Alcuni modi di dire del gergo biblico. Conoscere è meglio che ignorare.

La Bibbia contiene molti ebraismi (o “semitismi”) in cui i pensieri astratti o concetti immateriali vengono canalizzati attraveso una terminologia materiale o fisica. Ciò significa che gli autori biblici si sono espressi mediante un proprio “gergo biblico”. Ecco alcuni esempi:
 
«Guardare» o «osservare», nel gergo biblico è «alzare gli occhi» (Genesi 22:4). «Abramo alzò gli occhi e vide tre uomini […]», cioè «Avràm osservò bene e vide da lontano tre uomini avvicinarsi».

 
«Arrabbiarsi» equivale all’espressione ebraica biblica «buttare fumo dal naso» (Esodo 4:14). Sì, proprio così. In ebraico biblico, come l’atto di arrabbiarsi è reso pittorescamente con l’immagine del fumo che fuoriesce dal naso come una marmitta (e questa immagine viene ripresa anche nei cartoni animati), così la pazienza di Dio viene raffigurata attraverso un naso lungo (mentre nella nostra cultura, il “naso lungo” appartiene a coloro che hanno la sindrome di Pinocchio, cioè ai bugiardi): «érech appày veràv-chésed», cioè «lento all’ira e grande in benignità» (Numeri 14:18), letteralmente «dal naso lungo e ingrandito di benevolenza».
 
«Informare» o «confidare», in ebraico è reso con «svelare al tuo orecchio» (Rut 4:4). L’espressione significa anche «parlare in separata sede». Proprio come re Avimélek (Abimelec) quando raccontò il sogno che aveva avuto «agli orecchi della sua servitù».
 
«Non avere compassione» in ebraico è «indurire il cuore» (1Samuele 6:6).
 
«Testardo» o «cocciuto» è il famoso «collo duro» (2Cronache 30:8; Atti 7:51) o «dura cervice».
 
«Prepararsi» o «predisporsi», nelle Scritture è «cingersi i lombi» (Geremia 1:17).
 
«Determinarsi ad andare da una parte» in ebraico biblico è «dirigere risolutamente il proprio volto verso un determinato luogo» (Geremia 42:15,17; Luca 9:51). Ad esempio, quando gli Israeliti nel deserto «guardavano» il serpente eretto da Mosè e venivano guariti (libro dei Numeri), in realtà gli Israeliti «andavano in direzione del serpente» (cioè “l’insegna” di un avamposto medico) per ricevere le dovute cure dopo il morso ricevuto. Oppure, quando la moglie di Lot «si volta» in direzione della città in fiamme e diventa una «statua di sale», va capito bene cosa significano queste parole. In questo passaggio vengono usate due espressioni che in modo automatico vogliono dire al lettore attento: «interpretami!». Ebbene, da una parte la donna non si volta e basta, ma «si dirige in direzione della città», mentre dall’altra parte per «statua di sale» si vuole intendere che la donna «morì carbonizzata».
 
Imparando questi modi espressivi tipicamente ebraici (sì, anche la Bibbia ha i suoi “slang”), si apre un mondo per la comprensione delle Scritture. Se queste cose non ti intressano, non ti entusiasmano e pensi siano cose trascurabili o non importanti, allora ciò che non ti interessa davvero è lo studio serio delle Scritture e della loro ebraicità.
Io ho scoperto e sto continuando a scoprire più che un mondo e la cosa mi entusiasma tantissimo!
 
Shalom

2 Risposte a “Alcuni modi di dire del gergo biblico. Conoscere è meglio che ignorare.”

  1. Dal mio modo di riconoscere le cose è quello che ho letto che porta pasticcio e non cosa stà scritto bella Genesi.

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