La bestemmia contro lo Spirito Santo

Nel giardino dell’Eden, dopo la disobbedienza, Dio si rivolge ad Eva e poi ad Adamo con delle domande per inziare la conversazione/interrogatorio con loro. Ma differenza di come si è approcciato con Adamo ed Eva, con il serpente Dio fu diretto. Non entrò in conversazione con lui con delle domande retoriche perché, sapendo che il colpevole era proprio lui, si rivolse a quest’ultimo direttamente con la condanna. Questo fa capire quanto Dio abbia a cuore la propria «immagine». Il tribunale di Dio era in pieno esercizio, in quanto ai giusti ingannàti viene data la possibilità di pentirsi e una seconda opportunità per redimersi, mentre all’autore dell’inganno, che è ingiusto per volontà propria, non viene data alcuna possibilità di redenzione. Ma perché al serpente non fu data questa opportunità? L’inganno tratto ad Eva meritava davvero di essere imperdonabile? Dalla Scrittura apprendiamo che l’unico peccato imperdonabile è la «bestemmia contro lo Spirito Santo» (Matteo 12:31). Ingannare Eva avrà forse comportato a commetere il sacrilegio di aver bestemmiato lo Spirito di Dio? Certamente no, perché gli stessi uomini si accusano fra loro il che no nequivale a bestemmiare lo Spirito. Tale bestemmia dev’essere necessariamente avvenuta quando Cristo fu testimone oculare della sua caduta («vedevo Satana cadere come folgore dal cielo» (Luca 10:18). Questa caduta di Lucifero, divenuto poi Avversario (Satàn), era avvenuta precedentemente a questo evento, perciò ormai il serpente non aveva più niente da perdere. Il suo volersi rendere «simile all’Altissimo» (Isaia 14:13-15) gli è costata la gloria di cui era rivestito (Ezechiele 28:11-19).

Un altro caso emblematico di bestemmia contro lo Spirito Santo lo vediamo nella vicenda di Anania e Saffira. In pochi riescono a scpeigarsi come mai marito e moglie morirono dopo le parole dell’apostolo Pietro. A questo punto ne vale la pena spendere qualche parola per capirci un po’ di più.

Il testo dice:

«Un uomo di nome Ananìa, con Saffìra sua moglie, vendette una proprietà, e tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e, un’altra parte, la consegnò, deponendola ai piedi degli apostoli. Ma Pietro disse: “Ananìa, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo e trattenere parte del prezzo del podere? Se questo non si vendeva, non restava tuo? E una volta venduto, il ricavato non era a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio”. Anania, udendo queste parole, cadde e spirò […] Circa tre ore dopo, sua moglie, non sapendo ciò che era accaduto, entrò. E Pietro, rivolgendosi a lei: “Dimmi”, le disse, “avete venduto il podere per tanto?” Ed ella rispose: “Sì, per tanto”. Allora Pietro le disse: “Perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i piedi di quelli che hanno seppellito tuo marito sono alla porta e porteranno via anche te”. Ed ella in quell’istante cadde ai suoi piedi e spirò. I giovani, entrati, la trovarono morta; e, portatala via, la seppellirono accanto a suo marito. Allora un gran timore venne su tutta la chiesa e su tutti quelli che udivano queste cose» (Atti 5:1-11)

Il «gran timore» a cui si allude significa che «con lo Spirito di Dio non si scherza». La bestemmia contro lo Spirito Santo (S. di Dio o S. del Signore è uguale, purché si evoca lo “Spirito”), viene espressa con la «menzogna» nei Suoi riguardi. La bestemmia contro lo Spirito può suscitarla solamente Satana, essendo lui ormai eternamente imperdonabile. Per cui, essendo tale bestemmia impedonabile, per l’uomo che bestemmia contro lo Spirito non ha più senso vivere, poiché non potrà mai ricevere il perdono. Ecco perché Anania e Saffira «spirarono» all’istante non appena ebbero la consapevolezza di essere imperdonabili, perché non aveva più senso per loro vivere non potendo ricevere il perdono di Dio.

11 Risposte a “La bestemmia contro lo Spirito Santo”

  1. Caro Daniele,
    nel documento allegato un’interpretazione della “bestemmia contro lo Spirito Santo” all’interno del contesto ebraico di quella generazione.

    Con affetto nel Messia,
    Raffaele

  2. Buona sera,
    le scrivo per chiederle come concilia espressioni come esame critico e mentalità aperta:
    “La invito a fare un esame più critico prima di commentare”
    “Tuttavia, se la gente avesse la mente più aperta e fosse disposta a studiare, allora il mondo potrebbe cambiare.”
    con espressioni quali:
    “il linguaggio profetico e il suo funzionamento in àmbito letterario”
    “con questa attitudine Dio non lo vedrà ne sentirà mai.”
    “Dio non va contestato”

    Questa domanda mi sorge poichè trovo metodologicamente scorretto approcciarsi all’analisi di un qualsiasi testo, del quale, per giunta, non si abbia alcuna certezza riguardo chi fossero gli autori, e a quale fine abbiano scritto, con delle conclusioni già pronte, vedasi appunto la certezza sull’esistenza di una divinità, e di come essa possa influire su di una forma di linguaggio, nonostante lei stesso dica ” Chi è lei per dire cosa Dio può essere o non essere?”.

    1. Salve,
      “Non si abbia alcuna certezza dei suoi autori”… forse la certezza manca a lei.
      “E quale fine abbiano scritto”… se legge la Bibbia, il fine è descritto molto chiaramente nel suo ampio numero di pagine. Se cerca risposte su una cosa che sconosce o di cui già parte con una marcia di scetticismo, non arriverà da nessuna parte.
      Se lei non ha certezze, non posso dare peso a questo, perché la vita è sua non posso né voglio decidere per lei.
      La fede è certezza, non dubbio. Perciò rispetti chi ha fede nelle proprie certezze ed eviti di sminuire il lavoro e l’impegno (quindi il metodo che usa) di chi vive per fede.

  3. Ti ringrazio per il tempo dedicatomi nel post su Isaia e vorrei provare ad interpretare questo passo con “mente aperta” come mi hai consigliato.

    Ananìa e Saffìra non pagarono interamente il “pizzo” alla setta zelota di Pietro e furono accoppati seduta stante probabilmente dallo stesso Pietro, che in quanto a maneggiare la spada se la cavava niente male.

    Perdona la mia ironia, ma davvero non riesco ad interpretare un gesto del genere come un “ben fatto”, nè da parte di Dio, nè dello spirito santo, nè tanto meno di Pietro. E con questo non sto asserendo che sia tu ad interpretarlo in questo modo, sia chiaro.
    E’ davvero inconcepibile per me, e per chiunque si possa definire inserito in una società civile, considerare un’azione simile degna di riverenza, rispetto o venerazione. Un dio d’amore NON può compiere nulla di simile, altrimenti il sistema logico che noi tutti utilizziamo se ne va a farsi friggere. Un dio non può, ma ti ripeto: uno zelota/capo setta , invece , sì. Non posso e non voglio sostenere la NON esistenza di un’entità suprema, ma di sicuro in questi passi non c’è e non può esserci, almeno finché esisteranno i diritti dell’uomo..

    1. Caro Pittino, evidentemente lei conosce meglio di me come agisce Dio nel suo proposito. Avendo delle vedute totalmente differenti, credo sia inutile da parte mia tentare di giustificare la questione, anche perché Dio non ha bisogno di difensori.
      Quelli che sono i diritti dell’uomo li decide una legge umana, ma trattandosi di una questione che va ben al di là del naturale, allora non siamo nessuno per dire che “un Dio d’amore non può”. Chi è lei per dire cosa Dio può essere o non essere? A prescindere dall’amore o dalle atrocità, credo che bisogna prima di ogni cosa discernere le cose terrene dalle cose spirituali.

      Al di là del “pizzo” e della sétta, l’ironia non mi tocca, perché in fin dei conti non sono io adesso a giocare e a burlare Dio. Anche se la sua può essere una battuta, per qualche lettore dalel facili provocazioni potrebbe prenderla seriamente. Anzitutto Anania e Saffira non pagarono affatto un pizzo perché non furono obbligati. Il testo è molto chiaro e non occorrono ulteriori disamine buoniste che ritraggono Dio in modo malvagio.

      Piuttosto, prima di dire chi o cosa Dio può essere o non essere, ricerchi Dio veramente; con questa attitudine Dio non lo vedrà ne sentirà mai.
      Il suo è un ragionamento umanamente sensato, eppure il Libro dell’Ecclesiaste insegna una cosa grandissima: usare la ragione è cosa utile, ma solo per dare modo all’uomo di capire che solo con essa non si va da nessuna parte.
      Ribadisco, rivaluti più seriamente il suo approccio con Dio, perché quando avrà realizzato che Dio non va contestato, allora è sulla buona strada per iniziare il percorso. Ma prima di questo deve realizzare chi è Gesù Cristo, perché nessuno va al Padre se non per mezzo di lui.

      Shalom

      1. Provo a riassumere. Nessuno sa come agisce Dio. Questo personaggio nella Bibbia agisce in modo spietato, più e più volte, e noi riconosciamo immediatamente che costui è Dio. E lo adoriamo per questo. Sono serissimo: mi stai dicendo che l’umanità è deviata ?!

        1. Provi as piegarsi, umanamente parlando, come un uomo, cioè un giudice di tribunale, possa condannare una persona a morte per i crimini commessi. Chi giudica, in questo caso, è un giudice, non uno qualunque. Dunque, condannare a morte una persona per i crimini commessi, per certi versi può essere giustificabile. Quanti criminali oggi agiscono in modo spietato, alimentando odio e terrore? Mentre, persone insensate leggono la Bibbia accusando Dio come se fosse lui OGGI il mandante ci certe cose? L’umanità è deviata eccome, perché giudicare Dio solo perché è Dio mentre rendere lecito il giudizio di un giudice umano che condanna a morte più persone, non è normale.
          L’uomo è sempre pronto a giustificare le proprie azioni, sempre lecite per lui, mentre quando si legge la Bibbia antica di 3500 anni, allora si alimenta odio nei suoi confronti.
          L’umanità è deviata PER COLPA di persone che ragionano come lei, e purtroppo siete in tanti. Anziché prendervela con Yahwéh, prendetevela con il dio dei musulmani. E non mi venga a dire che è lo stesso Dio degli ebrei e cristiani perché la banno in tronco.

          1. 500 anni fa, un tipo chiamato Leonardo Da Vinci disse : “Verrà un tempo in cui considereremo l’uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo”. Tu, oggi, 2017, da credente in un’entità infinitamente superiore dici: “Dunque, condannare a morte una persona per i crimini commessi, per certi versi può essere giustificabile”. Come è chiaro siamo in due universi distanti e trovo improbabile un punto di incontro. Questo non vuol dire che non possa darti un suggerimento. Se vuoi continuare a lavorare con la gente e stare in mezzo a loro, ti sconsiglio di minacciarli di ban, anche se fa molto “neo-inquisition”; le persone sono suscettibili e perderesti reputazione..

            saluti 😀

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