Salmo 8 | Il figlio dell’uomo è di poco inferiore a Dio o agli angeli?

Il Salmo 8 è un brano meraviglioso, ma allo stesso tempo molto particolare, dove le nostre traduzioni suggeriscono che «l’uomo» o il «figlio dell’uomo» è stato fatto «di poco inferiore a Dio». Questa traduzione appartiene alla versione Nuova Riveduta. In netta contrapposizione a questo passo, l’Epistola agli Ebrei, citando il salmo in questione, afferma che «l’uomo» o il «figlio dell’uomo» è stato fatto «di poco inferiore agli angeli» ripetendolo per ben due volte. Ma come mai il testo ebraico dell’Antico Testamento è differente dalla proposta del Nuovo Testamento?

La risposta a questa domanda si trova nella versione greca dell’Antico Testamento, la Septuaginta, dove nel salmo viene riportato proprio che Dio ha fatto l’uomo «di poco inferiore agli angeli» usando la parola ἀγγέλους, angélous, letteralmente «messaggeri» piuttosto che θεὸς, Theòs, Dio. Sembra evidente che il redattore agli Ebrei abbia attinto questa informazione proprio dal Samo 8 in greco, dicendo «qualcuno in un passo della Scrittura [cioé nel Salmo 8] ha reso questa testimonianza […]» (v.6). Al tempo di Cristo “la legge e i profeti” venivano consultati proprio in greco; Gesù stesso, quando in sinagoga leggeva Isaia, attinse proprio al testo greco della Settanta.

L’Epistola attribuisce a questo salmo un valore messianico, infatti il soggetto del discorso è proprio Yeshua, in cui leggiamo: «colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto, affinché, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti» (v.9).

Ma vediamo più da vicino la terminologia utilizzata dai codici antichi delle Scritture:

  • Il testo ebraico Masoretico (Antico Testamento) usa la locuzione אֱלֹהִים, elohìm, Dio, preceduta dalla preposizione min («di, da, dal») abbreviata con מֵ, me: מֵאֱלֹהִים;
  • Il testo greco della Settanta (Septuaginta, Antico Testamento) usa la locuzione ἀγγέλους, angélous, piuttosto che l’affine θεὸς, Theòs, dell’ebraico elohìm;
  • Il testo greco del Nuovo Testamento usa la parola ἀγγέλους, angélous, esattamente come nella versione della Settanta. Quindi questa è una prova letteraria che gli autori del Nuovo Testamento, ogni qual volta facessero riferimento – o anche un’allusione – all’Antico Testamento, si basavano sul testo greco della Settanta che era il codice biblico che avevano a disposizione (per saperne di più sull’uso della Settanta al tempo di Cristo, guarda questo mio video documentario).

Ad avvalorare il senso messianico del salmo è la locuzione «figlio dell’uomo» del versetto 4 (versetto 5 nel Testo Masoretico), nonché quell’epiteto assegnato a Yeshua e che Lui in primis si auto assegnava. Questo verso nel testo ebraico utilizza un termine che dà un’ulteriore conferma al riferimento messianico di Yeshua; lo vedremo fra un po’.

La versione Nuova Riveduta cita così il brano: «che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura?». Ebbene, nella Settanta quando si menziona «l’uomo» si usa ἄνθρωπος, ànthropos, cioé un uomo o semplicemente essere umano; per «figlio dell’uomo» si usa υἱὸς ἀνθρώπου, yiòs anthròpou; nel testo ebraico, invece, per «l’uomo» si usa אֱנוֹשׁ, enosh, nonché il nome del patriarca prediluviano Enosh (cfr. Genesi 4:26; 1Cronache 1:1; Luca 3:38)! Ciò conferisce al salmo un valore aggiunto, in quanto viene specificato che «il figlio dell’uomo», cioé Cristo, è un discendente di Enosh (vedi brani di cui sopra) e non che si parli semplicemente di «un uomo» in senso generico o collettivo, ovvero ἄνθρωπος, ànthropos. Le nostre traduzioni sono molto vaghe su questo aspetto, in primo luogo perché non viene mantenuto l’originale intenzione ebraica della mentalità del redattore, in secondo luogo perché gli editori non inseriscono delle note esplicative tecniche che mettono in evidenza questo importante aspetto. I cosiddetti “traduttori ufficiali” interpretano enosh come «un uomo» o in senso collettivo come «umanità». In realtà, questo significato specifico lo possiede il termine ‘adàm, che ha sia il valore di nome proprio di persona (Adamo) che di sostantivo “collettivo” «umanità, genere umano», l’esatto significato che ha il greco ἄνθρωπος, ànthropos.

Il Salmo 8 vuole quindi dire in termini profetici che il «figlio dell’uomo» – in ebraico בֶן־אָדָם, ben-adàm – (o figlio di Adamo) è un discendente di אֱנוֹשׁ, enosh, esattamente come dichiarato nella genealogia di Yeshua proposta dall’evangelista Luca! Alla luce di questa analisi, a mo’ di esperimento letterario potremmo leggere il verso 4 del Salmo 8 in questa maniera:

«[…] che cos’è Enosh perché tu lo ricordi? Il figlio di Adamo perché te ne prenda cura?»

Naturalmente, invito il lettore a non considerare “veritiera” questa mia proposta/ipotesi letteraria, e lo rimando alla traduzione degli “esperti”. Tuttavia, per me, non sembrano esserci dubbi riguardo al fatto che il Salmo 8 sia un salmo messianico, designando al «figlio dell’uomo/Adamo» la discendenza con Enosh. In aggiunta viene definito «di poco inferiore agli ἀγγέλους», gli “angeli” ovvero «messaggeri». Adesso, se Cristo è il Logos che si è fatto carne (Giovanni 1:1), nonché il «creatore di tutte le cose», com’è possibile che sia «inferiore agli angeli» quando in raltà dovrebbe essere Egli stesso il creatore degli eserciti celesti? Qui entra in gioco l’uso di un linguaggio da comprendere nella sua profondità e mentalità ebraica e non mediante una lettura ad litteram prettamente italiana e/o occidentale in generale. L’autore dell’Epistola agli Ebrei suggerisce proprio la motivazione: «colui che è stato fatto di poco inferiore agli ἀγγέλους, cioè Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto, affinché, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti» (v.9).

Per merito di preconoscenza, la Sorgente divina ha «coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto» | «colui che è stato fatto di poco inferiore agli ἀγγέλους, cioè Gesù […]» conferendogli «tutta la pienezza della Deità» nel Suo corpo fisico (Colossesi 2:9). Per un ulteriore approfondimento circa la persona di Cristo contrapposta alla figura angelica, rimando il lettore a questo articolo.

2 Risposte a “Salmo 8 | Il figlio dell’uomo è di poco inferiore a Dio o agli angeli?”

  1. Sono giorni che rifletto su questo salmo.
    io purtroppo trovo che la messianicità del salmo sia una forzatura.
    Letto nella sua interezza il salmo ha come scopo innalzare il nome di Dio

    Il suo nome è grande che soverchia tutta la terra, sconfinando oltre il cielo.
    La sua potenza è tale che con la testimonianza dei bimbi tacciono i suoi nemici.
    Contemplando la magnificenza del creato
    […]
    e qua che si spezza la coerenza inserendo la messianicità del testo…

    perchè continuando a leggere con coerenza… la commozione dinanzi a tutto questo continua perchè
    Dio ha creato l’uomo e la sua stirpe, che non erano degni di tanto onore, coprendoli di gloria, rendendoli gli esseri che dominano su un creato cosi magnifico…
    Gli ha dato potere di agire sulla sua creazione, mettendolo a capo di ogni altra creatura
    pur avendogli dato dignità poco inferiore ad un angelo o un giudice supremo…

    Che senso avrebbe inserire in questo contesto la figura salvifica del Figlio ?
    Se non per sminuire la figura essenziale del salvatore. Perchè il figlio dell’uomo dovrebbe essere così infimo da generare stupore nel salmista?
    se inteso come figlio dell’uomo è Gesu il Salvatore non avrebbe senso il moto di riconoscenza che il salmista ha nel vedere la gloria e l’onore resogli

    mentre acquista organicità la considerazione di un essere infimo nella creazione che ha ricevuto l’onore di essere a capo di questo creato così magnifico, più di ogni altro essere vivente.

    1. Gentile lettore, grazie per la sua visita al blog.
      Avrà certamente notato che in questo articolo non si vuole giungere a nessuna forzatura, in quanto io stesso ho definito tale disamina come ipotesi.
      Sono giunto alla conlusione sulla probabile messianicità del salmo in quanto l’uomo non è stato creato di poco inferiore agli angeli, in quanto esso rappresenta l’unica creatura ad essere stata creata a immagine di Dio, mentre gli angeli non godono di questi privilegio.
      Dio ha fatto si che “il figlio dell’uomo” fosse di poco inferiore agli angeli in quanto non lo ha mandato per essere servito, ma per servire. Per questo, in termini profetici, sembra essere sminuita la figura del Cristo, ma ciò traspare da una lettura superficiale e letterale. I salmi sono canti poetici e quindi bisogna coglierne il linguaggio espressivo, letterario, profetico, etc.

      Detto questo, ribadisco che le mie intenzioni non sono quelle di forzare il testo, anzi, ho semplicemente suggerito un’ipotesi, condivisibile o meno.

      Cordialmente,
      Daniele

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