Politeismo: Forma di religione caratterizzata dalla venerazione di più divinità.
Policultismo: Forma di religione caratterizzata dal rendere il proprio culto verso degli individui non divini e onorarli come fossero esseri divini.
Parlando di Politeismo non può che venirmi in mente il passo che recita «non avrai altri Elohìm prima (o oltre) me». Questo significa che Yahwéh dev’essere l’Unico soggetto a cui rendere culto e adorazione. (Es 20:3). Nel versetto successivo si fa menzione delle cosiddette pseudo “immagini sacre”, ma il passo non vuole soffermarsi semplicemente al divieto di fabbricare tali manufatti ma anche al divieto di rendere loro il proprio culto e adorazione perché in questo caso, se tale comandamento venisse trasgredito, Yahwéh proverebbe «gelosia» (cfr. 2Cor 11:2). Sempre il versetto 4 pone l’accento su un particolare molto interessante, ovvero riferendosi alle «cose che stanno lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra». Ma se provassimo a rifletterci un pò su, cosa può esserci inanzitutto «lassù nei cieli»?
LASSÙ NEI CIELI
Mettendo da parte i moderni preconcetti “ufologici” e proiettandoci verso quella mentalità antica quanto l’età del bronzo (1500 a.C.), la Bibbia stessa dice che «nei cieli» vi erano delle cose che all’uomo non era permesso rappresentare, adorare e servire. Certamente il passo non si riferisce ai corpi celesti sebbene usi la parola «cose» – al contrario di come la pensavano gli assiro-babilonesi che personificavano i corpi celesti nelle divinità di Marduk, Tiamat, etc. e non degli “individui” – ma a degli esseri celesti che potremmo riassumere nella moltitudine dei Malakìm (messaggeri alias “angeli”) e degli Elohìm oltre Yahwéh. Quindi, verso coloro che non hanno niente a che vedere con la “persona” di Yahwéh e che stanno «lassù nei cieli» è proibito rendere il proprio culto. In questo caso non si parla della “legge di Mosé”, ma della «Legge» pronunziata dalla bocca e scritta dal dito di Yahwéh in persona. Ma oltre agli “angeli” ed Elohìm, chi c’è «lassù nei cieli»? Dal punto di vista biblico, in nessuna parte delle Scritture si dice che attualmente (e ne in passato) vi siano altre presenze «nei cieli» o «nell’aria» a parte gli spiriti benigni (malakìm = messaggeri) e gli spiriti maligni (shedìm = demoni). Eppure, poiché «nessuno è asceso» in quel luogo da dove «Egli stesso vi è disceso» (Giov 3:13; 6:42,51; Ef 4:10), possiamo asserire che «nei cieli» siderali e nell’aria che respiriamo vi abitano solo angeli e demoni, ed è a queste creature che Elohìm si riferisce dicendo «le cose che stanno lassù nei cieli». Detto questo possiamo chiaramente affermare che verso le creature angeliche non è permesso rendere il proprio culto, proprio come ce lo ha chiaramente testimoniato san Giovanni Apostolo nel libro della Rivelazione (Apocalisse):
«Io [Giovanni] mi prostrai ai suoi piedi [dell’angelo] per adorarlo. Ma egli [l’angelo] mi disse: “Guardati dal farlo! Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù: adora Dio! […]» (Ap 19:10).
«Io, Giovanni, sono quello che ha udito e visto queste cose. E, dopo averle viste e udite, mi prostrai ai piedi dell’angelo che me le aveva mostrate, per adorarlo. Ma egli mi disse: “Guàrdati dal farlo! Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i Profeti, e come quelli che custodiscono le parole di questo libro. Adora Dio!» (Ap 22:8-9).
In questi due passaggi, separati da due capitoli, si può denotare l’ostinatezza di Giovanni o del “religioso medio” di volersi prostrare d’innanzi a una creatura e servo di Dio come lui stesso anziché verso il Creatore; prontamente l’angelo rimproverò Giovanni per il suo modo di agire e trasgredire la Legge esortandolo a non prostrarsi d’innanzi a lui, perché bisogna adorare solo Dio! L’angelo, al contrario di Giovanni e del “religioso medio”, ha dimostrato una devota osservazione del primo e secondo comandamento (Deut 5: 7-9). Tutt’oggi in molti rivolgono le proprie preghiere agli angeli, nonostante la Scrittura insegna con estrema chiarezza che gli angeli stessi non amano essere venenarti come fece Giovanni che si «prostrò ai suoi piedi per adorarlo».
QUAGGIÙ SULLA TERRA
Adesso, cosa c’è «quaggiù sulla terra»? In questo caso ci sarebbe da sbizzarrirsi sulle cose che stanno qui sulla terra; basti pensare ai personaggi famosi come attori, cantanti, sportivi , etc. Anche se all’epoca dell’età del bronzo non esistevano né la televisione né internet né Francesco Totti né Michael Jackson, anche allora esistevano i «personaggi famosi». Oggi si imitano i cantanti, magari anticamente si imitavano Hercules, Maciste, Perseo, Ulisse, etc. Questa parentesi la enfatizza chiaramente il libro della Genesi al cap. 6:4 dove si fa menzione degli «uomini potenti che fin dall’antichità furono famosi», i Gibborìm. Poiché la Genesi è stata scritta da Mosè così come tutta la Torah (Pentateuco), il redattore biblico ha trasmesso secondo il suggerimento di Yahwéh che verso le «cose che stanno sulla terra», ovvero verso gli «uomini potenti e famosi» passati e presenti, non bisognava rendere alcun culto né onore sebbene questi godevano di fama e prestigio per le loro gesta e il loro eroicismo. Oggi un uomo per diventare “potente” non necessariamente deve essere fisicamente forte, ma bastano la ricchezza e il peso che ha verso la politica, l’economica e la religione quand’anche non avesse un filo di muscolo. Ad esempio, il Persidente degli USA viene considerato come uomo più “potente” del mondo, non tanto per la sua prestanza fisica, ma per il peso politico e militare che mostra a livello internazionale. Per rendegli onori, tutte le scuole americane hanno una sua fotografia appesa in aula, presidenza o direzione. Idem con il Papa, che viene considerato come la persona religiosa “più potente” del mondo, e anche in questo caso non per la sua prestanza fisica (che dimostrerebbe anzi l’esatto contrario vista l’età avanzata), ma per il peso politico (Stato Vaticano) e religioso (Cattolicesimo Romano) che detiene a livello internazionale. Anche di lui le chiese, parrocchie, oratori e istituti cattolici possiedono una fotografia appesa in ogni camera. Che sia un Vip qualunque, oggi la gente «vorrebbe essere come» quell’attore, quella cantante, quel politico, etc., trascurando «per mancanza di conoscenza» (Os 4:6) che il punto di riferimento che deve essere l’oggetto delle nostre attenzioni e imitazioni è proprio Elohìm e non gli elohìm (Ef 5:1). Paolo dice ai Corinzi per due volte (e a noi oggi) di essere «suoi imitatori», ma poi aggiunge «come anch’io lo sono di Cristo» (1Cor 4:16; 11:1). In sostanza, Paolo esorta i suoi lettori ad imitarlo non tanto nel fare “le cose che fa Paolo”, ma nell’imitarlo “nelle cose che faceva Cristo” quando era sulla terra.
Oggi quasi tutti gli adolescenti e adulti hanno il poster del proprio Vip preferito, un poster sia appeso a un muro che forgiato nel proprio cuore dimenticando che proprio nel cuore può esserci posto solo per Uno solo: Gesù Cristo Dio.
LE ACQUE SOTTO LA TERRA
Infine, cosa c’è «nelle acque sotto la terra»? Questa frase sembrerebbe alludere a creature sotterranee anfibie, che vivono nelle falde acquifere. In realtà questa forma scritturale vorrebbe indicare le profondità della terra fin dove arrivano le falde acquifere, ovvero gli abissi. La prima cosa che mi viene in mente sono proprio i cadaveri degli uomini sepolti sotto terra. Come già detto in precedenza, solo Uno attualmente dimora presso il Padre, il Figlio, e nessun altro (o altra). Se dunque in cielo non ci sono nè “santi” nè “madonne” oltre agli angeli (e i demoni nell’aria), dove si trovano in realtà? Ovviamente «sotto terra» poiché sono dei cadaveri. La Bibbia insegna che vi è un luogo di riposo, il Paradiso o seno d’Abrahamo (da non confondere con il Regno del Padre, leggi qui), dove le anime di tutti gli esseri umani defunti del passato e contemporanei (buoni e cattivi) dormono in attesa del risveglio nel giorno del giudizio. In sostanza, il comandamento di Yahwéh implica a non rendere il proprio culto verso i defunti, che stanno sotto terra, poiché solo Uno è il Vivente e il risorto dai morti, Gesù Cristo Dio Yahwéh. Oggi, invece, molti religiosi si ostinano continuamente a fare come san Giovanni, che nonostante l’angelo gli avesse detto una prima volta di non prostrarsi d’innanzi a lui, lo rifece nuovamente. Se molti religiosi contemporanei prendessero il serio impegno di osservare scrupolosamente i primi 4 comandamenti del Decalogo, Dio certamente ne rimarrebbe più contento.
Molti religiosi, tra cui i cattolici romani, continuano a difendere la propria posizione dottrinale dicendo che le loro richieste di intercessione ai santi defunti (cioè cadaveri morti stecchiti) sono utili per ricevere l’approvazione di Dio, dimenticando, trascurando o rifiutando che vi è un solo mediatore tra il Padre e gli uomini, Cristo. Essi dicono che i santi defunti non sono déi, quindi a detta di loro il Cattolicesimo sarebbe una religione monoteista. Credo che non ci sia affermazione più falsa, perché sebbene essi riconoscano che i santi defunti non sono dèi, prestano comunque le loro attenzioni verso di loro come se fossero degli dèi, non praticando il Politeismo, ma il Policultismo.
Cosa accade, quindi, quando una persona chiede intercessione e si prostra d’innanzi a immagini “sacre” raffiguranti individui che non hanno mai visto con i propri occhi? Innanzi tutto, inginocchiarsi d’innanzi a una statua equivale a inginocchiarsi d’innanzi a un semplice e freddo blocco di marmo o di legno «che non vede, non ode, non mangia, non annusa […]» (Deut. 4:28). Anche se i “santi” non vengono considerati déi dai cattolici romani, la Scrittura dice chiaramente nel passo appena citato «là servirete elohìm fatti da mano d’uomo, dèi di legno e di pietra, i quali non vedono, non odono, non mangiano, non annusano». In questo caso è chiaro che il Policultismo cattolico romano si traforma in puro Politeismo.
CONCLUSIONE
Concludendo posso dire che la religione cattolica romana sbaglia nell’affermare di essere una religione monoteista. La semplice inosservanza dei primi 4 comandamenti è una testimonianza che gli va contro in maniera evidente, solo che i propri aderenti non se ne rendono conto, o per ignoranza o perché gli si viene insegnato il falso! Carissimi e sinceri fratelli cattolici, aprite le vostre bibbie e leggete coi vostri occhi, mettendo da parte ogni pregiudizio e preconcetto “religioso”, ma siate imitatori di Cristo! Che sia Cristo il vostro Vip, scolpito nel vostro cuore e non appeso al muro di casa vostra.