Yahwéh è un Elohìm di guerra o di pace?

«Yahwéh è un guerriero, il suo nome è Yahwéh». Esodo 15:3

«Or il Dio della pace sia con tutti voi. Amen». Romani 15:33

La risposta più semplice a questa presunta contraddizione è che entrambe le affermazioni bibliche sono vere a seconda del tempo e del contesto in cui vengono utilizzate. Tenendo bene in mente questa realtà, esaminiamo un paio di modi in cui possiamo dare delle spiegazioni.

In primo luogo, bisognerebbe considerare il fatto che la guerra viene spesso combattuta con lo scopo di ottenere pace, perché finché si rimane impassibili di fronte a certi regimi dittatoriali, non si fa altro che subire e basta; mentre, reagendo si può sconfiggere il nemico, inevitabilmente con la guerra e non con la diplomazia, per cui una guerra può essere anche portatrice di pace se combattuta per scopi e motivazioni umanitarie benefiche.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Europa e l’Asia sono state letteralmente inghiottite dagli abissi del combattimento più sanguinario. A bordo campo vi erano gli Stati Uniti che speravano ad una risoluzione delle varie problematiche senza la necessità di un loro intervento, perché sarebbe bastata anche una minima loro provocazione per far scatenare l’inimmaginabile. Gli Stati Uniti erano a favore della pace e non della guerra, nonostante anche avessero gli strumenti necessari per seminare il terrore in scala globale: la bomba a fissione nucleare. Tuttavia, il 7 Dicembre del 1941, i piloti giapponesi fecero un attacco a sorpresa agli USA sull’isola di Pearl Harbor, dove con tale azione i giapponesi dichiararono apertamente guerra agli Stati Uniti. Una volta che gli USA erano ormai coinvolti nella guerra, anche Adolf Hitler ne approfittò dichiarando guerra aperta contro le truppe americane, portando il paese del “nuovo mondo” su entrambi i fronti, estremo oriente ed Europa. Per tali motivazioni gli Stati Uniti divennero una nazione di guerra, nel tentativo di essere allo stesso tempo una nazione di pace, proprio per contribuire ad essere portatrice di pace nel mondo di quell’epoca. Hitler e i Giapponesi ebbero delle loro motivazioni storiche per entrare in guerra con gli USA ma non ne parleremo in questa sede.

Se dovessimo paragonare Dio agli Stati Uniti di quell’epoca, Dio è da considerare sicuramente un Dio di pace, quand’anche venisse coinvolto in campi di battaglia. Egli ha creato un mondo con le intenzioni che in esso vi sarebbe stata una pace perpetua, quella pace originariamente perfetta che è stata sottoposta all’imperfezione solo a causa della ribellione dell’umanità e non per il puro piacere, da parte di Dio, di sterminare gli uomini. Naturalmente Dio lo sapeva fin dall’inizio che sarebbe andata a finire in questo modo, per cui la Sua preconoscenza di tutte le cose lo portò ad escogitare un piano per la vittoria, offrendo un tempo in cui regnerà la pace in perpetuo, proprio per come erano state le Sue intenzioni fin dal principio.

Il contesto di questi passaggi è molto significativo. In Esodo gli Israeliti oppressi erano appena stati liberati dalle grinfie dei loro duri oppressori, e Dio lottò contro gli egiziani durante il paggio del golfo di Aqaba. La metafora di Esodo 15:3 «Yahweh è un guerriero», letteralmente איש המלחמה [Ish Milchamàh] uomo di guerra, rivela il potere e il controllo, che Dio aveva per la situazione, che si scagliò contro l’esercito opprimente quali erano gli egiziani.[1]

Inoltre, bisogna considerare anche quali sono i destinatari della guerra e i destinatari della pace. Dio non ha mai promesso la pace per i malvagi, poiché in realtà Egli ha affermato esattamente il contrario: «Niente pace – dice Yahweh – per gli empi!» (Isaia 48:22). Le promesse di pace in Romani 15 e anche in altri passi sono date solamente al popolo di Dio o comunque a coloro che avranno avuto il buon senso di volerne fare parte. Bisogna anche capire che la pace di Dio non sempre significa evitare dei guai, ma piuttosto significa che il conforto e la garanzia di Dio sono assediate da momenti difficili.

Nel grande schema delle cose e senza guardare la realtà delle dinamiche bibliche con una mentalità prettamente materialistica e umana, Dio non solo combatte contro gli egiziani per conto degli Israeliti (o generalmente a favore del suo popolo universale), ma la sua guerra finale e decisiva sarà contro il peccato e la morte. Cristo ha vinto questi nemici sulla croce e ora offre la pace a coloro che confidano in Lui. Paolo parla di questa pace nell’Epistola ai Romani e in altre lettere (Romani 5:1; 10:15; 16:20; Filippesi 4:7,9; 1Tessalonicesi 5:23; 2Tessalonicesi 3:16; Ebrei 13:20). Poiché i credenti sono in Cristo, i veri cristiani non sono più in guerra, piuttosto vengono esortati ad avere la pace con Dio (Efesini 2:3,14,16). Che Dio possa essere un Dio di pace o un Dio di guerra non è affatto una contraddizione. Dio può essere tutto e quando gli si riscontrano dei limiti non sono limiti che Dio possiede, ma sono limiti che la mente umana gli assegna.

Note

[1] Questo passaggio è stato oggetto di innumerevoli speculazioni in cui si afferma che il popolo opprimente non erano gli egiziani, ma proprio il popolo ebraico, anticamente conosciuto come gli Hyksos, verso gli egiziani. Ma qui non ci soffermiamo perché confuteremo queste speculazioni in un futuro lavoro.

4 Risposte a “Yahwéh è un Elohìm di guerra o di pace?”

  1. Yhwh e’ un elohim di guerra ma mi spiace per lei signor Salamone(o Salomone?) non era un dio ma al massimo un Ish (uomo)di alto rango…e no non era eterno (Alam) secondo gli ultimi studi era anche tra i meno potenti poco piu che un uomo.
    Yhwh ish milhamah (Es. 15,3). L’espressione: “Yhwh è un uomo di guerra” nell’esegesi ebraica
    questo era ..nulla piu un sanguinario guerrafondaio..
    non per niente si e’ messo oggi a capo della macchina bellica USA (o parte di essa ) tutto qui..

    un uomo di guerra un condottiero..

    ..ed infatti e’ da 2000anni che nonostante le guerre a cui sono state sottoposte le genti non riesce a restituire agli israeliti le loro terre…anzi fino al 48,dalla distruzione di Gerusalemme da parte di Tito,gli israeliti hanno vagato in terre straniere senza patria e considerati esseri abietti in quanto avevano crocifisso Gesu(vero uomo o emanazione di una divinita,di pace)…ogni volta che un ebreo incontrava un cristiano su un marciapiede dove lasciare il passo…difatto dei reietti..
    Questa e’ la storia OGGETTIVA.
    Dal 48 in poi dopo circa 2000anni che il loro Elohim di guerra(molto scarso) le cose sono un po’ migliorate per loro,si fa per dire,nel senso che hanno continuato le guerre per mantenere un fazzoletto di terra..altro che grande Israele..

    E non otterranno nulla neanche stavolta..anche se a forza di scherzare col fuoco rischiamo un’altra guerra mondiale..ma non solo non servira’ a nulla a loro causa ma saranno per sempre riconosciuti come causa di una grave guerra..
    Perche si ricordi nella Bibbia che e’ appunto la storia del popolo israelitico(la discendenza di Giosue,quindi una particolare tribu) e del suo governatore Elohim Jawhe,i primi ad essere uccisi e fatti perire ogni volta che per qualche motivo si incavolava erano proprio gli israeliti e cosi e’ successo e succedera’ ancora..

    1. Salve, l’esegesi ebraica dice in relazione a Es 15,3:

      «איש מלחמה “Un uomo di guerra”. Acquistò quel titolo dopo aver annegato nel mare i suoi avversari, i carri del faraone e i loro derivati» (Chizkuni)

      «YHWH È UN UOMO DI GUERRA. Yhwh sostiene coloro che Lo amano e si attaccano a Lui ed è un uomo di guerra con i loro nemici» (Ibn Ezra)

      «La parola ish (uomo) significa un essere. Il significato di ish milchamah (un uomo di guerra) è quindi un essere che fa la guerra. È simile al termine ish emunim (un uomo fedele) (Prov 20,6), il cui significato è un essere di fede» (Ibn Ezra)

      «”Hashem è un maestro della guerra”. Vedendo che Mosè aveva detto prima al popolo che “Hashem combatterà per vostro conto”, ora gli confermarono: “Dio è un maestro della guerra”. Per evitare che qualcuno commetta l’errore di pensare che Dio utilizzi armi convenzionali quando porta avanti la guerra, hanno aggiunto ה’ שמו, “Il suo nome è Hashem”. È sufficiente che Dio invochi il Suo nome e non deve impegnarsi in attività faticose e fastidiose per prevalere sui Suoi avversari» (Rabbeinu Bahya)

      «”Il Signore è un Maestro della guerra”; proprio come (Rut 1,3) “il איש (cioè il signore) di Naomi”. Ovunque ricorrono le parole איש e אישך devono essere tradotte con בעל; così anche (1Re 2,2) “Sii forte e mostrati un איש” – una persona potente» (Rashi)

      «ה’ איש מלחמה, ה’ שמו, anche se a volte appare come איש מלחמה, l’“Uomo” di guerra che distrugge i suoi nemici invocando l’attributo della giustizia, Egli è tuttavia prevalentemente Hashem, il Dio che pratica la misericordia. È questo Suo attributo che è responsabile della continua esistenza di tutte le Sue creature. Quando distrugge i Suoi nemici, in effetti rimuove le erbacce dal giardino per consentire alle piante utili di sopravvivere e svilupparsi. I malvagi sono come le spine e i cardi in una vigna» (Sforno)

      Questa di cui sopra rappresenta solo una selezione dell’ampia considerazione che l’esegesi ebraica ha dedicato a Es 15,3. Secondo l’esegesi ebraica, Dio non è mai stato un essere materiale, e la parola “ish” (uomo) a Lui attribuita è, come sottolinea Sforno, «un attributo». Pertanto, non riscontro nulla di «oggettivo» nella sua analisi, dato che è palesemente “viziata” dall’influenza che le teorie speculative bigliniane hanno avuto sulla sua psiche.

      Cordialmente,
      Daniele SALAMONE

  2. certo che una contraddizione, ma non si può dire che è una o l’altra a seconda del tempo e del contesto. sarebbe a dire che quando vi fa comodo è uomo di guerra ed altre volte è dio della pace. nella bibbia non vi è pace se non dopo stermini di massa e uccisioni incontrollate. e poi non si può parlare di pace nemmeno dopo, tantomeno oggigiorno. un dio di pace non avrebbe sterminato uomini donne e soprattutto bimbi per poter dare la terra agli israeliti. un dio di pace avrebbe lo scopo di fare stare bene tutti, ciò non si evince né dalla bibbia né guardando indietro ai fatti storici come le fa l’esempio della seconda guerra mondiale.

    1. Se avesse interrotto la sua risposta a “del tempo e del contesto”, sarebbe stata un’ottima e signora risposta. Ma tutto il resto l’ha guastata. Era riuscito a dare una risposta oggettiva, ma poi è caduto nel soggettivo. Che peccato…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.