La firma letterale di Yahwéh in terra d’Israele

Carissimi lettori, con questo articolo vorrei farvi notare qualcosa di straordinario.

Molto spesso si vedono dei dipinti il cui autore non rilascia la propria firma. Questi vengono definiti “dipinti anonimi”, poiché risulta impossibile rintracciarne la paternità se non confrontando altre opere che adottano uno stile o tenica quanto più identica possibile. Infatti, è capitato più volte che ad un dipinto inizialmente anonimo (senza firma o con firma poco chiara) viene assegnata la paternità grazie al confronto della tecnica e stili utilizzati con le opere del potenziale autore, con il quale se n’è potuto identificare lo stile.

Ora, la Bibbia ci presenta un Dio creatore, cioè un Dio creativo che crea l’intero universo. Inoltre, crea anche l’uomo a sua volta creativo. Voi pensate che Dio, in quanto Creatore di tutte le cose, non avrebbe messo la propria “firma” sul dipinto da Lui realizzato di nome Terra? C’è un salmo (19:1) che dice: «I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani».

Questo salmo in primo luogo ci dice che «i cieli raccontano» qualcosa e «il firmamento annuncia» qualcos’altro. In sostanza, i cieli e il firmamento ci «raccontano e annunciano» l’opera compiuta da Dio a livello cosmico. In modo poetico si vuole dire che il cielo e il firmamento testimoniano la gloria e l’opera di Dio. Sarebbe a dire come se cieli e firmamento fungessero da “critici d’arte” nei riguardi dell’artista, perché oltre che parlare del dipinto parlano anche dell’autore. Tuttavia, «l’opera delle sue mani» non poteva non essere testimoniata solo da cieli e firmamento, ma soprattutto dalla Sua firma in qualità di autore di questa opera.

Fin dal principio Dio aveva stabilito quale terra doveva occupare il Suo popolo, quella terra che si sarebbe chiamta Israele. Veniamo al punto.

Durante una mia ricerca di geografia di diverso tempo fa, notai che alcune colline situate presso Psagot (Cisgiodania), a circa 15 chilometri a Nord di Gerusalemme, formano una scritta riconducibile ai tipici caratteri ebraici che mi sono familiari. Per cercare di decifrare meglio questa bizzarra espressione della natura, utilizzai il software Google Earth per poter osservare in più angolazioni 3D la conformazione delle colline che si possono vedere nell’immagine numero 1. Tuttavia, la resa migliore appartiene alla veduta aerea perpendicolare come qui sotto proposta e non obliqua.

Invito il lettore a prenedere visione delle singole immagini che, progressivamente, riveleranno questa bellissima curiosità. Si leggano le didascalie delle immaigni per ulteriori approfondimenti.

Foto 1 – Veduta aerea (Google Earth) di alcune colline nei pressi di Gerusalemme (15,33 km ca.). Si possono notare in marrone più scuro i solchi delle colline. L’immagine non è elaborata, ma originale per come viene proposta da Google Earth. Ho scelto di usare Google Earth perché mostra in modo più evidente il dettaglio, in quanto l’uso del semplice Google Map desta un po’ di confusione.

 

Foto 2 – Questa volta ho allontanato la veduta aerea (cioè “satellitare”), dove si può notare all’estrema destra la citta di Yerushalaim (Gerusalemme) e allestrema sinistra sempre evidenti i solchi delle colline viste nella foto 1. La distanza che separa il centro di Yerushalaim dalle colline (fra Al-Bireh e Dayr Dibwan) è di circa 15 km, precisamente 15,33 km proposti da Google Earth.

 

Foto 3 – Questa immagine è la stessa di quella precedente, solamente che ho aggiunto maggiore contrasto al particolare delle colline.

 

Foto 4 – In questa immagine, identica alla precedente, ho solo aggiunto quelle che sembrano essere delle consonanti ebraiche. Nel riquadro vi è sempre il solito particolare delle colline, mentre, di sopra ho inserito in caratteri ebraici quelle consonanti che a me sembrano raffigurare i solchi delle colline.

 

Foto 5 – Ritornando all’ingrandimento del particolare, il lettore provi adesso ad osservare nuovamente i solchi senza l’aggiunta di testi o contrasti.

 

Foto 6 – Adesso il dettaglio l’ho maggiormente constratato. Tuttavia, le immagini che propongo non sono manipolate o create ad hoc. Le immagini sono uno screenshot ottenuto tramite Google Earth a cui ho solamente applicato la funzione dell’aumento del contrasto (strumento “curve” di Photoshop CC) per evidenziare maggiormente i solchi delle colline. (la prima lettera sulla sinistra per certi versi può somigliare alla tzadi sofit, ma è da escludere poiché questa lettera può essere collocata solo a fine di una parola e non all’inizio. Se fosse stata una ztadì semplice, allora certamente la parola non sarebbe iniziata per yad né per ‘ayn.

 

Foto 7 – In questo particolare, ho evidenziato i dettagli dei solchi. Così facendo ho ottenuto quelle che sembrano essere proprio quattro consonanti ebraiche (da destra verso sinistra): Yod – He – Waw – He = YHWH.

 

Foto 8 – Come nell’immagine 7, ho mantenuto l’evidenziatore, aggiundendovi sopra i caratteri ebraici tipografici che emergono, secondo me, dalla mia esperienza visiva.

 

Foto 9 – Questa volta ripropongo la veduta aerea panoramica con l’aggiunta del dettaglio più ingradito. Sempre ben visibile è la città di Yerushalaim, distante 15 km dalle colline.

 

Foto 10 – A questo punto, sembra inequivocabile la presenza del Tetragramma in terra di Israele. La scrittura ebraica che emerge dalle forme delle colline corrisponde al nome di Dio nell’Antico Testamento, cioè YHWH comunemente pronunciato Yahwéh.

Come dicevo poc’anzi, poteva il Creatore dell’universo non mettere la propria firma dopo aver concluso «l’opera delle sue mani»? Naturalmente, Dio, da buon artista, sembra aver lasciato la Sua impronta su quella che sarebbe diventata la “Terra Promessa” per il Suo popolo. E’ un dato di fatto che quando un’opera viene firmata dal proprio autore, la firma ne garantisce la proprietà e la legittimità.

A me pare evidente che quella terra lì in particolare è solo “l’angolino” dove Dio ha risposto la propria firma che conferisce autenticità all’intera opera (l’Universo!). Solitamente, l’autore che firma la propria opera, colloca l’auografo in un punto che non va a disturbare o “sporcare” il dipinto. Ciò non vuol dire che “l’angolino” dove viene riposta la firma sia il lato più insignificante di un quadro, anzi, proprio quell’apparente angolino insignificante è il punto dove si definisce la legittimità e proprietà dell’opera dell’autore! Se l’opera fosse stata anonima avrebbe sicuramente avuto un valore minore, ma in questo caso si può avere una prova di quanto sia importante non solo ha-aretz Ysrael (la terra d’Israele) ma il mondo intero!

Dio non ha scelto come “angolino” il punto più insignificante della sua “tela”, ma proprio quel luogo dove il Suo popolo avrebbe dimorato. Quanto può essere sicuro quel luogo in cui Dio ha messo la propria firma?

Tuttavia, il bello non finisce qui. Nella stessa zona, sempre in veduta aerea, è possibile scorgere altre piccole parole (che mostrerò in un prossimo articolo e che anticipo con questa piccola immagine trovata nel web, foto a destra). In totale sono quattro parole (incluso il Tetragramma) e cioè:

  • Compare il prefisso ki = poiché
  • Compare il nome del luogo calcato da Abrahamo e Giacobbe, Beth-El = casa di Dio
  • Compare il nome di Dio dell’Antico Testamento, YHWH = Yahwéh
  • Compare il nome Efraim = Efraim

La lettura completa può essere: «Poiché (la) casa di Dio Yahwéh (è) Efraim». Efraim rappresenta la «doppia porzione»; non a caso, infatti, il nome Yerushalaim (Gerusalemme) può essere tradotto con «Città della duplice pace» = Yr (città) e shalàim (pace doppia, shalom + àim, per via dell’uso del duale àim). Una doppia porzione di pace vine promessa a Israele, ma anche ai rami innestati (coloro che seguono Cristo).

10 Risposte a “La firma letterale di Yahwéh in terra d’Israele”

  1. Dai Daniele,
    questo articolo mi sembra un pó forzato, e come magari anche tu hai giá riconosciuto non molto distante da coloro che vedono volti sulla superficie di marte!

    Ma la cosa piú fastidiosa é usare questo pretesto per giustificare o legittimare lo stato di Israele! Lasciamo perdere i lunghi discorsi storici che si potrebbero fare in merito perché a mio parere se uno stato viene creato solo perché qualcosa é stato scritto in un libro che non é riconosciuto da tutto il mondo come LA veritá…beh allora restituiamo la Sicilia ai discendenti dei Fenici…

    dai, smettiamola!

    1. Gentile signor “sono basito”, credo che il suo debba essere un caso di nomen-omen.
      Ad ogni modo, non volendo assolutamente entrare in discussioni di carattere politico, dico solemente una cosa: non mi pare di aver detto nell’articolo che la tesi proposta sia un dato di fatto.
      Ho solo esposto dei rilievi che a me hanno dato l’impressione di vedere il Tetragramma in ‘éretz Ysrael.

      Il discorso sul presunto volto umano su Marte è una bufala ormai risaputa, perché quel che si vede è soltanto il mero gioco di ombre e luci generate dal sole.
      La questione proposta in questo articolo non riguarda dei giochi di luce che possono dare solo l’illusione (ottica) di quello che in realtà non c’è. Nella zona indicata esistono realmente dei solchi che, analizzati in varie angolazioni con il programma Google Earth, danno luogo a questa bizzara conformazione di lettere ebraiche.
      Per quanto mi riguarda non mi pare di aver forzato la presa della molla, anche perché chiunque può verificare da sé con un minimo di buona volontà.

      Ribadisco, ciò che ho visto è il frutto di una mia impressione personale che, tuttavia, ho scoperto essere già stata presa in questione circa 10 anni fa da un team di studiosi ebrei.
      Quindi, se intende screditare un semplice articolo che non pretende nulla e Israele in generale, la invito a cambiare salotto.
      Se si sente infastidito nessuno la obbliga a stare qui. Anzi, se continua a bazzicare in ambienti per lei fastidiosi, bisogna prendere atto che lei è una persona autolesionista. Perciò eviti che la gente possa giudicarla in questo modo, perché fino a prova contraria con il mio articolo non ho rubato niente a nessuno e non sto turbando la sensibilità di nessuno, a parte quella di qualcuno che si sente infastidito.
      Quando a me una cosa da fastidio, la ignoro proprio. Prenda esempio.

      Infine, non credo di smetterla di dire nel mio blog quello che mi pare. Ognuno in casa propria fa quello che vuole, se mai sono gli ospiti a dover mantenere un atteggiamento educato e cortese, specialmente quando entrano in una casa dove il proprietario nemmeno lo conoscono personalmente.
      Tutti bravi a fare i leoni dietro a un monitor senza metterci la faccia!

      Cordialmente,
      Daniele Salamone

      1. Ciao Daniele,
        Ti ringrazio per la risposta. Vorrei peró anche avere la possibilitá di replicare punto per punto se possibile.

        1) Non mi interessa molto cosa tu veda o non veda in quei rilievi, ognuno è libero di usare la propria fantasia come vuole.

        Nota dell’amministratore.
        La parte rimanente del commento è stata censurata per le motivazioni spiegate nel commento annesso.

        1. Gentile Emilio,
          dato che a lei non le interessa cosa io vedo, allora il suo intervento lo reputo inutile, perché conseguentemente al suo disinteresse, allora anche io mi disinteresserò dei suoi futuri interventi. Dopo aver letto del suo disinteresse, non ho perso neanche tempo a continuare a leggere.
          Se a lei non le interessa una cosa, cosa fa? La ognora o ci marcia sopra? Io ho ignorato il suo commento e l’ho pure censurato… perché se non interssa a me, perché deve interssare ai miei lettori? Che senso avrebbe, per me, sorbirmi con la forza il suo lungo monologo quando esordisce dicendo che quello che vedo non le interessa? L’articolo parla proprio di quello che io vedo, quindi, non interessansole, lei qui che ci fa? Chi l’ha invitata?

          Non mi dica che non le interessa quello che vedo se poi mi scrive un monologo inutile.

          Perciò, ho intenzionalmente censurato parte del suo lungo e inutile commento (come da avviso) e, nonostante a me non interessi per niente il suo discorso, custodisco comunque nel mio archivio lo screenshot integrale del suo inutile discorso.

          Non entri nelle case degli altri dicendo “stai zitto, parlo io”. Perché fino a prova contaria, finché approverò i suoi commenti (cosa che non farò) sarò io a darle il permesso di interagire con tutti noi. Non le interessa ciò che vedo? Ignori l’argomento.

          1. “La parte rimanente del commento è stata censurata per le motivazioni spiegate nel commento annesso.”

            Daniele, sia io che te sappiamo benissimo che hai (abilmente) censurato il mio commento per altri motivi che hanno a che fare con il contenuto del commento stesso con il quale hai difficoltà a confrontarti…inutile che dici “come da avviso” dando questa parvenza di fairness, quando invece vuoi solamente evitare il confronto.
            Non ti nascondo che mi hai incuriosito a tal punto che ho letto tutti gli articoli e visto i tuoi video (dove inviti i tuoi amici a farti domande ad hoc), è interessante vedere come il tuo pensiero si sia evoluto nel tempo (cadendo anche talvolta in contraddizione) ma credo di aver ormai capito quale sia il “metodo Salamone”, perciò avendo davvero una mente libera, considererò la mia breve visita al tuo blog un mero esercizio di masochismo.

            Siccome non mi piace dire addio, uso il tedesco “Leb wohl!” che suona piú come un augurio.

          2. Gentile “vediamo se lo pubblichi”, se avessi avuto davvero difficoltà a confrontarmi con la gente, non avrei nemmeno aperto un blog dove già in partenza avevo previsto dei futuri confronti.

            Non le nascondo che mi fa tantissimo piacere sapere che lei ha letto “tutti gli articoli”, non so in quanto tempo, visto che allo stato attuale sono solamente 225. Pochini, ma sostanzioni, infatti alcuni sono davvero molto lunghi, suddivisi in più parti e anche impegnativi e tecnici a volte.
            Tuttavia, se avesse davvero letto TUTTI gli articoli, avrebbe dovuto leggere anche e soprattutto TUTTI i commenti dove mi confronto liberamente con chiunque. Anz, si renderà conto lei stesso come a volte perdo tempo a rispondere a certi visitatori. Il suo giudizio sulla difficoltà a confrontatrmi, perciò, è una sua pura e spudorata invenzione. Qualcuno le direbbe “bugiardo”, e in quel caso non la difenderò.

            Tuttavia, per conoscere il “metodo” di una persona, che sia io o un altro, non basta “leggere gli articoli” su internet che, oltretutto, si riassumono solo in piccolissimi estratti delle mie pubblicazioni. Quindi, prima di pretendere di conoscere il “metodo Salamone” (che non conosce affatto, perhcé “lei è bugiardo”, direbbe qualcuno), si legga (realmente gli articoli e i commenti) anche i miei libri, perché è lì dove espongo più ampiamente il mio pensiero e il frutto dei miei studi.

            Le faccio un esempio: per anni ho visto su internet intere conferenze dove i vari esperti (o sedicenti tali) espongono i loro concetti, insegnamenti e teorie. Ne ho anche letto gli articoli, ma non mi bastava. Ho sempre avuto l’input di dover approfondire di più le loro asserzioni attraverso le loro pubblicazioni a stampa. Per onestà intellettuale, non ci si può basare solo sui video e sugli articoli, perché una conferenza di tre ore, ad esempio, non potrà mai sostituirsi a ciò che viene esposto in un libro. Perciò, lei del mio medoto, che conosce? Vuole insegnarmi qualcosa che del mio metodo stesso io non so?
            Solo chi conosce appieno il mio pensiero – che è comunque in continuo aggiornamento dato che ho inziato a studiare da soli 10 anni (è poco, ma almeno studio davvero) e di strada ancora da percorrere ne avrò finché non muoio – può arrogarsi il diritto di dire quello che ha detto lei adesso, falsamente e vergognosamente, direbbe qualcuno.

            La contraddizione è lecita quando un pensiero si evolve, perché se un tempo si pensava una cosa, non vuol dire che quella cosa la si debba pensare per sempre. Questa è evoluzione di pensiero, non chi rimane radicato sempre nella solita “pasta e cucuzza”. Anzi, l’evoluzione di pensiero penso sia una dimostrazione in più che la mente di una persona è sempre in attività; mentre, rimanere radicati su un chiodo fisso per anni e anni fino alla morte (come ha dimostrato Sitchin, ad esempio), può dare l’impressione che si è rimasti bloccati (anche psicologicamente) in qualche cosa dove non vi è alcuna via di scampo, se non la vera onestà intellettuale. La gente disonesta è ovunque, specialmente in mezzo a coloro che cercano le masse per sentirsi qualcuno, quando da soli non sono nesusno.

            La censura non è stata affatto un gesto di abilità, perché alla fine chiunque potrò chiedermi, in sede privata, da ora in poi, tutti gli screenshot dei commenti che censuro. Sempre se alla gente come lei piace fare esercizi di masochismo, leggendo commenti inutili. Essendo il “padrone di casa”, preferisco semlpicemente non rendere pubblici certi commenti che per me sono inutili e che non meritano né considerazione né un serio dibattito o confronto. Se non approvo un commento non è per mancanza di capacità al confronto. Perciò, eviti di dire cose del genere.

            Non ho bisogno di nascondermi, né cambiando nickname né cambiando postazione di Computer in modo da avere un indirizzo IP differente. Chiunque mi può trovare in rete, su Facebook, su Youtube. A proposito di Youtube, ha letto anche i centinaia di commenti a cui ho risposto su Youtube, dove la gente insulta, provoca e mi fa perdere tempo? Non mi dica che l’ha già fatto perché tanto non ci credo. Ai bugiardi non bisogna credergli mai, nemmeno quando apparentemente dicono la verità. Se la dicono è perché vogliono solo veicolare la povera gente verso la loro menzogna.

            Lei è qui solo per disturbare, e io tempo da perdere non ne ho, tuttavia considererò il mio averle dedicato ancora del tempo un mero esercizio di masochismo. Ma siccome non sono masochista, dichiaro pubblicamente che ogni suo commento sarà da ora in poi cestinato. Perciò, eviti di perdere ancora tempo e farne perdere a me. Ha incontratu un muro.

            Cordialmente,
            Daniele Salamone

  2. Funziona con l’ebraico classico, funziona meno con l’ aramaico imperiale da cui è stato mutuato l’ebraico classico e anche l’ebraico moderno, ma non funziona del tutto con l’alfabeto paleoebraico originale, derivato dai Fenici, in uso all’epoca di Re Davide.

    1. Sì, certamente può trattarsi di una pereidolia, infatti non mi pare di aver detto che il mio punto di vista sia quello corretto. Però, nessuno mi venga a dire che il famoso “volto su marte” sia stato appositamente realizzato dagli extraterrestri, perché allora anche in quel caso si può parlare di pareidolia. Ammesso che quella foto su presunto “Marte” sia autentica!
      Le ho detto tutto anch’io

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