Identità | parte #1

Introduzione

Lo schiavo ebreo che abitava in Egitto 3500 anni fa, era considerato di proprietà del Faraone e tutti gli egiziani li detestavano a motivo della loro associazione con la pastorizia (Genesi 46:34) e non solo. Questi servi hanno lavorato con rigore dall’alba al tramonto, costruendo le imponenti città di Pithom e Ramses senza fermarsi un attimo. L’unico che credeva di essere considerato come un dio era proprio il Faraone, presunta incarnazione del dio Sole Ra. Il Faraone veniva considerato anche come l’unica persona che portava la cosiddetta «immagine» della divinità. Dall’egiziano al mercante, dallo schiavista all’ebreo, tutti erano considerati innatamente inferiori a lui perché non erano portatori dell’immagine divina. Tale designazione non è stata quindi applicata per l’uomo comune in Egitto né in qualsiasi altro luogo. I governanti dei vari imperi antichi erano quindi gli unici ad auto dichiararsi «immagine» del divino.

Tuttavia, dev’essere stata un’immensa gioia per un ex schiavo in Egitto scoprire di essere stato creato a «immagine di Elohìm». Dopo generazioni di umiliante sofferenza, l’israelita dev’essere diventato molto entusiasta nell’apprendere di essere considerato speciale agli occhi di Yahweh come il Faraone pensava di essere agli occhi di Ra. Dev’essere stata una vera delizia per lui scoprire di essere sempre stato un portatore dell’«immagine di Dio» come ogni altro re della Terra, nonostante la posizione di “schiavo”. L’ex schiavo ha scoperto che tutti gli alti funzionari del mondo di allora non erano gli unici a portare quell’immagine; piuttosto, l’umanità nel suo complesso è stata creata come “vice reggente” o “rappresentante” di Dio.

Rimanendo al di fuori del contesto biblico, gli archeologi e gli storici non hanno trovato le prove sufficienti dove si dice che l’umanità in generale sia stata creata a «immagine» di un dio particolare. Ci sono anche dei ricercatori un po’ più alternativi che considerano “l’immagine” che possediamo come un carattere genetico ereditato da presunti antichi astronauti che dallo spazio sono sbarcati sulla Terra e che di conseguenza hanno apportato delle manipolazioni genetiche nel DNA di un ominide (Homo Herectus), facendolo evolvere in un essere fatto a “loro immagine”, cioé mescolando la loro immagine genetica (DNA) con l’immagine genetica dell’ominide. Queste fantasie deriverebbero dalle assai bizzarre interpretazioni di quello che sarebbbe scritto nei testi mesopotamici. Tre testi accadici della storia Assiria, risalenti al periodo di Sargon, utilizzano l’affine termine accadico tzelém («immagine»), ma impiegato solo in un contesto specifico che interessa questi re. Genesi 1:26-27 descrive tutta l’umanità con lo stesso termine che in precedenza era stato applicato solo ai governanti supremi delle nazioni.

«Poi Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”. Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina» (NR)

Il Creatore dell’Universo ha onorato l’umanità dotandola con certe qualità e caratteristiche che sono intrinseche alla sua natura. Attraverso i secoli, molti hanno contemplato il significato della frase «immagine e somiglianza di Dio». Molto è stato scritto su questo argomento, e senza dubbio ci sarebbe da scrivere ancora di più. Qui, però, vorrei adottare un approccio logico nella ricerca di questo significato che ci aiuterà a capire quale sia la vera identità dell’uomo: in primo luogo, bisogna restringere le possibilità eliminando tutte quelle definizioni che possiamo considerare inesatte; in secondo luogo, bisognerebbe discutere se l’immagine di Dio nell’uomo sia stata “persa”; e in terzo luogo, bisogna affrontare il reale significato della dichiarazione della Bibbia che l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, indagando anche le conseguenze di tale dichiarazione per quelle persone che oggi vogliono costruire e sostenere una fede solida basata su questa meravigliosa verità.

[leggi la seconda parte dello studio]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.