Davvero “Elohim” non significa “Dio”?

Prima di dire che il termine elohìm non significhi “dio” – tema principale delle analisi seguenti – occorre prima chiarire cosa significa “dio” nella nostra lingua italiana. Sul Forum di Consulenza Ebraica, l’utente Cecca suggerisce un’interessante analisi che ho voluto riportare di seguito e che tuttavia ritengo essere essenziale prima di argomentare la questione dal punto di vista ebraico. Prima di capire quindi qual è il significato di una parola ebraica o come andrebbe tradotta, sarebbe più corretto e utile capire in primis cosa significa quel termine nella nostra lingua. Se, dunque, si pensa che il termine “elohìm” non significa né si traduce “dio” è giusto affrontare l’argomento prima secondo il nostro vocabolario occidentale.

L’etimologia di elohìm per una traduzione è ininfluente, poiché la lettura di questo termine ebraico con “dio/déi/Dio” (ovvero “divinità”) è del tutto corretta sia in termini semantici che concettuali.

D’altronde – lo puntualizzo adesso visto che non viene generalmente colta l’importanza di questo punto fondamentale – puà incidere forse l’etimologia della parola “dio” sul significato stesso di “dio”? Il nostro italiano “Dio” viene tranquillamente tradotto in tutte le lingue del mondo, ad esempio  con il  tedesco “Gott” o l’inglese “god”, ma “dio” ha un’etimologia del tutto diversa da quella che si ha nella lingua iglese e tedesca (come del resto in tutte le altre lingue del mondo). Tuttavia, in tutte e tre le lingue significano e si riferiscono alla stessa cosa.

Le cose stanno nella maniera più complessa di quanto si crede, anche per ciò che riguarda il metodo del tradurre. Quindi, occorrono delle precisazioni: quando si vogliono trattare degli argomenti di carattere religioso non occorre soltanto la conoscenza della lingua in sé – che non è la “chiave” della conoscenza ma una semplice marcia in più per capire meglio determinate cose – ma parimenti la conoscenza delle categorie religiose di cui si parla e dei termini corrispondenti in altre lingue.

Ora, sul fatto che YHWH sia la divinità dell’Antica Alleanza penso siamo tutti d’accordo (qualcuno lo sarà un po’ meno). Ma allora, prima di dire con facilità che un termine X non significhi “dio” occorre affrontare due cose fondamentali:

  1. La definizione del termine di paragone, cioè il termine “dio”;
  2. Cosa vuol dire che un termine X (elohìm) significhi o non significhi il termine Y di un’altra lingua, “dio” nel nostro caso.

Ora, parlando in generale, che l’etimologia di un qualsivoglia termine possa non avere niente a che vedere con il significato attuale è abbastanza noto. L’utente di Consulenza Ebraica Cecca pone l’esempio col termine “foruncolo”: questa parola significa “bollicino” la cui etimologia è il latino fur-furis, “piccolo ladro”, detto metaforicamente per indicare il tralcio della vite che toglie il succo al ramo principale, quindi la gemma, infine il foruncolo.[1]

Qual è il significato del termine “dio”?

Nella storia delle religioni si identifica con il termine dio quell’essere immortale, oggetto di culto, che presiede al funzionamento di varie parti del mondo, della natura o della società umana (con la D maiuscola si indica invece il Creatore unico delle religioni monoteiste). Questo in linea generale. Stesso discorso vale per la parola “dio” in tutte le lingue del mondo.

Se analizziamo invece l’etimologia vediamo che “dio” deriva dal latino deus a sua volta derivato dall’indoeuropeo djew col significato di «splendere», da cui derivano i significati di «giorno» e “cielo”. Usando un pò di logica, tutto questo può avere qualcosa a che vedere col significato del termine “dio”? Certamente no. Il termine germanico “Gott”, ad esempio, deriva invece dal participio ghuto, «invocato». Anche questo influisce in qualche modo sul significato di “Gott” o “god”? Certamente no.

Parimenti le diverse etimologie non impediscono la traduzione di “Gott” con “dio”. Si dice piuttosto che l’etimologia ha importanza perché fornisce informazioni di base su come venisse concettualizzata la divinità da queste popolazioni. Niente di più, niente di meno.

Fondamentale è invece l’uso del termine per indicare una particolare categoria di esseri caratterizzati da quegli elementi di si è detto in precedenza.

Siccome con elohìm si indicano senza ombra di dubbio le o la divinità, valea dire sia YHWH che gli déi stranieri (Milkom, Molek, Astoreth, Baal, etc.), la traduzione  “dio” è assolutamente legittima. Secondo l’esposizione di Cecca è quindi giusto dire che elohìm significa “dio” così come lo significa anche “God”. La corrispondenza, e quindi la traduzione, si basa su ciò che indicano i termini. Se per fare una traduzione si dovesse scegliere quei termini che hanno la stessa etimologia, o etimologie comparabili, non si potrebbe tradurre nulla, se non in modo incomprensibile.

Quando è nato il termine “dio”?

Secondo le affermazioni di Mauro Biglino in ebraico non esiste il vocabolo “dio”. Tuttavia, il termine “dio” è del tutto slegato da particolari concetti della divinità. È generico ed è anche adattabile a tutte le divinità del mondo. Si può infatti dire “un dio romano”, “un dio greco”, “un dio sumero”, “il dio dei musulmani”, “il dio degli ebrei” e “il dio dei cristiani”. Solo negli ultimi tre casi si può specificare l’unicità di Dio in quelle tre religioni scrivendo “Dio” con la D maiuscola di cui si è detto in precedenza. In ognuna di queste religioni il concetto di “dio” o di “Dio” o in generale della divinità, è diverso, ma tuttavia si usa sempre il termine “dio” (oppure “Dio”). Insomma, nemmeno i diversi concetti della divinità nelle diverse culture impediscono di usare “dio” in riferimento a quelle divinità (God, Gott, Dieu, Dios, etc.).

Chi afferma che il termine ebraico elohìm non significa “Dio/dio/ déi” (a loro dire nessuno conoscerebbe il suo vero significato originale) cade in una ridicola se non comica contraddizione, perché se da un lato si afferma che nessuno conosce il significato di questa parola, da un altro lato si vuole (o vorrebbe) dimostrare con vari salti mortali etimologici e filologici di sapere cosa non significa.

Reformed LiarMi chiedo: se davvero nessuno al mondo conosce il significato di questo termine, come si può affermare con estrema convinzione cosa non significa? Mi spiego meglio; se qualcuno non conosce il significato di una parola non può (o non dovrebbe) affermare di sapere invece cosa non significa. Da qui si ha una chiara dimostrazione di un’attività speculativa. Questo è un atteggiamento/approccio tutt’altro che scientifico perché predilige l’analisi di una lingua solo e soltanto verso la negazione di ciò che è evidente. Come per dire, pur sapendo che l’olio è bollente ci metto le dita dentro pur di dimostrare che non è bollente anche se mi scotto!

I “traduttori” come Mauro Biglino dicono: «Nessuno conosce il significato della parola Elohìm, però possiamo stare certi che almeno non significa Dio». Se non significa “Dio”, cosa significa allora? Ribadisco, queste sono solo speculazioni basate sulla negazione.

Il termine “Dio” avrebbe origine dal greco Theos.

È curioso però notare come gli stessi Aztechi chiamassero nella loro lingua nàhùatl la città di Teotiwàkan (Teotihuacan), il cui significato è molto discusso tra gli addetti ai lavori, anche se tutti condividono il medesimo significato per la radice teotl che si riassume in “dio”. In questa lingua la parola singola per identificare la divinità è moyokoyani, ma è curioso sempre notare che ogni nome che contraddistingue una divinità abbia come elemento proprio la particella teotl.

Guardiamo qualche esempio:

  • dio terribile = tetsauteotl;
  • dio nemico = apochlayaoteotl;
  • dio energia  = teotl;
  • dio padre  = ueueteotl;
  • dio affamato  = apisteotl;
  • dio ispira  = yoloteotia;
  • dio del vento = ajekateotl;
  • figlio di dio = teokonetl;
  • dea = siuateotl;
  • déi  = teteo;
  • dio dei quartieri = kalpolteteo

È curioso notare come la singola parola teotl indichi «dio energia» o in una forma più leggibile «energia di dio», connotando un qualcosa di immateriale in accordo al passo di Gv 4:24 «Dio è Spirito». Desta la mia curiosità anche la parola teokonetl, «figlio di dio», dove la sillaba teo si ha sia all’inizio che a fine di parola, ma in forma abbreviata: tl. Questo significa che non si tratta di un semplice «figlio di dio» inteso come “credente” o “figlio di un dio”, ma connota il «figlio-dio» che lascia intendere che questo figlio di dio è il dio stesso. Tuttavia, se «facciamo finta che» la tradizione Azteca rappresenta un qualcosa di storicamente concreto e la paragoniamo per certi aspetti alla tradizione Neotestamentaria, entrambi i fronti ci parlano di un «Figlio di Dio che è Dio» (e non «un dio», Gv 1:1).[2]

Gli stessi Aztechi, quindi, lontani migliaia di chilometri dalla Grecia e almeno 1700 anni prima della loro “scoperta” nel Nuovo Mondo, adoperavano proprio quel termine che anche i greci e poi i latini usavano, da cui noi oggi occidentali ne ricaviamo la parola “dio”: teotl/theos.[3]

Tuttavia, la traduzione Septuaginta, più antica del Testo Masoretico e il cui periodo di redazione risale proprio verso il periodo in cui gli Aztechi erano nel loro pieno sviluppo (300-250 a.C.), riporta proprio la parola Theos quando nel corrispettivo ebraico troviamo scritto Elohìm.

I Sumeri chiamavano «coloro che dal cielo giunsero sulla Terra» (a.nun.na.ki) con l’appellativo di “déi” – in lingua sumera dingir, dio, ripetuto due volte dingir.dingir per indicare la forma al plurale, déi (ricorda la parola Azteca “teteo” per déi con la sillaba “te” ripetuta due volte per indicare la forma plurale).

Sembra quindi evidente che in epoche assai più antiche della stessa Bibbia esisteva già l’uso di quella parola che nel nostro mondo occidentale traduciamo con Dio, God, Gott, Dieu, Dios, etc.

[…]

Per cui, speculazioni a parte, Biglino si avvale della facoltà di tradurre elohìm in diversi modi nonostante nessuno sappia (a sua detta) cosa significhi. Riporto di seguito quanto egli dice:

Mauro-biglino«Il termine Elohim, viene infatti variamente ricondotto alle radici più diverse che rimandano in sintesi ai seguenti significati: “quelli dell’alto”, “splendenti”, “potenti”, “legislatori”, “governatori”, “giudici”, “ministri”.

Come si vede chiaramente, nessuno di essi postula il termine Dio, che non è neppure preso in considerazione nelle ipotesi formulate dalla filologia accademica, marcando in ciò una netta differenza rispetto alla forzatura teologica, che lo utilizza nelle traduzioni, senza alcun fondamento linguistico»[4]

Biglino cita la filologia accademica ma non si prende la cura di citare almeno un testo ufficiale che ne parli, tanto meno si preoccupa di citare riferimenti ai nomi appartenenti al gruppo di questi filologi. Tutti i vari epiteti come “splendenti”, “potenti, etc., tra l’altro, non rappresentano il “significato” della parola Elohìm, ma denotano ciò che effettivamente è Elohìm:

  • Elohìm è effettivamente «quello dell’alto» perché viene identificato più volte dalle Scritture come el elyòn in Ebraico e ὑψίστου, ypsistou in Greco: «l’Altissimo»;
  • Elohìm è effettivamente «lo splendente» perché viene identificato in 1Gv 1:5 come «Dio è luce»;
  • Elohìm è effettivamente «potente» perché viene identificato come el ha-gibbor, «Dio potente» (Ne 9:32);
  • Elohìm è effettivamente un «legislatore» perché è stato Lui a redigere i Dieci Comandamenti (cfr. Esd 7:21);
  • Elohìm è effettivamente un «giudice» perché la Scrittura lo identifica come «giudice tra di noi» (Gn 31:53) e il significato del nome del Profeta Daniele, Dani-El (che mi vanto di possedere), denota questa Sua caratteristica: «giudice mio (è) El».

Tutti questi aggettivi, quindi, non denotano il significato in sé del termine Elohìm, ma identificano i titoli d’appartenenza di Elohìm.

Poiché in merito al suddetto termine Biglino cita solo un paio di dizionari di dubbia attendibilità o magari limitandosi al dire la classica frase «gli esperti dicono che…», col proseguo di questo studio sfoglieremo insieme le pagine di quei dizionari che lui stesso usa per dare credito ad altre sue ipotesi. Da qui il lettore capirà da solo che Mauro Biglino ha l’abitudine di non citare alcuna fonte specifica (o se lo fa solo in maniera parziale e superficiale) quando i suoi stessi dizionari che usa lo contraddicono. Molto spesso egli cita un dizionario piuttosto che un altro perché preferisce una definizione piuttosto che un’altra: questo metodo prende nome di “metodo dei dizionari rotanti” che ho già spiegato in cosa consiste in un lavoro precedente. Se sei interessato ad approfondire questo capitolo puoi acquistare il libro dove ne parlo (vedi link a sinistra).

Note

Ringrazio l’utente Cecca del foru Consulenza Ebraica per le preziose informazioni da cui sono state tratte le principali informazioni di questo estratto.

[1] Treccani.it

[2] Vocabulario Nàhuatl: www.vocabulario.com.mx/nahuatl/diccionario_nahuatl_a.html

[3] Zecharia Sitchin, nel suo libro Gli déi dalle lacrime d’oro, spiega che gli antichi popoli mesoamericani «avevano già legami antichissimi con la Mesopotamia». Infatti, egli continua le sue ricerche affermando che gli stessi popoli dello Yucatàn, in Messico, hanno avuto origine da un antico fondatore proveniente da lontano che assegnò alla prima città da lui costruita il nome di Tenochtitlan, Città di Tenoch, il che ricorda il biblico Enoch, figlio di Caino, che prende nome dalla città che il padre costruì: Città di Enoch. Alle pagine 42-43 del libro in questione, Sitchin afferma che «gli Aztechi discendevano dalle dieci tribù d’Israele che vennero mandate in esilio dagli Assiri nel 722 a.C. e quindi sparirono senza lasciare tracce (il restante regno di Giudea fu perpetuato dalle due tribù di Giuda e Beniamino) […] È nel secondo libro che Duran, citando le numerose analogia si spinse a concludere, non senza una certa enfasi, che i nativi “delle Indie e di tutto questo nuovo mondo” appartengono “al popolo ebraico”. Questa teoria, continuava, era confermata “dalla loro stessa natura: questi indigeni fanno parte delle dieci tribù di Israele che Shalmaneser, re degli Assiri, conquistò e porto in Assiria […]. è naturale dunque che, a mano a mano che tali racconti si diffondevano, la teoria delle dieci tribù perdute prendeva sempre più piede, fino ad affermarsi come quella più seguita nel XVI e XVII secolo: essa partiva dal presupposto che, in qualche modo, vagando verso est prima all’interno dei domini assiri e poi al di fuori di essi, gli Israeliti erano arrivati in America»: vedi Zecharia Sitchin, Gli déi dalle lacrime d’oro (Piemme, 2000), pp.42.43.

[4] Mauro Biglino, La Bibbia non parla di Dio (Mondadori, 2015), p.58.

109 Risposte a “Davvero “Elohim” non significa “Dio”?”

  1. Buona sera,
    sto cercando di comprendere meglio sia il primo post che gli altri interventi e spero di non porre una domanda ‘doppia’.
    Esattamente ELOHIM cosa vuol dire? Intendo interpretazione a parte.
    Poniamo che io sia di altra fede, quindi che non metta in mezzo tutta una serie di pensieri personali e culturali, come lo tradurrei?
    Grazie

    1. Salve,
      elohìm ha diversi significati o “valori”. Il significato è legato alla forza del soggetto, se rivolto a un soggetto personale. Con esso si identificavano le divinità pagane, il Dio degli ebrei, giudici umani e messaggeri divini. Elohìm non ha un solo significato (giudici, legislatori, etc.), ma può essere attribuito a diversi soggetti. Inoltre, può avere, dal punto di vista grammaticale, il valore di “rafforzativo”, come ad esempio la frase ebraica naftulé elohìm che letteralmente andrebbe reso “combattimenti di Dio”, mentre nella sua costruzione grammaticale ebraica più specifica va reso con “lotte straordinarie”.
      Quindi, non basta saper tradurre un termine per poter comprendere il senso di una frase, ma occorre individuare il concetto che si vuole esprimere, quindi avere una certa padronanza di pensiero e mentalità ebraica.

  2. ELOHIM che sappia e che abbia studiato è semplicemente una forma plurale di eccellenza ELOH-ELOHIM

    1. Salve Matteo, benvenuto nel Blog.

      Un Dizionario di ebraico (in questo caso ebraico biblico) non si limita solo a spiegare un termine ebraico biblico, ma ne suggerisce le varie definizioni. Discutendo in questa sede il termine elohìm, e consultando alcuni dizionari autorevoli, il Koehler & Baumgartner ad esempio (il più autorevole in lingua ebraica-inglese), non solo otteniamo i tantissimi brani biblici in cui il termine ricorre, ma viene suggerita anche la definizione (non una), la spiegazione etimologica, il significato (etimologia e significato sono due cose differenti) e anche a chi o a cosa può essere applicato tale termine. Nelle varie accezioni proposte, elohìm può essere utilizzato per riferirsi al Creatore, cioè il Dio biblico dominante, YHWH, alle divinità minori dei popoli cananei e mesopotamici (Molok, Asthoret, Baal, Dagon, etc.), a uomini intesi come ministri/sacerdoti, giudici e legislatori (Mosè stesso viene definito elohìm da YHWH stesso), persino ad angeli celesti nel senso di «coorte celeste».

      Inoltre, il termine elohìm può fungere anche da superlativo; mi spiego: se in ebraico biblico leggiamo l’espressione naftulé elohìm, alla lettera intendiamo «lotte di Elohìm» (o «lotte degli dèi»), mentre nel suo gergo letterario antico può essere eletto anche «lotte straordinarie» (vedi Genesi 30:8, solo per citarne uno), dove elohìm funge da intensivo, cioè enfatizza la straordinarietà della lotta o competizione di Rachele contro sua sorella Lea.

      Chi dice che «elohìm non significa Dio» ed afferma che «nessuno sa cosa significa elohìm» è in errore e in contraddizione, in quanto se tu non sai cosa significa una parola, mi viene naturale pensare che non sai nemmeno cosa non significa. Tuttavia, non volendo ripetermi su quanto è stato già detto, ti invito a dare tu stesso una lettura ai commenti di alcuni utenti. Potrai farti un’idea più ampia.

      Daniele

  3. Salve,
    vorrei sapere come mai, nel Libro dei Giudici, “elohim” viene tradotto con “giudici”, mentre nel resto della Bibbia viene tradotto con “Dio”. Mi sto riferendo, in particolar modo, a un discorso di Biglino sull’argomento, come compare nel video che le linko:
    https://www.youtube.com/watch?v=bnnYFM0jams
    . La parte del video dove Biglino intende dare la spiegazione si trova a partire dall’undicesimo minuto in poi, fino alla fine (il video dura diciassette minuti).

    1. Salve Fabrizio, benvenuto nel blog e grazie per il suo intervento.

      La scelta di tradurre un termine in modo differente, evidentemente ha il suo motivo.
      Da ciò si può dedurre che elohìm può essere tradotto sia “Dio” che in altro modo. Naturalmente è una questione di contesto, perché sebbene tutte le traduzioni (almeno quelle che io conosco) riportano che Mosè fu stabilito come «dio» per il Faraone, in realtà andrebbe tradotto con «giudice», perché il contesto vuole che Mosè era giudice degli israeliti. Non è solo una questione poi prettamente linguistica, ma anche di tradizione ebraica che Mosè era il profeta e giudice dei primi israeliti.

      Perciò ci sono contesti in cui elohìm va tradotto Dio e altri contesti in cui va tradotto diversamente. Addirittura, può indicare una enfasi o una cosiddetta exaggeratio, come nel caso di Genesi 30:8 dove Rachele dice: «Ho sostenuto contro mia sorella lotte straordinarie e ho vinto». L’espressione «lotte straordinarie» nell’ebraico suona in questo modo: naftulé elohìm, letteralmente «lotte divine», che vuole significare che la donna ha dovuto affrontare una sorta di “competizione” contro la sorella per la generazione di prole, dato che Rachele era sterile e Leàh no. Ciò significa che naftulé elohìm dev’essere tradotto «lotte di giudici» oppure elohìm qui viene usato come enfasi come per dire «ho dovuto faticare parecchio»? Quindi non per forza dev’essere tradotto «Dio», salvo quei casi in cui il contesto lo prevede. Se i traduttori ufficiali avessero voluto speculare sul termine elohìm che secondo il nostro “esperto” «non significa “Dio”», lo avrebbero tradotto in ogni occorrenza con «Dio», mentre tenendo conto del testo e del contesto, dimostrano l’assenza di intenzioni ostili nei riguardi dei lettori della Scrittura traducendo il termine in modo differente a seconda dell’esigenza letteraria del testo.

      Inoltre, ci sono numerosi lessici specialistici e non (e quelli menzionati da Biglino non sono “specialistici”) che confermano che elohìm, oltre a indicare «giudici», «legislatori» o addirittura «angeli», casi di exaggeratio (come riportato sopra), può riferirsi anche alla o alle divinità. Bisogna anche dire che Biglino tende a confondere il suo pubblico, non spiegando mai nemmeno la differenza che c’è fra etimologia e significato di una parola. Elohìm deriva da una etimologia che richiama il concetto di «giudice», ma il significato, che è una cosa diversa dall’etimologia (origine semantica di una parola), indica che elohìm può essere reso anche con “Dio”.

      Se una persona come Biglino si limita a dire che «non esiste nell’ebraico il termine Dio secondo il concetto che si dà di divinità», senza tuttavia spiegare l’effettivo uso che il termine elohìm può avere in tutta la Scrittura, è piuttosto sua (e non dei traduttori ufficiali) l’intenzione di speculare sul testo biblico, perché la sua attività è anticlericale, per cui l’intenzione primaria del suo lavoro è quello di cercare di smontare qualcosa che non si può smontare, la fede. Un tecnico linguista certe cose dovrebbe spiegarle, ma siccome il Nostro non è un tecnico linguista, giustamente certe cose non può spiegarle, per due motivi: la prima è perché non le sa, la seconda perché le sa ma non le spiega per via intenzionale.

      Sono stato un suo seguace per diverso tempo, ma poi ho aperto gli occhi.

      Shalom

      1. La ringrazio della sua lunga spiegazione. Da credente, io spero che Biglino sbagli. Mi rimangono però alcuni dubbi. Come lei ha detto, “elohim” in alcuni casi indica anche gli angeli, e secondo alcune teorie dell’ufologia gli angeli starebbero a indicare le entità extraterrestri. Ma, soprattutto, come mai il termine “elohim”, se muta di significato nel corso della Bibbia, rimane sempre lo stesso termine nel testo originale? Cioè, se nella Bibbia cambiano i contesti, che fanno assumere al termine “elohim” diversi significati, perché viene usato sempre lo stesso termine in contesti diversi e non ne vengono usati altri? Il cambiamento di termine avviene solo nelle traduzioni, ma non nella Bibbia originale dove, anche se si è in contesti diversi, viene utilizzato sempre lo stesso.

        1. Secondo alcune ricerche, gli ufo o extraterrestri sarebbero delle manifestazioni demoniache (presto scriverò una recensione su un libro che affronta l’argomento in modo assai esaustivo). Dal punto di vista biblico, gli angeli si manifestano agli uomini solo in sogno e visione, mentre nella vita reale gli angeli sono semplicemente esseri umani che svolgono la funziona di messaggeri per conto di Dio. Salvo diversa indicazione, naturalmente, quando è specificato che tale messaggero “viene dal cielo”.

          Comunque, il termine elohìm come ogni altro termine ebraico della Scrittura, cambia di significato perché ogni singola parola possiede più significati. Basta aprire un dizionario etimologico di ebraico biblico per avere tutta la gamma di significati per ogni singola parola. Sta poi al bravo e soprattutto onesto traduttore e tecnico linguista decifrare la parola nella sua più adatta occorrenza a seconda del contesto in cui viene usata. Non è una scelta dell’autore biblico usare sempre la stessa parola perché vuole riferirsi sempre alla stessa cosa, ma è la sua varietà di significati ad attribuire al testo il suo corretto significato.

          Nel greco biblico, invece, il discorso è un po’ diverso, perché in questa lingua la pluralità dei concetti che nell’ebraico possono essere riassunti in un solo termine (elohìm, = Dio, giudici, divinità, angeli celesti, governatori, enfasi semantica, etc.), sono invece distinguibili da termini differenti.
          Ad esempio, nel greco esistono diversi termini per indicare la parola “amore”, come agapào, eros, philéo, etc. Ogni singolo termine esprime un dato concetto di “amore”, mentre con l’ebraico non c’è tutta questa variabilità di lemmi. Quindi è per questo che nell’originale ebraico vediamo sempre lo stesso termine, perché quel termine racchiude più significati.

          Il cambiamento di termine avviene sì solo nelle traduzioni, perché l’ebraico, usando sempre quel termine “standard” va inteso a seconda del contesto.

  4. Ciao Daniele
    Nutro un particolare interesse per le teorie di biglino ma ho sempre a cuore andare a fondo alle questioni ascoltando anche chi sostiene che una condizione che a me piace sia errata
    Ho letto con interesse quanto da te scritto ma rimango sempre fermo nell’idea che ci siano moltissimi indizi (non solo biblici) che quanto sostiene biglino sia plausibile
    In ambito scientifico sono molteplici le considerazioni poste
    1 traslocazione robertsoniana avvenuta nel primate che ha indotto le prime fasi evolutive ; tale fenomeno avviene solo in casi patologici come la trisomia 21 o in ingegneria genetica negli OGM (potrei spiegare oltre ma non mi sembra il caso)

    2 (domanda personale) com’è possibile che soltanto il primate abbia attraversato gli stadi evolutivi rispetto alle migliaia di specie animali esistenti al mondo?

    3 rh positivo e negativo : proteina rh (proteina identificata nel primate rhesus) è presente nei positivi(85% al mondo) e assente nei negativi(15%) al mondo (presenza/ assenza non ancora motivata dalla scienza) che produce patologie come l’eritroblastosi fetale (patologia che vede la produzione di anticorpi antiD che innesca la distruzione del globulo rosso del feto per la presenza del fattore rh presente sul globulo rosso stesso -cioè come fosse un meccanismo di difesa (alquanto aberrante) nei confronti del figlio-

    Questi sono solo alcuni dei punti che potrei citarti , la mia conclusione è che anche in ambito scientifico ci sono dei punti molto interessanti e vorrei chiederti (sperando che ,ove possa interessarti quanto da me riportato,tu possa approfondire questi punti )se non ti sembra curioso o quanto meno plausibile che a fronte di queste ,se pur campate in aria , teorie ci possano essere degli indizi su come risalire all’origine della nostra specie che ,com’è risaputo ,non sappiamo definire?

    Ho deciso di spendere questo tempo per scriverti perché mi piace il tuo approccio al ragionamento ,spero tu possa darmi una risposta non marginale vista la quasi certa lontananza del mio pensiero al tuo
    Grazie in anticipo e buon lavoro

    1. Gentile Roberto, grazie per il tuo intervento e benvenuto nel blog.
      Provo a replicare alle tue domande:

      1) non sono un genetista, per cui non saprei indicare una risposta.

      2) continuo a non essere un genestista, ma la teoria dell’evoluzione, non essendo un dato di fatto, non può essere presa in considerazione come cosa realmente avvenuta e, per di più, non credo si debba dare tutta questa improtanza. E’ una teoria che è anzi stata già smentita da esperti (ex evoluzionisti) con tanto di prove e documentazioni sulla carta. Lo scialbo tentativo intenzionale di far passare il dente di un suino come dente di un essere umano può anche bastare per capire quanto è facile lasciarsi prendere in giro.

      3) e ancora, non sono un genetista né uno specialista di medicina, per cui non saprei darti una risposta.

      I punti da te sollevati sono molto interessanti, indubbiamente, ma non è mia competenza dedicarvi del tempo per degli approfondimenti.Non ho proprio il tempo per farlo. Cioè, perché devo approfondire proprio io questi argomenti quando io mi occupo di tutt’altro? Non mi definisco né sono tuttologo, come Biglino. Mi limito solamente a dedicarmi alle lingue bibliche e allo studio delle civiltà antiche. Come per dire “ognuno col suo mestiere”.

      Ad ogni modo, mi piacerebbe poter continuare la conversazione se solo fosse attinente al tema trattato nell’articolo. L’argomento che hai sollevato è totalmente offtopic, quindi non mi sento obbligato a dare risposte inerenti l’argomento che mi chiedi, anche perché non so risponderti a prescindere.

      Sono un maniaco dell’ordine, per cui gradirei ti facessi un giro più ampio nel blog e trovare, magari, un articolo che più si addice alle cose che chiedi. Ti anticipo che non so darti delle rispsote, perché come ho già detto, mi dedico alla traduzione dei testi ebraici e greci della Bibbia, stop. Altre materie non sono di mia competenza, tranne nel caso in cui ho delle infarinature e allora mi azzarderei a proporre anche il mio punto di vista.

      Ti invito a rivolgere domande di questo tipo a chi di competenza.

      Fiducioso della tua comprensione ti saluto cordialmente,

      Shabbat Shalom
      Daniele

  5. Imbarazzante, quanti giri di parole per dire nulla.
    Per poi pubblicare la foto di una copertina che è palesemente copiata dal libro di Biglino edito dalla Mondadori “La bibbia non parla di Dio”.
    Se sei un fedele sta fuori dalla forma razionale letterale di un testo, piuttosto fantastica ed elabora come è tuo/vostro diritto, ma non permetterti di giustificare o rafforzare la tua fede solo perché la tradizione ha deciso che esse derivi da un testo considerato quindi sacro. Imbarazzante ripeto. Se l’uomo ha ancora bisogno di una fede significa che è profondamente terrorizzato dalla realtà che lo circonda, tra le tantissime dottrine nel mondo ci sono ancora persone che speculano, (come te autore di questo articolo) su cose infondate che li stessi amministratori della vostra stessa fede hanno già messo in fortissimo dubbio. Imbarazzante. Sono convinto che tempo 20/30 anni (considerando i rapidi progressi della mente umana, si arriverà a estinguere definitivamente quel dogma chiamato fede per abbracciare qualcosa di più sereno e sincero che non si regga su fatti storici brutali e distorsioni senza vergogna. Perché quello che voi fedeli non trattate mai è il percorso storico che vi precede, siete imbarazzanti.

    1. Buongiorno a lei. Imbarazzante è intervenire in un blog senza neanche presentarsi né salutare, specialmente quando si rivolge ad una persona che ci mette la faccia.
      Io non dovrei permettermi cosa? Piuttosto lei non si permetta di dire agli altri quello che devono fare. Non sa nemmeno di cosa parla.
      Saluti.

  6. Scusate capito per caso e senza entrare in polemica vorrei dire che io ho ascoltato Biglino e studiato la Bibbia per anni (NON LA LINGUA EBRAICA), vorrei far presente qualcosa che mi sembra eclatante… tutti i popoli del pianeta parlano di visitatori venuti dal cielo..possibile che erano tutti scemi e solo gli ebrei dell’epoca no? Quando mi verrà data una spiegazione esauriente a questo quesito allora decidero’ di escludere una possibilità a favore dell’altra…oppure di non escluderne nessuna!
    Saluti

    1. Gentile Sarah, benvenuta nel Blog.
      Anche se i popoli antichi hanno parlato di «visitatori venuti dal cielo», non vuol dire che sono concretamente «venuti» sulla terra da luoghi oltre la terra.
      I Sumeri, ad esempio, come tutti i popoli mesopotamici dell’antichità, non avevano a che fare con presunti individui in carne ed ossa venuti dallo spazio, ma semplicemente credevano che gli astri e i corpi celesti in generale erano delle divinità «del cielo». Nelle loro storie hanno solamente antropomorfizzato queste divinità che in realtà erano i pianeti da loro conosciuti, inclusi il sole e la luna.

      Tuttavia, in questo articolo non si vuole discutere cosa siano gli elohìm o i «visitatori venuti dal cielo», ma cosa voglia significare la parola in sé. Per cui, ti serei grato se rimanessi in tema, perché altrimenti si va off topic. Se vuoi discutere l’argomento da te proposto, ti invito a cercare degli articoli che possono soddisfare meglio le tue esigenze. Nel blog ho pubblicato molti articoli, perciò è doveroso attenersi al tema trattato.

      Grazie.

  7. Una delle più attente, comptenti e serrate disanime che io abbia mai letto sulle imposture “intellettuali” perpetrate dal signor Biglino.
    La ringrazio infinitamente e le auguro un buon lavoro.
    Complimenti ancora!

  8. Salve Daniele,
    Per esporre una relazione sulla Bibbia e argomentare su eventuali sue interpretazioni forzate in chiave extraterrestre ad un convegno ufologico internazionale a San Marino molti anni fa tra i vari studi e ricerche che feci consultai un conosciuto biblista cattolico. Egli mi disse che Elhoim oltre ad essere un termine plurale (argomento caro agli ufologi del tempo) era anche un superlativo con significato ‘il Dio degli dei’. Mi puoi confermare che è corretto? Ti ringrazio

    1. Caro Massimiliano,
      la lettura “Dio degli déi” non scorretta, ma bisogna vedere il contesto in quanto il termine ebraico, nelle Scritture compare molto spesso accompagnato dall’articolo (ha-Elohìm), per enfatizzare proprio tale concetto ma in questi temini: “il (vero) Dio” (vedi Brown-Driver-Briggs e il Koehler&Baumgartner).
      Tuttavia, “il Dio degli déi” non è un superlativo perché nella grammatica ebraica il superlativo si costruisce in modi specifici e non solo con il semplice plurale.

      Tuttavia non ho ben compreso se all’inizio del suo intervento, nella frase “[…] sue eventuali interpretazioni […]” si riferiva a me o al conosciuto biblista cattolico.

      Cordialmente,
      Daniele

      1. Caro Daniele,
        il mio intendere sulle “sue” interpretazioni forzate era riferito a molti (non tutti) ufologi nei confronti della Bibbia. Non era certo riferito a te. Si lo so…hai ragione… avrei dovuto dire loro interpretazioni…
        Mi qualifico come è giusto che sia. Sono coordinatore scientifico nel Centro Ufologico Nazionale (CUN) e quando 40 anni fa cominciai a studiare e indagare sul fenomeno UFO, notai che molti ufologi cercavano già allora di individuare la presenza degli antichi astronauti nel passato nei passi della Bibbia: vedi Von Daniken, Jessup e altri.
        La mia formazione scientifica (sono ingegnere) mi faceva sentire tali interpretazioni forzate in un testo peraltro considerato Sacro.
        Per questo cominciai a interessarmene anche perchè, per quanto aperto alla fenomenologia UFO, non riuscivo a trovare probabile e tanto meno logico che si tentasse di spiegare una materia così poco comprensibile come quella religiosa e biblica (che trascende certamente la razionalità e l’empirico) con qualcosa ancor meno comprensibile come il fenomeno degli UFO. Il contrario del Rasoio di Occam. So di essere una mosca bianca nell’ambito dei ricercatori ufologici ma non concepisco le forzature e soprattutto non capisco quelli che, non trovando quella scintilla dentro di sè, debbano per forza demolire il credo altrui, peraltro ignorando che accanto al fenomeno UFO, tra i fenomeni misteriosi, ve ne sono tanti altri ben distinti che riguardano la parapsicologia, lo spiritismo, i fenomeni ESP, la demonologia e per inciso la miracolistica, nonchè tanti altri. Dico questo perchè non si può e non si deve confondere il concetto di Assoluto, anche solo a livello concettuale, con il profano. Chi si occupa di questi argomenti può comprendere.
        La mia domanda aveva una motivazione. Conosco Mauro Biglino avendo conferenziato qualche vota alle stesse conferenze (lui è molto gettonato negli ambienti ufologici) ed una volta in pubblico a Chiaravalle gli chiesi se Elohim era anche un superlativo (ovvero Dio degli dei) e lui mi ripose che lo era ma che preferiva l’interpretazione al plurale. Serietà intellettuale avrebbe voluto che quanto meno egli lo avesse segnalato al pubblico ma mai lo aveva fatto fino alla mia domanda. Aggiungo anche che in pausa mi fece vedere una sua traduzione letterale che fece per le Paoline con a fianco l’interpretazione del religioso biblista. Lui diceva difatti che le sue affermazioni si attenevano alla sua traduzione letterale senza entrare nell’interpretazione. Ma sinceramente nella sua traduzione quel giorno io lessi frasi totalmente incomprensibili. Quindi come faceva a dire di basare le sue affermazioni sulla traduzione letterale se questa era chiaramente incomprensibile? Difatti, e lo sanno tutti, la Bibbia necessita di interpretazione (giusta o sbagliata che sia). Quel biblista famoso mi disse: “La Bibbia è una raccolta di tanti libri di autori diversi e di epoche diverse ma tutte più o meno con un comune denominatore: un linguaggio simbolico e metaforico che necessita per forza di interpretazione”.
        Non entro nelle motivazioni per le quali Biglino ha deciso di intraprendere siffatta via, perchè vi sarebbe molto da discutere, visto e considerato che non gli sta evidentemente a cuore l’avvaloramento della teoria della presenza extraterrestre nel passato (non è un ufologo), come hanno fatto i suoi predecessori. Anzi credo che ciò sia solo uno strumento.
        Ma ben venga qualcuno come te che metta a nudo tante falsità, errori e tentativi di destabilizzazione nei cuori di coloro che hanno una fede e che credono. Conquistare infatti le menti e i cuori degli altri, essendo purtroppo vuoti, è estremamente facile.
        I miei complimenti per il tuo lavoro. Ammiro il tuo coraggio di essere libero.

        1. Caro Massimo, nel precedente intervento, purtroppo, la mancanza di punteggiatura non mi aveva fatto intendere cosa volevi dire.
          Per il resto mi fa piacere constatare che un coordinatore scientifico del CUN come te non sia coi paraocchi, e vedere i mostriciattoli grigi da ogni parte, specialmente nei testi antichi.
          Per quello che ho potuto appurare, Biglino gli sta a cuore eccome la presenza extraterrestre nel passato, ma più che altro la sua attività si concentra sulla propaganda dei testi delle Edizioni San Paolo e della religione raeliana.
          Il fatto che egli adotti la traduzione “letterale” ma senza saperla applicare di fatto, rende il suo metodo incoerente: se io “faccio finta che quello che leggo voglia significare quella cosa lì” (metodo Biglino), allora se io leggo “nuvola” quella è un “nuvola”, non un “oggetto volante meccanino non identificato”. Cioè, a modo suo vorrebbe interpretare quello che gli antichi avrebbero visto, annullando di fatto il suo stesso metodo del “fare finta che”. Se avesse fatto realmente finta di… allora avrebbe letto “nuvola” e basta.
          Gli argomenti su cui discutere sono molteplici e non intendo dilungarmi adesso, tuttavia ti ringrazio per i complimenti e l’ammirazione verso il mio lavoro.

          Daniele

  9. Salve,
    seguo Mauro Biglino da un po’ di tempo e sapere cosi’-di punto in bianco-che egli e’ un massone, come Lei ha lasciato intendere qualche commento fa, mi lascia davvero esterrefatto.Essere massone, a mio modo di vedere,non e’ una bella cosa e potrebbe alludere perfino a un insulto.Puo’ dimostrare a me e agli altri che leggono questo blog che il sig. Biglino e’ un massone?
    P.S.=A proposito di ‘strumenti mediatici’:quelli usati dal sig. Biglino non sono gli stessi usati da Lei, tranne quella volta che ando’ a Rete 4 per farsi insultare??

    1. Salve, Michele,
      non intendo in questa sede discutere pubblicamente sulla massonicità di Mauro Biglino. Questi sono argomenti ai quali ho solo accennato. Quindi, cortesemente, se vuole discutere sulla questione che chiede, la invito a contattarmi in privato. L’articolo parla d’altro.
      Grazie per la collaborazione,

      Daniele

      1. Guarda che è lo stesso Biglino che ha dichiarato di averne fatto parte ,non ne fa alcun mistero , e che successivamente ne è uscito.

        1. Cara Maria Mignemi,
          benvenuta nel blog e grazie per essere intervenuta.
          Non mi soffermo nel merito della questione perché non è tema dell’articolo. Se hai il piacere di volerne parlare, puoi sempre scrivermi per email e parlarne insieme.

          Cordialmente,
          Daniele

  10. La parte dove propone gli aggettivi che nella bibbia definiscono Dio/Elohim è convincente, Sicuramente sono appellativi forti, è luce, è altissimo è potente ecc. sono definizioni nei confronti di qualcuno, o qualcosa che è superiore nei confronti degli altri (con riferimento assoluto).
    La prima parte e soprattutto la premessa però non la capisco; in sostanza è come se si prendesse la libertà di reinterpretare tutto perchè tutto è reinterpretabile perchè la parola dio è superinterpretabile.
    E’ proprio questa la questione. Dio è un essere superiore è questa l’interpretazione della parola da quando l’uomo l’ha creata, poco conta l’origine etimologica perchè sicuramente il suo significato sarà che è qualcosa venuto dal cielo, o di potente , o di luminoso, o che si adora ecc.

    In sostanza non mi ha assolutamente distolto o convinto. Biglino dice di non saperla tradurre,ma che è convinto che non sia Dio. Magari nella storia è come se fosse un dio. E’ vero si che Elohim dica di chiamarsi così, che venga definito potente, luce, altissimo ec. ecc.
    un essere superiore? si. Un dio? ma… aspetta. Un dio è un essere potentissimo da adorare? capace di creare la vita? di mutarla a sua immagine e somiglianza? bene!
    Pensi che sia Dio se le piace vederla così, per me è più logico vederlo come un essere venuto dallo spazio con una tecnologia superiore e con capacità di manipolazione genetica che ha fatto cose.

    Concludo venendo al punto. parliamo di traduzione e lo faccio raccogliendo anche il suo confronto con l’inglese (cit. god, gott ecc..);
    Quando traduco dal semplicissimo inglese all’italiano cerco di capire di cosa si stia discutendo, su cosa il racconto, o il discorso sia basato, o di quali argomenti sono stati affrontati in quel preciso racconto/discorso. Ora, se nel libro dell’antico testamento sono saltati fuori macchine di metallo (robot), manipolazioni genetiche, la possibilità che Elohim a volte fosse uno e a volte fossero in più di uno, che non esista il diavolo o l’inferno, che non esista la parola eternità, ecc. ecc. ora in questo caso, con tutte queste informazioni ci ritroviamo a rimanere saldamente con i piedi per terra. Ovvero.. genetica e sacro, sa di scienza vs religione, sfido qualsiasi traduttore che voglia adempiere unicamente al suo scopo, ovvero quello di tradurre fedelmente e in modo chiaro, a prendersi la libertà di definire DIO un o degli esseri che sembrano più rientrare all’interno “di un pezzetto” di un racconto di fantascienza.
    Ora scherzo, ma le metto di fronte un supersajan di secondo livello e glielo porto a 4000 anni fa…Sajan è luce, Sajan è altissimo, sajan è potente.

    Seriamente, bisogna essere fedeli ad un modo di essere, di vivere e di confrontarsi con quello che ci circonda, con rispetto e magari amore.
    A questo si dovrebbe essere fedeli. Come un pò tutti i testi sacri “consigliano”.

    Se poi quel DIO/ELOHIM arrivasse banalmente dalla costellazione di Sirio ogni 4000 anni, l’importante è che ci dia la forza di perseguire la giusta via (se proprio dovesse far qualcosa).
    Le cose più potenti dell’universo sono i raggi gamma e l’energia nucleare, noi alla polvere da sparo e all’energia nucleare ci siamo arrivati e abbiamo dimostrato ampiamente di saperle usarle in modo sconsiderato e da veri deficienti, prima di saper sparare anche i raggi gamma qualcuno di superiore dovrebbe intervenire… anche per il suo bene.

    1. Gentile Gianluca, benvenuto nel Blog.
      Non credo sia la sede adatta per parlare sui raggi gamma o l’energia nucleare; qui si discute quell’aspetto linguistico dove vorrei che lei si attenesse. Lasci perdere la genetica, il sacro, il profano, la scienza e la religione. Se non sa discutere su un argomento specifico, eviti di intervenire cambiando discorso.
      A questo punto devo dirle che nemmeno il suo intervento mi ha convinto, per cui, per non risultare al quanto prolisso, non aggiungo altro a quanto è stato già espresso nell’articolo, primo perché non amo ripetermi, secondo perché non è mia intenzione “convincere” la gente.
      Qualora il mio pensiero attuale dovesse cambiare, la terrò al corrente.
      Il mio pensiero condiviso con altre persone tale rimane, se a lei non le garba o non la convince, mi sta bene.

      Cordialmente,
      Daniele

    2. E chi dovrebbe smentire Biglino? Manuel cecca? Ma se non si capisce neanche cosa dice, quello getta solo fumo negli occhi ma è un cioccolataio: afferma che Biglino vuole solo vendere libri e poi cosa scrive?

      Se sei interessato ad approfondire questo capitolo puoi acquistare il libro dove ne parlo: La Bibbia non è un mito – gli speculatori ci raccontano un’altra storia.

      Note

      Ringrazio l’utente Cecca del foru Consulenza Ebraica per le preziose informazioni da cui sono state tratte le principali informazioni di questo estratto.

      MA VERGOGNATI CECCA!

      1. Paolo Puglisi, le concedo la pubblicazione di questo commento, in modo che possa rimanere nella storia per dimostrare l’atteggiamento dei fan di Biglino.
        Non per andare in difesa del dott. Cecca (abbreviativo di Ceccarelli) che non è ha bisogno, posso però dire che almeno lui è laureato e se non erro ha pure il master e dottorato in Assiriologia. Biglino si è fermato 30 anni fa al diploma di maturità… viene chiamato comunque “prof” e “dottor”, titoli che non gli appartengono.
        Se il dott. Ceccarelli dice cose che non si capiscono, devo dirle che la limitazione di comprendonio a cui va incontro dipendono dalla sua testa, perché fino a prova contraria io e tantissime altre persone le capiamo.

        E poi, il libro di cui fa menzione non è del dott. Ceccarelli, ma del sottoscritto. Chi si deve vergognare è chi parla a vanvera, dando credito a un diplomato che non sa nemmeno pronunciare l’ebraico dopo 30 anni di traduzioni.

        Detto questo, ogni suo commento futuro verrà ignorato, perché fomenta solo odio e disprezzo nei confronti di persone che non conosce. Se intende intervenire in modo tecnico, tando da contribuire al botta e risposta di Ceccarelli e Sgarbi, può farmi piacere. Ma se è venuto qui solo per fare palconscenico, il sipario si chiude subito!

        Cordialmente,
        Daniele

    3. Gianluca devi parlare solo del tema specifico deciso da lui altrimenti gli renderesti la vita troppo difficile ad esempio quando dice ad altri “HAI DETTO BENE TUTTO LO SCHIFO CHE STIAMO FACENDO NOI” uno potrebbe parlare di tutto lo schifo che ha fatto “dio” descritto molto bene nella bibbia . E sarebbe davvero impossibile per lui dare un senso al tutto , si consola in questo modo cosi riesce a non raccontarsi cio che e evidente leggendo la bibbia e avendone una visone di insieme che e piu che chiaro e lampante agli occhi di una persona con un intelligenza media. E poi immagino che lui adorera Biglino ….. non sarebbe nessuno se non esistesse.

      1. Caro Christian, io potrei darti tutte le motivazioni che vuoi, anche quelle che che a te piace sentire, ma non in questa sede se non in apposito articolo in cui si parla di questo argomento. Cerco solamente di mantenere l’ordine senza divagare, perché se la prof a scuola parla di geografia, non posso fargli domande sulla cucina lombarda. Potrei, ma non in quell’ora di lezione. Quindi, o si rimane in tema oppure si è pregati di non disturbare.
        Evitiamo commenti trascurabili.

        Grazie.

  11. Salve a tutti,mi trovo su questo blog per caso e premetto che non sono un esperto di teologia nè tantomeno uno studioso di lingue antiche…..volevo solo fare un semplice domanda.Ma se dio esiste,perchè nel corso di migliaia di anni si è mostrato solo in quella epoca?Non prima…nè adesso,che a mio parere,se esisterebbe davvero un dio…dovrebbe mostrarsi adesso…considerando tutto lo schifo che stiamo combinando.

    1. Salve. Hai detto bene: “considerando tutto lo schifo che stiamo combinando”. Apprezzo questa tua frase in quanto non dai la colpa a nessuno se non semplicemente a noi esseri umani =)

      In questo blog comunque non si argomenta la “teologia”, in quanto il “teos/Dio” non può essere oggetto di studio.

      A quale “epoca” ti riferisci? Se ti riferisci alle narrazioni bibliche, considera che Dio si è mostrato fin dal principio dell’universo, e non solo in una epoca specifica. Se motli oggi non riescono a “sentire” Dio, non vuol dire che non esiste, perché se tu sei sordo e non riescia sentire la musica, non vuol dire che la musica non esiste perché ci sono altri che invece ci sentono.

      Dio solo sa come, dove e perché mostrarsi. Bisogna vedere in che modo noi ci immaginiamo un suo intervento, perché molto spesso Dio non agisce per come noi ci aspettiamo.

  12. Hi to all, how is all, I think every one is getting more from this web page, and your views are nice designed for new people.

  13. si ma quando parlano di nuvole viene portato via da una nube, vedi anche su Gesu’ ritorna cosa sta a intendere ? non penso che sia una nube e su via , che cosa cambia se anche fosse una razza Dio immortale e eterna che viaggia su navi spaziali ? sempre Dio rimane, oppure spiegatemi Nube o Nuvola cosa si intende quando anche in Apocalisse si parla di ritorno di Cristo su una Nube … e’ molto piu’ logico pensare a un astronave che una nuvola per come la conosciamo noi d’aria

  14. salve sig. Daniele, congratulazioni per i suoi post, continui cosi, perché questa è solo eresia, solo attraverso una mente spirituale si possono capire le scritture, sulla via di Emmaus non si accorsero che era Gesu, ma solo Gesu apri le scritture spiegando tutto cio che lo riguardava dalla Legge ai profeti; adesso diranno che questo è solo una convinzione, ma come dissero dopo i due discepoli quando Gesu se ne ando : Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». Ecco questo è quello che sento e che conferma che Gesù è Dio.

  15. in nessuna scrittura ,poi considerata sacra,si parla di dio con la d maiuscola.Nelle scritture arientali,le divinità hanno un nome VISNU-SHIVA.BRAMA-KRISHNA-RAMA…….etc..etc.Il GAUTAMA,non nomima mai il dio con la d maiuscola.Gesù.stando ai vangeli,lo chiamava il PADREMIO… e cosi vale per l’ISLAM e ZARATUSTRA

      1. Caro Daniele credo mi sia imbattuto in un pseudo Teologo pagato dal clero per smontare l’inevitabile Genesi della Fine della Chiesa proseguito da Mauro Biglino entrando in questo tuo FORUM. Affannati pure Daniele a smontare le teorie di Biglino, ma invano a quanto pare, ma già sai che il suo successo mai l’avrai. Non sarà che ti stai mettendo contro qualcosa più grande di te? Ostacolare la verità, è per questo che vuoi ti ricorderanno un giorno? MAh^ che tristezza…

        1. Caro Antonio, io non cerco il successo e so con certzza che mai riuscirò a togliere dalla testa dei fan di Biglino tutte le castronerie che si raccontano. Non mi affanno per loro, ma per coloro che hanno voglia di approcciare le Scritture sotto un’ottica diversa dalla solita interpretazione teologica o alternativa raeliana.
          Già, la situazione è triste, specialmente un commento come il tuo.
          Se questo Blog ti rende triste, la prossima volta iGNORAlo.

          Saluti

  16. mi trovo per caso su questo blog e quello che riesco a dedurre dalle poche righe che sono riuscito a leggere, scritte dal sig. daniele, e che questo blog gli serve solo a fare un pochino di soldi. nel titolo del blog si dichiara libero pensatore ma continua a pensare con la mente dei signori in vestaglia, mentre trovo i commenti autorevoli della sgarbi decisamente veri in quanto spiegano senza se e senza ma come stanno le cose.
    io comunque ringrazio tanto mauro biglino perchè mi ha dato la possibilità di riprendere il controllo della mia mente, che per colpa della educazione ricevuta, era affidata alle fantasie della classe di potere delle religioni.
    voi potete parlare quanto volete, ma la realta è che chi riprende il controllo della propria mente riuscirà a capire che ci hanno preso per il culo per millenni.

    1. Gentile Pasquale, anche io ringrazio la sig.ra Sgarbi in quanto gli interventi da lei suggeriti sono tecnici e attinenti all’articolo. Fossi stato disonesto non avrei nemmeno approvati quegli interventi assai importanto per una sana e sincera ricerca. A differenza del suo intercento che, purtroppo, è solo un elogio spudorato a Biglino che niente ha di tecnico. Per caso è in grado di discutere l’aspetto tecnico ebraico? Oppure è un semplice “tifoso” che non sa nemmeno cosa sia un apice ebraico? In sostanza, le sto solo dicendo che il suo commento è fuori luogo perché in questa sede non si dovrebbe fare il tifo per nessuno in quanto si cerca di discutere senza scavalcare nessuno. Questo blog serve per imparare, che siano cose che vadano a pro o contro i nostri ideali e pensieri.
      Ammettiamo che il suddetto blog serva realmente per fare un “pochino” di soldi, “facciamo finta che” sia così; ma forse ignora il fatto che Biglino con le cose che insegna fa “tantissimi” soldi, a differenza di me che ne faccio un “pochino” (stando al suo dire e senza nemmeno conoscere quali sono i miei guadagni). Evidentemente lei sa più di quello che so io delle mie finanze…!?!
      Lei sa cosa significa “libero pensatore”? Cosa intende? Libero pensatore per caso significa “pensarla come Biglino” o “pensare per come si vuole pensare” (e anche credere)?
      Deve ammettere che se non fosse stato per Biglino, lei avrebbe continuato a pensarla in un certo modo, quindi indirettamente lei non è libero di pensare, ma si è lasciato condizionare comunque da qualcuno, nel bene o nel male che sia.
      Se io la penso (stando al suo dire) con la mente dei signori in vestaglia non vuol dire che io la penso in “quel” modo perché qualcuno mi ha condizionato a pensarla in questo modo. Ciò in cui credo lo credo per scelta e non per imposizione perché sono un ricercatore e non un “religioso”. Ho i miei buoni motivi per essere ciò che sono e credere in ciò che credo.
      A parte che personalmente con i “signori in vestaglia” non ho alcun rapporto; anzi, non frequento “ambienti religiosi” ma solo scuole e gente di cultura.
      Lei elogia, giustamente, anche la sig.ra Sgarbi, definendo “i commenti autorevoli della sgarbi decisamente veri” circa la traduzione del termine “elohìm” (questo mi sembra di aver capito dato che la Sgarbi di questo ha parlato). Quindi sembra che con Biglino vadano d’accordo su questa cosa. Ma deve sapere che per la sig.ra Sgarbi YHWH è Dio, al contrario di quello che pensa Biglino. Quindi, le consiglio di rivalutare il suo “elogio” alla Sbarbi in quanto la signora non la pensa pienamente come Biglino. Cioè, se la Sgarbi sostiene che YHWH sia Dio ma che il termine “elohìm” non significa né si traduce Dio, i suoi commenti restano comunque “autorevoli e decisamente veri” nonostante pensa che YHWH sia Dio?
      Vorrei capire se il suo pensiero è coerente e sincero, oppure è dettato da ciò che a lei piace credere senza averne le competenze linguistiche?

      Per onestà e trasparenza ho reso pubblico questo suo primo intervento nonostante lo ritenga totalmente inapporporiato, ma la prossima volta cerchi di misurare meglio le parole usando un linguaggio da persona educata, perché altrimenti sarò costretto ad ignorare e cestinare ogni suo altro intervento futuro. Non è necessario usare certi termini come nella parte finale del suo commento, quindi per me la prossima volta non sarà più necessario renderli pubblici avendo chiarito il concetto qui e adesso.
      Cordialmente,
      Daniele

  17. Salve, naviga e naviga su internet ogni tanto mi imbatto sul suo sito. La sua fede, la sua fede cieca, non le permette di vedere ciò che c’è oltre alla fede. Oltre Biglino c’è questo illustre uomo, non so se lo conosce, legga cliccando sul link: http://mobile.agoravox.it/La-Bibbia-non-dice-quello-che-ci.html

    Non so se dio esiste e, francamente, non me ne faccio un problema ma, nell’antico testamento dio non c’è. Non c’è traccia. Cercatelo altrove.

    1. Salve. Il fatto è che la fede vede al di là di ciò che vede un senza fede. La fede è quel qualcosa in più che ha un senza fede, quindi, ribadisco, è un qualcosa in più. Conosco “l’illustre” personaggio del link, e sinceramente sono cose dette e ridette che per me non sono una novità.
      Basta smentire Sitchin per far crollare tutti i templi che ha eretto, templi costituiti da mattoni di cui ciascuno di essi ha un nome: Von daniken, Biglino, Sibaldi, De Angelis, Malanga, Buffa, Downing, etc.
      Se mi occupo principalmente di Biglino è perché lo ritengo il “portavoce” oggi più celebre, per cui preferisco occuparmi del “pezzo grosso” attuale piuttosto che dei pezzi che io definisco “meno grossi”.

      La sua personale fede cieca in Biglino la induce a parlare proprio come lui: “nell’antico testamento dio non c’è. Non c’è traccia. Cercatelo altrove.”. Parlare con gli ammiratori di Biglino è come parlare con Biglino stesso, perché dicono le stesse cose come il pappagallo quando ripete le cose che il suo padrone gli dice di ripetere. Se lei non sa se Dio esiste o meno e quindi non se ne fa un problema dimostra il fatto del suo rifiuto di voler tentare di cercarLo.

      1. non c e niente di peggio dell arroganza di chi crede di sapere tutto en al finale non sa niente…….ma sapete cosa e l umilta……spiegare a un ignorante qualcosa che non si puo vedere o toccare solo con parole? bene questo caro signore lei non lo sa fare……non spiega nulla solo penza a affermare cose di cui lei e convinto e basta……la smetta di scrivere cose trite e ritrite le accetterei di piu se lei fosse un sacerdote, ma credo ki lei non lo sia.
        mi scusi per lo sfogo ma anche io mi reputo un libero pensatore e non sto cercando qualcuno k mi illumini e tanto tempo che inventarono le lampadine

        1. Se non si reputa libero (credo volutamente), rimanga pure progioniero delle sue catene. ma se un giorno queste catene strigeranno troppo, non si pianga addosso.
          Saluti

  18. Ho letto il suo articolo e non sono d’accordo con le sue conclusioni. In Deuteronomio 32 al vers. 8: Quando Elyon divideva le nazioni, quando separava i figli dell’uomo, egli stabilì i confini dei popoli secondo il numero degli elohim. Perché porzione di Jahweh è il suo popolo, Giacobbe sua parte di eredità. Se Elyon é quello che sta sopra, gli elohim (al plurale, in quanto sono parecchi) non sono all’altezza di Elyon. Jahweh, non ha scelto il suo popolo, quindi la progenie di Giacobbe, ma gli é toccata, come parte di una divisione di tutte le terre e quindi dei popoli che le popolavano, tra questo gruppo di elohim, di cui uno era Jahweh.
    Nella bibbia ci sono svariati passi in cui si parla, nel testo ebraico a noi pervenutoci, di rapporti tra il popolo di Giacobbe, gli Israeliti, con il loro elohim Jahweh ed altri popoli con i loro elohim. Un solo esempio: in un coloquio tra due comandanti di differenti eserciti, “ Le terre che a voi ha dato il vostro elohim, voi ve le tenete, cosí come noi ci teniamo le terre che ci ha dato il nostro elohim (in questo caso Jahweh).
    Non mi dilungo, su questo, ma lo prenda per buono, ci sono almeno 9 elohim differenti indicati nella bibbia, nella misura piú stretta.
    Solo nel V secolo a.c., il sacerdozio ebraico, decise che Jahweh, doveva diventare l’unico Dio, quindi fu una decisione strettamente politica, determinata e presa da coloro che allora avevano il potere di poterla prendere, infatti, prima del V secolo a.c. Jahweh era uno dei tanti personaggi a cui era dedicato un culto divino. Esso é testimoniato da molteplici reperti archeologici, monili, dipinti, monete, statuine, ed é pure raffigurato assieme alla sua donna Asherá. Tutti questi reperti sopravvissero alla distruzione che si operó cercando di far sparire ogni traccia di cuesto culto a jahweh.
    “Prima di capire quindi qual è il significato di una parola ebraica o come andrebbe tradotta, sarebbe più corretto e utile capire in primis cosa significa quel termine nella nostra lingua”.
    Su questo, non sono assolutamente d’accordo, perché la nostra lingua nata solo nel 1200 d.p. ha senz’altro sentito l’influsso di una teologia che ci é stata imposta e che abbiamo recepito in maniera passiva, da un clero, che si é rivelato storicamente, molto corrotto, falso, manipolatore, tiranno e quant’altro di cattivo e perverso.
    Sarei piú propenso ad accettare il termine greco Theos, per indicare al plurale gli dei della mitologia.
    Una piccola curiositá; Dio, D’io, Di Io, o Da Io. Invocato, diceva dal tedesco, In vocato, In chiamato, come se volessi rivolgermi al mio io piú profondo, dopo naturalmente essermi conosciuto nella mia profonditá ( dal conosci te stesso, del vangelo di Tommaso ed altri vangeli non canonici). Solo attraverso la conoscenza di te stesso, troverai il regno; quindi il passaggio per l’uomo é crescere da essere inconsapevole ad essere consapevole di sé stesso; per cui il regno é dentro di noi Per il momento mi fermo quí. Un saluto

    1. Salve. Rispetto il suo punto di vista anche se tuttavia sia contrario al mio.
      Lo rendo pubblico per correttezza e onestà.
      Ad ogni modo, tutta la prima parte del suo commento non è attinente al tema dell’articolo.
      Già ci siamo a partire da “sarei più propenso ad accettare…”, tutto il resto non c’azzecca nulla con l’articolo. Se le va, può argomentare il discorso di Deut 32 in quest’altro articolo: http://danielesalamone.altervista.org/figli-di-dio-o-figli-degli-alieni-rotoli-di-qumran-smentiscono-mauro-biglino/

      Inoltre, la invito a rivalutare il significato di “figli di Elyon” o “figli di Elohìm”. Queste due locuzioni indicano esplicitamente i sacerdoti.

      Cordialmente,
      Daniele

    2. per chi sa…. YHWH ed ELYON sono la stessa cosa….

      basta leggere in ebraico il Salmo 90: 1 Tu che abiti al riparo dell’Altissimo (ELYON) e dimori all’ombra dell’Onnipotente (SHADDAI), 2 di’ al Signore (YWHH): «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio (EL), in cui confido».

      QUESTI NON SONO 4 DEI, MA ATTRIBUTI DI UNO SOLO

    1. A me l’unica cosa campata per aria di questa storia sembra la storia degli alieni che arrivano sulla terra con le astronavi che trasformano la scimmia in uomo. Chiediti perché dopo secoli di storia solo in questo breve periodo sono comparse le prime ipotesi sugli extraterrestri.
      Chi ha creato gli alieni? Se il tuo maestro Biglino pensa che l’evoluzione dell’uomo è stata troppo rapida per essere una diretta conseguenza dell’evoluzionismo (come afferma lui stesso in un video anche non essendo biologo) allora glia alieni ultratecnologici con un’intelligenza dieci volte la nostra da dove saltano fuori? Altri alieni hanno creato gli alieni che hanno creato noi? Questo è solo uno dei tanti salti logici della teoria (anche se fatico a definirla tale) di Biglino. Chiediti perché è stato completamente ignorato dalla comunità scientifica. Forse perché racconta un sacco di balle?

  19. buonasera, intanto non capisco perche’ la Chiesa con i suoi Teologi non accetti il confronto con mauro Biglino, detto questo per lei chi e’ Elohim Yahwéh ? lo sapeva che gli Elohìm biblici per i Sumeri non erano altro che gli Annunaki ? perche’ nella bibbia si traduce il termine “ruach” con “spirito” quando significa “vento di tempesta* ed il termine “kevòd” con “gloria” quando significa “pesante” , e il termine “tzelèm ” come lo traduce ? certo le domande sarebbero tante ma almeno su queste se potesse dare delle risposte ben presise e semplici allo stesso tempo sarebbe meraviglioso.

    1. Buon giorno sig. Franco.
      Per “Chiesa” si riferisce a quella Cattolica Romana o alla chiesa in generale?
      Ho comunque una mia ipotesi: se i teologi rifiutano un confronto con Biglino è perché non sono adeguamente preparati per dargli filo da torcere. Nel senso, non che Biglino dica la verità e i teologi devono smentirlo per cattiveria loro, ma che i teologi non sono in grado di smentire nemmeno le cose errate che dice perchè, appunto, non sono preparati. I “teologi” come potrebbero pretendere di “studiare Dio” quando poi non sono in grado di affrontare un dibattito o confronto con un altro essere umano? =)
      Giusto per chiarezza, preciso che io non sono un “teologo”, ma preferisco definirmi un “biblista”. Le due cose sono distinte e separate.

      Abrahamo era un sumero, infatti dalla regione di Shin’ar, cioè Sumer (Ur dei Calleddìm) dove viveva, si è poi trasferito altrove dove Yhwh gli aveva indicato. E non mi risulta che Abrahamo, in qualità di Sumero di nascita (ma ebreo di discendenza), chiamasse Elohìm quelli che i suoi concittadini sumeri chiamavano Anunnaki.

      Il termine ruàch non significa solo “spirito” o “vento di tempesta” (o “vento impetuoso”), ma ha anche altri significati che non sto qui ad elencarle e spiegarle perché occorrerebbe discutere un saggio. A tal proposito la invito a leggere il mio libro “La Bibbia non è un mito” se è interessato ad approfondire.

      Il termine “kevòd” o “kavòd” va sempre tradotto con “gloria, onore”, il significato di “Pesante” lo acquisisce quando la radice KVD viene vocalizzata Koved o Kobed. Biglino generalizza troppo questo termine e quindi in questo caso la rimando a leggere l’articolo che ho redatto su questo tema: clicca qui.

      Il termine “tzelem” va tradotto con “immagine” cioè “rappresentazione”. Il termine viene utilizzato principalmente nei contesti in cui si vuole rappresentare “l’immagine” di una scultura, non tanto le “forme” della scultura ma cosa vuole “rappresentare”. Anche in questo caso la invito a leggere l’articolo correlato in cui parlo dell’argomento: clicca qui.

      Porsi domande è legittimo e sono contento che lei sia alla ricerca di queste informazioni. Nel Blog c’è un motore di ricerca, se ha altre domande provi a scrivere la parola chiave, e nel caso in cui non c’è l’argomento che intende discutere può scrivermi per email tramite la sezione contatti e le risponderò in privato. Poi la discussione potrò anche renderla pubblica con un nuovo articolo, proponendo le cose che mi chiede qualora non fossero ancora argomentate qui nel blog.

      Cordialmente,
      Daniele

  20. Se io dico

    “Ho bevuto un po’ di X”

    è chiaro che X non significa, per esempio, automobile.

    Non sapere cosa significa una parola non vuol dire non poter dire cosa non possa essere.

      1. Scusa ma non è questione di lingua, ma concettuale.
        A meno che per gli ebrei tutte le cose solide possano diventare liquidi da bere…

        1. I “concetti” non fanno parte della “grammatica”. La grammatica è la matematica del linguaggio, e come tale anch’essa non ha opinioni.
          Le parole esprimono concetti, ma prima di essere concetti devono essere parole alias grammatica.
          Se per gli ebrei tutte le cose solide possano diventare liquidi da bere non saprei, provi a chiederlo a loro.

          1. Quindi uno che non sa la grammatica non ha concetti e non capisce che l’acqua disseta, che il fuoco brucia, ch eper sfamarsi deve mangiare…
            “rem tene verba sequentur”.

          2. Non mi sa distinguere un’Endiadi eppure mi cita locuzioni latine? Non capisco… La citazione di una locuzione di questo tipo implica una grandissima conoscenza della lingua italiana perché proprio dal latino ha origine.
            I concetti si possono avere, ci mancherebbe, anche non conoscendo la grammatica, ma in quel caso si tratta più di opinioni e concetti “personali” e non concetti concreti che esprimono le parole.

          3. Mi sono maturato al liceo scientifico, solo che dopo all’università ho studiato tutt’altro, non tutto si può ricordare e si tendono a dimenticare le cose che si abbandonano… le figure retoriche poi sono tantissime.

            Saluti 🙂

          4. Io ho la maturià di ragioniere, e il diploma triennale di fotografia e studio medicina. E’ vero, sono tantissime le figure retoriche, per questo è buono mantenersi sempre aggiornati cercando di capire il nostro linguaggio italiano PRIMA di avanzare ipotesi grammaticali su altre lingue.
            Buona giornata =)

  21. Caro Daniele, appartengo ad una famiglia di ebrei e sono nata e cresciuta in israele. Si, ho anche io competenza in ebraico biblico e mio padre è un accademico dell’università ebraica di Gerusalemme. Il significato di “elohim” non appartiene ad una corrente di pensiero, significa ciò che significa perché significa quello e basta. Ci sono due tipi di studi accademici, quello secolare si basa solo sul tanach, LXX e patristica. Noi ebrei riteniamo che questa impostazione pecca di omissione. Noi che conosciamo la massoret perché la leggiamo e studiamo tranquillamente nella nostra lingua ci distinguiamo da chi la conosce in inglese (quando la conosce).
    Per una dimostrazione linguistica (perché è questo che ti serve per toglierti ogni dubbio) potrai chiedere ad Abramo di consulenza ebraica, al momento non mi vengono altri in mente del suo stesso rango. Con questo non voglio dire che con elohim non ci si riferisce a Dio, anzi, ci si riferisce e come. Ho detto solo che non significa “dio”, significa “giudice” o colui che fa un giuramento solenne o uno che stipula un patto inviolabile, diciamo così, a grandi linee. Secondo me “elohim”, nella maggioranza dei casi andrebbe tradotto con “Giudice”, o “il giudice” dipende dall’articolo se è presente o no.
    Non ti fare impressionare dai testi accademici perché su molti argomenti ebraici commettono errori.
    Va bene. Scusami se sono stata un po’ presuntuosa.
    Scusa anche a Cecca.
    Ciao.

    1. Grazie Elena per questa tua disamina. Sentiamoci in privato, magari se lo vorrai scrivimi dalla sezione contatti. Mi farebbe piacere confrontarmi (consigliarmi) con te e anche con tuo padre visto che è un accademico di Gerusalemme. Se è così il discorso allora cambia e sono disposto ad imparare dove e quando c’è da imparare.
      Grazie,

      Daniele

      p.s. tengo atto del commento “internos”

        1. Biglino ha ragione quando gli si da ragione; Biglino ha torto quando gli si da torto, ma per abbattere i cosiddetti “veleni mentali” è necessario andare a studiare l’ebraico e quindi trarre le proprie conclusioni senza credere a destra e a manca. (Comunque Biglino non ha ragione…).

    2. mi trovo tirato in ballo e allora vorrei fare notare una cosa soltanto.
      la discussione sarebbe abbastanza semplice , diventa complessa perché cosi basilari vengono date per scontato, ma nel modo errato. una è credere che etimologia (volendo ammettere che l’etimogia di elohim sia “giudice” mentre invece è incerta) sia uguale al “significato”.
      diventa complessa perché diventa complesso spiegare tutte queste cose.
      lasciamo perdere che un punto centrale è come viene concettualizzato il termine nei vari periodi storici.
      fondamentalmente il tutto si riduce a queste considerazioni:
      come viene concettualizzato e lessicalizzato il termine elohim (o un altro termine) in ebraico moderno o talmudico non È detto corrisponda al suo significato -e tanto meno alla sua concettualizzazione- nell’ebraico biblico o antico.
      la letteratura ebraica successiva alla redazione della bibbia rappresenta una tradizione successiva.
      serve a capire come si è formata l’interpretazione rabbinica della bibbia.
      ma questa è successiva e non È assolutamente detto che essa spieghi la reale visione degli autori biblici. a proposito di elohim: dire che salmo 82 parli di giudici non dà molto senso, mentre l’idea che lì si dia espressione al monoteismo biblico è sicuramente l’interpretazione giusta, visto che si adatta ai tanti contesti biblici in cui viene evidenziato che gli dèi stranieri sono falsi dèi, idoli, opere degli uomini ecc.. mentre solo JHWH , il dio di israele, È l’unico vero dio.

      Per capire la bibbia in sé, cioè nel suo contesto storico, è di gran lunga più importante conoscere la letteratura ugaritica e mesopotamica che non il talmud o il midrasch. perché? semplice, perché vengono prima e la bibbia riprende motivi letterari e religiosi precedenti.

      1. Ciao Manuel, anche io la penso uguale al fatto che “elohìm” non significa né si traduce con “giudici”; “significato” è una cosa, “essere” è un’altra cosa.
        Un passo parallelo del Nuovo Testamento cita proprio il Salmo 82, cioé Giovanni 10:34 e lì Gesù si riferisce ai capi religiosi che lo accusavano di farsi IL Figlio di Dio, mentre loro che venivano chiamati e si facevano chiamare “elohim” senza che nessuno dovesse contestarli.
        Mi chiedo, se YHWH, il Dio d’Israele, è colui che presiede all’assemblea divina del Salmo 82 ed essendo lui l’unico e vero Dio come espresso anche dallo Shemà Ysrael, che motivo avrebbe di presiedere in un’assemblea di idoli e parlare con oggetti di pietra inanimati? Nelle Scritture non c’è mai stata un’interazione fra elohìm diversi, come ad esempio YHWH e Baal nel famoso duello fra Elia e i sacerdoti di Baal.
        Anche se il secondo comandamento del Decalogo vieta la fabbicazione di sculture e immagini, viene specificato sia di cose che stanno in cielo, in terra e nelle acque sotto la terra. Come sappiamo gli egizi erano degli idolatri e delle cose del cielo, terra e sotto terra potrebbero essere proprio gli altri, gli uccelli, animali e uomini e creature strane. “Non avere altri elohìm davanti a me” potrebbe essere riferito anche ai sacerdoti, nel senzo di non considerare i sacerdoti superiori a YHWH Elohìm. questa cosa è stata infranta proprio alle pendici del monte quando il popolo si fabbricò il vitello d’oro sotto stesso ordine di Aaronne. Vale a dire che Aaronne ebbe voce in capitolo mentre YHWH stava scrivendo proprio quell’ordine di non avere altri “elohìm” d’innanzi a lui e di non fabricare idoli. Mentre Dio stava scrivendo quelle cose, il popolo le stava già trasgredendo.

      2. Che il termine elohim, oggi, nell’ebraico moderno abbia assunto il significato di “dio” non ci sono dubbi. Questo senso si cominciò ad affermare già a partire dal medioevo, ma lo stesso non si può certo dire del periodo talmudico. E’ il trattato Sanhedrin a citare il salmo 82 per dimostrare che se la nazione ha giudici giusti, la shekhinà risiede sul parlamento (edat el) e Dio giudica vicino ai giudici (elohim), nel senso che i loro verdetti sono in sincronismo con quelli divini. Nessun ebreo ha mai avuto dubbi né sul significato, né sull’etimologia di “elohim”. Non se ne può dubitare perché è stato sempre usato in quel senso e la continuità della tradizione giuridica ne ha conservato tutte le sfumature.
        Ma che ne sai tu di tradizione ebraica? Successiva a quella biblica? Ma fammi il piacere. Secondo il negazionismo vaticano certamente si, ma con questa affermazione fai veramente pena.
        Non ti stare ad inventare chissacosa perché la letteratura ugaritica e mesopotamica l’ho studiata con il massimo dei voti e ciò pure fatto tre tesi.
        Interpretazione rabbinica? Che confusione! Cosa ci azzecca ora l’interpretazione rabbinica? Vediamo se ho capito… secondo te l’ebraismo si compone di Bibbia ed intepretazione rabbinica, come il cattolicesimo di Bibbia e patristica? Il popolo ebraico non ha conservato alcun altra tradizione? Non può avere tradizioni che risalgono al periodo biblico?

        1. a me non sembra proprio di aver parlato di ebraismo, ma di un singolo termine.
          inoltre io mi riferivo alle interpretazioni rabbiniche di singoli passi. certamente il talmud contiene tradizioni precedenti il II sec. a.c. ma non c’è nessuna prova che le interpretazioni presenti nei talmudim, nei midrashim o nella tosefta o in altri testi riportino la visione e le intenzioni degli autori biblici ed il reale contesto storico, letterario e religioso del periodo in cui la Bibbia fu redatta. tanto più che le influenze culturali ellenistiche, persiane, romane sono state individuate da tempo.
          successivo era riferito alla redazione del talmud che è successivo al periodo della redazione della bibbia.

          insomma, mi riferivo a questo e soltanto in modo marginale, visto che parlavo di un solo termine e che la questione del significato di elohim è esclusivamente lessicale ed etimologica, dove però è necessario chiarire una cosa per altro ben nota: etimologia non corrisponde necessariamente al significato.

          che nessun ebreo non abbia mai avuto dubbi è, oltre ad essere palesemente falso (basta ricitare Cyrus Gordon), anche difficilmente dimostrabile.
          ed è comunque inutile, visto che non si sta parlando dell’opinione dell’uomo della strada, almeno io non lo sto facendo.

          inoltre mi sarei anche stufato di leggere tanti discorsi senza che sia MAI data una definizione del significato del termine “dio”, prima di passare a dire che elohim non significherebbe “dio”.
          oltre al fatto che non viene mai affrontato il problema di cosa sia e come si effettui una “traduzione”, e di quali siano i criteri per dire che un termine x di una lingua significa il termine y di un’altra.
          senza queste considerazioni preliminari si fanno discorsi da bar, ed io non sono interessato a discorsi da circolino arci.

          Che tu abbia fatto degli esami di letteratura mesopotamica mi fa piacere, che tu voglia portare questa discussione sul livello personale invece molto meno.
          prima di tutto perché non saremo noi, qui ed oggi, a dare un contributo reale a questa discussione. sta già tutto nei libri, che -a discapito dei tuoi voti- pare tu non conosca se metti in dubbio quanto ho detto, anzi riportato.
          secondo, perché che tu abbia fatto degli esami non mette a tacere il fatto che gli studi su questo tema siano migliaia e la questionesia ben nota.
          terzo, perché, cara Elena, non è affatto detto che tu sia quella più preparata sulla letteratura mesopotamica, campo un po’ più amplio di quello relativo ad una “semplice” discussione su 1 termine (‘elohim).

          1. Dare del “falso” è cosa molto scortese, non è così che si argomenta.
            Tu del Talmud conosci solamente la data “redazionale” e questo dimostra già quanto, il tuo, sia un discorso da bar.
            A parte il tuo spirito di contraddizione non hai portato nessuna prova a sostegno di alcuna cosa.

            Precisamente mi riferivo al significato di elohim e non alla sua etimologia, rigirati pure, il significato di un termine lo si ricerca prima nella sua lingua e gli strumenti più efficaci sono le letterature talmudiche.
            Per favore evita di puntualizzare quanta differenza ci passa fra etimologia e significato di un termine, non ci fare i salti mortali.

            E che vi piaccia o no, a voi cattolici apostolici romani, la nostra tradizione è millennaria di un popolo millennario, molto ricca in tutti i sensi.
            La tua ultima discussione su consulenzaebraica è stato un copia-incolla di un articolo a sfondo antisemita di stampo vaticano. Non comment (per ora) appena posso mi inscrivo in quel forum e poi vediamo quali sono le tue “competenze” (dato che saresti mio “collega”).
            A proposito, Abramo ti ha già risposto.

          2. Daniele: “Ma almeno il copia-incolla era accompagnato dalla fonte da cui è stato tratto?”
            Ciao Daniele, si il link ce lo ha messo. Ho contattato gli amministratori del forum e mi dicono che non è un caso isolato, ci sono state altre iniziative simili in passato (anche di Cecca) e poi cancellate. In quel forum ormai gli ebrei si sono stufati, hanno avuto anche un altro utente veterano, che ad un certo punto ha “buttato giù la maschera” ed ha cominciato ad insultare gli ebrei con insulti antisemiti di quelli peggiori. Sono fin troppo tolleranti i moderatori e questo spiega come certi utenti disonesti riescono ad introfolarsi e mascherarsi per lungo tempo prima di essere scoperti.
            Leggiti la discussione e vedi, Daniele, che stai perdendo il tuo tempo in questo blog perché Il testo masoretico sarebbe falso ed è la traduzione greca LXX ad essere la versione veritiera e la più affidabile. Cose da folli. Leggi attentamente:
            http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=71806404

          3. Mah, io ho sempre pensato che il TM fisse decisamente più affidabile della LXX perché la LXX è pur sempre una traduzione e non un “testo originale”. Per me la LXX vale tanto quanto una “Nuova Riveduta” o un “Diodati”, semplici traduzioni e non testi “originali”. I Masoreti almeno erano i “baaly ha-mmasorà” e quindi a loro interessava mantere il testo quanto più intatto possibile. I Settanta, almeno per quanto riguarda la cosmogonia di Genesi, erano parecchio influenzati dalla cosmogonia egizia, ad esempio traducendo “raqya” con “formamento” (cupola solida), mentre, per mia conoscenza, raqya sarebbe “distesa” con il radicale che indica lo “schiacciare”, “comprimere”… e ciò mi fapensare addirittura alla forza di gravità e quindi l’atmosfera. Altro che “cupola solida”.
            Anche se a mio avviso, l’Antico Testamento in uso al tempo di Cristo fosse proprio la LXX e Gesù stesso dovette citare l’Isaia della LXX. Il fatto stesso che il NT (in greco) sia ricco di riferimenti all’AT, quest’ultimo dev’essere approcciato necessariamente all’AT in greco, cioé la LXX.
            Anzi, le citazioni dell’AT nel NT non dicono mai “disse il profeta nel capitolo e versetto X”, perché a quel tempo le capitolazioni e i versetti nemmeno c’erano, per cui le citazioni erano riferite su quanto detto “nella Legge e i Profeti” o “nel libro di Mosè si dice che…”.

            Comunque, non voglio andare Off topic, per cui mi fermo qua.
            Andrò a leggere, grazie.

    3. rispondo qui perché non posso rispondere all’altro post di elena.

      dove ti avrei detto “falso”? mi sa che hai le traveggole.

      per quanto riguarda elohim, traduzioni, etimologie ecc. non mi ripeto. ci sono i libri leggili, perché ti farebbe bene.

      il problema e che pensi che la tradizione ebraica conservi il significato originale della bibbia. il che È semplicemente un’assunto.
      È una visione emica all’ebraismo. ma per lo studio della bibbia nel suo contesto storico occorre ANCHE una visione esterna.
      per cui, come è ben noto ANCHE agli studiosi EBREI, non si può prescindere dalle tradizione PRECEDENTI la bibbia: ugarit e mesopotamia.

      per cui : per il significato di elohim in ebraico biblico servono i contesti biblici ed epigrafici. significato “dio”.

      Il mio post su CE a cui ti riferisci non è l’ultimo ed è un copia incolla fatto apposta per far vedere quanto sia idiota il tipo che lo ha scritto.
      non pretendo ovviamente che tu capisca il sarcasmo tutto toscano del titolo: “senti qui che disamina!”, ma almeno fattelo spiegare. prenderesti due piccioni con una fava: 1) eviteresti di martoriare 2) dimostreresti un po’ più di sagacia

      Inoltre se pensi dare dell’antisemita a me caschi parecchio ma parecchi male.
      Anche mettere di mezzo Abramo, oltre ad essere di pessimo gusto, è del tutto penoso. Io conosco personalmente Abramo (sono stato ospite a casa sua).

      cattolico apostolico romano. si vede che sei limitata, sia nella percezione del mondo che ti circonda (stai parlando con un ateo, comunista sbattezzato), sia nell’invettiva. offendere dando dell’apostolico è veramente roba trita e ritrita. ma non ti vieni a noi da sola?

      per il resto ribadisco una cosa: mi sono decisamente scocciato di discussioni di questo tipo.
      quando avrai spiegato cosa significa il termine “dio” e quando, di grazia, siamo legittimati a tradurre un termine qualunque con “dio”, avrai la mia attenzione su discussioni su come tradurre elohim, altrimenti finiamola pure, perché secondo me non hai un tubo nulla da dire.
      questa discussione l’ho già fatta con Abramo e le nostre opinioni non sono assolutamente cambiate. figurati se ho voglia di fare la stessa discussione versione mignon con te.

      1. ah, sì, falso riferito al tuo discorso che nessun ebreo non avrebbe mai avuto dubbi sul significato “giudice”.
        ora ce le ho io le traveggole, eheheh.

        bé, sì, è falso: Gordon era ebreo, famosissimo semitista, è ha detto che il significato “giudice” non c’è nella Bibbia. Lo stesso per la voce “God” nella seconda edizione dell’Encyclopedia Judaica. dove , alla spiegazione del termine elohim, non compare nessun riferimento a giudice.
        lo stesso dicasi per The Encyclopedia of Judaism, dove alla voce “God”, a cura di un minore come Jacob Neusner, non trovo reoccia del significato “giudice”.
        quindi siamo già ad un paio di ebrei i meno rispetto a “tutti gli ebrei”.

        Ma poi, scusa, ti pare possibile che “nessun ebreo abbia mai….” ma hai parlato con tutti?

        1. Dimmi! Ma tu, quando ti si guasta il televisore, che fai? Chiami il meccanico? Perché esattamente questo significa citare Gordon, che fu archeologo, e non talmudista, ne professore di ebraico.

          Gordon non conosceva bene l’ebraico e ha molti errori di ebraico nei suoi libri. Era americano, uno degli ebrei americani con quel poco di ebraico che riescono ad imparare senza averlo mai praticato. Io quando parlo di ebrei, intendo dire, ebrei veri, che parlano e studiano interamente in ebraico e che hanno la sufficiente padronanza della lingua da poter consultare una qualunque pagina talmudica. Non ricordo nessun ebreo di quelli che studiano in ebraico, che abbia mai messo in dubbio l’etimologia riportata nel talmud. Nessuno!
          Il tuo non è il modo di argomentare di un accademico. Un accademico, che sostiene che “elohim” non significa “giudice” deve saper spiegare il perché. Tu attingi due righe da qualche libricino senza conoscere nemmeno una virgola di ebraico, ne sai cosa è esattamente la letteratura talmudica. Non hai l’autorità di poter dire che “elohim” non significa “giudice”, puoi solo dire che il pincopallino a detto questo e questo, che un’altra cosa. Se non conosci, ne ebraico, ne aramaico stai al tuo livello senza intervenire facendo errare gli altri. Hai detto che “elohim” ha un’etimologia incerta e lo hai detto con una certa convinzione, ma senza dire cosa è esattamente “incerta” e senza avere argomentato nulla.

          Se un archeologo o un sumerologo dice che “elohim” non significa giudice, non ha detto nulla, anche se portasse una prova a sostegno, non fa testo, e non avendone l’autorità, potrebbe aver sbagliato e la sua prova essere una falsa prova, che solo chi conosce bene l’ebraico, potrebbe accorgesene, perchè l’ebraico è una lingua molto difficile. Se invece lo dicesse Avraham che è professore di ebraico, la cosa sarebbe ben diversa, perchè è del mestiere, ma anche qui dovrebbe dimostarlo a quelli del suo stesso mestiere, se ad essi si rivolge.
          Faccio un esempio. Il prof. Mauro Biglino, ne ha dette (e ne continua a dire) portando delle prove a sostegno, ma egli si rivolge a persone semplici ed a ignoranti di ebraico come te, che non possono sapere se le sue sono vere prove o false prove. Se il suo indirizzo fossero stati altri professori di ebraico, questi avrebbero sicuramente detto che le sue non sono prove. Studia ragazzino, studia.

          1. e bé certo, Gordon era americano e nato prima del 1948, quindi non poteva certo essere israeliano. Il che fa di lui, ovviamente, un emerito ignorante.
            le tue sì che sono argomentazioni.
            Visto che tu parlavi di TUTTI gli ebrei e hai criticato il mio riferimento a Gordon dicendo che lui era americano, allora ne deduco che tu non intenda TUTTI gli ebrei bensì tutti gli israeliani e che Gordon, poverino, oltre ad essere stato mezzo analfabeta non sarebbe stato neppure un vero ebreo o, comunque, non tanto ebreo da rientrare nel novero di “TUTTI gli ebrei” cui ti riferivi e che son degni di considerazione.

            interessante, senza dubbio….

            che Gordon facesse errori lo dici tu, cara elena. Ma che elena sgarbi sostenga che Gordon facesse degli errori non dimostra assolutamente nulla, tanto meno può l’esimia sig. sgarbi intaccare la fama del semitista, non archeologo, fondatore degli studi di ugaritico, con queste semplici illazioni.

            fatto sta che non ci vuole nessun talmudista per conoscere il significato del termine elohim o di quanlunque altro termine ebraico antico, anzi.

            occorrono i filologi e la filologia con metodo scientifico, non certo la paraetimologia alla Raphael Hirsch.

            riguardo alla dimostrazione filologica impeccabile da te proposta e cioè “non lo mette in dubbio nessun ebreo” (cosa invece falsa), ti ricordo l’esistenza di paraetimologie e delle etimologie speculative.

            hai perfettamente ragione nel dire che un sumerologo non ha autorità per disquisire di filologia semitica (anche se l’ha studiata).

            Tuttavia non conta ciò che dice il sumerologo ma ciò che hanno già detto i filologi e i semitisti , ed IO non devo dimostrare un bel NULLA, perché basta ed avanza riportare le dimostrazioni presenti negli studi già esistenti ma che non sono noti al di fuori di queste discipline specialistiche.

            Forse non lo sai, ma le discussioni accademiche non ripartono mai ogni volta da zero, ma si basano sui lavori degli studiosi precedenti, specialmente se si tratta di argomenti stranoti, altrimenti nessuno riuscirebbe mai scrivere nulla se dovesseogni volta RIdimostrare il significato di ogni termine del lessico.
            Quello che tu dici è necessario quando si vuol dimostrare NUOVE teorie, ma io non devo dimostrare niente di nuovo ma solo riportare e far conoscere discussioin ben note agli studiosi.

            quindi mia cara sei TU che semmai devi dimostrare gli errori di Gordon e del suno articolo ormai vecchio di 80 anni e stranoto e tenuto in buona considerazione dagli studiosi.

            Penso tu lo sappia anche se fai la gnorri, e scrivo questo appunto solamente perché chi legge si renda conto della capziosità e del non-sense di ciò che hai detto.

            e sia chiaro che se anche tu non conosca o faccia finta di non conoscere gli studi in questione non sposta di una virgola il punto della discussione.

            nemmeno l’Encyclopedia Judaica accenna al significato “giudice” come significato originale (=etimologia) di elohim. ma sono sicuramente degli ignoranti anche loro.

            ho detto che l’etimologia è incerta perché lo è.
            Essendo tu evidentemente dedita a nastro continuo alla redazione di articoli accademici ti è evidentemente sfuggita la natura dei post sui forum. Allora te la spiega il Cecca.
            riportare e citare paginate di discussioni specialistiche con riferimenti che nessuno potrà mai controllare è inutile in un forum, non essendo un post un articolo accademico da pubblicare sul journal of hebrew studies.
            quindi si trattava di informazioni corrette MA concise, con -tuttavia- alcuni importati riferimenti che evidentemente non hai nemmeno controllato.

            Ergo, cosa vai cercando?

            vattela a prendere con gli studiosi che hanno redatto la voce “God” nell’Encyclopedia Judaica o in DDD o la voce Elohim in ThWAT. Gordon, Draffkorn Kilmer e tanti altri che nemmeno mi va di riportare… e , bé, dimostra TU che loro sono in torto.

            già che ci sei vai a sfogarti anche su Terrance Wardlaw e il suo recente Conceptualizing words for ‘God’ within the Pentateuch, dove troverai altra bibliografia su cui riversare i tuoi ponderati giudizi.

            io studio in continuazione, tu devi ancora iniziare, mi sa…

          2. Cecca, tu non hai argomentato nulla, hai fatto esclusivo riferimento ad altri, ma io non sono più certa che tu capisca cosa scrivono gli altri.
            Se un articolo, un’opera scientifica o un saggio pretende di parlare del significato di Elohim (che è un termine ebraico), come minimo, per dover di cronaca, avrebbe dovuto riportare (o almeno accennare, se non proprio confutare) l’uso che ne fa la letteratura talmudica e giuridica di tale termine così comune e ricorrente.
            Ripeto che il significato del termine Elohim nella lingua ebraica antica, biblica, talmudica e midrascica è “Giudice”. E’ un termine che ha una radice ben nota, evidente e conosciuta: א-ל-ה che ha verbi e termini ben attestati con il senso di giurare, giudicare, legiferare.
            Chi non è in grado di argomentare ciò è un emerito ignorante.
            Non ho mai citato Hirsch.

          3. Tanto per cominciare non è affatto vero che ‘lh(m) col senso di “dio” sia un termine ebraico, visto che compare in molte altre lingue semitiche.
            per spiegarlo occorre SOLO la filologia semitica.
            la letteratura ebraica che citi spiega come il termine sia stato usato, concettualizzato e spiegato nella tradizione ebraica, ma per conoscerne il significato serve il confronto filologico con le altre lingue.

            che ‘elohim derivi da UNA radice ‘lH è pacifico.
            ma questo ‘lh non può essere ‘lh “giurare/maledire” perhé ‘lh “giurare/maledire” compare in altre lingue semitiche come ‘lw, tipo in arabo, mentre ‘lh “dio” non ha questa variazione.

            tant’è che le due radici vengono sempre tenute separate (‘lh1; ‘lh2), e nemmeno l’encyclopedia Judaica presenta questa etimologia o nell’Etymological Dictionary of the Hebrew Language di Ernest Klein. tanto per citare anche studiosi ebrei.

            siccome ‘elohim non è un hapax legomenon ma un termine fondamentale, non è affatto credibile che l’ etimologia da te proposta non compaia da nessuna parte per ignoranza dei vari autori, tra cui anche autori ebrei. sarebbe un po’ troppo strano che un’etimologia che dovrebbe essere così ovvia sia ignota a tutti.

            inoltre: mentre ‘lh “dio” è ben attestato, il verbo ‘lh/w è estremamente meno attestato e non col significato “giudicare/legiferare”. in realtà in fenicio, aramaico antico ed ugaritico È quasi solamente attestata la forma nominale ‘lt col significato di “maledizione/giuramento/patto”, e che corrisponde all’ebraico ‘alah.

            a me pare una vera e propria paraetimologia, tipo quelle di Hirsch. questo era il senso del riferimento ad Hirsch.

            inoltre, anche motivazioni di carattere storico religioso e linguistico depongono a sfavore di questa etimologia:

            1. le divinità hanno qualifiche e attributi collegabili al mondo sociale e alla cultura pertinente a quella religione. non svolgono funzioni derivanti da attività umane inesistenti in una data cultura. Se JHWH È concettualizzato come giudice lo è solo se in quella cultura esiste la funzione di “giudice”. non solo le funzioni, ma anche i rispettivi termini vengono trasposti sul mondo divino. il dio sole mesopotamico È dajanu, e dajanu È difatti il termine usato per il “giudice” mesopotamico. la direzione è sempre mondo umano -> mondo divino.
            il problema è che ‘elohim nell’AT indica quasi sempre le divinità e solo un paio di volte degli uomini, è in questi casi può benissimo essere tradotto “dio” o “divino”. di certo non è il termine tecnico per la carica di “giudice” e tanto meno di “legislatore”, come era il caso di dajanu in accadico. inoltre più che questi supposti significati sono del tutto assenti nelle altre lingue.
            e non si deve dimenticare che il significato più attestato è quello primario. in ogni lingua è così.
            si potrebbe obiettare che ‘elohim indichi “giudice” solo nel senso di un giudice supremo e che sia riferito al solo JHWH. un po’ come bara’, che viene usato solo per azioni di JHWH. anche per questo tentativo tirato per i capelli di salvare l’etimologia “giudice” si creano almeno 2 problemi: a) il termine ‘alah non è, a differenza di bara’, usato esclusivamente per JHWH. b) diventerebbe ancora più difficile spiegare l’uso di ‘elohim in quei pochi casi in cui è riferito ad un uomo.

            2) io leggo che molti studiosi sono concordi nel vedere in JHWH una sorta di originario dio della tempesta, collegato a fenomeni atmosferici e meteorologici, sì che dal punto di vista di un’evoluzione storico religiosa l’aspetto di “legislatore” sarebbe in sé secondario. non si abbina molto col fatto che il termine base per indicare JHWH esprima la funzione di legislatore. ma si abbina invece benissimo se ‘elohim è un termine generico indicante una divinità, come in ugaritico e altre lingue.

            A PRESCINDERE dall’etimologia, anche fosse “giudice” (e pare proprio che non sia così), non cambierebbe nulla, perché il significato d’uso di un termine è determinato dall’oggetto cui il termine si riferisce. visto che elohim indica le divinità va tradotto in italiano con “dio”. quando si riferisce a JHWH come Dio unico di Israele si traduce correttamente con “Dio”. se riferito a più divinità si traduce con “dèi”.

          4. Senti Cecca, ti ho già risposto su consulenza ebraica. Perché incolli qui il tuo post copiato da li? Tu scrivi meccanicamente senza sapere nemmeno quello che scrivi.

            In breve li ti ho scritto che Elohim è un termine ebraico che lo si spiega benissimo in ebraico all’interno della cultura ebraica. In questo senso e relativamente a questo temine non si può parlare di filologia semitica, è sufficiente la filologia ebraica. Tutto il mistero su questo termine deriva da una scarsa conoscenza della cultura ebraica.
            Quanto hai scritto dimostra l’esatto contrario e che cioè il termine Elohim ha senso di giudice, legislatore supremo. Fai caso, non il semplice giudice che è espresso con i termini dayan e shofet, ma un giudice superiore, un capo di stato.

            Ma è inutile tentare di dimostrare a te che non hai le basi necessarie e fai affidamento a studiosi occidentali senza avere la necessaria capacità di discernimento sulla lingua ebraica, per tua stessa ammissione sul forum consulenza ebraica.

          5. Ragazzi, credo che il vostro pensiero sia stato già espresso a sufficienza. Penso sia inutile continuare il vostro dibatitto perché ognuno di voi due ha delle idee ben precise sulla questione “elohìm”, per cui, perché continuare ancora a punzecchiarvi come due bimbi? Così facendo continuerete all’infinito a lanciarvi palle di neve fra il forum CE e il mio blog senza arrivare mai ad un punto di accordo.
            Se la cosa la state prendendo in maniera così agguerrita, scambiatvi i numeri di telefono e parlatene per conto vostro. In questa sede il discorso è chiaro, Elena la pensa in un modo, Manuel in un altro.
            Io nel frattempo vi ho dato agio di esprimervi e mi sono fatto delle idee ben precise a riguardo che comunque non mutano il mio pensiero precedente (almeno per il momento).
            Come può bastare per me può bastare anche per i (tanti) lettori che non commentano.
            Adesso, facendo un “time-out”, resta da chidersi come mai i vari dizionari di etimologia ebraica suggeriscono la traduzione “Dio/déi” oltre che “giudici”. Ne cito uno: il Koheler & Baumgartner. Per me è un dizionario validissimo che un rabbino mi ha pure consigliato di usare a differenze del Brown-Driver-Briggs che è piuttosto “obsoleto”.
            Un conto è che “elohìm” può essere ricondotto sia alla traduzione “Dio” che alla traduzione “giudici”, un altro conto è che Elohìm non andrebbe mai tradotto come “Dio” ma solo come “giudice”.
            Siccome a me interessa approfondire la questione linguistica, e in questa circostanza tiro in ballo la Septuaginta, come mai i Settanta traducono con Theos quando in ebraico c’è Elohìm?
            Ad ogni modo, come avevo già espresso diversi commenti fa, la traduzione in sé non fa alcuna differenza e non fa mutare chi o cosa è Dio.
            Cioè, se Dio lo chiamo Giudice nulla cambia. Sempre meglio invocare la presenza di Dio chiamandolo “Dio” che non invocarlo proprio.

            Quindi, ripeto, perché i Settanta(due) riportano Theos quando c’è “elohìm” nel testo ebraico? Cosa voleva significare per i Settanta il termine “Theos”? Giudici? Splendenti? Governanti? Supremi? Legislatori? Quelli dell’alto?

            Per me un conto è dire “elohìm non significa Dio ma può essere tradotto con Dio”, e “elohìm né significa né va tradotto con Dio”. Sarei più propenso ad accettare la prima opzione.
            Grazie in anticipo per le vostre risposte sperando di non essere ignorato.

            Daniele

          6. “Per me un conto è dire “elohìm non significa Dio ma può essere tradotto con Dio”, e “elohìm né significa né va tradotto con Dio”. Sarei più propenso ad accettare la prima opzione.
            Grazie in anticipo per le vostre risposte sperando di non essere ignorato.”
            @Daniele
            Vi sono 2500 ricorrenze di “Elohim” (la stragrande) in cui è un nome proprio di persona (autodeterminato) e con esso ci si riferisce a Dio. Elohim è uno dei nomi di Dio.
            Il traduttore onesto dovrebbe capire la necessità di far trasparire questo dato di fatto. Sono ebrea israeliana e non faccio uso di traduzioni, ne mi occupo di queste cose. Era solo per dare una mano a capire.

          7. Sì, sapevo che “Elohìm” può assumere il valore di “nome proprio” in riferimento a Dio anche se per mia conoscenza Elohìm non è un “nome proprio di persona” in sé.
            Inoltre, se non fai uso di traduzioni non dovresti dire nemmeno che Elohìm si traduce e significa “giudice”. Io volevo capire proprio questo, perché chi, meglio di un’israeliana (o israeliano) può dirmi come noi occidentali dovremmo tradurre questo termine visto che qualcosa deve pur significare.
            Tranquilla che se usi il nome di YHWH pe coem viene vocalizzato anziché pronunciarlo Adonay, non commetti alcun errore perché il comandamento “non pronunziare il nome di Dio invano” è una traduzione scorretta.
            Generalmente si pensa che il termine «invano» che troviamo scritto nel comandamento biblico voglia significare «inutilmente», «futilmente», questo sì secondo il nostro vocabolario italiano, ma si tratta in realtà di un’interpretazione superficiale e piuttosto fuorviante del comandamento divino. Le nostre traduzioni di Es 20:7 scrivono «invano» – che deriva non dall’ebraico (e da ebrea israeliana dovresti saperlo) ma dalla Vulgata latina che traduce in vanum –, mentre il testo ebraico dice la- shav’ rendendo l’idea di «per inganno», «con falsità». Nell’ebraico biblico il termine shav’ ha infatti il significato principale di «inganno, falsità, malizia», ed è indicato per la «dicerìa» e la «falsa testimonianza». La sua specificità di significato è dunque sensibilmente diversa da quella del temine hebel, ossia quella parola che ricorre nel celebre esordio dell’Ecclesiaste:

            «Vanità delle vanità – habel ha-balìm, tutto è vanità» (1:2).

            Hebel significa infatti «soffio», e quindi «nullità, ombra, cosa vana». Se il comandamento biblico ricorre al termine shav’, il motivo dunque c’è, ed è di fondamentale importanza. Significa che i veri bestemmiatori sono in realtà coloro che pronunciano un nome di cui non conoscono il vero significato, ma solo il suono esteriore in sé. I venditori di fumo non sanno quello che dicono, eppure con falsità, con arroganza e disinvoltura spacciano per buona la cattiva mercanzia di cui sono possessori. Spendono il nome di Dio senza conoscerne il vero valore (e quindi ingannando anche se stessi), ma non lo fanno «inutilmente», al contrario: lo fanno per uno scopo ben preciso, per ricavarne un tornaconto sfruttando e abusando del Nome di Dio per i loro fini personali.

            Alcuni di questi nomi che possiede Dio sono i seguenti: Elohìm, El, El Shaddày, Elyon, El Roì, El Olàm, El Ghibbor, YHWH, YHWH Maghèn, Tzadìq YHWH, YHWH Yreèh, YHWH Roféka, YHWH Nissi, YHWH Meqaddesh, YHWH Shalom, Yehwah Ro’ì, YHWH Shammàh, etc. Quindi visto che sei un’ebrea israeliana non dovresti nemmeno scrivere Dio, ma D-o. E non dovresti nemmeno scrivere Elohìm ma Eloqìm”, sostituendo la he con la qof.

            Come mai non l’hai detto prima di essere ebra israeliana? Avevi detto solamente che tuo padre era (od è ancora non l’ho capito) un docente a Gerusalemme.

  22. non mi trovo citato in questo blog.
    per piacere provvedi a citarmi, altrimenti si tratta di plagio. non vorrei trovare questi stralci in un libro stampato.

    cecca

    1. Salve Manuel, deduco tu sia il CECCA di Consulenza Ebraica, giusto? Nessun plagio, tranquillo. Anche se non vieni citato tu personalmente, certamente non manca MAI la citazione del Forum di riferimento, né in questo Blog, né nei comenti di quest’ultimo né nei miei libri. Cito il Forum nella collettività di chi ne fa parte e rimando i miei lettori a verificare sempre proprio attraverso il Forum. Non dico scemenze nè cerco di giustificare un mio presunto “plagio”. Si tratta di “plagio” quando violo il diritto d’autore e quando mi apporprio di una citazione protetta da copyright. NON plagio nessuno quando prendo informazioni da internet non protette da copyrght e di dominio pubblico. Scrivo libri e conosco il mio mestiere. Di conseguenza so cosa significa PLAGIO. Quindi, se ti fai una “passeggiata” fra i commenti, puoi verificare personalmente se sto mentendo oppure no. Inoltre, chi commenta in questo articolo accusandomi di dire cose idiote, sta indirettamente accusando il Forum di Cosulenza Ebraica perché è anche quel Forum un punto di firimento a cui chiedo consulenza, giusto per far capire alla gente che non sono io a inventarmi le cose, ma che già altri le pensano e io le condivido.

      Poi, se ci tieni proprio ad essere citato TU, Manuel Cecca, provvedo subito. Ma tanto so già che ciò non servità a niente perché la maggior parte di utenti che leggono i miei articoli, anche se fossero firmati da YHWH in persona se ne fregherebbero altamente.
      Grazie comunque per la tua visita.

      p.s. nel mio libro in oggetto ho anche citato il Forum CE fra i ringraziamenti. NIENTE plagio.

      Daniele

  23. Scusi io non sto parlando della tradizione e della conoscenza della lingua ebraica . Il mio discorso è semplicemente contestare la logica da lei usata . Se scrivo per esempio questa frase : Il tetto mi copre dalla pioggia e dal freddo. Se non conosco cosa significhi la parola tetto sicuramente posso affermare che non significhi ad esempio la parola porta dato che dal contesto della frase mi dice che ripara dal freddo e dalla pioggia. Questo è il ragionamento che le riportavo e che dato le traduzioni riportano tali caratteristiche degli elohim , le quali non corrispondono con il significato di Dio.
    Io non ho mai affermato di conoscere l ebraico il mio era semplicemente un ragionamento logico e non serve conoscere l’ebraico . Il suo ragionamento è debole a livello logico , sulle traduzioni non posso dirle nulla . Secondo me non ha risposto proprio alla mia affermazione ma è andato a parare da tutt’altra parte. Sicuramente può affermare che la parola elohim non significhi ad esempio mulo o sbaglio ? Quindi il suo ragionamento cade a prescindere ovvero quello che non conoscere il significato di una parola non necessariamente significhi non sapere anche cosa non vuol dire.

    1. Se il suo ragionamento si basa solo su un discorso a suo dire logico e non sulla conoscenza di una lingua che va al di là della “logica in sé”, allora vorrà dire che il suo ragionamento è più logico del mio; o meglio, il ragionamento che faccio non è “mio” ma anche dei filologi ebrei. Provi a sbirciare un pò sul forum Consulenza Ebraica, dove lì dentro gli ebrei ce ne stanno parecchi, e leggerà coi suoi occhi cosa si pensa del termine elohìm all’interno del contesto accademico efilologico. Credo anzi che il mio personale discorso abbia una propria logica, solo che non viene accettata dalla maggior parte dei miei lettori di cui lei fa parte.
      Quì adesso non voglio pretendere la ragione, non voglio inculcare niente, metto a disposizione il mio pensiero… logico o illogico che sia (per gli altri); così come mi ha fatto il suo discorso ragionevole, anche io in primis ho posto la mia esposizione. Così come a me sembra che il suo discorso sia meno logico del mio, parimenti lei pensa del mio ragionamento. Ribadisco, il suo ragionamento è basato solo su una questione logica (a suo dire), ma il linguaggio non ha la stessa logica di un’equazione matematica dove basta un numero errato per far crollare un’intera espressione. Nella grammatica e nelle lingue esiste la “semantica”. Sa di cosa si tratta?
      Per quanto il suo discorso possa essere logico di per sé non riscontra invece alcuna logica perché ignora l’aspetto linguistico, semantico, filologico ed etimologico del termine in sé. Quando avrà approfondito questi aspetti e li ha studiati a fondo, allora vedrà che la sua logica la farà ragionare in modo diverso. Non può pretendere di saperne più degli stessi ebrei e di spiegar loro la loro stessa lingua se prima non è lei a calarsi nei panni dell’ebreo e ragionare per come un ebreo ragiona.
      Al di là della sua logica ci sono anni luce di “ignoranza” che la fanno ragionare in un modo, ma se avesse la conoscenza di ciò che ignora, ragionerebbe proprio per come si dovrebbe ragionare di fronte ad un aspetto LINGUISTICO e NON logico.
      Se è bravo in logica matematica sono contento per lei; ma metta di lato la matematica e si concentri in ciò che ignora: filologia, semtantica, etimologia. Una volta avre preso padronanza di queste tre colonne, allora può inziare a usare la MATEMATICA e non la “sua matematica”.

      Saluti

      1. Stavo solo cercando di ragione con lei uscendo dalle traduzioni , ma a quanto pare o si è ebrei o non si può fare alcun tipo di ragionamento . Questo a casa mia è razzismo culturale, è come se dicessi ad un inglese che non può occuparsi della divina commedia perchè non è italiano. Seconda cosa neanche sul forum di consulenza ebraica sono d’accordo sul significato di quel termine e ci sono svariate interpretazioni , Io stavo discutendo con lei riguardo ciò che ha scritto che con la traduzione e la lingua ebraica non ha nulla a che fare . cordiali saluti . ps la semantica è quella parte della linguistica che studia il significato delle parole e si ho due lauree in matematica forse per quello ragiono cosi. mi illumini lei dato che è più colto.

        1. Carissimo Vittorio, mi scuso in anticipo se le mie risposte sono sempre lunghe, ma sono una persona a cui tiene spiegarsi e farsi capire.
          Mi dispiace che “in casa sua” la pensate in questo modo. Magari dice bene… “a casa sua”, ma non necessariamente “fuori casa” sua si debba pensare come “dentro casa” sua. Il mondo non gira intorno casa sua, come non gira intorno a casa mia né in torno casa di chiunque altro.
          A mio avviso non c’è alcun razzismo culturale perché nessuno le sta negando la comprensione di un qualcosa che lei attualmente non comprende, che ignora, basandosi solo su una questione di logica; il testo ebraico della Bibbia non è prerogativa “solo degli ebrei”, ma di quanti conoscono la lingua, ebrei e non ebrei. Se lei legge la Bibbia in italiano la capisce in italiano, ma se lei legge la Bibbia in ebraico allora deve vestirsi da ebreo per capire la Bibbia in quella lingua. Comunque ci sono ebrei ed ebraisti: i primi sono i nativi del posto o chi ha origini parentali ebraiche (come nel mio caso), i secondi possono anche essere “stranieri” che si intendono di cultura ebraica. Lei, non essendo ebreo, potenzialmente potrebbe almeno essere un ebraista se solo studiasse l’ebraismo. Quindi nessun razzismo culturale, anzi le sto mettendo a disposizione un pensiero che non è quello “italiano” ma è quello ebraico. Se solo si informasse di più la penserebbe diversamente e magari sarebbe meno ignorante (non in senso offensivo) di adesso mentre sta leggendo.
          Il suo esempio con l’inglese e la divina commedia penso sia fuori luogo perché la divina commedia in sé è scritta sì in italiano (precisamente in dialetto fiorentino), ma se tradotta in inglese le parole non perdono né sfumature né significato. Tradurre un dialetto italiano all’inglese non è difficile quanto tradurre l’ebraico in un’altra lingua. Le lingue semitiche sono assai coplesse e tradurle non è facile, anzi… Con l’ebraico biblico è tutta un’altra storia perché appunto, se conoscesse il mondo di questa lingua i suoi ragionamenti sarebbero diversi. Con l’esempio che mi pone sulla divina commedia mi dimostra che il suo discorso si sofferma solo su una sua personale logica che per un addetto ai lavori di ebraico il suo ragionaento non ha niente di logico, a ha qualcosa di logico per un italiano che ha il suo stesso livello di conoscenza in questa materia (nulla o quasi nulla). Non intendo offenderla, voglio solo dire che mettendomi nei suoi panni il suo discorso ha in sé una sua logica, ma considerando che la Bibbia non è un testo concepito in lingua italiana, allora bisogna capirla non dalle traduzioni ma dal “testo originale” con ui è stata scritta.
          Se lei intende discutere con me riguardo ciò che ho scritto – come ha detto lei stesso – deve basarsi proprio su quello che ho scritto, e il tema dell’articolo è proprio la semantica, l’etimologia, la filologia e quindi le TRADUZIONI. Inoltre l’articolo è solo un estratto di un’intera esposizione di 40 pagine che ho riportato nel mio ultimo libro. Il suo discorso “logico” è logico a sé perché è basato su un estratto e non su un intero capitolo dove il discorso è maggiormente approfondito. Credo sia inutile dirle “compri il libro” perché tanto so che non lo farà (e neanche mi interessa), ma se lo leggesse ragionerebbe in modo diverso.
          Se io nell’articolo parlo di una cosa e lei mi vuole parlare d’altro dicendomi di “lasciar perdere le traduzioni”, allora preferisco interrompere subito la conversazione perché non intendo andare fuori argomento visto che il tema dell’articolo sono proprio le traduzioni. Se si sofferma solo su un piccolo rigo di quanto ho scritto piuttosto che basarsi su TUTTO lo studio, sbaglia, perché deve considerare TUTTO il discorso e non solo un pezzetto. Tutto il mio studio ha il suo filo logico se considerato INTERAMENTE e non parzialmente, ma se mi esce fuori solo un piccolo estratto da un altro estratto che è già l’articolo in sé facendolo uscire da tutto il contesto di cui si è parlato, allora è normale che il discorso per lei diventa illogico e me lo espone con una SUA logica personale, perché ignora tutto quello che si dice prima e dopo. Stesso discorso vale con la Bibbia quando si estrae un piccolo versetto fuori dal contesto in cui è contenuto. Così nascono le incomprensioni.
          Quindi, la invito a non dire di un articolo che sia “illogico” se non se ne conosce l’intero contenuto di 40 pagine. Inoltre è pure scritto che si tratta di un estratto e non di una esposizione completa.

          Bene, mi fa piacere che lei sappia quale sia la definizione di “semantica”, quindi, la invito a studiarla così capisce di più il significato delle parole senza la necessità di usare una sua logica che la manda fuori pista. Ci tengo a precisare che deve studiare la “semantica ebraica” non quella italiana altrimenti capisce fischi per fiaschi.
          Mi fa altrettanto piacere sapere che lei ha due lauree in matematica (io invece non ho nessuna laurea come Biglino, ma almeno da ebreo di sangue ed ebraista posso dire di conoscere l’ebraico meglio di Biglino stesso), purtroppo però devo dirle che il suo ragionamento non è degno di una persona laureata in matematica come lei dice di essere. Lo stesso docente di “logica matematica” Piergiorgio Odifreddi che lei conoscerà sicuramente, nel suo libro “Perché non possiamo essere cristiani” (che fra l’altro ho commentato nel mio libro in oggetto dell’articolo insieme a quello di Biglino) affronta dei temi che seguono una propria logica, una logica basata sulle conoscenze limitate dell’autore in materia linguistica. Purtroppo però l’autore SCONOSCE la lingua ebraica basando le sue teorie solo sulle traduzioni che perdono il loro significato originale. Quindi un Odifreddi che mi commenta la Bibbia con un metodo tutt’altro che scientifico mette in evidenza la sua completa illogicità nell’esporre le sue considerazioni sulla Bibbia all’uditorio di un addetto ai lavori. Come nel suo caso, caro Vittorio, anche in Odifreddi si può notare una logicità in quello che dice riguardo le lingue bibliche, ma se è un conoscitore o studioso delle lingue bibliche saprebbe più cose e leggendo le considerazioni di Odifreddi si metterebbe solo a sorridere.

          Come sice sempre Vittorio Sgarbi: “se le cose non le sai, perché parli?”

          Saluti

  24. Secondo me sbaglia perché non conoscere il significato esatto di ciò che non vuol dire una parola non significa necessariamente poter dire cosa non significhi , ovviamente ciò si ricava dal contesto nel testo. Biglino dice che non può essere tradotto con dio perché non avevano il nostro ideale di dio .se devo descrivere ciò che intendo con dio lo descriverei come un entità onnipotente, creatore di tutto, immortalate e quindi eterno. Ciò non rappresenta come vengono descritti gli elohim che potevano essere feriti, potevano morire , non avevano il contro lo di tutto . Quindi per quei popoli gli elohim potevano essere anche le loro divina ma con la nostra rappresentazione di dio non hanno nulla a che fare.

    1. “Secondo lei” io sbaglio, secondo gli ebrei no.
      Biglino dice, Biglino dice e stradice…
      parli con gli ebrei… può anche escludere me stesso se vuole – essendo io stesso ebreo di sangue – ma per non sembrare quello “di parte” la invito direttamente a parlare con qualcuno di Consulenza Ebraica e farsi ribadire quanto già è stato espresso in questo articolo.

      Se il suo “secondo lei” è dettato da una profonda conoscenza della lingua ebraica allora possiamo discutere parlando “la stessa lingua”… se le sue sono solo deduzioni, allora la invito ad informarsi meglio.

      Saluti

  25. Interessante articolo però secondo me quello che lei dice non contraddice Biglino, mi spiego meglio. Quello che afferma Biglino è che nessuno sa cosa significhi la parola Elohim e che nella lingua ebraica non c’è alcun termine che esprima ciò che noi definiamo Dio. Ora mettiamo anche che il termine voglia indicare Dio vi è un problema quando avendo la radice plurale nei contesti delle frasi si capisce che ci si sta riferendo a più individui, mentre quando ci si riferisce ad un solo cambia il verbo utilizzato e molto spesso si chiamano proprio con i nomi propri. Ovvero seguendo il suo ragionamento ad esempio da dove derivi la parola dio in tedesco ha comunque significato singolare. Ciò se anche voglia dire dio ma in realtà ci si riferisce a divinità per la religione cambia tutto o sbaglio? Quindi o è totalmente sbagliata la traduzione dei verbi anche ma non mi sembra dato che anche sulle bibbie viene riportato quali sono singolari e quali plurali e forum ebraici confermano ciò. Secondo me non è tanto la traduzione della singola parola il problema in se è il contesto e il fatto che sia plurale che non quadra.

    1. Io mi chiedo: come si fa a dire che “nessun sa cosa significhi elohim” quando si pretnde invece di sapere cosa NON significa? Non è contraddittorio. Consideri comunque che l’articolo è solo un estratto di un capitolo di 40 pagine, quindi questo è solo un pezzo di un’intera tesi che smentisce eccome le teorie di coloro che pensano che elohìm non va tradotto con “Dio”.

      Il discorso sulla pluralità è a se stante, perché sebbene “elohìm” è da intendere sia come plurale che come singolare dipende appunto dal contesto. Cosa significa secondo lei “Yahwéh Elohìm” quando elohìm è rivolto a Yahwèh?
      Caro Antonio, il suo discorso è molto sensato, e trova la sua logicità perché quello che dice è misurato all’interno della sconoscenza della lingua ebraica. Ad ogni modo, lo stesso forum di Consulenza Ebraica è pronto a smentire tutto ciò che Biglino dice riguardo alla parola “Elohìm”. Che sia da intendere come plurale che come singolare in base al contesto, è una cosa che persino i bambini di Gerusalemme apprendono fin dalla tenera età. Se poi da occidentali si pretende si volerne sapere più degli ebrei senza conoscere le regole grammaticali ebraiche, beh, è un pò presuntuoso, specialmente quando uno come Biglino che si spaccia per “traduttore” NON sa tradurre proprio.

      1. Si ovviamente parlo non conoscendo nulla della lingua ebraica quindi parlo per quello che dice biglino e per cose lette sul forum di consulenza ebraica dove comunque alcune cose che dicono essendo io cristiano sono rimasto senza parole perchè per noi non sono cosi chiare anzi.

        Per quanto riguarda il discorso Yahwéh Elohim , molti passi sopratutto nella genesi pare che nei testi di qumran , Yahwéh non ci sia proprio nella genesi ma sia stato aggiunto in seguito sbaglio?

        1. Sul forum di consulenza ebraica diciamo che ci sono discordanze anche fra gli stessi ebrei (a dettad i loro sono ebrei, c’è chi è pure madrelingua); c’è chi dà ragione a Biglino c’è chi no (sul discorso circa i keruvìm e il satàn), quindi, a chi credere? Così come ci sono discordanze fra gli stessi cristiani, a chi credere? Chi ha ragione?
          Quando Biglino cita gli “esegeti ebrei” bisogna vedere se questi sono veri ebrei o semplicemente degli ebraisti non ebrei. C’è un abisso fra le due figure. Se poi Biglino sceglie di schierarsi dalla parte degli “ebrei” a cui piace parlar male delle Scritture, allora è normale che “gli ebrei” danno ragione a Biglino. Sì, ma solo gli “ebrei” che la pensano come Biglino possono dare ragione a Biglino. Non tutti gli ebrei la pensano in quel modo.
          Quando un personaggio come lui ti dice che in quel dizionario specifico non viene data la traduzione “dio” ma poi vai a guardare coi tuoi occhi e invece la traduzione “dio” c’è… allora, o Biglino deve cambiare gli occhiali oppure gli piace «far finta di» non vedere. Di questo ne ho ampiamente parlato nel mio libro, dedicandoci 40 pagine su quasi 480.
          Bisogna vedere comunque in cosa diano ragione a Biglino in quel forum, perché comunque li dentro sono tutti di “pari sentimento” nell’affermare almeno che è corretto tradurre elohìm con Dio/dio/déi.

          Riguardo i testi di Qumran:

          Da premettere che i manoscritti di Qumran risalgono dal 200 a.C. in poi fino al I° sec. d.C. La Septuaginta è stata compilata prima ancora in Alessandria d’Egitto, ovvero fra il 285 e il 246 a.C., quando regnò Tolomeo II Filadelfo che commissionò questo lavoro. Capiamo quindi che i Settanta né gli Esseni ebbero modo di interagire fra loro. Quando la Settanta era già stata composta, gli Esseni non avevano nemmeno cominciato a comporre i rotoli di Qumran. I 72 scribi tradussero dall’ebraico al greco tutto l’Antico Testamento che loro avevano a disposizione nella loro epoca, quindi, il tetragramma non è stato “aggiunto” perché già era presente prima ancora che i rotoli del mar morto venissero compilati. La questione è quindi ribaltabile al contrario: o sono stati proprio gli Esseni ad aver omesso volutamente il tetragramma dai loro manoscritti della Genesi, oppure in base alle fonti da cui attinsero, il tetragramma non era presente. Sta di fatto che non ci sono state “aggiunte” apportate dai Masoreti, se mai saranno stati gli esseni ad ometterlo, perché i Masoreti si sono attenuti scupolosamente alla «tradizione», apportando addirittura delle correzioni a errori commessi dai Settanta (ma questo è un altro discorso).
          Nella Septuaginta compare “Signore” esattamente dove nell’ebraico masoretico compare il tetragramma.
          Prima di dire se il tetragramma sia stato aggiunto oppure no in seguito, bisogna vedere anzitutto se in testi biblici ancora più antichi degli stessi rotoli del mar morto (cioé la Septuaginta) è presente.

          1. Sono arrivata qui mentre cercavo altra cosa, non so nemmeno se faccio bene ad intervenire.
            Con elohim nella maggioranza delle ricorrenze ci si riferisce a Dio, questo è vero, ma certamente non significa “dio”, mai. Mio padre è professore di ebraico e lingue semitiche e me lo ha confermato. Non è nemmeno vero che si sconosce il significato etimologico di elohim, anzi nella letteratura talmudica è ben attestato ed anche nel tanach. Ci sono una decina di ricorrenze nel tanach con l’uso di un termine (alah) che è alla radice etimologica di elohim e questo è un fatto chiarissimo e noto agli ebrei da sempre. Nel talmud con elohim si intendono spesso i giudici del bet-din (tribunale ebraico). Nel mondo accademico però, in passato si sono sollevati dei dubbi sull’etimologia di elohim, ma non c’è motivo di dubitare perché ci sono prove certe sull’etimologia (sicure per gli ebrei). Mio padre sostiene che di certo molti testi accademici contengono molti errori su questo argomento.
            Nel forum consulenzaebraica ci sono pochi ebrei, l’utente Cecca non è ebreo e hai fatto male a citarlo perché non rispecchia la competenza ebraica (della cultura e lingua ebraica). Il fatto che scriva in un forum ebraico non lo fa essere ebreo. Lui si presenta come accademico, ma tieni presente che solo pochissimi accademici hanno vere competenze di cultura ebraica e cultura antica in generale. Il più esperto li sembra essere l’utente Abramo, un po’ disordinato, non crede nell’ispirazione divina, dice un po’ di cavolate, ma in fatto di linguistica se la cava benissimo.
            Bene… sono intervenuta… se non vi sono piaciuta, ora potete pure insultarmi se volete. Tanto lo so come vanno a finire sempre questi discorsi.
            Ciao

          2. Cara Elena, benvenuta nel Blog.
            Al contrario di quanto ti immagini, da parte mia non ci sono le intenzioni di insultare nonostante i punti di vista diversi. Anzi, molto spesso quello che viene insultato è proprio il sottoscritto per il semplice motivo di scrivere quello che mi pare. In tal caso mi sento in dovere di difendere la mia persona. Forse potrebbe nascere un battibecco fra te e il Cecca di consulenza ebraica visto che lo hai interpellato; ma nel caso in cui dovesse esplodere qualche fuoco d’artificio, non ci penserò due volte a moderare la discussione. In ogni caso, se non ami essere insultata (come giusto che sia) evita di scrivere “insultatemi pure”, perché qualcuno potrebbe prendere queste tue parole come sprono per fare ciò che tu non desideri. In fondo, quando si aprono certi discorsi è inetivabile arrivare all’insulto, ma questo sentimento lo lascio agli ignoranti, ai deficienti senili e a quanti non hanno niente di meglio da fare che ergersi dietro a un monitor quando poi la loro prima fonte primaria di infomrazioni è Wikipedia.

            Tornando al tuo discorso, quando si dice che una cosa “è nota agli ebrei”, bisogna precisare di quali ebrei si parla perché all’interno del mondo ebraico – come in quello cristiano – ci sono tantissime divergenze. Io sono ebreo di sangue (e non di fede), eppure non la penso come tutti gli altri ebrei (di sangue e/o di fede). Non tutti i cristiani credono alla stessa cosa, o magari, all’interno del cristianesimo ci sono molte “differenze” da cui nascono le cosiddette “denominazioni”. Parimenti nel mondo ebraico. Quindi, quando si dice “agli ebrei è sempre stato noto” bisogna specificare di quale tipologia di ebrei si sta parlando. Ci sono ebrei che condividono “Dio” per elohìm ed ebrei che non lo condividono. Io ad esempio ho amici ebrei che si trovano su entrambi i fronti e sono in perenne dibattito. Ci sono ebrei che danno ragione agli speculatori e altri che gli danno torto. Insomma, gli ebrei non hanno in medesimo dire e pensare.
            Come hai ben detto riguardo al talmud, elohim può essere usato per designare degli uomini di legge (tribunale ebraico) o come la stessa Scrittura specifica anche i sacerdoti o i capi religiosi (vedi Salmo 82 parallelo a Giovanni 10:34). Mosè stesso viene definito da Yehwàh come “elohìm al cospetto del faraone”.

            Detto questo vorrei capire una cosa da parte tua: mi hai detto che avrei fatto male a citare Cecca di consulenza ebraica perché non è né ebreo né rispecchierebbe la competenza ebraica che, nonostante il suo essere disordinato lo è l’utente Abramo. Tuttavia, anche se tuo padre è un insegnante di ebraico e di semitica (ne conosco parecchi anche io), ciò non fa di tuo padre un ebreo. Se tuo padre è un professore di ebraico e di semitica neanche questa “referenza” fa di lui un accademico con vere competenze. Giusto per fare un nome noto a livello nazionale, il Professor Danilo Valla non la pensa come tuo padre, eppure è un insegnante di ebraico anche lui! Purtroppo in ogni università ci sono i bravi e i meno bravi, i competenti e gli incompetenti. Perché, quindi, dovrei considerare Cecca “inattendibile” mentre quello che dice tuo padre, a quanto pare, varrebbe più di quello che dice Cecca? Non conoscendo personalmente né Cecca né tuo padre, né il vero e proprio spessore accademico di entrambi, non vedo perché io debba considere “meno” il contributo di Cecca. Quello che dice Cecca “è noto” a molti ebrei (ma non a tutti a quanto pare). Cecca non ha nemmeno trattato l’aspetto “ebraico”, ma il semplice fatto che Elohìm ha lo stesso valore di Gott, God e Dieu. Diciamo che per quanto riguarda te, tu mi parli di tuo padre che ovviamente PER TE “è il miglior professore del mondo”; ma dici questo perché è tuo padre e quindi quello che dice lui coincide proprio con quello che “è noto a gli ebrei”. Magari quello che tuo padre ti insegna coincide con quello che “a una parte di ebrei è noto” oppure perché hai competenza in ebraico e puoi confermare che quanto dice tuo padre è corretto?

            Tuttavia, per quanto mi riguarda, elohì può significare o non significare la qualunque cosa: questo non fa cessare Elohìm di essere Elohìm.

            Ciao

  26. Vista la sua piccata risposta alla mia riflessione su una sua presunta lettura non approfondita del testo di Biglino (avevo scritto ‘a me sembra che’ e non ‘sono certo che’) , mi asterrò certamente dal leggere i suoi libri; non vorrei trovarmi nella condizione di dover affermare che ‘siccome l’ha detto Salamone’, allora ha ragione’.
    Cordialmente.

    1. Peccato che nei miei testi dico apertamente e onestamente di non considerare come “vere” le cose che dico (siccome lei non li ha letti, giustamente non può sapere). Se ho ribadito il “sembra” l’ho fatto con le intensioni di lasciarla rimurginare ai suoi dubbi che le fanno sembrare cose per altre (che ingora). Invece credo di aver letto abbastanza attentamente ogni libro di Biglino da persona competente e “addetta ai lavori”, e tutti puntuamlente confutati ove necessaria una confutazione legittima. Se ricevo molte critiche evidentemente do fastidio a molte persone, TUTTE completamente incompetenti nel settore. Il buon 99% delle critiche che ricevo arrivano da persone che non sanno nemmeno cosa sia un apice ebraico, decisamente più indietro di un bimbo ebreo di prima elementare.
      I miei sono solo personali studi che amo condividere con gli altri, ma senza andare alla ricerca della fama e della gloria. Se poi qualcuno preferisce percorrere le via della fama pur di imporre un pensiero agli altri, allora si può apparire in TV, si può essere oggetto di numerose interviste e conferenze. In una stessa intervista fatta a Biglino, lo stesso dichiara “se non fosse per Internet, io non esisterei”. Quindi è chiaro che è grazie agli strumenti mediatici che Biglino “esiste”, e proprio gli strumenti mediatici marciano su quei temi che fanno tanta gola alla gente. Basta parlar male della Bibbia e dei credenti, allora il primo che passa viene lodato come un dio. Quali grandi vantaggi si hanno nell’essere un Massone, vero? Biglino ne è una prova vivente. A me queste cose non interessano, mi fanno letteralmente schifo. Preferisco rimanere nel “piccolo” e magari essere considerato da chi ha veramente ha voglia di essere un libero pensatore: libero di pensarla nel bene o nel male.
      Detto questo, a me non interessa essere letto da lei, il mio era un invito infromale; non ho bisogno delle sue attenzioni, anzi, i miei libri non sono per gente chisua di mente, ma per gente aperta.

      Cordialmente

      1. Chi si loda si sbroda: pare che solo tu capisci qualcosa mentre tutti gli altri sono ignoranti. E’ il classico comportamento degli uomini di religione, qualunque essa sia; siete sicuri che mascherarvi dietro una tunica di qualsiasi colore vi consenta di prendere per i fondelli tutti gli altri?

        Vedo tanta invidia, ma di quella infima e cattiva (sempre degli uomini mascherati con tuniche e cappellini di varia forma) nel suo intimo e questo la marchia irrimediabilmente come persona da cui stare lontano.

        Pensavo fosse un libero pensatore, invece è un qualsiasi poveretto che ha dato il cervello agli impostori.

  27. A me sembra che Daniele Salamone non abbia letto con la dovuta attenzione tutto il volume ‘La Bibbia non parla di Dio’ ma si sia limitato al solo significato dato dal Biglino alla ‘parola’ Elohim che, effettivamente, non significherebbe ‘Dio’ ma semplicemente ‘dio’ (o dèi): la differenza è assoluta.

    1. Salve sig. Elio, se a lei le “sembra” che io non abbia prestato la dovuta attenzione al testo di Biglino, il suo rimane solo un dubbio e non certezza per i seguenti motivi:
      1. non può soffermarsi alla lettura di un semplice articolo dove non si può dire tutto in poche righe;
      2. ho esplicato tutta l’esposizione sul tema “elohìm” nel mio libro in oggetto La Bibbia non è un mito. Quindi, prima di dire pubblicamente in modo del tutto inappropriato che Daniele Salamone non ha letto con la dovuta attenzione il libro di Biglino, invito a Lei piuttosto a leggere con la dovuta onestà il mio libro e poi tarne le sue conclusioni;
      3. in questo articolo ho estratto solo una parte del tema dove nel mio libro vi ho dedicato un intero capitolo di 40 pagine;
      4. studi ebraico biblico: solo allora potremmo parlare la stessa lingua e capirci meglio. Se la sua forma mentis la induce a pensare in questo modo “siccome l’ha detto Biglino, allora ha ragione”, la invito davvero a liberarsi da questo cancro mentale perché prima di dare ragione o torto ad una persona DEVE necessariamente avere le dovute competenze per dare i suoi giudizi.

      L’unica differenza assoluta è che lei, purtroppo, non conosce Daniele Salamone né quello che scrive nei suoi libri. Sia più onesto con se stesso.
      Saluti

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