Commento all’Apocalisse

Il Libro dell’Apocalisse fornisce alcune delle intuizioni più acute nella Scrittura riguardo al “quadro generale” dell’opera di Dio. Eppure è un osso duro, non solo per la sua difficoltà intrinseca, ma anche per la miriade di interpretazioni che sono nate intorno a questo libro enigmatico. Non possiamo sperare di risolvere questi problemi in queste 500 pagine, ma possiamo (forse) trovare abbastanza terreno fertile per raccogliere intuizioni straordinarie dall’ultimo libro della Bibbia.
Forse il divario più grande nell’interpretazione è tra coloro che vedono il libro come principalmente proiettato verso il nostro futuro (futurismo), affrontando la fine assoluta della storia dal capitolo 6 in poi, e coloro che invece vedono la maggior parte del libro come relativo agli eventi intorno al tempo in cui il veggente di Patmos, Yochanan, il scrisse (preterismo).
La buona notizia è che gli interpreti responsabili che sostengono la visione futurista riconoscono che gli eventi futuri sono modellati sull’opera di Dio nel passato, in particolare nella Creazione e nell’Esodo dall’Egitto.
Quindi un ritorno alla Torah!
Allo stesso modo, anche coloro che interpretano il libro principalmente dal punto di vista del I secolo d.C. riconoscono che parla del futuro ultimo (ad esempio, la nuova Yerushalàyim). Per questo motivo nessuno dovrebbe obiettare a trovare verità spirituali durature nelle immagini del libro, né nel vedere un significativo orientamento futuro nelle promesse in esso contenute.
La storia dell’uomo è ciclica, molti eventi, tante “apocalissi” si sono manifestate nel corso del tempo; ma l’Apocalisse giovannea segna il traguardo, il momento in cui la storia cessa di essere ciclica dove la “fine dei tempi” è riservata solo per gli empi, mentre il vero “inizio dei tempi” — l’eternità con Dio ed il nostro Messia Yeshua — è riservato solo «a coloro che vincono» e che perseverano fino alla fine.
Dunque, la Bibbia si apre con un Albero della Vita da cui l’uomo attingeva per godere della vita perpetua, per poi esserne privato a motivo del suo peccato; ma con la Rivelazione di Yeshua, ai santi viene restituito l’accesso e «l’autorità» su questo Albero della Vita, il quale sarà piantato proprio al centro della nuova Yerushalàyim, così come un tempo era piantato al centro del frutteto di Eden.
Edizione a stampa (grande formato) Edizione eBook