«E fece Elohìm una distinzione tra la luce e tra l’oscurità» (Genesi 1:4) | Confusioni grammaticali più comuni…

Elohìm assegnò uno scopo ben preciso alla luce e all'oscurità. Entrmabi dovevano servire a qualcosa di estremamente importante.
Elohìm assegnò uno scopo ben preciso alla luce e all’oscurità. Entrmabi dovevano servire a qualcosa di estremamente importante.

Si legge nel verso 4 di Genesi 1 che Elohim operò una separazione «tra la luce e tra l’oscurità». La parola ebraica [bein] viene tradotta correttamente con “tra”, infatti risulta così sia in italiano che in inglese, ma sembra non tornare perché ci sarebbe un “tra” di troppo. Ora, siccome nessuna parola delle Sacre Scritture può essere soppressa, occorre mantenere questo “tra” che sembra eccedente. Letteralmente sembra significare che Elohim operò una separazione non tra la luce e le tenebre, ma «tra la luce» (in mezzo ad essa) e «tra l’oscurità» (in mezzo ad essa).

Ebbene, questo è solo un apparente problema scaturito da un’errata comprensione grammaticale. Se interpretiamo la grammatica semitica come quella nostra italiana (o inglese) allora è assai facile riscontrare degli apparenti errori grammaticali e descrittivi. Soprattutto quando ci confrontiano con l’ebraico biblico, antico di 2500/3000 anni, e non quello moderno.
Considerare in maniera letterale la frase [bein ha-yòm u-bein ha-choshek], «tra la-luce e-tra la-oscurità», potrebbe fare intendere al lettore che Elohìm divise per conto proprio la luce e l’oscurità, come se ognuna di esse fosse stata divisa in due come una mela ponendo una divisione “in mezzo” alla luce e un’altra divisione “in mezzo” all’oscurità. Ma così non è, perchè se Elohìm avesse voluto fare letteralmente una divisione “in mezzo” alla luce e “in mezzo” all’oscurità avremmo trovato scritto il termine [be-tòk], cioè «in-mezzo», al posto della parola [bein] «tra».

Yng YangLe parole [bein, u-bein] non significano che Elohìm volle “distaccare” la luce e l’oscurità come se fossero fuse insieme, come lo Yng Yang cinese, ma volle porre una “differenza” più che “divisione”. La “separazione” [va-ya-bddél] non significa solo “dividere” in senso materiale, ma significa anche “porre una differenza” o “fare una distinzione” tra o fra due cose, in questo caso la luce e l’oscurità. Qual’è questa dinstizione? Nel versetto 5 di Genesi 1 è scritto che questa “distinzione” comportò la successiva denominazione di questi due aspetti luminosi.

L’oscurità di per se non è una fonte di luce, perchè sussiste quando non c’è la luce. La luce viene misurata per intensità, calore, luminosità, energia… come luce tenue, luce fiacca, luce forte, luce abbagliante, luce accecante, etc. Mentre, il buio è buio. Non esiste un’unità di misura o strumento di misurazione per poterla “calcolare”. Noi oggi usiamo dire «c’è buio pesto» come per dire che c’è più buio del buio stesso. Anche la Scrittura usa quest’immagine retorica nel libro di Giuda (13) usando la frase «caligine delle tenebre» o «oscurità delle tenebre».
Il tramonto o l’alba sono due tipi di intensità luminosa (luce fiacca) che riguadano la luce, ma non il buio che prevarica sulla luce. Se fa notte è perchè viene a mancare la luce diretta del Sole, non perchè un tipo di sole chiamato “buio” sostituisce il Sole. Anche se da noi è notte, dall’altra parte del mondo c’è la luce. Quindi, la Bibbia non vuole intedere che tra le due cose vi sia una “separazione” o un “distaccamento” materiale ma bensì una distinzione in quanto vi saranno poi le luci che presiederanno il giorno [yom] e le luci che presiederanno nella notte [layla]. In sostanza Elohìm fissa uno scopo per la luce e uno scopo per le tenebre.

Vi sono esseri viventi che durante il giorno se ne stanno nelle grotte, caverne o tane sotto terra: quindi Elohìm era consapevole che la notte sarebbe dovuta servire anche per permettere la vita a quelle determinate creature che non amano starsene alla luce diurna. Questo ci fa capire quanto è grande la preconoscenza del Creatore.
Ogni cosa è stata fatta con uno scopo ben preciso, per la vita, perchè le Sue intenzioni erano proprio quelle, creare la vita, quindi ha dovuto mettere a posto ogni cosa creando ogni presupposto che avesse permesso alla vita di esistere una volta che l’universo e la terra fossero stati riempiti con ogni cosa utile per garantire sia la vita che la sopravvivenza.
Caro lettore, che tu ci creda o no, Dio è Luce e Vita!

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