Speculazioni sull’esistenza storica di Gesù

Non ci sono fonti coeve che parlino direttamente di Gesù, ma ci sono molte fonti storiche che testimoniano della sua esistenza e dell’influenza del Cristianesimo nei primi anni del I secolo.

Non ci sono prove che Gesù sia stato inventato dal Cristianesimo o che il suo personaggio sia stato inserito in contesti storici fittizi. Purtroppo, non poche sono le speculazioni che ruotano attorno a questo personaggio, vediamone una.


Speculazioni su Gesù

Parliamo di speculazioni: “Gesù non esistito” è un’affermazione comune tra i critici delle Scritture, ma essi credono che personaggi storici come Cesare siano esistiti “davvero”.

Da non esperto di storia del Cristianesimo antico, mi chiedo su quali basi si assegna a Cesare l’esistenza storica certa, mentre per Gesù molti negano la sua esistenza con assoluta certezza.

Non dimentichiamo che esistono numerose fonti letterarie e documentarie che parlano dei “cristiani” (e indirettamente di un “Cristo” di riferimento).

Quando parliamo di “fonte coeva” (cioè una testimonianza contemporanea), è importante considerare anche la statistica letteraria. L’esistenza storica di Gaio Giulio Cesare è statisticamente e anni luce più debole di quella di Gesù.

Se tutto dipendesse dal “numero” delle fonti?

Di Gesù ne parlano migliaia di copie del Nuovo Testamento, senza contare le informazioni degli storici antichi (Tacito, Svetonio, Origene), anche se un paio di secoli dopo Gesù. Le migliaia di copie che parlano di Gesù risalgono più o meno entro 100 anni dai fatti narrati.

D’altra parte, delle prove certe sull’esistenza storica di Giulio Cesare, abbiamo solo l’opera De Bello Gallico, di cui l’originale non esiste più e le copie più recenti risalgono a 1000 anni dopo i fatti narrati. Le copie del De Bello Gallico sono solo 8, contro le migliaia di manoscritti e codici che invece testimoniano di Gesù.

Le speculazioni senza logica

Ecco il ragionamento delle speculazioni: sulla base di sole 8 copie del De Bello Gallico risalenti a 1000 anni dopo Giulio Cesare, gli speculatori non hanno dubbi che l’imperatore romano sia storicamente esistito.

Ma sulla base di migliaia di copie del Nuovo Testamento risalenti entro 100 anni dai fatti narrati, non hanno dubbi che Gesù non sia storicamente esistito.

In questa scala di valori, per lo speculatore Giulio Cesare esiste, Gesù no. Eppure, le speculazioni sull’esistenza storica di Gesù basate solo sulla quantità di fonti disponibili, non sono una valida prova della sua esistenza o meno.

3 Risposte a “Speculazioni sull’esistenza storica di Gesù”

  1. Purtroppo l’acribia filologica e storica mi conducono verso l’incredulità, giacché, se consideriamo i Vangeli come biografie di Cristo e le compariamo con altre biografie antiche, ad esempio quelle di Plutarco e di Svetonio, notiamo delle differenze abissali. Prendiamo il ritratto di Tiberio nelle Vitae Caesarum, visto che Tiberio fu probabilmente contemporaneo del Messia. Vi reperiremo quella serqua di contraddizioni che inficiano la verosimiglianza dei Canonici? No, tranne qualche menda, semplificazione e lacuna. Invece, stando ai Vangeli, Gesù nacque contemporaneamente a Betlemme ed altrove, forse a Gamala, nell’attuale Golan. Nacque contemporaneamente circa nel 7 a.C. al tempo del re Etode il Grande e intorno al 5 d.C. quando fu indetto il censimento fiscale in Palestina. Suo genitore è Dio, ma anche Giuseppe, benché costui fosse padre putativo, tuttavia, secondo molti storici, il padre fu Giuda il Galileo. Fu concepito da Maria grazie allo Spirito Santo che in ebraico è “ruach”. sostantivo femminile. Quindi Gesù nacque da due donne. I suoi antenati furono re fino a Davide, ma anche sacerdoti fino ad Aronne. Fu un profeta, un maestro, un taumaturgo, il capo di combattenti messianisti, ma pure “figlio dell’uomo” e “figlio di Dio”. Fu inferiore al Padre, ma si identificò con Lui. Fu mite, ma focoso ed implacabile. Promosse il perdono, nondimeno non rigettò la vendetta ed indulse all’ira. Il discepolo da Lui amato fu Giovanni, ma anche Lazzaro. Non gli interessò il destino ultraterreno, ma forse ammonì sulle pene interminabili dell’Inferno. Citò sovente la Torah, ma a volte la Sua mentalità pare quella di un ellenista. Affermò di essere venuto solo per le “pecore perdute della casa d’Israele”, ma non disdegnò i Samaritani. Proveniva dalla Galilea, ma anche della Giudea. Fu figlio Unigenito, ma ebbe fratelli e sorelle. Fu celibe, ma forse fu sposato. Volle portare a compimento la Legge ebraica, senza modificarne uno iota, tuttavia non perse occasione per trasgredire molte norme della Torah. Fu ebreo, ma fu insofferente, soprattutto in “Giovanni”, nei rispetti dei connazionali. Volle instaurare un regno terreno, una volta sconfitti i Romani, sebbene “il suo regno non sia di questo mondo”. Fu giudeo, sennonché l’Ultima cena pare un rito pagano di tipo teofagico. Morì sulla croce, ma fu rilasciato per volontà di Pilato prima del processo, un processo davanti al Sinedrio e al tribunale romano, che è un non-senso giuridico. Avanti di spirare sulla croce, pronunciò secondo i Vangeli, frasi diverse ed incompatibili tra loro. Fu Dio, ma, se di solito mostrò di conoscere il futuro, a volte palesò di ignorarlo. Fu fatalista, ma fece appello alla conversione. Fu Dio, ma pregò sé stesso e chiese a Dio perché l’avesse abbandonato. Risorse, ma non fu riconosciuto dopo la risurrezione. Risorse il terzo giorno, ma anche dopo ventiquattro ore. Quando defunse un terremoto squassò Gerusalemme e il sole si eclissò, ma nessuno storico dell’epoca riferisce questi eventi. Risorto, non volle essere toccato da Maria Maddalena (noli me tangere), ma esortò Giuda Tommaso a infilare il dito nella piaga. Il Suo successore fu Giacomo il Giusto, “il fratello del Signore”, ma anche all’apparenza Pietro. Potrei proseguire ad enumerare altre incongruenze evangeliche e, se mi inoltrassi negli Atti, nelle Lettere paoline e no, nella Rivelazione, potrei sciorinare un’altra sfilza di antinomie, ma mi fermo qui, almeno per ora. Sorvolo poi sulle illogicità che minano singoli episodi, verbigrazia la scena in cui il Messia, durante l’Ultima cena, indicò in modo inequivocabile chi l’avrebbe consegnato ai Romani, senza che gli apostoli comprendessero chi fosse il traditore. Sorvolo su traduzioni grottesche che palesano la volontà di nascondere il vero ruolo dei discepoli, più zeloti che pacifici proseliti, come “Tommaso detto Didimo”, ossia “Gemello detto Gemello”. Sorvolo su tutti i personaggi maldestramente sdoppiati per occultarne la vera identità, quali Giuda Taddeo e Giuda Tommaso che erano lo stesso apostolo o Giacomo il Maggiore e Giacomo il Minore, idem. Certo, so che, se si accoglie la plausibilissima ipotesi dei due Messia, il Messia politico e quello sacerdotale, molte di queste incoerenze si possono sanare, però tale ipotesi implica che a morire sulla croce (latina o una decusse?) fu la guida di combattenti messianisti e non il Figlio di Dio con tutte le conseguenze del caso. Dunque, qualunque via si percorra, pare che si sfoci nella smentita dei principi su cui si basa la fede cristiana. Fede cristiana o paolina?

    1. Gentile Daniele, trovo più confusionario il suo esposto che un dibattito accanito tra politici tedeschi con mediatori linguistici cecoslovacchi.
      Ho letto molte cose nel suo esposto che rispecchiano una scarsa conoscenza delle Scritture sebbene all’apparenza erudite per via di una non indifferente padronanza della lingua italiana, una padronanza che dà solo l’illusione della competenza sull’argomento esposto. Esattamente come molti nelle platee fanno: sanno parlare, a sono abbastanza convincenti da far passare per vede ogni sciocchezza da loro pronunciata.
      Pertanto, lei ha alluso a “differenze abissali” del pensiero che uomini antichi avevano di Gesù, ma di fatto nella sua trattazione non ha smentito nulla. Un semplice commento ricco di parole. Per smentire qualcosa lo si deve fare “una volta per tutte”, perché chiamare una persona “Gemello detto Gemello” non smentisce nulla né risolve una questione critica. Anche oggi, ad esempio, esistono casi bizzarri come questo, come quello di un amico di famiglia che si chiama “Domenico Di Domenico”. Magari dietro questo nome e cognome si cela un personaggio che vuole rimanere ignoto?! Per quale motivo, poi, sdoppiare l’identità di più persone per occultarne la vera identità? A che pro? E poi, sono tutte ipotesi… quindi nulla di vero.
      Nel mondo ebraico – e anche in quello giudeo-messianico – l’idea di due Messia è cosa nota e ampiamente accettata: Mashiach ben Yosef e Mashiach ben David. Due figure messianiche che l’Antico Testamento espone senza alcuna censura od occultamento di sorta, e che il Nuovo Testamento incarna nella singola figura di Yeshua. Una delle due investiture messianiche l’ha avuta alla sua prima comparsa. Adesso si è in attesa del secondo ritorno del Messia, per cui sarà allora che la seconda identità messianica sarà manifesta.
      Fede cristiana o paolina? Paolo era un rabbino che diceva con onestà quando qualcosa veniva dal Signore e quando era un suo insegnamento personale (1Corinzi 7), per cui perché questa esigenza di scindere gli insegnamenti del Cristo da quelli di Paolo. SOLO chi non ha un bagaglio di conoscenza del pensiero ebraico vedrà questa differenza. Per cui, la esorto a nutrire ancora di più la sua erudizione in studi specialistici di ebraismo, pensiero e lingua ebraica.
      Fino a prova contraria, nel suo commento non vedo alcuna smentita. Perciò le ho risposto solo per cortesia, ma mi rendo conto che forse ho solo perso tempo.
      Saluti.

  2. Se proprio dobbiamo esser onesti e oggettivi, neanche l’esistenza di Platone, Pitagora, Omero e altri greci è corredata di prove ma… sin dalla scuola vengono descritti come personaggi realmente esistiti.

    Molti diffidano dei testi del NT perché lo descrivono sempre positivamente, e quindi è facile pensare ci siano delle vicende mai accadute o persino egli stesso non sia esistito. Accade anche con gli antichi egizi dove i faraoni raccontavano, tramite i bassorilievi delle loro costruzioni, sempre e solo le vittorie, come fece Ramses II.

    Prendiamo i testi per quello che sono, ovvero prendiamone i contenuti, se sono utili, è quello ciò che gli antichi hanno voluto trasmetterci.

    Un saluto a te

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