La bestemmia contro lo Spirito Santo: peccato imperdonabile

Non ho mai affrontato l’argomento sulla bestemmia contro lo Spirito Santo in modo approfondito, ma sarebbe interessante farlo. Pertanto, ho solo dato degli accenni in qualche video qua e là. Mentre ci vuole una vita intera per garantirsi la grazia (perseverare fino alla fine), essa invece si può perdere in un attimo, peccando senza pentirsi né chiedere perdono a Dio anche dopo una vita intera trascorsa a fare SOLO il bene. Basta un germe per rendere il vino impuro. In Apocalisse si parla dei giusti che sono scritti nel Libro della Vita, ma che a causa della loro caduta vengono cancellati da esso. Nel Libro della Vita vi sono scritti i giusti, appunto, e il fatto che si possa essere cancellati da questo libro significa che tale giustizia (quindi la grazia) si può perdere. La bestemmia contro lo Spirito Santo, che evidentemente è una cosa differente e decisamente più grave dalla bestemmia contro il Padre o il Figlio (e queste ultime sono perdonabili), consiste anzitutto nel rendere nulla l’opera dello Spirito.

Tutto ciò che nega, ostacola, compromette e/o ridicolizza la persona dello Spirito Santo e la sua opera, è bestemmia imperdonabile.

Vediamo insieme solo alcuni dei tanti punti che possono compromettere il nostro rapporto nei confronti dello Spirito Santo.

  • Pensare che si è immuni dal peccare dopo aver ricevuto per fede la grazia, è già una grave bestemmia; Anania e Saffira (vedi qui e qui), per esempio, che hanno mentito allo Spirito Santo (e mentire allo Spirito equivale anche a bestemmiarlo), sono morti all’istante. Ma perché punire questa coppia di coniugi in modo così agghiacciate tanto da provocare gran paura tra i presenti che avevano assistito alla scena o saputo dell’accaduto? A mio avviso (cioè, secondo me), una persona al quale non viene più concesso il perdono neanche se prega in 100 lingue non ha più motivo di vivere, perché l’uomo non nasce “a caso”, ma per uno scopo che solo Dio conosce, e una volta annullato tale scopo, la persona non ha più motivo di esistere. Inoltre, nel caso di Anania e Saffira, non c’è un passo in cui i due chiedono perdono: o semplicemente il narratore biblico ha omesso questo dettaglio, oppure i due sapevano che non aveva senso chiederlo, visto quale sarebbe stata la loro sorte eterna. Ma se lo avessero saputo, perché mentire/bestemmiare lo Spirito? A tale proposito, una bestemmia contro lo Spirito poteva tradursi anche nel non riconoscere l’autorità apostolica che Yeshua aveva dato ai suoi dodici discepoli. Siccome solo a loro era stata data l’autorità di perdonare o non perdonare i peccati, mancare di rispetto alle dodici autorità della chiesa primitiva consisteva nell’ostacolare l’opera dello Spirito Santo. Infatti gli apostoli non facevano mai nulla se non era lo Spirito Santo a dar loro conferma. Quindi, chi pensa come Anania e Saffira di poter seguire il proprio cuore ostinato e persuadersi allo stesso tempo di essere immuni dal giudizio o dalla perdita della grazia, penso che si è già firmato la sua condanna a morte eterna (Deut 29:17-19). Quindi, nessuno deve illudersi di essere a posto; persino il più giusto su questa terra deve stare attento. Piuttosto, chi pensa di stare in piedi si guardi bene dal non cadere. Se cadere non avesse comportato alcun problema per per il credente che ha ricevuto grazia, allora non avrebbe avuto senso ricevere questo avviso: la possibilità di caduta c’è eccome anche per chi è retto (1Cor 10:12), in quanto Dio stesso non si fida di nessuno dei Suoi servi e trova difetti persino negli angeli (Gb 4:18; 15:15)!
  • Se Yeshua ha lavato le nostre vesti dal peccato (dopo esserci ravveduti), ha lavato le vesti dei peccati commessi (dove è scritto “anche quelli futuri”?); pertanto, non vuol dire che si è immuni dal continuare a peccare. Non si chiede perdono una sola volta e basta, ma tutte le volte che necessita farlo. E questo non significa annullare l’opera della croce, anzi, tale opera serve proprio per darci fino all’ultimo la possibilità di fare teshuvah (pentirci) tante volte quante sono le volte in cui cadiamo.

Non esistono credenti che non peccano neanche quando sbagliano.

  • Chi afferma questo non bestemmia semplicemente, ma sta dicendo una bestemmiona! Noi per fede crediamo di essere salvati, ma alla fine solo se avremo perseverato fino alla fine ci saremo garantiti questa salvezza (Mt 10:22; 24:13; Lc 22:28). Perseverato in cosa? Nel fare la volontà di Dio, vivendo in santità di condotta (alias, “sana dottrina”) e non comportandoci più da vecchio/a uomo/donna. Se Paolo ci esorta dicendo “non peccate più”, vuol dire che l’uomo ha sempre la tendenza a peccare… infatti l’apostolo diceva: “il bene che voglio fare, non lo faccio; ma il male che non voglio fare, questo faccio”. Siccome, inoltre, lo Spirito Santo è colui che convince di peccato, nel momento in cui egli ci illumina e ci persuade che siamo peccatori che necessitano di ravvedimento, ma noi continui a peccare volontariamente, allora rendiamo vana l’opera dello Spirito e quindi anche questa è una bestemmia nei suoi confronti.
  • Inoltre, quando Yeshua operava miracoli per mezzo dello Spirito di Dio, i suoi avversari attribuivano le sue opere miracolose all’aiuto di Belzebù (principe dei demoni o “signore delle mosche/sterco”). Ecco, attribuire l’opera dello Spirito Santo ai demoni è una bestemmia contro lo Spirito Santo.
  • A rischiare grosso sono anche coloro che sostengono che il battesimo nello Spirito Santo sia una manifestazione satanica. Pertanto, la Scrittura fa un’analogia di amore paterno meravigliosa: se un figlio chiede al padre un pezzo di pane, il padre gli dà una pietra? Se il figlio chiede un pesce, il padre dà un serpente? Se il figlio chiede un uovo, il padre dà uno scorpione? Ebbene, se da figli chiediamo a Dio lo Spirito Santo, Egli forse ci dà un demone (Lc 11:10-13)? Stiamo molto attenti, carissimi, alle affermazioni che facciamo.
  • Poi, infine, ma non meno importante, è l’affermazione secondo la quale la bestemmia contro lo Spirito Santo è attribuibile solo a satana e ai suoi demoni, che sembrano essere gli unici a non poter ricevere la grazia neanche se chiedono perdono.

Ci sarebbero tante altre motivazioni, la lista è lunga. Ma penso che questo elenco sia già sufficiente per farci tremare in un santo timore di Dio.

4 Risposte a “La bestemmia contro lo Spirito Santo: peccato imperdonabile”

  1. Gentile Daniele nel suo articolo è riportato l’episodio di Anania e Zaffira; molte volte leggendo questo passo degli Atti mi sono domandato che senso avesse: due coniugi che è vero mentono sul ricavato della vendita, ma come può Dio misericordioso punire con la morte istantanea due persone. Nel N.T. Dio è il dio della vita non della morte. Mi sorge il dubbio che forse è stato lo stesso Pietro o suoi compagni a compiere l’esecuzione capitale da servire come monito per tutti gli altri (mia interpretazione, si ricordi la presenza della spada che taglia l’orecchio al servitore del sommo sacerdote nel giardino del Getsemani). Ho sempre sentito da esegeti cristiani che il peccato contro lo Spirito Santo è il peccato che si commette volontariamente e con piena avvertenza contro la divinità della terza persona della Trinità, peccare con la volontà di peccare, cosa c’entra la divinità con il fatto che i coniugi del racconto abbiano voluto tenere per loro, come dice lo stesso Pietro, una parte del ricavato dalla vendita del terreno tenedolo nascosto?
    Grazie per la risposta che vorrà dare. Cordiali saluti.

    1. Buongiorno Andrea,
      non dobbiamo scindere la misericordia di Dio dalla Sua giustizia, altrimenti non sarebbe un Dio giusto. Ma un Dio secondo le nostre (in questo caso le sue) aspettative.
      Forse ha le idee un po’ confuse, in quanto la Scrittura non dice che Dio non è il Dio della morte ma solo della vita, ma che è che lui mette davanti all’uomo sia la vita che la morte (Deut 30:15). E, soprattutto, dice che Dio è il “Dio dei vivi e non dei morti” (Mt 22:32). Sono due cose distinte. Quindi, il problema di fondo sta nel suo personale approccio alla Bibbia e al Dio biblico, in quanto pensa che Dio dovrebbe essere o comportarsi secondo le sue aspettative (solo quelle umanamente positive), e non secondo ciò che è veramente: misericordia (perdono e vita) e giustizia (castigo e morte). Se conoscesse le Scritture non solleverebbe certi discorsi.

      Che sia stato Pietro ad eseguire una eventuale pena capitale non è da escludere, dato che lui era un osservatore della Torah letterale (dove è prevista la pena di morte), infatti quante volte la Bibbia dice che Dio ha sterminato un popolo, quando all’atto pratico è stato l’esercito israelita a farlo? Le azioni di Israele riflettevano la volontà di Dio, e la volontà di Dio era riflessa nelle azioni di Israele. Quindi, anche se non è stato Dio in persona a far morire Anania e Saffira, vuol dire che si sarà servito di un Suo agente per farlo, esattamente come avvenuto con la morte di Erode (At 12:23) provocata da un Suo angelo. E gli angeli celesti sono una “emanazione” di Dio stesso.

      Dubito altamente che la bestemmia contro lo Spirito Santo equivalga alla negazione della sua divinità, altrimenti dovremmo chiederci perché negare la divinità a Gesù – come fanno molti – non è considerato un peccato imperdonabile.
      Chi avrà bestemmiato lo Spirito Santo non avrà perdono, ma chi avrà parlato contro il Figlio dell’uomo, avrà perdono (Lc 12:10). La divinità dello Spirito è forse superiore alla divinità del Messia? Se la risposta è sì, questo significherebbe che sono due dèi distinti, cosa che in realtà non è. Dio è UNO.
      Nel medesimo contesto di Luca 12, Gesù specifica che se qualcuno lo rinnega davanti agli uomini, lui lo rinnegherà davanti agli angeli di Dio (v.9), e subito dopo, al v.10, si parla della bestemmia contro lo Spirito Santo, imperdonabile, mentre è perdonabile parlare contro il Figlio dell’uomo. E’ chiaro che il rinnegamento e la bestemmia (parlare male di…) sono due cose distinte. E che il v.10 equipari la bestemmia al parlare male di…

      La mia risposta è che la negazione della divinità dello Spirito con il bestemmiare lo Spirito Santo non c’entrano nulla. Sono due cose completamente diverse. Se vuole una risposta alla domanda che mi ha posto, dovrebbe porre la domanda proprio agli esegeti che hanno formulato la loro affermazione. Io posso solo gettare delle ipotesi, ma una risposta esaustiva la otterrà solo dai diretti interessati.
      E’ vero che Anania e Saffira hanno peccato con la volontà di peccare, pensando di prendersi gioco di Pietro mentre in realtà stavano mentendo allo Spirito, e questo è gravissimo, ma con il negare la divinità dello Spirito mi sembra molto improbabile perché dal caso dei due coniugi si parla di mentire allo Spirito, non di negare la sua divinità. E la menzogna nei riguardi dello Spirito può essere, se vogliamo, un’allusione all’autorità apostolica di Pietro, non a Pietro in sé: “voi avete mentito non ad un uomo, ma allo Spirito Santo”.

  2. Basta leggere le atrocità del tuo pseudo-dio per tremare. E comunque non era onnipotente, non era trascendente. Era solo un genocida megalomane, che ha supportato il male del mondo. Il suo ricordo sarà prima o poi cancellato.

    1. Se vuole che il ricordo di Yahweh sia cancellato, inizi a non parlarne più. Perché il detto dice: “che se ne parli bene, che se ne parli male, purché se ne parli”.

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