“Apertura” del Mar Rosso secondo la scienza.

04_independence_day_blurayIn questi giorni è andato in onda il celeberrimo film colossal “I Dieci Comandamenti”, e in questo articolo voglio dedicare le nostre ricerche all’analisi di uno degli avvenimenti naturali più spettacolari di tutta la Bibbia, l’apertura delle acque del Mar Rosso. In realtà, però, bisogna dire che il Mar Rosso non si aprì, ma “si ritirò”. Era il 1446 a.C. e secondo il Libro dell’Esodo, Mosè e il popolo, durante la loro fuga dall’Egitto, ad un certo punto si trovano intrappolati fra le spade sguainate degli egiziani che li stavano inseguendo e la vastità delle acque del Mar Rosso. Erano in trappola e non avevano scampo. Improvvisamente soffiò un vento talmente forte che fece ritirare le acque del mare scoprendo la terra. Quelle moltitudini di persone guidate da Mosè, alla visione di questo fenomeno a loro sconosciuto, ne approfittarono per continuare la fuga, riuscendo ad oltrepassare da una sponda all’altra quel corridoio di terra asciutta, e giusto in tempo prima che le acque ritornassero al loro posto e travolgere gli egiziani.

Per i credenti, questo straordinario evento, biblicmente accaduto intorno ai 3000 anni fa, è avvenuto per opera di Dio in persona. Tuttavia, le moderne conoscenze di fisica e fluidodinamica sollevano dei dubbi.

Golfo di Aqaba a Tera
Golfo di Aqaba a Tiràn

Il Mar Rosso è molto ampio e la sua massima larghezza è di 355 km e ha una profondità media di 490 metri. Dati questi calcoli, in quale punto specifico sia possibile attraversarlo a piedi? Le supposizioni sono tante, ma alcuni ricercatori della Bibbia indicano lo Stretto di Tiràn nel Golfo di Aqaba, come il punto corrispondente e assai possibile dove potrebbe essersi verificato un avvenimento simile. In questo punto, il Golfo si riduce a un canale largo appena 12 km e la barriera corallina lo rende il punto meno profondo di tutto il Mar Rosso, ma ciò nonostante la presenza di queste barriere, esse si trovano ad una profondità di circa 9 metri, profondità sufficiente per complicare la traversata a piedi di migliaia di persone (compresi carri e bestiame) narrata dalla Bibbia. Tuttavia, c’è anche il problema dei soldati egiziani e quello che mi chiedo è: perché essi non riuscirono a salvarsi? Perché non ebbero il tempo di ritornare indietro?

La prima cosa che penserebbero i non credenti è il semplice fatto che i dubbi e le domande nate da questo racconto fanno di quest’ultimo una testimonianza inventata dal suo autore per colpire, impressionare e affascinare i lettori presenti e futuri di quel fatto. Oggi, la scienza può dare una possibile risposta e quello che è lecito chiedersi è:

  • La scienza moderna ha ragione?
  • È stato realmente Yahwéh l’artefice di questo avvenimento?

Una possibile spiegazione scientifica la si può avere osservando un semplice bicchiere d’acqua. Se si riempie un bicchiere fino all’orlo e si soffia sopra il pelo d’acqua con una certa energia notiamo palesemente che l’acqua fuoriesce, allo stesso modo, una forte raffica di vento che soffia su uno specchio d’acqua la spinge indietro.

Gli scienziati hanno dimostrato che il vento, spingendo l’acqua indietro, crea un vuoto che viene riempito da un potente muro d’acqua che si crea di conseguenza. Questo fenomeno prende nome di Wind Set Down (vento che posa o vento che fa scendere). Questo fenomeno si verifica quando il vento soffia sulla superficie dell’acqua per un certo periodo di tempo, spingendola lontana dalla costa come se fosse risucchiata, abbassando il livello del mare e scoprendo così un lembo di terra dove prima c’era l’acqua. Per far si che la vastità del Mar Rosso possa “dividersi” in due, sarebbe necessaria una tempesta e raffica di vento di immane potenza, anche per attraversare il punto più basso.

Il Wind Set Down, in questo caso, si potrebbe verificare se i venti, fortissimi, soffiassero da una precisa posizione e per un determinato periodo di tempo. Il “forte vento” specificato nella Bibbia proviene da Nord-Est e soffia per tutta la notte (quindi per parecchie ore); gli scienziati dicono che, effettivamente, se un forte vento proveniente da quella direzione si verificasse proprio sullo Stretto di Tiràn, il Wind Set Down può dare luogo ad un ponte di terra. Si stima che un Wind Set Down sufficientemente potente da “separare” le acque, debba avere una forza tale da soffiare per almeno 100 km/h, e anche quando questa forte raffica di vento possa rendere difficile il passaggio di una moltitudine di persone, non è impossibile che ciò accada.

Solitamente gli uragani e i cicloni hanno origine in mare aperto, le condizioni climatiche e geografiche del Golfo di Aqaba non permetterebbero mai che tali uragani possano manifestarsi, perché sono circondate dalla terra asciutta; tuttavia, dei rivelamenti geologici attraverso dei super computer hanno dimostrato che effettivamente non è assolutamente impossibile che un violento tifone di quelle proporzioni possa verificarsi nel Mar Rosso, e date le scarse possibilità di un avvenimento simile, resta comunque di fatto che tale fenomeno potrebbe verificarsi una volta ogni 2400 anni. La probabilità è sì molto scarsa, ma scientificamente possibile.

Analizzando la Bibbia, scopriamo che Essa ci racconta che il vento impetuoso o “tempesta perfetta” soffiò per tutta la notte e per una durata complessiva di 12 ore, separando le acque per un periodo di 4 ore prima che si richiudessero, dopodiché si fermò improvvisamente e le acque ritornarono al loro posto immergendo e travolgendo tutto ciò che trovavano.

  • Com’è possibile che la moltitudine di uomini, donne, bambini, animali, bestiame e carri possano aver attraversato in così breve tempo questo tratto di mare?
  • Si tratta davvero di una moltitudine di uomini, in numero di migliaia, o invece si tratta di un gruppo di persone?

 Ciò che secondo gli scienziati fa nascere il dubbio è la traduzione errata dell’ebraico biblico.

Nell’antico ebraico, una singola parola o lettera poteva avere più significati, come per esempio la consonante o parola [alef], che oltre a significare “migliaia” nel caso di Esodo, significa anche “gruppo” o “truppa”. Una “truppa” egiziana era composta da soli 10 uomini e se dovessimo tener presente questo, il calcolo da fare non è dividere 650.000 uomini per 20. Ma 5000 per 20. E sommando donne e bambini si arriva a 20.000 persone, una cifra decisamente più ragionevole. Sempre gli scienziati affermano che se la moltitudine di persone che oltrepassò il Mar Rosso fosse stata realmente di circa 20.000 unità, è assai possibile che in 4 ore si possa percorrere una distanza di 12 km, proprio come quella che separa le sponde dello Stretto di Tiràn.

Riguardo alla durata di questo “soffio”, la Bibbia ci dice che nel momento in cui Mosè stese la mano sul mare il vento si fermò all’istante, quindi il vento era come controllato/guidato da qualcosa o qualcuno. Viene specificato che il vento soffiò per 12 ore, Mosè non lo seppe in anticipo ma solo dopo che esso cessò di scatenare la sua forza. Quindi, è chiaro che non si tratta di una mera coincidenza, di fortunato tempismo o di una conoscenza della meteorologia ma è evidente che il popolo guidato da Mosè, a sua volta era guidato e “protetto” da Qualcun altro. Il lettore tenga bene in mente che la narrazione di questo passaggio su terra asciutta non venne redatta mentre si verificavano i fatti, ma solo dopo, quindi Mosè o chi al suo posto, ebbe la lucidità utile per scrivere tutto con precisione, specificando tempismi, momenti e orari precisi.

Yahwéh stesso mostra coerenza con i prodigi che compie servendosi delle stesse leggi naturali che Lui stesso ha fissato e creato.

Com’è possibile che tutta la moltitudine di uomini si sia potuta salvare, mentre dei soldati egiziani non ne fu risparmiato nemmeno uno?

Il Wind Set Down quando cessa di soffiare non dà il tempo di poter fuggire, è una questione di attimi che le acque ritornino al loro posto generando il rientro di un muro d’acqua di proporzioni immani e catastrofiche. Un cataclisma naturale non seleziona chi o cosa danneggiare. Distrugge tutto. Ad esempio, com’è possibile che le piaghe d’egitto colpivano solo gli egiziani mentre gli Israeliti e i loro animali rimanevano illesi? Sembra che “qualcosa” avesse il controllo della situazione. Gli “eventi naturali” non fanno distinzioni, non fanno selezioni, non decidono nulla. La natura fa il suo corso… ma a volte potrebbe essere come “sotto controllo” da qualcosa.

Comunque, mentre il popolo oltrepassava il mare, Yahwéh sbarrò la strada agli egiziani ponendosi d’innanzi a loro come un ostacolo  e barriera in forma di fuoco. Quando Yahwéh vide che il Suo popolo era a “buon punto” del tragitto, cioè abbastanza in vantaggio, permise agli egiziani di continuare l’inseguimento perchè era evidentmente intenzione di questo “evento naturale” a decidere di far fuori gli egiziani di proposito. In realtà non è stata una decisione della “natura”, ma di una Grande Mente che ci stava dietro.

Anche in questo caso, come nelle piaghe d’Egitto, Yahwéh era seriamente intenzionato a “risparmiare i Figli d’Israele”.

Il Faraone, assistendo a quella scena terrificante, se ne ritornò nei suoi palazzi, abbattuto e sconfitto per l’ennesima volta. Yahwéh dimostrò ancora una volta di essere il “più grande tra tutti gli Elohim”, e degli Elohìm egiziani (forse terrorizzati da Yahwéh) non v è alcuna traccia!

Nel video è possibile vedere una sumulazione in compuer grafica su cosa consiste il Win Set Down.

13 Risposte a ““Apertura” del Mar Rosso secondo la scienza.”

  1. Ciao Daniele.
    In realtà la Bibbia parla espressamente delle acque che formano un muro a destra e sinistra del popolo, mentre questo attraversa il Mar Rosso.

    Esodo 14: 21 e 22 recita:
    21 Allora Mosè stese la sua mano sul mare e il SIGNORE fece ritirare il mare con un forte vento orientale, durato tutta la notte, e lo ridusse in terra asciutta. Le acque si divisero, 22 e i figli d’Israele entrarono in mezzo al mare sulla terra asciutta; e le acque formavano come un muro alla loro destra e alla loro sinistra.

    Ora, a meno che questo non sia un grossolano errore di traduzione, che però si trova pari pari in tutte le versioni che ho confrontato (eventualmente puoi pronunciarti tu con maggiore competenza su questa eventualità, potendo io soltanto fidarmi delle traduzioni in italiano o in inglese), non si tratta di un’invenzione hollywoodiana ma di realtà biblica.
    Devo dire che cercare di ricondurre questi eventi straordinari a fenomeni fisici per così dire “normali” è, per un credente, un esercizio alquanto deprimente e sostanzialmente sterile, che lasceremmo volentieri a chi credente non è. Per quanto riguarda noi, siamo certi e sicuri che a Dio tutto è possibile e che questo, come gli altri eventi narrati nella Bibbia, altro non è che la fedele narrazione dei prodigi operati dal Dio onnipotente in cui crediamo. La Bibbia non è un insieme di favolette e tradizioni tramandate e mitizzate con il trascorrere delle generazioni, ma l’autorevole Parola di Dio per l’uomo di ogni tempo.

    Tony.

  2. Tracce storiche del passaggio si possono trovare nel museo archeologico di Atene. Nella sala dedicata a Micene si trovano i reperti del “circolo A” scoperto da Schliemann. Il “circolo A” era un insieme di tombe, circondate da cippi. Nelle tombe sono stati trovati, insieme ad altri, reperti di fattura egiziana e tra i cippi che delimitavano le tombe ci sono due lastre di particolare interesse. Nella prima un uomo su un carro con una spada (o lancia) contro un uomo appiedato; sopra e sotto sono rappresentate delle onde. Nella seconda, il carro è rovesciato, le onde sono rappresentate anche nella fascia centrale e questa volta è l’uomo appiedato a brandire la spada.
    Un evento come quello descritto dalla bibbia sarà divenuto sicuramente famoso tra i contemporanei: ovviamente le fonti egiziane tacciono (per carità di patria…), ma questa mi sembra una traccia sicura.
    Mi sembra che gli archeologi datino il circolo A a circa il 1400/1500 A.C…

    1. Gentile davpoz, grazie per il suo interessante intervento! Comunicherò queste informazioni da lei suggerite al mio collega ricercatore Marco Rocchi.
      Visto il suo interesse peri l tema in questione, mi permetto di invitarla, qualora fosse possibile la sua presenza, alla conferenza del prossimo 22-23 Aprile a Pistoia, presso il Residence Artemura in via P.Bozzi 6/8. Alle 19:30 inizia l’apericena di benvenuto, mentre alle 21:00 inizia la conferenza.
      Se vuole sapere maggiori dettagli la rimando a questa pagina: http://danielesalamone.altervista.org/news/aprile-2016-daniele-salamone-pistoia/

      Cordialmente,
      Daniele

      1. Grazie del gentile invito. Purtroppo la lontananza ed i miei impegni non mi permettono la partecipazione all’evento.
        Per ciò che riguarda Mosè, casualmente una dozzina o più di anni fa ho intercettato un documentario (su La7, mi pare) in seconda serata. Il documentario riportava la teoria di alcuni archeologi circa il significato delle lastre che ho descritto. Anzi, si spingeva più in là, configurando le famose piaghe d’Egitto come conseguenze dell’eruzione del vulcano di Santorini. Su quest’ultimo punto sono rimasto un po’ scettico, anche perché è un campo del tutto sconosciuto per me.
        Incuriosito, uno degli anni successivi sono andato ad Atene in vacanza ed ho esaminato (e fotografato) le lastre in questione. La prima lastra è integra e si vede benissimo un uomo inseguito da un altro armato e su un carro e che si trovano in mezzo alle acque (disegnate sopra e sotto).
        La seconda è piuttosto rovinata, ma si vede integro l’uomo appiedato che attacca l’altro, disegnato sopra il carro, ma non sul carro, che appare (Il carro) come spezzato o capovolto (il cavallo continua a correre per conto suo).
        Insomma, mi sono convinto “de visu” che le figure si riferivano al passaggio nel “mare di canne”.
        Altri reperti interessanti sono dei pettorali che richiamano l’arca (di questo non sono sicuro) e dei pugnali o spade di fattura egiziana (l’uomo appiedato si è impadronito della spada del suo inseguitore: un trofeo?).
        Le domando: dov’è andato Mosè?
        Poteva il faraone lasciare impunita la figuraccia? Poteva lasciar andare una massa di straccioni ebrei (figuriamoci la considerazione che avevano gli egizi per degli schiavi), ma non certo Mosè! Forse il nostro eroe, avvertito da amici che il faraone aveva messo una taglia sulla sua testa, ha preferito eclissarsi per non far coinvolgere il suo popolo nella vendetta del faraone? Gli Achei erano abbastanza lontani ed avevano una brutta fama…
        Ma queste ovviamente sono solo fantasie.

        1. Davvero interessante.
          Se le interessa contribuire alla mia ricerca, sarebbe così gentile da inviarmi le fotografie da lei realizzate? Così vedrò di svilupparne un articoli ciando naturalmente anche lei per la gentile collaborazione e il materiale fornito, Sempre se è disposto a questa collaborazione “intellettuale”. Se dovesse accettare la invito ad inviare i suoi scatti al seguente indirizzo: danielesalamone3@virgilio.it che esaminerò insieme al mio amico ricercatore, nonché egittologo ed archeologo indipendente.

          Grazie
          Cordialmente,
          Daniele

    1. Salve Francesco, benvenuto.
      La notizia l’ho appresa da un video su youtube che adesso non riesco a trovare, ma non appena lo ritroverò lo linko nell’articolo. Tieni conto che questo articolo propone un estratto di un mio libro (Dio è la Scienza) pubblicato nel 2013, quindi non so se esiste ancora quel video, ma credo di sì. Devo solo cercarlo.

      1. Ok, purtroppo gli autori di certi video hanno la cattiva abitudine di mischiare informazioni non correlate tra loro pur di dimostrare qualcosa, il video a cui ti riferisci forse è quello di cui ho discusso in un forum, riguardo lo stretto di Tiran diceva testualmente:

        «la barriera corallina lo rende il punto più basso del Mar Rosso, tuttavia le barriere si trovano a 9 metri sotto la superficie, troppo in profondità per permettere l’attraversata a piedi raccontata nel Esodo»

        Purtroppo le cose non stanno proprio così, per attraversare lo stretto di Tiran il popolo di Israele dovevano passare anche per due punti abbastanza profondi, come ho detto precedentemente, il video tra l’altro era un guazzabuglio di ipotesi che creava molte confusione, ad esempio quando Colin Humphreys parlava del fenomeno del “wind setdown” non lo applicava allo stretto di Tiran ma alla zona di Eilat presso cui lui crede ci sia stato l’attraversamento (ho il suo libro “The Miracles of Exodus”), purtroppo il video questo non lo dice.

        1. Si, concordo anche con quanto da te detto. Ma bisogna tenere in considerazione il fatto che con il passare del tempo (secoli e perché no anche millenni), il pavimento sottomarino (mi riferisco in generale) può essere soggetto a cambiamenti e mutazioni geologiche. Quindi, siccome questa cosa è scientificamente possibile, potrebbe essere che 3500 anni fa circa quella zona avrebbe potuto avere una sorta di “secca” più rialzata che avrebbe permesso alla carovana di passare proprio per di là. Magari Mosè conoscendo quelle terre gli sarà capitato di passare per quelle zone costiere quando era ancora in veste regale egiziana, per cui, una volta ritornato alle sue origini etniche si ricordò di quel punto e lì si diresse per tentare di passare oltre la sponda di quel tratto marino. Poi, ovviamente, bisogna tener conto anche della questione “sovrannaturale”, cioè… Mosè poteva prevedere che di lì a poco si sarebbe verificata un “raffica di vento” che durò per tutta la notte? Per caso aveva avuto modo di osservare un Wind Set Down in precedenza e prevenuta la sua nuova manifestazione? Eppure la scienza ci dice che un evento simile in quelle zone potrebbe verificarsi 1 volta ogni tot di migliaia di anni. Quindi, credo che gli scienziati debbano mettersi d’accordo tra loro, perché la maggior parte di disinformazione viene proprio da loro. Ma un’ultima domanda, siamo sicuri che il “mar rosso” sia realmente profondo 70m?
          Effettivamente la storia dell’Esodo sembra essere una corsa contro il tempo, dove ogni cosa doveva quadrare alla perfezione, dalla prima piaga all’ultima, fino al ritrovarsi d’innanzi al “mar dei canneti” e spettare che il vento soffiasse.
          Calcola che lo stretto di Tiran si trova nel versante arabico e non in quello egizio…
          Poi certo, basterebbe giustificare il tutto dicendo semplicemente che il racconto dell’Esodo è solo una favola per far crollare tutto… come dire, si è liberi di credere o non credere.

          1. Tenuto presente che 3500 anni “geologicamente” parlando sono un battito di ciglio, non risultano allo stato attuale sconvolgimenti geologici nel golfo di Aqaba da far pensare che un fondale a centinaia di metri di profondità, all’epoca dell’esodo poteva trovarsi a pochi metri dalla superficie.

            Ovviamente se si ciò viene giustificato con un intervento “sovrannaturale” cioè al di la delle leggi della fisica allora qualsiasi posto del mar rosso va bene, io però al momento penso che l’esodo fu un evento storico e che il passaggio del mar rosso possa trovare una spiegazione scientifica.

            Riguardo la “disinformazione” degli scienziati credo che essa dipenda da chi riporta le loro ricerche e dalla loro ignoranza in materia come dimostra il video di cui abbiamo parlato.

            Infine, la profondità del Mar Rosso ovviamente varia in base alla zona, nello specifico la profondità dello stretto di Tiran va dai 60 ai 300 metri circa come ho già detto, le informazioni sono riportate sia nel link da me segnalato che dalla seguente immagine presa da una carta nautica:

            http://www.bible.ca/archeology/maps-bible-archeology-exodus-route-red-sea-crossing-straits-of-tiran-jacksons-reef-british-admiralty-nautical-depth-chart-801.jpg

            Personalmente penso che il passaggio del Mar Rosso sia avvenuto sul lato di Suez e che le “canne” non centrino nulla, detto questo non è mia intenzione aprire una discussione in questa sede.

          2. Essendo di pari sentimento circa la storicità dell’Esodo, l’unica soluzione plausibile al dilemma del passaggio del “mar rosso” è che sia stato un evento soprannaturale. In qualche modo da lì a là ci saranno passati, non a nuoto ma a piedi.

  3. Peccato che la Bibbia parli del Mare di Canne, una serie di laghi paludosi che stava dove ora c’è il Canale di Suez, e non parli mai di Mar Rosso! Quest’ultimo l’avranno tirato in ballo i catechisti che per primi hanno raccontato la storiella a Salamone, oppure ha visto troppi film biblici made in Hollywood: è ovvio che bei muraglioni di acqua alzati a comando da Mosè fanno un bell’effetto al cinema, altro che una secca temporanea in un canneto! Tra l’altro questo effetto, assolutamente naturale, è stato testimoniato nel 1842, credo, da un ufficiale inglese che si trovava la, e riporta che i beduini locali approffittarono di quel prosciugamento per passare con le loro graggi.

    1. Storicamente, il Mare di Canne è uno dei nomi attribuiti ad alcune delle coste del Mar Rosso del versante egiziano. Il nome Mar Rosso è stato attribuito solo DOPO la prima manifestazione del fenomeno delle alghe rosse che evidentemente in quell’epoca non si era ancora verificato. Forse l’attribuzione di “Mar Rosso” è stato coniato anche nell’epoca in cui le acque furono tramutate “in sangue” secondo la piaga inflitta da Yahwéh.
      A dirti la verità, a Salamone nessuno ha raccontato la storiella del Mar Rosso, perchè Salamone non ha mai frequentato né il catechismo né alcuna scuola biblica. Per quanto mi riguarda, i film biblici nemmeno li prendo in considerazione perchè non mi interessano.
      La Bibbia non parla nemmeno di “muralgioni” né di “apertura” delle acque. La terminologia biblica che viene usata in questo contesto è “le acque si ritirarono”, poi se Hollywood si è fatto i “film” mentali, sono problematiche che non riguardano la mia ricerca =)
      Se il fenomeno dl “ritiro” delle acque si verifica in altri posti, vorrà dire che effettivamente è possibile che sia accaduta una cosa simile anche all’epoca dell’Esodo, tuttavia bisogna riconoscere che la natura non può essere controllata, mentre si legge che Mosè potè controllare il ritiro delle acque poggiando il suo bastone sul bagnasciuga. Poi, ovviamente, ognuno è libero di credere o non credere… e quello che viene insegnato al catechismo o alle scuole e facoltà bibliche non mi riguarda proprio. Sono un ricercatore indipendente che trae le proprie conclusioni andando alle fonti con i propri sforzi.

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