Saccheggiare e Rubare: è lecito oppure no?

assedioNumerosi passi della Bibbia insegnano direttamente e indirettamente che rubare è peccato (cioè sbagliato). Infatti, uno dei Dieci Comandamenti è proprio «non rubare» (Es 20:15). Nel Libro del Levitico si legge che:

«E disse ancora YHWH a Mosheh: “Parla a tutta la comunità dei figli di Israele, e dì loro […] non ruberete, e non userete inganno né menzogna gli uni a danno degli altri […] non opprimerai il tuo prossimo e non gli ruberai ciò che è suo» Lv 19:1-2,11,13

Poi si legge ancora in Esodo 22:2:

«Se il ladro, colto nell’atto di fare uno scasso, viene percosso e muore, non vi è delitto di omicidio»

Sotto la Nuova Alleanza (cioè il Nuovo Testamento), l’Apostolo Paolo scrive alla Chiesa di Efeso dicendo:

«Il ladro non rubi più, piuttosto invece si affatichi operando con le proprie mani il bene, affinché abbia da distribuire allo necessità avente» Ef 4:28

E ai cristiani di Corinto, Paolo scrive che «i ladri non erediteranno il Regno di Dio» (1Cor 6:9-11). Così, Dio considera chiaramente il furto una trasgressione non solo morale ma anche della Sua Legge.

Gli scettici, però, mettono in dubbio la coerenza dei versi della Bibbia di cui sopra rispetto ad altri passi della Scrittura che vengono spesso trascurati nei dibattiti sulla visione biblica del furto. Una di queste presunte incongruenze si trova nel Libro dell’Esodo e riguarda il modo con cui gli Israeliti hanno «saccheggiato» gli Egiziani poco prima dell’esodo nel deserto. Quando YHWH parlò con Mosheh, Egli ha detto:

«Farò sì che questo popolo trovi favore presso gli Egiziani e, quando ve ne andrete, non ve ne andrete a mani vuote; ma ogni donna domanderà alla sua vicina e alla sua coinquilina degli oggetti d’argento, degli oggetti d’oro e dei vestiti. Voi li metterete addosso ai vostri figli e alle vostre figlie, e così saccheggerete gli Egiziani» Es 3:21-22

Poi, come l’esodo divenne una realtà, la Bibbia racconta che «i figli d’Israele fecero come aveva detto Mosheh […] saccheggiando gli Egiziani» (Es 12:35-36). Secondo Steve Wells, «Dio dice alle donne ebree di trasgredire l’ottavo comandamento […] incoraggiando così gli Israeliti a rubare dagli Egiziani».[1]

Una seconda storia biblica frequentemente sfruttata dagli scettici in difesa della loro “fede” nella fallibilità della Scrittura è quella dei discepoli di Gesù che, presumibilmente, furono da Lui indotti a “rubare” un asino e un puledro. Secondo il Vangelo di Matteo, prima di entrare a Gerusalemme durante l’ultima settimana della Sua vita, Gesù istruì i Suoi discepoli dicendo:

«“Andate in il villaggio quello davanti a voi, e subito troverete un’asina legata e un puledro con essa; avendo(li) sciolti conducete(li) a me. E se qualcuno a voi dicesse qualcosa, direte: Il Signore, di loro bisogno ha. Subito allora invierà essi”» Mt 21:1-3

L’Evangelista Luca aggiunge:

«Essendo partiti ora gli inviati trovarono come aveva detto [Gesù] a loro. Sciogliendo poi essi il puledro dissero i padroni di lui a loro: “Perché sciogliete il puledro?” Essi allora dissero: “Il Signore, di esso bisogno ha”. E condussero lui da Gesù e avendo gettato sopra di loro i mantelli su il puledro fecero salire Gesù» Lc 19:32-35

Per quanto riguarda la storia, Dennis McKinsey ha detto: «Dobbiamo forse credere che non si tratta di un furto? Immaginate di vedere un estraneo prendere la vostra auto mentre sostiene di essere mandato dal Signore poiché ne ha di bisogno».[2]

Un altro scettico, Dan Barker, ha commentato questo passo nel suo libro Losing Faith in Faith: From Preacher to Atheist dicendo: «Mi è stato insegnato fin da bambino che quando si prende qualcosa senza chiedere il permesso, ciò è rubare».[3]

A questo punto, possiamo realmente dire che Gesù abbia incoraggiato i Suoi discepoli a rubare un’asina e un puledro? Oppure questi passaggi possono essere spiegati logicamente alla luce delle varie dichiarazioni di tutta la Scrittura che condannano chiaramente il furto?

Un saccheggio legittimo o un furto sacrilego?

Per quanto riguarda li saccheggio Israelita nei confronti degli Egiziani, lo studioso della Bibbia deve prima riconoscere che Esodo 3:22 è la conferma di una profezia pronunziata secoli prima, quando YHWH parlò ad Avraham, dicendo:

«E disse YHWH ad Avraham: “Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro: saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni; ma io giudicherò la nazione di cui saranno stati servi e, dopo questo, se ne partiranno con grandi ricchezze”» Es 15:13-14

Successivamente, il lettore onesto della Bibbia deve ammettere che il “saccheggio” degli Israeliti non è paragonabile al saccheggio forzato che un potente esercito potrebbe intraprendere nei confronti dell’avversario. Il tipo di saccheggio fatto dagli Israeliti è descritto proprio nel Testo. YHWH disse a Mosheh:

«Farò sì che questo popolo trovi favore presso gli Egiziani e, quando ve ne andrete, non ve ne andrete a mani vuote; ma ogni donna domanderà alla sua vicina e alla sua coinquilina degli oggetti d’argento, degli oggetti d’oro e dei vestiti. Voi li metterete addosso ai vostri figli e alle vostre figlie, e così saccheggerete gli Egiziani» Es 3:21-22

Quando arriva finalmente il momento per l’esodo, il Testo afferma:

«I figli d’Israele fecero come aveva detto Mosheh: domandarono agli Egiziani oggetti d’argento, oggetti d’oro e vestiti; YHWH fece in modo che il popolo ottenesse il favore degli Egiziani, i quali gli diedero quanto domandava. Così saccheggiarono gli Egiziani» Es 12:35-36

Chi, se non lo scettico di parte chiamerebbe questo come “furto”? Le circostanze reali erano tali che gli Israeliti chiesero semplicemente vari oggetti che, di conseguenza, sono stati concessi dagli Egiziani “derubati”. Il saccheggio descritto nel Libro dell’Esodo non era altro che la ricezione di quella cosa che gli Israeliti avevano chiesto agli Egiziani. La parola ebraica adottata in questi passaggi, la quale viene solitamente tradotta con «saccheggiarono» non è il corretto termine ebraico usato per quello che fanno i soldati con i propri nemici a conclusione di una battaglia, ovvero depredare e impadronirsi di ogni cosa. In Esodo il termine «saccheggiarono», nātzàl, è usato in senso figurativo per indicare che gli Israeliti compirono la stessa cosa come se avessero depredato in battaglia tutti i beni degli Egiziani a causa delle circostanze attenuanti delle piaghe che motivavano gli Egiziani a temere gli Israeliti e l’Elohìm che li guidava.[4]

Ma supponiamo per un momento che gli Israeliti avevano davvero «saccheggiato» gli Egiziani (al comando di YHWH e non per loro iniziativa, ndr) nel senso che si sono impossessati dei vari beni con la forza. Questo sarebbe ingiusto? Certo che no, dal momento che YHWH aveva riconosciuto che gli Israeliti avevano previsto la loro schiavitù in Egitto per molti anni.[5] In questo periodo gli Egiziani «[…] stabilirono sopra Israele dei sorveglianti ai lavori, per opprimerlo con le loro angherie. Israele costruì al Faraone le città che servivano da magazzini: Pitom e Ramses […] e obbligarono i figli d’Israele a lavorare duramente. Amareggiarono la loro vita con una dura schiavitù» Es 1:11,13-14

In realtà, il «saccheggio» che ha avuto luogo al termine del soggiorno d’Israele in Egitto (anche se fosse stato con la forza al comando di Dio), è stato piuttosto una piccola compensazione in confronto ai numerosi anni di lavoro forzato agonizzante fornito per gli Egiziani.

I discepoli di Gesù erano dei ladri di asini?

Anche se lo scettico sarà alquanto rassegnato dalla spiegazione precedente sui saccheggi attuati degli Israeliti, probabilmente avrà ancora voglia di conoscere il caso del Nuovo Testamento in cui Gesù istruì due dei Suoi discepoli per andare in un villaggio, trovare un’asina e un puledro e di portarli a Lui. «Dobbiamo credere che non sia un furto?» chiese Dennis McKinsey.[6] Presumibilmente «Gesù ha detto ai discepoli di prendere un puledro […] senza il permesso dei proprietari». E questo, dice McKinsey, «è comunemente noto come rubare».[7]

Ciò che Dennis McKinsey e altri scettici non sembrano prendere in considerazione nella loro interpretazione della Scrittura è che la Bibbia non registra ogni singolo dettaglio di ogni evento di cui si parla (cfr. Gv 21:25). Fin dalle sue prime righe di stesura, la Bibbia non era destinata ad essere un documento cronologico con la citazione di ogni dettaglio sulla vita di tutti gli uomini e donne coinvolti nei Suoi racconti. Il Libro degli Atti, ad esempio, copre un periodo di circa 30 anni, mentre in realtà vengono specificati solo alcuni degli atti compiuti dai primi cristiani. Chissà quante pagine avesse dovuto contenere la Bibbia se i Suoi autori si fossero impegnati a scrivere ogni singolo dettaglio, come in un diario personale, le cronache bibliche quotidiane durante i Suoi 1500 anni di stesura. Ebbene, c’erano molte altre cose che Paolo, Pietro, Luca e altri cristiani dei I° secolo hanno fatto senza essere registrate nel Testo. Ad esempio, Paolo ha trascorso tre anni in Arabia e Damasco dopo la sua conversione (Ga 1:16-18), ma Luca non ha menzionato questo dettaglio né tante altre cose compiute da Paolo durante questi tre anni.

Il caso in cui Gesù dice ai Suoi discepoli di andare a localizzare l’asina e il puledro, non dimostra furto. Quando Gesù li invia per ottenere gli animali richiesti, Egli disse loro esattamente dove andare e cosa dire, come se Egli preconoscesse già le circostanze in cui l’asina e il puledro si trovavano. Quindi, la Bibbia non affatto è obbligata a descrivere ogni dettaglio di ogni evento. In fondo Egli è Dio, no?

Nessuna contraddizione o alcun incarico errato è legittimo se i dettagli circostanziati possono essere postulati senza che vi siano specificate delle esplicite informazioni di “furto”. Gesù avrebbe potuto dire benissimo di andare a prelevare questi due animali facendo però attenzione di non essere visti da qualcuno. Questo sarebbe stato sicuramente l’ordine di un capo banda che aveva realmente intenzione di rubare qualcosa; mentre, al contrario di questo pensiero, Gesù istruì i due discepoli sull’eventuale caso in cui qualcuno gli avesse chiesto delle spiegazioni. Inoltre, l’innocenza di Gesù e dei Suoi discepoli viene rafforzata dal fatto che questi ultimi, per raggiungere il villaggio, dovevano partire necessariamente in groppa a degli asini e senza la necessità di “rubarne” altri. Se i discepoli avessero avuto realmente intenzione di rubare i due animali, si potrebbe pensare per via di logica che i proprietari non avrebbero permesso che ciò accadesse. Li avrebbero subito fermati, con le buone o con le cattive.

Gli scettici che denunciano la Bibbia di contenere insegnamenti contraddittori riguardanti l’atto del rubare non hanno un terreno solido su cui aggrapparsi. Gli Israeliti non rubarono gli abiti e i gioielli degli Egiziani; hanno semplicemente “chiesto” loro di ricevere quello che volevano «i quali gli diedero quanto domandavano» (Es 12:36). E fino a quando si può dimostrare che i discepoli di Gesù hanno preso i due equini con la forza (e senza previa autorizzazione), la giustizia esige che le accuse di colpevolezza devono essere ritirate. In questo caso, come in tutti gli altri, non c’è contraddizione.

Note

[1] Steve Wells (2001), Skeptic’s Annotated Bible: http://www.Skepticsannotatedbible.com.

[2] Dennis McKinsey, “Commentary” Biblical Errancy (1985), p.1-2.

[3] Dan Barker, Losing Faith in Faith (Madison, WI: Freedom From Religion Foundation, Inc., 1992), p.166.

[4] Si veda: Gleason L. Archer, An Encyclopedia of Bible Difficulties (Grand Rapids: Zondervan, 1982), pag.110.

[5] I discendenti di Giacobbe (Israele) erano stati in Egitto per più di 200 anni. A tal proposito si legga il Book 1 Il Libro della Genesi.

[6] Dennis McKinsey, “Commentary” Biblical Errancy (1985), p.1-2.

[7] Dennis McKinsey, Biblical Errancy (2000), p.236.

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