Il film Avatar, l’Albero delle Anime e la Toràh

Nella Toràh, al capitolo 35 di Genesi, viene narrata in modo molto sintetico la sepoltura di Deboràh, quella donna che è stata la nutrice di Rebecca e, perché no, la tutrice di Giacobbe e Esaù. Viene scritto che la donna è stata sepolta presso l’Allon-Bakut, la «Quercia del Pianto». Attraverso la lettura di questa storia e l’analisi di alcuni termini ebraici, mi sono balenati nella mente alcuni possibili parallelismi con il film di successo Avatar del regista James Cameron.

Nel mondo antico, come avveniva per il terebinto, anche le querce venivano venerate come piante sacre e spesso designate come santuario o punto di riferimento, ma mai come monumento funebre o come punto di riferimento di un cimitero. Tale quercia viene chiamata in questo modo per il «pianto» (lutto) causato dalla morte della longeva, cara, buona, affettuosa e laboriosa «Ape» (Deboràh significa «ape, vespa»). Colei che allattò Rebecca meritava un funerale degno di essere ricordato anche nella Sacra Scrittura. Il termine bakùt viene usato anche in Lam 3:51 e da nessun’altra parte e nella sua etimologia più arcaica significa «lo spirito dell’albero»,[1] richiamando così l’antico pensiero cananeo che si aveva nei riguardi di un albero sacro. Per l’uomo antico un albero sacro era “posseduto” dagli spiriti o dagli dèi e, attraverso la preghiera dei fedeli, questi spiriti garantivano l’armonia in tutto l’ecosistema naturale.

Questa usanza tribale può essere stata riproposta a mio avviso nel noto film di fantascienza sopra citato. In questa pellicola di successo la divinità del popolo indigeno dei Na’vì, di nome Eywa, poteva essere invocata attraverso una preghiera individuale o collettiva presso l’Albero delle Anime. Il contatto con la divinità Eywa avveniva attraverso un sistema di antenne neuro-conduttive. È interessante notare come l’ideatore di questa storia abbia fatto uso di alcune parole che si incontrano proprio nella Toràh, in particolare Na’vì, che in ebraico significa «profeta», cioè individui con il quale Dio conversa, e Eywa, la divinità adorata sul pianeta Pandora, che ricorda in modo straordinario proprio il nome del Dio della Bibbia, Yehwàh. Inoltre anche l’albero è un notevole parallelismo.

È probabile, perciò, che i produttori del film si siano ispirati proprio alle Sacre Scritture ebraiche.

Tratto dal mio Commento alla Genesi

Nota

[1] Cfr. Koehler & Baumgartner, #1206, Halot Lexicon; Bdb Lexicon, #1216 by BibleWorks10. Oppure nella versione a stampa, #439, p.113.

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