Gesù di Nazareth è stato realmente il fondatore del Cristianesimo?

E’ curioso notare come l’attuale Era precessionale dei Pesci, simboleggiata dalla raffigurazione astrologica appunto dei pesci, corrisponda all’era cristiana che ha avuto il pressoché identico simbolo. Potrebbe trattarsi solo di una mera coincidenza? I passi di Mt 4:19 e Mc 1:17 registrano una frase citata da Gesù all’inizio del Suo ministero in Galilea che “sembra” (?) avvicinarsi di molto al tema dei pesci:

«Venite dietro di me, e farò voi pescatori di uomini»

christian_fish_symbol_blackPotrebbe tuttavia esserci un’attinenza sul tema della “pesca” «predicando il Vangelo in tutto il mondo a ogni creatura»? Tant’è vero che i primi cristiani perseguitati che volevano nascondere la loro identità di cristiani per timore di essere seviziati dai persecutori, si riconoscevano tra di loro tramite un “distintivo”, il pittogramma stilizzato di un pesce come l’immagine qui accanto, che credo ognuno di noi avrà visto almeno una volta nella vita. Simbolo che ancora oggi viene usato da molti “cristiani” sotto forma di decalcomanie, ciondoli, portachiavi, tatuaggi, T-Shirt, etc, trasformando questo prezioso simbolo in un oggetto di moda, sfoggio e vanità, proprio come il crocifisso.

Ma vi siete mai posti la domanda: Gesù è realmente il fondatore del Cristianesimo? Se per rispondere a questa domanda dovessimo prendere in considerazione e in piena coscienza e coerenza il significato del termine “cristianesimo” dovremmo rifletterci un pò su. Sebbene Gesù viene identificato non come un cristo qualunque ma come Il Cristo per eccellenza, possiamo dire che nel corso della storia di Israele di cristi ce ne sono stati tanti. Il termine Cristo (da greco Χριστός, Christòs) corrisponde all’ebraico מָשִׁיחַ, mashìach (si pronuncia correttamente “Mascìaka”) e significa “unto”. Quindi la Bibbia non parla di un solo Unto, ma di diversi unti. I Profeti furono degli “unti” quindi dei Cristi/Messiah, gli stessi Apostoli ed Evangelisti che predicarono il Vangelo furono uomini “unti” da Dio, ma in particolar modo lo era «Gesù detto il Cristo». Perchè Gesù veniva «detto il Cristo» tant’è che persino lo storico ebreo Giuseppe Flavio ci tenne a precisarlo nella sua opera Antichità Giudaiche? Evidentemente il Cristo rappresentato da Gesù era un Cristo diverso da tutti gli altri, sebbene la Bibbia parla di altri personaggi nonostante non venissero mai «chiamati unti» ma «fatti unti»:

«Allora Samuele prese un vasetto d’olio, lo versò sul capo di lui, baciò Saul e disse: «Yahwéh non ti ha forse unto perché tu sia capo della sua eredità?» 1Sam 10:1

In questo passo, come si verifica in altri passaggi con altri personaggi ed in altre circosanze, si dice che re Saul è stato “unto” da Yahwéh come re d’Israele sebbene fu Samuele ad eseguire “materialmente” l’unzione con olio sul suo capo. Quindi, mentre gli uomini hanno bisogno di essere unti da terzi, Gesù non ebbe il bisogno di essere unto perchè Egli è l’Unzione di Dio fattasi carne, Il Cristo/Messiah per eccellenza. E’ altresì scorretto, grammaticalmente, formulare la seguente frase che generalmente i cristiani di oggi dicono: «Gesù Cristo è il Messiah». In realtà si sta ripetendo per ben due volte lo stesso termine in una piccola frase: «Gesù l’Unto è l’Unto». Sia Cristo che Messiah significano la stessa cosa: unto.

Ritornando quindi alla domanda come da titolo dell’articolo in che modo possiamo rispondere? La risposta credo sia piuttosto semplice. Visto e considerato che Dio non è un religione né si rappresenta in nessuna religione del mondo, di conseguenza Gesù Cristo, che è Dio, non può aver fondato un movimento religioso e non ha mai avuto le intenzioni di creare una religione. La Scrittura ci offre una definizione assai cruciale a questa domanda, come se il lettore si ponesse tale quesito: se Gesù non è venuto per fondare una religione, per quale motivo è venuto?

«Cristo Gesù è venuto in il mondo (i) peccatori per salvare, dei quali (il) primo sono io» 1Tim 1:15

Sono queste le parole scritte da san Paolo all’Epistola a Timoteo, mettendo un punto fermo sulla reale missione di Gesù: redimere l’uomo.

Quindi, in sostanza, chi ha innalzato le colonne del Cristianesimo se non erano le intenzioni di Gesù quelle di fondare un movimento religioso? Il Cristianesimo deve il suo avvio non a Gesù bensì a Paolo, che cominciò a divulgare la Parola con grande zelo missionario. Qual era la Parola che Paolo andava predicando durante i suoi viaggi in Asia Minore, Grecia e Italia? Paolo, anziché indurre la gente alla conversione al Giudaismo, la induce alla conversiione al culto a Gesù. I requisiti fondamentali per la conversione al giudaismo, quali la circoncisione, l’osservanza dello Shabbat e le adesioni alle leggi Mosaiche in generale vengono via via abbandonati dai neo-Paoliani più che neo-cristiani. In effetti, Paolo stava sostituendo il culto a Dio nel senso giudaico (Yahwéh) con il culto a Gesù in quanto Dio stesso; un comportamento talmente inaccettabile e blasfemo per i Nazareni che i fratelli nella fede spedirono dei missionari sulla scia di Paolo (compreso Giacomo, il fratello di sangue di Gesù) affinché riparassero i suoi guasti provocati dai suoi insegnamenti compresa la sua reputazione sebbene lo facesse in buona fede (At 21:17-26).

Cos’è che spingeva Paolo ad agire così? Paolo possiamo identificarlo come un agente provocatore, che minò alla base la potenziale ribellione degli Ebrei trasferendo la responsabilità della morte di Gesù proprio sugli stessi Ebrei. Paolo parlava di Gesù come di un Messia non di questo mondo, spirituale, che non muoveva sfida alcuna a Cesare, anzi, incoraggiando a dare a Cesare ciò che gli era legalmente dovuto.

04_independence_day_blurayIn conclusione, sebbene oggi il cristianesimo pagano “va avanti” tramite un vicario, il Papa, anzichè andare avanti tramite un Cristianesimo intoccabile ed autorevole prettamente biblico (Sola Scriptura), sarebbe più consono portare il merito di essere il “primo Papa” proprio a Paolo e non a Pietro, perchè fu Paolo a fondare un movimento incentrato al culto di Gesù, mentre, Pietro fu un semplice testimone oculare su una frase detta da Gesù mentre egli era insieme al Signore:

«E io allora a te dico che tu sei Pietro, e su questa la Roccia costituirò di me l’assemblea [ekklesia] e (le) porte dell’Ade non prevarranno contro di essa» Mt 16:18

Questa frase viene solitamente fraintesa. Gesù non ha voluto indicare Pietro come Suo “successore” sebbene gli abbia simbolicamente dato «le chiavi del Regno dei Cieli» nonostante solo Gesù sia «Il Santo, Il Verace, l’avente la chiave di David, l’aprente e nessuno chiuderà e (il) chiudente e nessuno apre» (Ap 3:7). Gesù si rivolse a Pietro come per dirgli: «Tu, Pietro, mi sei testimone di ciò che sto per dire» e continua dicendo: «e su questa la Pietra costituirò di me l’assemblea» indicando Se stesso proprio come lo conferma 1Cor 10:1-4 riferenfosi alla Roccia di Horeb posta nel deserto nell’epoca dell’Esodo:

«Non voglio infatti (che) voi ignoriate, fratelli, che i padri di noi tutti sotto la nube erano e tutti attraverso il mare passarono e tutti in Mosè furono immersi in la nube e in il mare e tutti lo stesso spirituale cibo mangiarono e tutti la stessa spirituale bevvero bevanda: bevevano infatti da (una) spirituale che (li) seguiva Roccia, la Roccia invero era il Cristo»

Quindi è chiaro che se la Roccia è Cristo (e non Pietro) e da sempre si è esclusa la possibilità che anche Paolo abbia potuto avere qualche requisito in più rispetto a Pietro per essere definito “Vicario del Figlio di Dio” (titolo appartenente solo allo Spirito Santo), è assodato che la Bibbia non parli mai del Papa come successore di Cristo. Bisogna ammettere però che effettivamente la Bibbia parla della figura papale, ma in senso ultra negativo. A tal proposito si legga il Libro della Rivelazione di Giovanni (Apocalisse).

2 Risposte a “Gesù di Nazareth è stato realmente il fondatore del Cristianesimo?”

  1. Ciao Daniele. Premetto che scrivo questo articolo non per polemica, ma per apportare la mia opinione all’argomento. Non concordo con la tesi da te espressa. Per me la frase “Il Cristianesimo deve il suo avvio non a Gesù bensì a Paolo”, non e’ proprio corretta, nel senso che e’ Paolo stesso che dichiara di aver ricevuto il Vangelo (Prima Lettera ai Corinzi 15, 3).
    Inoltre dagli Atti degli Apostoli si evince che Paolo perseguitava la Chiesa prima della sua conversione.
    Sempre dagli Atti si nota che vi erano persone disposte a morire per Cristo prima della sua conversione (Stefano proto-martire).
    Dalle sue lettere si viene a conoscere che vi erano comunità di cristiani in luoghi da lui non ancora visitati (la sua Lettera ai Romani, diretta ai cristiani di Roma, luogo che lui, quando scrisse la lettera, non aveva ancora visitato).
    Infine dalle sue lettere si evince che Paolo riportava degli inni a Cristo che si erano formati negli anni immediatamente successivi alla sua missione (per esempio l’inno all’umiltà, nella lettera ai Filippesi, cap.2). I gruppi di cristiani-giudei credevano realmente in Gesù Cristo e lo associavano apertamente a Dio. Paolo ha quindi avuto una visione di Gesù e ha iniziato a predicare il Vangelo. Nelle sue lettere utilizza dei termini in ebraico come maranatha (vieni Signore, presto), all’interno di scritti in greco, quindi significa che il substrato di cristiani era costituito principalmente da Giudei.

    Paolo di Tarso non predicava in modo differente dagli Apostoli. E’ lui stesso che ci comunica (Lettera ai Galati cap. 1 – cap 2), che aveva incontrato Pietro e Giacomo tre anni dopo la sua conversione e poi quattordici anni dopo (Nel 49). In quell’occasione Pietro e Giovanni diedero la “destra” a Paolo in segno di approvazione. Vediamo:

    Lettera ai Galati (2, 9):

    “e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi.”

    Inoltre se prima del concilio di Gerusalemme gli Apostoli si fossero resi conto che Paolo di Tarso sosteneva delle tesi non coincidenti con il messaggio centrale di Gesù Cristo, ossia il kerygma, lo avrebbero allontanato e scomunicato e non gli avrebbero permesso di predicare la parola del Signore.

    Un altro punto che dimostra che Paolo di Tarso non ha inventato nulla sul tema della salvezza si nota comparando la Lettera ai Romani con il Vangelo di Matteo.
    Vediamo un passaggio del Vangelo di Matteo (26, 27-28):

    Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perchè questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati.

    Come si vede il concetto del “riscatto” ossia della morte vicaria, non è tipico di Paolo di Tarso, ma è insito nel Vangelo di Matteo (e a sua volta deriva dalle profezie, una su tutte Isaia 53).

    da tutto cio’ si evince che il Cristianesimo, inteso come culto a Gesu’ Cristo, considerato “Kyrios” cioe’ Signore, non deve il suo avvio a Paolo, ma ai giudei-cristiani che gia’ credevano prima di lui. E i giudei-cristiani che credevano prima di Paolo erano gli Apostoli che hanno divulgato il Vangelo fino alle estremita’ della terra prima di Paolo, (Giacomo il maggiore in Spagna, Bartolomeo e Giuda Taddeo in Armenia, Tommaso in india ecc.). Ma anche la fede dei giudei cristiani deriva da un atto iniziale: il discorso di Pietro a Gerusalemme. Inoltre Pietro e’ stato il primo a convertire i pagani (Cornelio) e ha fatto miracoli (risurrezione di Tabita). Quindi se vogliamo individuare chi ha iniziato il culto a Gesu’ come Dio dobbiamo concordare che fu Pietro e non Paolo. Tuttavia Paolo di Tarso dopo la sua conversione a Cristo ha vissuto in modo integerrimo. Ha divulgato in modo ineccepibile il Vangelo, ha dimostrato con i suoi atti di essere una persona di altissima moralita’ e ha scritto le sue lettere, incluse nel Nuovo Testamento, opere letterarie dal valore incommensurabile. Infine, ha affrontato il martirio senza fiatare, dimostrando che la sua lealta’ al Signore era massima. E’ un esempio grandioso per tutti noi.

    1. Grazie per il tuo disappunto Youri. Lo approvo senza problemi, così che i lettori possano farsi da soli un’idea.
      Non replico punto per punto al tuo commento perché oltre che essere edificante, ne uscirebbe fuori un dibattito che preferirei evitare perché non posso più permettermi di dedicare del tempo a questo genere di approcci che a me personalmente il tempo lo fanno perdere. Per cui, Dio ti benedica e grazie ancora per il tuo contributo.

      Shalom

      p.s. scusami se sto approvando solo adesso il tuo commento, ho una lista non breve di commenti da moderare.

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