Il tesoro di re Ciro nel Libro di Esdra 1:9-11 – Errore di calcolo o errore di traduzione?

Quando i numeri fanno la differenza!
Quando i numeri fanno la differenza!

Il Libro di Esdra, secondo l’ordine canonico attuale, insieme a Neemia ed Ester sono gli ultimi libri storici della Bibbia. La prima parte di Esdra parla del suo primo ritorno dall’esilio con Zorobabele e della costruzione del secondo Tempio (1-6); la seconda parte ci parla del suo Ministero (7-10).

Riguardo a questo Libro, la critica avrebbe riscontato una presunta contraddizione pronta a far crollare l’infallibilità della Bibbia. L’oggetto incriminato è specificato proprio nel primo capitolo ai versetti 9-11 in cui l’autore del testo ci elenca una serie di oggetti preziosi con il rispettivo numero quantitativo. Ma leggiamo più da vicino la questione:

«Ciro, re di Persia, li fece tirar fuori da Mitredat, il tesoriere, che li consegnò a Sesbasar, capo di Giuda. Eccone il numero: 30 bacinelle d’oro, 1.000 bacinelle d’argento, 29 coltelli, 30 coppe d’oro, 410 coppe d’argento di seconda scelta, MILLE altri utensili. In tutto c’erano 5.400 oggetti d’oro e d’argento. Sesbasar li riportò tutti, quando gli esuli furono ricondotti da Babilonia a Gerusalemme». Esdra 1:9-11

Adesso, facendo il calcolo complessivo degli oggetti descritti otteniamo questo risultato: 30 + 1.000 + 29 + 30 + 410 + MILLE = 2.499 oggetti d’oro e d’argento. La contraddizione viene evidenziata nel versetto 11 in cui viene specificato che gli oggetti elencati non sono 2.499 come i nostri semplici calcoli matematici ci suggeriscono, ma bensì 5.400! Dove sta quindi l’errore? L’autore biblico ha forse sbagliato a farsi i conti? Ha forse Dio bagliato ad ispirare lo scrittore? Ha forse sbagliato a scrivere il numero preciso di ogni oggetto che ha elencato? Leggendo con più attenzione mi sovvengono diverse possibili risposte di cui una  – per me l’ultima – ritengo sia la più plausibile.

Personalmente parto dal presupposto che se la Bibbia stessa sostiene di essere Parola di Dio vorrà significare che una soluzione ad ogni presunta contraddizione dev’esserci SEMPRE. Nel caso contrario la dichiarazione biblica crolla immediatamente:

  1. Considerando che i manoscritti originali redatti dalla mano dell’originale autore erano perfetti, la prima cosa che mi viene in mente è che potrebbe trattarsi di un errore trasmesso da parte dei copisti. E questo non sarebbe ne il primo ne l’unico caso di errore di trasmissione da parte degli antichi scribi. La Bibbia è inzuppata di apparenti errori, per cui deve sempre esserci una soluzione, in questi casi come il seguente punto 2;
  2. Alcuni testi antichi hanno parti mancanti usurate dal tempo o letteralmente strappate via sempre per lo stesso motivo. O magari qualche parte mancante dello Scritto dev’essere ancora scoperto, magari nascosto sotto “centinaia” di metri sotto la sabbia o dentro qualche grotta. Magari, la parte in cui vi erano specificati più oggetti fino ad arrivare alla somma complessiva suggerita dal versetto 11 non è giunta fino a noi. Chi lo sa , magari un giorno verranno scoperti nuovi documenti come i rotoli del Mar Morto che ci daranno la risposta definitiva che possa confermare ulteriormente il punto 3 da me sostenuto come risposta più plausibile;
  3. Andando a controllare direttamente nel testo ebraico ufficiale della BHS  – Biblia Hebraica Stuttgartensia (Hebrew Bible, Masoretic Text or Hebrew Old Testament), edited by K. Elliger and W. Rudolph of the Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart, Fourth Corrected Edition – si trova, forse, la soluzione definitiva:
  • Nella parte finale del versetto 10 del capitolo 1 di Esdra si legge [kelìm acherìm alèph] generalmente tradotto con «mille altri utensili» (Riveduta, Nuova Riveduta, Nuova Diodati), «mille altri vasellamenti» (Diodati), «altri arredi: mille» (C.E.I.), etc.;
  • Ciò che qui interessa è il numero 1.000 [aleph] che oltre a significare “uno” e “migliaio“, significa anche “bestiame” e “bue”. Vale a dire che il termine [aleph] vuole indicare sia una singolarità (bue) che una pluralità dello stesso (bestiame);
  • Il termne [acherìm] significa “altri” ed è scritto al plurale. Ciò significa che [aleph] nonostante sia scritto al singolare è preceduto da un termine al plurale, vale a dire che il finale del versetto 10 andrebbe tradotto correttamente in questo modo:  «e migliaia di altri utensili»;
  • Adesso, per «migliaia» non per forza bisogna intedere che si riferisce al numero specifico di «mille», per come vorrebbero fare intendere le [errate] comuni traduzioni moderne, ma potrebbe essere anche 2000, 3000 e così via. Il discorso vale come per dire “centinaia di metri sotto la sabbia”, come detto in precedenza. Non significa che io mi stia riferendo esattamente a 100 metri di profondità, ma anche a 200, 300, 600 metri, etc. essendo più generico e non specifico. Gli scienziati stessi per essere più generici riferendosi al lontano passato usano spesso dire «cenitnaia di migliaia di anni fa» non riferendosi esattamente a «centomila anni fa»;
  • Come si legge nei versetti 9 e 10 viene scritto un numero specifico per ogni tipo di oggetto, mentre, alla fine del versetto 10 l’autore del testo ha voluto generalizzare con «migliaia» e non precisamente con «mille» poichè la lista di oggetti era sicuramente lunga e, perchè no, anche “noiosa” per scriverla tutta. Forse non aveva nemmeno il tempo materiale per poter elencare tutti gli oggetti preziosi sebbene fosse a conoscenza della loro somma complessiva (5.400);
  • Poiché per Esdra non era di vitale importanza trascriverli tutti (ricordando anche che la Bibbia non è né un diario né un inventario) probabilmente ha deciso di riassumere generalizzando o approssimando il numero il cui calcolo viene definito nel versetto 11;
  • Se il calcolo letterale del passo ci suggerisce che gli oggetti erano effettivamente 2.499, le «migliaia di altri utensili» non specificati nel numero preciso dovevano essere di 2.901 (quasi 3000) e non 1.000 che, sommati ai 2.499 specificati il totale è effettivamente di 5.400 oggetti d’oro e d’argento;
  • Il «migliaio» vuole indicare, sinteticamente, i 2.901 oggetti rimanenti non elencati.

A volte basta poco per capire che la Bibbia, in un modo o in un altro, offre sempre una risposta. Sicuramente il critico più “aggressivo” cercherà comunque una contro risposta a queste tre soluzioni, ma queste tre possibilità possono anche bastarci. Il fatto è che prima di poter confermare ufficialmente che un documento sia fallibile bisogna prima trovare tutte le possibili soluzioni al problema, ma nel caso in cui non se ne trova davvero nemmeno una allora la critica ha tutto il diritto di giudicare la Bibbia come libro fallibile. Anche se il lettore decidesse di considerare come attedibile il primo, il secondo o il terzo punto qui trattato, non vi è comunque contraddizione perchè sono tutte e tre delle soluzioni plausibili. Sta al lettore la libera scelta di considerare qualle delle tre sia la più plausibile. Secondo la mia modesta esperienza nelle traduzioni, sebbene le prime due soluzioni sono delle possibilità che non nego, la terza è quella che secondo me si avvicina più alla soluzione al dilemma. E’ bene non avventarsi dicendo subito “contraddizione!” perchè in questo modo si dimostra di essere solo dei ricercatori avventati e superficiali quando la soluzione si trova proprio sotto ai nostri occhi. Offrendo alla Bibbia il beneficio del dubbio si ha la possibilità di trovare sempre una risposta.

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