Dio è la Scienza – il libro della “transizione”.

Articolo aggiornato il 26/08/2018

Dagli ultimi otto anni a questa parte, da quando ho intensificato i miei studi sulla Bibbia, mi sono reso sempre più conto di quanto sia misteriosa e affascinante la mente umana. Dico questo perché tempo fa appartenevo alla “famiglia degli scettici”, cercavo di trovare sempre il pelo nell’uovo per far crollare la Bibbia e trovare ogni sorta di contraddizione per poterla screditare al mondo intero. Sconosco ancora le motivazioni di questa mia ribellione nei confronti della Bibbia, perché non ce l’avevo con la Bibbia ma con Dio, tuttavia ciò che più m’importa adesso è che «le cose vecchie sono ormai passate e diventate nuove» (2Corinzi 5:17). Col tempo, quando di fronte a determinate evidenze bibliche inconfutabili non riuscivo a trovare una contro-soluzione, mi resi conto che stavo cercando di far crollare un Edificio (la Bibbia) costruito da un Architetto (Dio) che non sbaglia mai a fare i Suoi calcoli e che sa fare magistralmente il Suo lavoro.

Perchè ho deciso di scrivere questo articolo con questo titolo? Questo saggio, il mio primo saggio, è stato concepito in un periodo in cui la mia vita si rispecchiava perfettamente in questo passo biblico: «nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro» (Matteo 6:24). Quindi, decisi di trovare un punto d’accordo: quali dei due «padroni» dovevo «servire»? La Fede in Dio o la fede nella pseudo-scienza?

Questi libro rispecchia, infatti, alcuni aspetti di questo “periodo di transizione” in cui davo ragione sia alla Fede che alla pseudo-scienza, ovvero alle speculazioni e a quelle teorie alternative che avevano intriso come una spugna il mio cervello perchè davo per assodato che quella persona “esperta” che mi insegnava tali cose fosse attendibile al 100%.

Chi legge (o ha letto) questo libro, noterà sicuramente alcuni piccoli (ma grandi) punti “discordanti” rispetto a ciò che è il mio attale pensiero in ambito biblico. Come se il lettore notasse una notevole differenza del mio pensiero tra Dio è la Scienza e gli altri volumi da me scritti. Ebbene, Dio è la Scienza è stato scritto in un periodo in cui avevo ancora le idee poco chiare, periodo in cui mischiavo la certezza che offre la Fede con il dubbio che offre la Ragione e quello che mi era sempre stato insegnato dalla scienza odierna.

Dopo la pubblicazione di questo libro arrivai alla conclusione di scegliere a quale “padrone” riporre la mia massima attenzione, quindi optai coraggiosamente di seguire la Fede e alla testimonianza biblica, e da allora non mi sono mai pentito di questa scelta!

L’80% dei miei lettori che possiedono una copia di questo libro mi ha esortato in passato a revisionarlo. Oggi consiglio vivamente a tutti di leggere Dio è la Scienza per ultimo, come se testimoniassi a lettore dicendo: «Ecco, io ero questo, la pensavo in questo modo». Decisi così di lasciare invariato questo libro come testimonianza che il pensiero di un uomo può cambiare radicalmente dopo un serio e sistematico percorso di studio sulle argomentazioni bibliche.

Ho da poche ore pubblicato un testo dove argomento alcune tesi già affrontate in Dio è la Scienza, non per riaffermarle bensì per smentirle! Proprio così, riconoscendo che alcuni miei vecchi pensieri erano sbagliati, la mia coscienza mi ha costretto a correggere tali errori. Ho agito in questa maniera alla luce del pensiero che ho maturato fino ad oggi. In Dio è la Scienza ho parlato dell’origine dell’universo e del nostro mondo affiancando la scienza moderna alla testimonianza biblica. Solo a distanza di quasi 8 anni mi sono reso conto che è sbagliato affermare che «la Bibbia conferma la scienza moderna» oppure «la scienza moderna conferma la Bibbia». Bisogna vedere, anzitutto, di quale tipo di “scienza” stiamo parlando: botanica? Geologia? Astronomia? Fisica? Archeologia? Una disciplina come l’archeologia non si occupa di astronomia, ma attraverso i reperti che emergono dalle sabbie del tempo si può capire meglio quale fosse il pensiero antico in materia di cosmogonia (origine dell’universo) e cosmologia. Ebbene, contrariamente alle due affermazioni (per me errate) di cui sopra, oggi sono arrivato a maturare un’idea diametralmente opposta, ovvero che «la Bibbia smentisce con forza la scienza moderna». Affermare che la «scienza moderna conferma la Bibbia» è un  grave errore intellettuale e continuare ad affermarlo ci fa cadere in disonestà intellettuale, in quanto la scienza (astronomia) moderna con la scienza (astronomia) dell’antichità non possono andare d’accordo. Sebbene il saggio Giobbe abbia scritto che Dio «sospende la terra sul nulla», non vuol dire che la Terra è un “pianeta” (pianeta significa “errante”) che fluttua nell’universo per via dell’assenza di gravità, ma dobbiamo cercare di capire cosa significa questa sua affermazione alla luce del pensiero del suo tempo. Dio non può aver ispirato un uomo a scrivere qualcosa che non poteva capire, cioè l’autore del libro di Giobbe, in tutta la sua poesia, non poteva dire cose con così tanta chiarezza e allo stesso tempo senza capirci nulla, perché in questo caso si sta parlando di scienza, non di profezia. Nel caso della profezia, invece, abbiamo un riscontro biblico sul fatto che Dio ha ispirato un uomo a scrivere determinate cose (profezie) che riguardavano un futuro lontano almeno mezzo millennio dal loro adempimento e che quindi non erano alla sua portata per essere comprese nell’immediato contesto in cui viveva: questo è il caso del profeta Daniele (12:4). Con ciò voglio dire che l’autore del libro di Giobbe (che si presume sia Mosè), a differenza di Daniele, sapeva eccome di cosa stesse parlando, aveva le idee molto chiare in ambito di cosmologia, quindi è dovere del serio studioso della Bibbia cercare di capire cosa significavano determinate espressioni in un determinato contesto storico della storia biblica del tempo di Giobbe (e non solo). [1]

Dunque, la cosmologia Israelitica è totalmente estranea alla cosmologia moderna, quindi ribadisco che è errato affermare che «la scienza moderna conferma la Bibbia», quando Bibbia e scienza moderna espongono due modi abissalmente diversi di vedere ed intendere il cosmo.

Ebbene, nel lavoro da poco pubblicato (vedi immagine a destra) ho letteralmente smentito il mio vecchio ed errato pensiero alla luce della testimonianza biblica e conoscenze che fino ad oggi ho acquisito.

Nota

[1] Per chi non lo sapesse, Giobbe è stato un antico saggio dalla Fede di acciaio, vissuto all’epoca dei Patriarchi, precisamente nell’epoca che separa i figli di Noè ed Abrahamo (fino a Giacobbe). Egli è stato un idumeo (o edomita) che ha vissuto nelle regioni a Sud del Mar Morto, probabilmente dovette conoscere in modo particolare i Patriarchi Isacco (inevitabilmente anche Ismaele) e Giacobbe, in quanto avevano forse una conoscenza in comune(se non si tratta solo di un caso di omonimia): Elifaz di Teman (Genesi 36:10-11; cfr. Giobbe 2:11).

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