Steve Wells e le sue assurdità bibliche | Il firmamento solido #2

Steve Wells dice:

«Dio trascorre un sesto di tutto il suo sforzo creativo (il secondo giorno) per lavorare su un firmamento solido. Questa strana struttura, che Dio chiama cielo, ha lo scopo di separare le acque superiori dalle acque più basse (1:6-8)»

Esposizione

Secondo le conoscenze astronomiche del mondo antico, il nostro bellissimo cielo azzurro altro non era che una sorta di cupola solida, come se il mondo fosse circondato da una palla di vetro. Da questo particolare ci potremmo spostare in un argomento assai più ampio e delicato, ovvero quello che riguarda la teoria della “terra piatta”, ma non ne parleremo in questa sede poiché la riprenderò in un altro momento.

Il quesito posto dallo scettico Wells è che Dio avrebbe “sprecato” parte del suo tempo concentrandosi in modo particolare sulla «strana struttura» del firmamento, ovvero il nostro cielo azzurro. Cosa c’è di strano? Sicuramente, Wells non avrà bene inteso che il Creatore stava fissando tutte quelle condizioni ottimali per poter installare la vita sulla Terra. Il «firmamento solido» altro non è che la nostra atmosfera, che separa il nostro cielo atmosferico (l’aria che respiriamo) dal cielo siderale (lo spazio irrespirabile). Definire il firmamento come una «struttura» può suonare familiare per il lettore più alternativo appassionato di paleoastronautica, tuttavia la parola ebraica originale è raqìa, che significa «distesa» o «estensione», mentre nella sua radice più arcaica vuole significare «schiacciare», «comprimere», «pressare». Questa idea ci aiuta ad individuare nel raqìa anche le proprietà esercitate dalla forza di gravità, ovvero quelle di «comprimere» o «schiacciare» verso il basso un corpo. Senza un’atmosfera, di conseguenza senza la forza di gravità, la vita non esisterebbe e qualunque corpo solido, liquido e aeriforme fluttuerebbe nell’infinito universo. Un pianeta privo di atmosfera sarebbe soltanto un satellite naturale, come la luna. Anche in questo caso potremmo ricollegarci alla teoria della “terra piatta”, ma preferisco non rievocare ancora questo argomento.