Gesù un Rivoluzionario: Spada sguainata o ramoscello d’ulivo?

Frontespizio del libro, confutato e smantellato. Le esposizioni di queste confurazioni si trovano nel libro IL MEZZOSANGUE - Vita, Morte e Miracoli di un RIcoluzionario.
Frontespizio del libro, confutato e smantellato. Le esposizioni di queste confutazioni si trovano nel libro IL MEZZOSANGUE – Vita, Morte e Miracoli di un Rivoluzionario.

In questa recensione, vorrei parlarvi di un libro che non mi sta proprio a cuore. Lo faccio con rammarico e tristezza, poiché, leggendo testi di questo genere, si può percepire la malvagità dell’uomo con un velo di pelle d’oca. Non è necessario guardare solo la TV per vedere quanto l’essere umano sia crudele, poiché con la lettura di questo libro, si può fare a meno anche delle comunicazioni audiovisive.

Voglio precisare fin da subito che, nonostante il mio pensiero, consiglio la lettura di questo libro solo per questioni didattiche e non per accrescere la propria cultura, poiché il libro non informa, ma disinforma. Dopo averlo letto, non potrete non essere arrabbiati, non tanto per i contenuti scritti, ma per l’arroganza, cattiveria e tono di disprezzo che l’autore mostra nei confronti della fede delle persone. Il libro non è scritto in tono imparziale o neutro, ma è letteralmente schierato contro il Cristianesimo e ogni forma di religione.

Oggi viviamo in un’epoca in cui lo spirito di apostasia sta diffondendo il suo alito di morte. Un’epoca in cui si condanna la Bibbia per aver condizionato l’umanità ad avvicinarsi alla fede, mentre coloro che la condannano non si rendono conto che stanno condizionando la stessa umanità ad allontanarsi da essa. In sintesi, a “colpa” di questi pseudo-intellettuali, sembra che nessuno sia libero di poter scegliere se credere o non credere in ciò che desidera.


Il testo inizia senza alcuna presentazione, né prefazione né introduzione alla lettura. Sembra che sia stato scritto senza alcuna referenza che potesse giustificare la motivazione che ha spinto l’autore alla pubblicazione del libro. L’autore sembra essersi “autopubblicato” avvalendosi della possibilità di giocare astutamente sull’ignoranza di chi non ha avuto la possibilità di effettuare ricerche approfondite sull’argomento.

Le mie personali analisi, estremamente analitiche e puntigliose, mi hanno permesso di constatare l’effettiva frustrazione psicologica e morale che l’autore dell’opera sente nei confronti del Cristianesimo; probabilmente avrà subito dei torti molto pesanti, o nutre risentimenti che gli hanno fatto scatenare questa rabbia sfogandola a danno di quelle persone semplici e umili di cuore che vivono la propria vita focalizzata nella fede.

La cosa che più sconcerta è che ormai l’autore, insieme al figlio Alessandro, probabilmente non ancora maggiorenne, afferma che la verità è scritta solo nei suoi libri e lo dice apertamente anche nelle conferenze visibili su YouTube: “Dopo 2000 anni vi svelo la vera identità di Gesù! Se volete saperla, acquistate il libro!”.

La mia curiosità di rimanere abbagliato da cotanta saggezza, mi ha spinto a cercare all’interno del testo ciò che avrebbe potuto svelare la vera identità di Gesù. Date le mie conoscenze in materia biblica, non ho riscontrato nulla di vero nemmeno in una singola virgola scritta in questo libro. Dunque, nessuna presentazione, il libro inizia direttamente dal primo capitolo.


CAPITOLO PRIMO
La nascita delle religioni

L’autore inizia la sua “storiella” narrando della super eruzione del super vulcano dell’isola di Toba, in Indonesia, avvenuta 12.900 anni fa e che causò l’oscuramento del Sole con la conseguente era glaciale. Da questa esplosione inizia l’epopea del culto del Sole e della madre Terra, in quanto l’oscuramento del Sole non solo portò all’era glaciale della Terra, ma iniziò ad essere venerato come un dio in quanto le rare volte che compariva veniva inteso come una “benedizione” per i nostri antenati preistorici.
Via via, col tempo, ci si doveva procurare da mangiare in maniera feroce e l’esito di ogni battuta di caccia veniva considerata benedetta dal dio Sole quando la cacciagione era fruttuosa, mentre, quando i cacciatori non riuscivano a cacciare nulla era per motivo della loro poca fede nei confronti del dio Sole. Dunque, gli stregoni e i capi di quell’epoca, iniziando ad usare l’intelletto, escogitarono il piano di convincere gli abitanti del villaggio che la loro vita era appesa al filo del volere del dio Sole e solo loro, gli stegoni, essendo mediatori tra il dio e gli uomini, potevano comunicare se gli déi erano compiaciuti o meno della loro fede. In quel momento iniziarono le prime forme di potere e condizionamento, infatti, i potenti dei villaggi potevano benissimo starsene nelle loro capanne perchè, tanto, i cacciatori gli avrebbero procurato da mangiare senza che questi ultimi corressero il rischio di essere sbranati dalle belve feroci come le tigri dai denti a sciabola: gli smilodonti. Quindi, la tattica dei “potenti” fu quella di convincere il popolo della presenza concreta delle divinità che nella loro invisibilità vegliavano sugli uomini e nella loro giustizia potevano benedire o annientare le vite umane. Da qui vi fu la nascita del “peccato”, che avrebbe determinato il successo o il fallimento di una battuta di caccia. Il popolo, intimorito da queste “superstizioni”, obbediva senza indugio ai capi. Questo fu l’inizio delle prime forme di potere sugli uomini che, secondo il De Angelis, continuano ancora oggi e che non ci renderebbero poi così diversi dai nostri antichi avi.
La lettura di questi primo capitolo vedrà nascere così le varie divinità che con il tempo sarebbero emerse tra le popolazioni della Terra. Dimostrando anche una completa sconoscenza delle lingue antiche e una scarsa capacità di autocritica e di ricerca, l’autore è in grado di realizzare acrobazie tra termini di cui, probabilmente, non ne conosce il reale significato etimologico, basandosi solo su scialbe citazioni di altri libri da lui stessi pubblicati. Insomma, citando i suoi stessi libri, l’autore pensa di essere abbastanza credibile, mettendoci in mezzo anche qualche citazione di storici vissuti nel I° secolo d.C. come per esempio Giuseppe Flavio.

CAPITOLO SECONDO
Gesù il Che Guevara dell’anno zero

Secondo il De Angelis, ciò che ci è stato raccontato su Gesù di Nazareth sarebbe una vera e propria eresia storica non rendendosi conto che ad una tale dichiarazione sta già formulando lui in primis un’eresia storica.

Attraverso un ambiguo linguaggio, l’autore cita dei passi biblici che andrebbero “contro” la morale stessa del Crstianesimo, illustrando questo Gesù come un rivoluzionario pronto a sguainare la spada contro i romani che in quell’epoca dominavano sul popolo ebraico. In tutta la lettura non solo l’autore travisa spudoratamente il messaggio biblico dei Vangeli e di tutto il Nuovo Testamento, ma anche il pensiero storico di Giuseppe Flavio in quanto lui stesso avrebbe introdotto il “Gesù detto il Cristo” nei suoi scritti per far combaciare l’esistenza di questo personaggio “inventato” con personaggi storici realmente esistiti, ad esempio Ponzio Pilato ed Erode il Grande (e flgli) solo per citarne un paio. Quindi, attraverso il travisamento stesso delle testimonianze storiche ormai conosciute da tutti, il De Angelis gioca tutte le sue carte dicendo che il Gesù Cristo biblico non corrisponde al “Gesù” storico in quanto il primo è stato ricostruto a dovere verso il II° secolo d.C. su di un personaggio storico (Giovanni di Gamala), protettore del popolo ebraico a motivo del dominio romano su tutta Israele.

In aggiunta, non solo Gesù Cristo sarebbe un personaggio inventato, ma anche gli apostoli (fratelli di sangue e non) non sarebbero mai esistiti.

CAPITOLO TERZO
La vera identità dei fratelli/apostoli di Gesù

In questo capitlo l’autore dà il meglio di se riguardo ai nomi di determinati personaggi quali Giuda Iscariota: per il De Angelis questo personaggio era un sicario, pronto ad uccidere al comando di Giovanni di Gamala (alias Gesù), ma in una mia personale tesi che ho scritto nel mio ultimo saggio ho descritto quanto segue:

Riguardo a Giuda il traditore, per il saggista il termine Iscariota deriverebbe dall’aramaico [s-q-r-t] e dall’ebraico [ekariot], da cui derivano il greco sikariotes e il latino sicarius, che si possono rendere con l’italiano sicario. _A sua volta, il termine deriverebbe dalla ”’sica”’, un tipo di pugnale di piccole dimensioni usati dai sicari in mezzo alla confusione di gente in modo da sferrare l’attacco nella massina invisibilità dell’atto, di questo Giuseppe Flavio ne parla in Guerra Giudaica II 13; 3:254-255. Il De Angelis pone il lettore ad una disattenzione molto evidente poiché tale affermazione che fà circa l’origine del termine “Iscariota” non ha alcuna valenza in quanto non menziona nessuna fonte dalla quale se ne può evincere l’evidenza. Al contrario suo noi ci avvarremo di fonti valide, citate anche in bibliografia, che attestano la reale origine del termine “Iscariota”:

ENCICLOPEDIA TRECCACANI

Giuda Iscariota (raro G. Iscariòte, ant. G. Scariòtto; gr. Iouda Iscariotas, lat. Iuda Iscariotes). Apostolo e traditore di Gesù, “designato dal nome del villaggio sua patria” (Qeriyyot, nella Giudea meridionale) [tratto dal saggio Il Mezzosangue – Vita, Morte e Miracoli di un Rivoluzionario, reperibile su Lulu.com]

In questa mia citazione, di cui ne ho trascritto solo un estratto, ho dimostrato quanto sia fraudolento il pensiero del De Angelis, e non solo riguardo ad Iscariota. Anche in merito a Giuseppe di Arimatea l’autore tenta di fare il furbo affermando che la città di Arimatea non è mai esistita e mai nessun documento storico ne parla; tuttavia il sottoscritto è stato in grado di dimostrare il contrario in quanto la città di Arimatea (Ramataim-Sofim) è realmente esistita e persino il Libro dei Maccabei 11:34, 1Samuele 1:1, Matteo 27:57, Marco 15:43, Luca 23:51 e Giovanni 19:38 viene citato testualmente Yoseph min-ha-Ramataim, lett. Giuseppe da la Ramataim, di Arimatea.

Il De Angelis è anche molto bravo a confondere i nomi di molti personaggi DIVERSI che si ripetono nel Vangelo. Essendoci troppe donne di nome Maria, troppi uomini di nome Giuda, Giuseppe e Giovanni, ha condito una vera insalata così piccante da affermare che persino l’omicida Barabba non era un uomo qualunque, ma era Gesù stesso! Non vi dico la nauesa che ho provato verso la disonestà intellettuale dell’autore nel solo leggere queste scempiaggini!

CAPITOLO QUARTO
Il depistaggio: la creazione dei nuovi apostoli

Questo capitolo non ha bisogno di essere spiagato, parla già da solo il titolo. Giocando sempre con i nomi dei vari personaggi, il De Angelis afferma che Gesù sarebbe sia Giovanni il Battista, sia Barabba. Detto questo, potrei anche fermarmi qui nell’esplicazione di questo inutile capitolo.

CAPITOLO QUINTO
Dopo duemila anni sveliamo al vera identità di Gesù

Anche in questo caso non sono necessarie ulteriori parole sprecate. Il presuntuoso titolo si commenta da solo. Ecco a voi il paladino di giustizia ALESSANDRO DE ANGELIS!

La sintesi degli altri capitoli non li riporto, altrimenti non vi sarebbe più il (dis)gusto della lettura.

Conclusione Personale

Il testo del De Angelis, come tutti i suoi testi, sono davvero deludenti. Questa visione negativa circa la figura di Gesù può offendere immediatamente il credente più semplice e devoto; chi invece è slegato dai dogmi imposti dalla chiesa può intravedere la probabile appartenenza dell’autore a quel mondo di quelle Forze Occulte antagoniste che da millenni si contrappongono alla chiesa cristiana.
Che la religione sia una mera invenzione del potere, come potrebbe essere vero, come potrebbe essere falso. PER ME E’ FALSO! Ad ognuno le proprie considerazione, ognuno è libero di pensarla come crede; ma ritengo sia sbagliato attaccare e offendere il popolo dei credenti. Così come nessuno vuole che i gay e gli obesi vengano discriminati, perchè ci si può avvalere della facoltà di prendersi gioco dei credenti, schernendoli, e deridendoli delle loro speranze?
Chi conosce davvero la storia e soprattutto è onesto dal punto di vista intellettuale, sà fin da subito che le dichiarazione di padre e figlio De Angelis sono delle vere e proprie falsità dedite ad un personale lucro monetario.
I De Angelis dicono “la verità è scritta nei nostri libri”, va benissimo, ma chi vi credete di essere? Il Messia?
Consiglio la lettura del libro solo per trascorrere qualche ora in abbondanza di risate, poichè la comicità delle affermazioni dello studioso vanno oltre che nel grottesto, anche nel comico e demenziale permettendosi pure di travisare le testimonianze storiche inconfutabili.
_______________________________
DETTAGLI TECNICI

Titolo: Gesù il Che Guevara dell’anno zero
Editore: Edizioni Sì – _Collana eXoterica_
Autore: Alessandro De Angelis (Antropologo e Ricercatore)
Pagine: 158
Fattura: Copertina morbida con rilegatura termica

Questo articolo è ripreso dal sito Ciao.it di cui ne sono sia utente che autore del medesimo scritto. Per consultare la recensione integrale cliccare su QUESTO LINK

4 Risposte a “Gesù un Rivoluzionario: Spada sguainata o ramoscello d’ulivo?”

  1. Io credo che ognuno sia líbero di cercare risposte quando hai dei dubbi. E per me é certo che la religione sia una invenzione del potere non soltanto in quelli anni,sempre fino oggi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.