.C., come riferito da Giuseppe Flavio, e che nel 36 d.C. avrebbe dovuto avere 106 anni, se fosse stato ancora in vita), che lo manderà da Caifa, come se oggi un Papa mandasse un uomo da un altro Papa: cosa inammissibile, per qualsiasi epoca, avere due Papi contemporaneamente» (il corsivo è mio)

In primo luogo, Gesù viene arrestato di Giovedì sera/notte, il che significa che non è stata trasgredita alcuna legge mosaica in quanto la vigilia di una festività non veniva mai considerata festività. Come dice la Scrittura, la vigilia della Pasqua veniva considerata come “preparazione della Pasqua” in cui si usava fare una cena informale prima del giorno della Pasqua Ebraica. Quindi, l’Ultima Cena di Gesù non era la cena della Pasqua Ebraica, ma la cena della Pasqua di Cristo. La mattina seguente dell’arresto, Egli viene crocifisso, e poiché era ancora Giovedì, il suo processo, la passione e la crocifissione sono stati fatti regolarmente poiché non violavano alcuna legge ebraica.

Come indicato nella tabella seguente (se la tabella risulta illeggibile chiedimela per email e te la invierò ad alta risoluzione), alle ore 18:00 del Mercoledì sera inizia il Giovedì. Durante le 24 ore successive del Giovedì, che gli ebrei non includevano nei giorni festivi imposti dalla legge mosaica, Gesù consumò con i Suoi dodici una cena che non era la Pasqua Ebraica, poiché non mangiarono l’agnello pasquale ebraico – che doveva essere ancora ucciso e cucinato – ma si cibarono simbolicamente dell’agnello pasquale Divino, il corpo e il sangue di Gesù sotto forma di pane e vino. Dopo la cena Gesù viene tradito da Giuda, catturato e poi viene rinnegato da Pietro. Nel frattempo si era già fatta mattina e alle ore 09:00 Gesù viene inchiodato alla croce. Verso le ore 15:00 Gesù (l’Agnello di Dio) esala il Suo ultimo respiro e, nel frattempo, l’agnello della Pasqua Ebraica (ore 13:00) era già stato ucciso e in fase di cottura.

tabella di gesu

Non appena Gesù muore viene tolto dalla croce e portato nel Suo sepolcro. Inizia il Venerdì Santo, in cui nessuno poteva fare più niente date le imposizioni della legge ebraica che vietava qualsiasi tipo di lavoro durante questo lasso di tempo. Da qui comincia (dalle ore 18:00 in poi) la prima notte di morte di Gesù. Trascorso tutto il Venerdì (primo giorno e prima notte), alle ore 18:00 dello stesso giorno inizia lo Shabbat (Sabato), ennesimo giorno (secondo) consecutivo di riposo assoluto, così come prevedeva la legge mosaica. Ciò significa che gli ebrei rimasero al riposo assoluto per due giorni consecutivi. Al tramonto, che poneva fine allo Shabbat, entra il nuovo giorno (ore 18:00), la Domenica. Il terzo giorno di morte di Gesù erano già trascorse tre notti dalla sua morte. La Domenica mattina, giorno in cui la Pasqua Ebraica era già finita, Gesù risorge e si presenta agli altri.

Per quanto riguarda invece la questione dei due Papi, al contrario di quello che afferma De Angelis, oggi è possibile che due Papi possano esistere contemporaneamente così come lo dimostrano il dimesso Papa Ratzinger e l’attuale Papa Bergoglio. Il primo, seppur dimesso dalla sua carica papale, viene comunque considerato dalla Chiesa di Roma come Papa “non in carica” poiché ancora in vita (un pò come avviene con i Senatori che detengono la carica di “Senatori a vita” anche quando non esercitano più questa posizione). Quindi è ammissibilissimo che una qualsiasi epoca, come la nostra, possa ospitare due Papi contemporaneamente. Ma giustamente il De Angelis non poteva mai sapere una cosa del genere perché probabilmente, durante la stesura del suo libro, Papa Ratzinger non si era ancora dimesso, a meno che lui non consideri come “Papa” un Papa dimesso ancora in vita sostituito da un altro Papa. Potrermmo giustificare l’affermazione del De Angelis solo se egli stesse ancora scrivendo il suo libro prima del Febbraio 2013, periodo in cui Ratzinger si è dimesso, per poi pubblicarlo nel 2014 senza correggere questa sua svista, e quindi non poteva prevedere che una cosa del genere sarebbe potuta verificarsi davvero! La prima edizione del libro di Alessandro De Angelis risale al Luglio del 2014, quindi avrebbe dovuto inziare a scrivere il suo libro prima delle dimissioni di Ratzinger (Luglio 2008) per poi pubblicarlo esattamente 6 anni dopo, sempre nel mese di Luglio (2014).

Un noto proverbio dice, mai dire mai.

Note

[1] Si noti che durante la creazione, nella Genesi, la suddivisione dei vari giorni evidenzia il metodo di calcolo ebraico mediante l’uso della frase «e fu sera e poi fu mattina». Il giorno viene conteggiato a partire dalla “sera”.

[2] Alessandro De Angelis, Gesù il Che Guevara dell’anno zero (Edizioni Sì, Luglio 2014), p.83.

3 Risposte a “I tre giorni e tre notti della morte di Gesù”

  1. Allora è meglio vedere “accademici certificati” che si arrampicano sugli specchi? Il giorno di durata diversa, ma quando mai?
    Hai citato un passo nel quale si parla di Giona. Giona è costruito sullo stesso archetipo di Gesù Cristo, ne più ne meno. Poi c’è Lazzaro, che risorge. Ma cosa scrivo a fare, voi siete i letterali. Peggio di Biglino.

    1. Almeno “noi” ci basiamo sulla lettera e lo dimostriamo; biglino invece dice di tradurre alla lettera ma poi interpreta, accusando “noi” letterali di interpretare in ogni punto, quando poi è lui il primo a suggerie traduzioni interpretate in partenza.
      Io comunque non mi identifico nel “noi” collettivo, perché lavoro da solo e non seguo alcuna corrente religiosa. A meno che lei mi vuole dare del “voi” in senso di rispetto verso la mia persona, anche se non amo questo genere di appellativi.

      Il giorno ha sempre avuto una medesima durata, ma per il punto di vista ebraico, il giorno dura “diversamente” nel senso che la mezzanotte ebraica corrisponde alle ore 18:00, al tramonto, e quindi alle 18:01 siè già al giorno seguente. Se non ci intende questo tipo di orologio non si possono intendere i tre giorni che hanno interessato la morte e resurrezione.

  2. Per i De Angelis la storia è evidentemente opinabile; dopotutto, loro senza avere alcuna certificazione accademica, si presentano come il non plus ultra tra gli storici. Se i De Angelis fossero davvero degli storici non farebbero le affermazioni che fanno, che sprizzano ignoranza tra tutti pori.
    Questi “grandi storici”, questi “neo gnostici” illuminati, sembrano dimenticare (volontariamente?) che nel 1° sec. d.C. la carica di sommo sacerdote non era più a vita (come prescrive la Torà), ma in mando al potere romano, quindi l’autorità romana eleggeva e deponeva a suo piacimento il sommo sacerdote. Quindi, Anna, suocero di Caiàfa (Caifa), era l’ex-sommo sacerdote, che continuò però ad avere un ruolo importante nel Sinedrio. A me non sembra ci sia tutta questa difficoltà!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.