La Roccia di Horeb e il peccato di Mosè

A Mosè, l’uomo più umile e mansueto del mondo antico, fu impedito di entrare nella Terra Promessa. Dopo tutti gli anni di pellegrinaggio nel deserto e dopo la sofferta e paziente educazione/formazione impartita al neo popolo/esercito israelita, egli poté vedere la Terra Promessa solamente dall’alto, in una veduta panoramica. Aaronne era già morto da qualche mese.

Mosè commise un peccato che, apparentemente, sembra essere ignoto al lettore delle Scritture. Eppure, la risposta è più semplice di quanto sembra. Per qualche tempo, ho cercato di rispondere alla domanda: quale peccato ha commesso Mosè per non aver meritato di entrare nella Terra Promessa, dopo tutto quello che ha fatto per il popolo? Sembra che Mosè sia stato vittima di un’ingiustizia da parte di Yahweh, eppure, una motivazione dev’esserci, perché una punizione deve essere sempre (e giustamente) preceduta da valide motivazioni.

Una volta guinti a Cades, il popolo si ritrovò senz’acqua da bere. Sicuramente, lo stress emotivo di Mosè era alle stelle, era stanco. Come se non bastasse, Mosè veniva continuamente messo sotto pressione da quel popolo che mormorava sempre contro di lui riguardo anche al fatto che temeva di morire lì nel deserto insieme al bestiame, ricordando a malincuore le condizioni di vita nettamente migliori in terra d’Egitto. Mosè, esausto, insieme al fratello Aaronne, si mise in disparte a invocare Yahweh, ed Egli rispose:

«Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aaronne convocate la comunità e parlate a quella roccia, in loro presenza, ed essa darà la sua acqua; tu farai sgorgare per loro acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al suo bestiame» (Numeri 20:8 – NRV)

Mosè ed Aaronne obbedirono e convocarono l’assemblea. Subito dopo accade quanto segue:

«E Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il suo bastone due volte, e ne uscì acqua in abbondanza; e la comunità e il suo bestiame bevvero» (v.11)

A prima vista, sembra che Mosè abbia obbedito in toto alle parole di Yahweh, ma solo in parte però. Mosè, dopo aver «percosso» la roccia, ricevette questa risposta da Yahweh:

«Siccome non avete avuto fiducia in me per dare gloria al mio santo nome agli occhi dei figli d’Israele, voi non condurrete questa assemblea nel paese che io le do» (v.12)

Quindi, sembra chiaro che sia a Mosè che ad Aaronne non viene dato il privilegio di «condurre questa assemblea» nella Terra Promessa, infatti, Aaronne morì qualche mese prima di Mosè, mentre Mosè morì poco prima dell’arrivo nella Terra Promessa, lasciando il comando a Giosué. Mosè, infatti, sapeva di non poter entrare in quella Terra, perciò decretò più avanti la sua morte (per ordine di Yahweh) presso quel luogo dove non fu nemmeno trovata la sua stessa tomba.

Per capire quale peccato abbia commesso Mosè, bisogna focalizzare la propria attenzione esattamente su questi primi 13 versetti di Numeri 20. Proprio da questi passi si può individuare la motivazione che ha indotto Yahweh a punire i due fratelli, Mosè e Aaronne. Sono questi i passaggi che ci rivelano qual è stato il peccato di Mosè.

Al versetto 8, Yahweh ordina a Mosè e ad Aaronne di «parlare alla roccia», mentre al versetto 11, Mosè «percosse la roccia». Percuotere la roccia sarà stato sicuramente un impeto di rabbia e collera viste le continue pressioni alle quali Mosè veniva soggiogato. Prima «obbedì» convoncando l’assemblea di fronte alla roccia, poi «disobbedì» quanto al non parlare alla roccia, ma percuotendola per due volte con il suo bastone. Mosè agì di testa sua!

Come può, Mosè, «uomo molto umile, più di ogni altro uomo sulla faccia della terra» (Numeri 12:3), perdere la pazienza? Per un uomo come lui, perdere la pazienza, voleva significare arrivare al limite del sopportabile, tant’è che definisce lo stesso popolo come «ribelle».

In un’occasione analoga, presso l’Horeb, Yahweh aveva detto a Mosè di «colpire» la roccia (Esodo 17:2-7; 33:6). Mentre a Cades gli fu detto di «parlare» alla roccia. Mosè forse volle ripetere quanto aveva fatto in precedenza su comando di Yahweh, sebbene Yahweh ora dicesse che sarebbe stato sufficiente «parlare» alla roccia.

roccia di horeb e peccato di mosèCiò che aggravò la situazione, non fu solo la disobbedienza sul «colpire due volte» anziché «parlare» alla roccia, ma anche il fatto che non fu dato il doveroso merito a Yahweh per l’intervento miracoloso, ma fu come se Mosè ed Aaronne si accaparrarono il merito del prodigio della roccia sgorgante acqua: «non avete avuto fiducia in me per dare gloria al mio santo nome agli occhi dei figli d’Israele» (20:12). Infatti Mosè disse: «Ora ascoltate, o ribelli; faremo uscire per voi acqua da questa roccia?» (v.10); mentre avrebbe dovuto dire: «Yahweh farà uscire per voi acqua da questa roccia!».

Leggendo in altri passaggi del libro dei Numeri, si rievoca ancora questa ribellione del popolo:

«perché vi ribellaste all’ordine che vi diedi nel deserto di Sin quando la comunità si mise a contestare, e voi non le deste testimonianza della mia santità, a proposito di quelle acque. Sono le acque della contestazione di Cades, nel deserto di Sin» (27:14)

Ma anche il salmista (106) ha altro da aggiungere:

«Lo provocarono presso le acque di Meriba, e ne venne del male a Mosè per causa loro; perché inasprirono il suo spirito ed egli parlò senza riflettere» (vv.32-33)

E il parlare senza riflettere di Mosè fu proprio questo: «Ora ascoltate, o ribelli; faremo uscire per voi acqua da questa roccia?». Mosè (insieme al fratello) si attribuirono il merito del “miracolo” «non dando testimonianza della santità» di Yahweh, autore diretto di quel prodigio.

Infine, viene per l’ultima volta ribadita la motivazione per la quale a Mosè non fu dato il permesso di entrare nel paese dato ai figli d’Israele:

«Sali su questo monte di Abarim, sul monte Nebo, che è nel paese di Moab, di fronte a Gerico, e guarda il paese di Canaan, che io do in possesso ai figli d’Israele. Tu morirai sul monte sul quale stai per salire e sarai riunito al tuo popolo, come tuo fratello Aaronne è morto sul monte Or ed è stato riunito al suo popolo, perché mi siete stati infedeli in mezzo ai figli d’Israele, presso le acque di Meriba, a Cades, nel deserto di Sin, in quanto non mi avete santificato in mezzo ai figli d’Israele. Tu vedrai il paese davanti a te, ma là, nel paese che io do ai figli d’Israele, non entrerai» (Deuteronomio 32:49-52)

2 Risposte a “La Roccia di Horeb e il peccato di Mosè”

  1. E sul monte Tabor nella trasfigurazione , Mose’ scese assieme ad Elia da un’ altra terra , per testimoniare che Gesu’ era la Legge e il massimo Profeta , dell’ uno rapito , e dell’ altro rapito in occulto, come Cristo dall’ occulta eternita’ scese , e dalla rivelata resurrezione ritorno’ . L’ incrocio X della perfetta chiusura 8 .

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