La dottrina della Trinità è biblica o pagana?

In tutto il mondo si conosce la presunta origine del trifoglio come simbolo dell’isola d’Irlanda attribuita da San Patrizio che pare utilizzasse questa particolare pianta, intorno al v° secolo d.C., per spiegare agli irlandesi il mistero della Trinità.In tutto il mondo si conosce la presunta origine del trifoglio come simbolo dell’isola d’Irlanda attribuita da San Patrizio che pare utilizzasse questa particolare pianta, intorno al v° secolo d.C., per spiegare agli irlandesi il mistero della Trinità:

«Ci dite che ci sono tre déi e ancora uno» ha detto il perplesso irlandese quando San Patrizio stava predicando il Vangelo nel v° secolo d.C. «Ma come può essere?», allora San patrizio si chinò e prese un trifoglio e disse «Non vedete come in questo fiore selvatico le tre foglie sono unite da un unico stelo e non volete ancora credere che ci sono effettivamente tre Persone e tuttavia un unico Dio?»

Utilizzando quest’illustrazione della natura, San Patrizio fu in grado di aiutare alcuni dei Celti pagani che ascoltavano il seme del Vangelo ad accettare la dottrina della Trinità non pagana. Credo che un’ancora migliore illustrazione della Trinità è rappresentata dall’Universo[1]. Non è interessante che l’intero Uni-verso fisico (uni = uno) si compone di tre e solamente tre aspetti: spazio, tempo e materia? Se si dovesse escludere uno di questi tre l’Universo non esisterebbe:

  • Lo Spazio consiste in altezza, larghezza e profondità, tre in uno. Se si dovesse togliere una di queste dimensioni non vi sarebbe più lo spazio;
  • Il Tempo è composto da presente, passato e futuro, tre in uno. Se si dovesse togliere uno di questi aspetti il tempo non esisterebbe;
  • La Materia è costituita da energia in movimento che produce dei fenomeni: tre in uno. Se non ci fosse l’energia non ci potrebbe essere alcun movimento e nessun fenomeno. Se non ci fosse alcun movimento non ci sarebbe né l’energia né i fenomeni. Se non ci fossero i fenomeni significa che non c’è né energia né movimento.

Queste tri-unità compongono il tessuto dell’Universo. Ma perché l’Universo riflette una natura trinitaria? Non potrebbe essere che Dio creò il Suo Universo per riflettere la Sua propria natura trina? Io credo che Dio ha lasciato le proprie impronte sul lavoro di Sua creazione e vediamo in esso un riflesso della Trinità! A questo punto, cosa insegna la Bibbia sulla Trinità? Essa afferma chiaramente l’esistenza di tre Persone distinte che sono tutte identificate come l’Unico Dio dell’Universo. Questa non è una contraddizione poiché non sto dicendo che Dio è uno nell’Essenza e trino nella persona: c’è una “cosa” e ci sono tre “chi”. Come potete vedere, Dio è uno e tre, in modi diversi; così come esiste un Universo formato da spazio, tempo e materia, l’unico Dio esiste come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Tuttavia, la fede sulla dottrina trinitaria non deriva dall’osservazione dell’Universo ma dalla Scrittura. Le seguenti premesse sono tutte insegnate nella Bibbia e sono alla base della dottrina della Trinità:

  • Premessa 1: c’è un solo Dio: «Ascolta Israele: Yahwéh Elohìm nostro è l’unico Yahwéh». Deuteronomio 6:4; «Ricordate il passato, le cose antiche; poiché Io Sono El e non c’è [alcun altro] intorno [a me]; Elohìm [sono] e nessuno è simile a me». Isaia 46:9
  • Premessa 2: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono tutti identificati nella Scrittura come Dio: «[…] e Dio Padre […]». Galati 1:1; «[…] e Dio era la Parola […]». Giovanni 1:1; «[…] perché riempì Satana il cuore di te, per ingannare tu lo Spirito quello Santo […] non hai ingannato (gli) uomini ma Dio». Atti 5:3-4
  • Premessa 3: ognuno di questi tre si riferiscono l’uno all’altro e al mondo come Persone distinte.

In Marco 1:10-11 Gesù viene battezzato mentre lo Spirito Santo discende come una colomba e una voce dal cielo (quella del Padre) dice «Tu sei il Figlio di me l’amato, in te mi sono compiaciuto». Vediamo qui che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non possono essere la stessa Persona poiché agiscono distintamente in diversi modi, ruoli e scopi contemporaneamente nello stesso tempo e nello stesso rapporto.

Verso la fine del Suo ministero Gesù disse che avrebbe chiesto al Padre di inviare a noi «un altro Consolatore», lo Spirito Santo (Giovanni 15:26). Anche in quest’ennesima richiesta si possono osservare le tre Persone distinte.

L’unico vero Dio della Bibbia si è rivelato a esistere in tre distinte Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. Tuttavia esistono molte più prove bibliche a sostegno della dottrina della Trinità non pagana ma per approfondire ulteriormente si invita il lettore all’acquisto del secondo volume de “Il Libro delle non contraddizioni”.

La dottrina della Trinità è essenziale

Alcuni sostengono che non sia importante credere nella Trinità, ma questo atteggiamento è sbagliato. La dottrina della Trinità alla base degli insegnamenti chiave e sono essenziali per il Vangelo. Per esempio, coloro che negano la Trinità di solito negano che Gesù è Dio. Ma se si crede che Gesù non è Dio, non si dispone di un Gesù che può salvare (cioè si ha un falso salvatore, o un altro Gesù, proprio come Paolo ha specificato in Galati 1:6-9).

Inoltre, se neghiamo che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono distinti, neghiamo le caratteristiche personali e relazionali di Dio. Ad esempio, Dio non sarebbe un Dio amorevole fin dall’eternità se ha dovuto aspettare fino a quando Egli abbia dovuto creare per amare (perché il vero amore per essere tale dev’essere condiviso). Ma se Dio è realmente più di una Persona significa che c’è stato un rapporto d’amore tra le Persone e Dio. Credere in un Dio relazionale è significativo perché colpisce il modo in cui ci relazioniamo l’uno con l’altro, così come a Dio.

Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono entità impersonali. Ognuno di Loro possiede la personalità e sin dall’eternità hanno vissuto in un rapporto personale l’uno con l’altro. Noi li chiamiamo “Persone” perché vivono in relazione tra loro e perché possiedono tutte le qualità espositive della “personalità”, ovvero la volontà propria, l’emozione, l’intelletto, il carattere morale, etc.). Ogni membro della Trinità può fare riferimento a se stesso come “Io” e in grado di comunicare all’altro membro della Trinità come “Tu”. Anche se il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono un solo Dio, sono abbastanza distinti per amarsi reciprocamente, a dare l’uno all’altro, per comunicare tra di loro, per vivere l’uno per l’altro e per dimorare tra loro.

Ma in che modo il Figlio si riferisce al Padre? Da tutta l’eternità il Figlio è stato amato e definito «Figlio Unigenito» dal Padre (Giovanni 3:16; 17:5). Gesù ha detto che il Padre gli aveva concesso di essere come Figlio «di avere la vita in se stesso […] come infatti il Padre ha (la) vita in se stesso». Il Figlio è eternamente auto-esistente come Dio, ed è della stessa natura del Padre, ma la Sua esistenza proviene dal Padre. Eternamente, il Figlio si è riferito al Padre come un Figlio e il Padre si è riferito al Figlio come un Padre anche se non in senso fisico.

Dal momento che il Figlio è eternamente legato al Padre come Figlio, Egli è eternamente sottomesso al Padre. Ecco perché il Figlio si è lasciato mandare dal Padre nel mondo. Ed è per questo che Gesù ha detto che «il Padre più grande di me è»; (Giovanni 14:28) quest’affermazione di Gesù si riferisce solo alla struttura autoritaria all’interno della divinità. Non fa riferimento ad alcuna differenza tra la natura del Padre e la natura del Figlio. È importante sottolineare che la presentazione di Cristo al Padre non impedisce in alcun modo di diminuire la Sua natura di Figlio di Dio. In sostanza Egli è uguale al Padre e dev’essere adorato e glorificato allo stesso livello del Padre, infatti si legge «affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre» (Giovanni 5:23).

La parola usata per mostrare la relazione tra gli altri membri della Trinità è “procedendo”. In Giovanni 15:26 Gesù dice che avrebbe mandato a noi lo Spirito Santo «che procede dal Padre». Anche se lo Spirito Santo procede dal Padre, Egli è uguale al Padre e al Figlio e dev’essere ugualmente onorato. Tenete presente che questo avviene fra tre Persone che vivono in amorevole relazione tra loro.

Tuttavia il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono sempre esistiti in una struttura di relazioni. Il Padre è il capo, poi il Figlio ed infine lo Spirito. Queste tre Persone senza tempo hanno posizioni di autorità in base alle loro relazioni reciproche. Questa struttura di autorità si riflette nella famiglia e nella Chiesa. Come la Trinità tutti i membri della famiglia e della Chiesa hanno lo stesso valore, ma non tutti hanno lo stesso ruolo. Dio comanda ai mariti di condurre le loro mogli, mentre ai padri ordina di portare avanti le loro famiglie. Questo non li rende più importanti di altri in casa o nella Chiesa. Come nella Trinità, la differenza di ruoli non nega la parità di valore e natura.

Dobbiamo essere sicuri di proteggere il concetto dell’unicità di Dio per essere cauti con i termini che usiamo per descrivere la Trinità. Poiché Dio è tre Persone, ma solo un Essere, sarebbe fuori luogo parlare di membri della Trinità come “esseri” o “individui”. Dovremmo anche usare la parola distinti piuttosto che separati quando si parla delle Persone nella Trinità (sono mutuamente coabitanti e non possono essere separati). Sarebbe erroneo implicare che ci sono tre individui separati nella Trinità. La Trinità è costituita da un Essere rivelato in tre Persone distinte.

Come cristiani deriviamo il nostro concetto di Persona dalle relazioni nella Trinità. Dalla nostra comprensione della Trinità (un Essere sociale) ci rendiamo conto che una persona è un essere relazionale e non solo qualcuno con una mente, una volontà e con delle emozioni. Dio, come Essere relazionale, è la Fonte della nostra personalità. Dio ci ha fatti (a Sua immagine) come le persone che hanno la capacità di mettersi in relazione tra loro e con Dio. Abbiamo una mente, una volontà e le emozioni in modo che possiamo avere questa capacità.

Dopo che Elohìm creò Adamo, Egli disse «non è bene che l’adàm sia solo» e poi fabbricò Eva. Adamo era incompleto senza di Eva poiché senza di lei, lui non poteva relazionarsi con un altro essere umano. Mentre Genesi 9:6 indica che ogni singolo essere umano è a immagine di Elohìm, Genesi 1:27 indica anche che l’uomo e la donna insieme riflettono l’immagine di Elohìm: «e creò Elohìm l’adàm, a immagine di Elohìm lo ha creato, maschio e femmina li creò». Anche noi non funzioniamo come presone intere a meno che non siamo in relazione con gli altri, così come si relaziona Dio. Non abbiamo la necessità di sposarci, come ha fatto Adamo, per relazionarci con un nostro simile (in cielo non saremo sposati), ma abbiamo bisogno di avere comunione con gli altri. Dio ha messo in relazione l’uomo con gli altri uomini così come Egli si riferisce a se stesso nelle sue tre Persone.

La Scrittura esprime un meraviglioso confronto tra la natura di Dio e la natura della Chiesa. All’interno di Dio e della Chiesa vi è la diversità, ma nell’unità. Secondo 1Corinzi 12 il corpo di Cristo è un’unità composta da molte parti che funzionano insieme per uno scopo. Riuscite a vedere come il corpo di Cristo riflette l’immagine di Dio? L’Apostolo Paolo attendeva tutti i vari membri della Chiesa per legarli insieme nell’amore in modo che tutti i credenti sarebbero potuti crescere più simili a Cristo. Paolo pregò che…

«[…] ne(ll’)amore cresciamo in Lui in tutte le cose, (in Lui) che è il Capo, Cristo, da cui tutto il corpo collegato e congiunto mediante ogni giuntura di provvisione secondo (l’)energia ne(lla) misura di uno di ciascun membro la crescita del corpo opera per (l’)edificazione di se stesso ne(ll’)amore». Efesini 4:15-16

Tutti noi utilizziamo i nostri doni e capacità per aiutare gli altri per crescere spiritualmente. In tal modo si riflette la natura relazionale di Dio. Non vi è «alcuna santità a parte la santità sociale» (come ha detto John Wesley). La crescita spirituale avviene in comunione e intimità con gli altri credenti. Questo rispecchia la natura sociale di Dio. Se i membri della Trinità vivono per l’eternità nel dono dell’amore di sé per l’altro, non dovremmo forse anche noi vivere amando i rapporti sociali con gli altri? Questi membri ci hanno fatto a immagine di Dio, esseri relazionali e sociali. Non dovremmo quindi concentrarci sugli altri piuttosto che su noi stessi? Non dovremmo forse sottolineare comunità invece di individualismo “radicale”?

Il culto trinitario

Cosa significa adorare la Trinità? C’è chi sostiene molto selvaggiamente che l’adorazione trinitaria è l’adorazione rivolta a Satana in persona! Un unitario pregherebbe solo il Padre, trascurando così il Figlio e lo Spirito di culto. L’adorazione trinitaria riconosce che veniamo al Padre con l’aiuto dello Spirito Santo e sulla base del sacrificio espiatorio del Figlio. Come Trinitari bisogna pregare il Padre, con la guida e ispirazione dello Spirito, in nome del Figlio.

Un obiettivo importante di culto per noi è quello di essere coinvolti nella vita dinamica di Dio, nel rapporto di amore che i membri della Trinità hanno l’uno per l’altro. Pensate soprattutto dell’amore che esiste tra il Padre e il Figlio[2]. Pensate anche a ciò che Cristo ha fatto sulla croce in modo da poter sperimentare l’amore. Il Padre e il Figlio vivono in una meravigliosa comunione, e come risultato del lavoro espiatorio del Figlio, lo Spirito è in grado di aiutarci a partecipare a tale rapporto di amore fervente.

Come Trinitari, non solo si prega il Padre, nello Spirito e per mezzo del Figlio, ma si prega anche al Padre, al Figlio e allo Spirito. Ciascuno dei membri della Trinità devono essere pregati, adorati ed essere verbalmente glorificati, perché sono tutti di Dio e devono essere ugualmente rispettati. L’adorazione trinitaria porta altrettanta gloria a ciascun membro della Trinità, riconoscendo il ruolo che ognuno di Essi hanno per la nostra salvezza.

Abbiamo visto che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono tutto quello che trascende dall’infinità di Dio. I tre membri della Trinità vivono eternamente tra di loro nell’amore condiviso. I rapporti della Trinità ci aiutano a capire il modo in cui le persone sono in relazione con Dio e tra di loro. Dobbiamo portare gloria al nostro Dio Trino, adorando la Trinità nell’Unità.

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[1] Henry Morris, Studies in the Bible and Science (Philadelphia: Presbyterian & Reformed, 1966), pp.172–179.

[2] Marco 2:10-11 e Giovanni 17 sono due passaggi che ci danno un po’ di comprensione di questo.

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